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Impero germanico - Wikipedia

Impero germanico

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Nota disambigua - Se stai cercando lo psicologo tedesco, vedi Wilhelm Reich.


Progetto stati Impero Tedesco
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Impero germanico - Bandiera
Impero germanico - Stemma
(dettaglio) (dettaglio)
Motto: Gott mit uns (Dio è con noi)"

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Informazioni
Nome completo:
Nome ufficiale: Deutsches Reich
Lingua ufficiale: tedesco
Capitale: Berlino
Politica
Governo: Monarchia costituzionale
Capo di stato: Guglielmo I di Hohenzollern (1871-1888)
Federico III di Hohenzollern (1888)
Guglielmo II di Hohenzollern (1888-1918)
Capo di governo: Otto von Bismarck (1871-1890)
Max von Baden (1918)
Indipendenza: 18 gennaio, 1871


Area
Totale: (1910) 540,766 km²  (°)
% delle acque:  %
Popolazione
Totale (1910): 64,925,993 ab.  (°)
Densità: 120.1 /km² ab./km²  
Geografia
Continente: Europa
Fuso orario: UTC +1
Economia
Valuta: Reichsmark


Energia:
Varie
TLD:
Prefisso tel.:
Sigla autom.:
Inno nazionale: Heil Dir im Siegerkranz (inno monarchico)
Die Wacht am Rhein (non ufficiale)
Festa nazionale:

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Questo articolo è parte della serie
Storia della Germania.

Franchi
Sacro Romano Impero
Confederazione Tedesca
Impero Germanico
Repubblica di Weimar
Germania Nazista
Storia della Germania dal 1945

Il termine Impero Germanico (o meglio ancora Impero Tedesco, che peraltro è l'esatta traduzione dal tedesco di Deutsches Reich) si riferisce comunemente alla Germania, dalla sua consolidazione in uno Stato unificato, il 18 gennaio 1871, fino all'abdicazione del Kaiser (Imperatore) Guglielmo II l'8 novembre 1918. I tedeschi, quando si riferiscono al Reich di questo periodo sotto i Kaiser, usano tipicamente il termine Kaiserreich. A volte in italiano (ma raramente in tedesco) si usa anche Secondo Reich, contando il Sacro Romano Impero come il primo e la Germania Nazista come il Terzo Reich. La capitale era Berlino, la valuta i marchi del Reich, l'inno imperiale Heil Dir im Siegerkranz e l'inno nazionale non ufficiale Die Wacht am Rhein. La bandiera era un tricolore composto da tre bande orizzontali di colore nero, bianco e rosso. La famiglia imperiale regnante fu quella degli Hohenzollern.

Si deve comunque notare che Deutsches Reich era il nome ufficiale dello stato sia in questo periodo che durante quasi tutto il periodo della Germania Nazista, che terminò con la seconda guerra mondiale (dopo che la Germania incorporò nel suo territorio nazionale l'Austria, lo Stato prese il nome di Großdeutsches Reich ossia Grande Impero Tedesco).

L'Impero era una confederazione di 25 Stati sovrani e di una Terra dell'Impero (Aslazia-Lorena) sotto il governo del Re di Prussia che aveva il titolo di Imperatore di Germania ed esercitava, oltre a potere dichiarare guerra, fare la pace e nominare i rappresentanti all'estero, il potere esecuitivo coadiuvato da un Canceliere dell'Impero. Il potere legislativo era esercitatodal Consiglio Federale, composto di 58 plenipotenziari nominati dai singoli sovrani in numero proporzionale all'importanza del proprio Stato federato - bastavano 14 voti per opporre il veto a qualsiasi proposta, la Prussia, disponendo di 17 voti era arbitra di ogni questione - e dalla Dieta Federale ( composta da 397 deputati eletti con suffragio universale e diretto). La Confederazione era retta dalla costituzione del 16 aprile del 1871.

Indice

[modifica] Bismarck fonda l'Impero

Sotto l'apparenza dell'idealismo che lascia strada al realismo, il nazionalismo tedesco si spostò rapidamente dal suo carattere liberale e democratico del 1848 alla Realpolitik autoritaria del cancelliere prussiano Otto von Bismarck. Bismarck voleva l'unificazione per raggiungere il suo scopo di uno stato tedesco conservatore e dominato dalla Prussia. Egli riuscì nel suo intento attraverso tre successi militari:

  1. In primo luogo si alleò con l'Impero Austro-Ungarico allo scopo di sconfiggere la Danimarca in una breve guerra combattuta durante il 1864, acquisendo in questo modo lo Schleswig-Holstein.
  2. Nel 1866, in concerto con l'Italia, attaccò e sconfisse l'Austria nella battaglia di Königgrätz, il che, nello stesso anno, gli permise di escludere l'antico rivale austriaco quando formò la Confederazione della Germania del Nord, il diretto precursore dell'Impero del 1871, con gli Stati che avevano appoggiato la Prussia nella Guerra Austro-Prussiana.
  3. Infine, sconfisse la Francia nella Guerra franco-prussiana (1870-1); la Confederazione venne trasformata in Impero con l'incoronazione del re prussiano Guglielmo I come imperatore tedesco, al palazzo di Versailles, per l'umiliazione dei francesi.
La proclamazione dell'Impero Tedesco a Versailles. Bismarck è raffigurato con la divisa bianca al centro del dipinto
La proclamazione dell'Impero Tedesco a Versailles. Bismarck è raffigurato con la divisa bianca al centro del dipinto

Bismarck stesso preparò a grandi linee la Costituzione della Germania del Nord del 1866, che sarebbe poi diventata, con qualche aggiustamento, la Costituzione dell'Impero Tedesco del 1871. La Germania acquisì alcune caratteristiche democratiche: principalmente il Reichstag, un parlamento con poteri limitati, eletto direttamente con suffragio maschile. Comunque, la legislazione richiedeva anche il consenso del Bundesrat, il consiglio federale dei deputati degli Stati, nel quale la Prussia dominava. Quindi, dietro a una facciata costituzionale, la Prussia esercitava un influenza predominante in entrambi i corpi, con il potere esecutivo investito dal Kaiser, che nominava il cancelliere imperiale; Otto von Bismarck. Mentre gli Stati minori mantenevano i loro governi, le forze armate erano controllate del Governo federale, in pratica dalla Prussia. Anche se autoritario per molti aspetti, l'Impero permise lo sviluppo dei partiti politici.

L'evoluzione dell'autoritario Impero Tedesco è in qualche modo in linea con gli sviluppi paralleli di Italia e Giappone. Similarmente a Bismarck, il Conte Camillo Benso di Cavour, in Italia, usò la guerra e la diplomazia per raggiungere i suoi obiettivi: si alleò con la Francia prima di attaccare l'Austria, assicurandosi l'unificazione nazionale ad eccezione delle Venezie e dello Stato Pontificio, nel 1861. Negli interessi del Regno di Sardegna, Cavour, ostile al nazionalismo più rivoluzionario dei liberali repubblicani come Giuseppe Garibaldi e Giuseppe Mazzini, cercò l'unità d'Italia attraverso linee più conservatrici. Anche il Giappone avrebbe seguito il corso della modernizzazione conservatrice, dalla caduta dello Shogunato Tokugawa e della Restaurazione Meiji fino al 1918, così come l'Italia di Cavour. Infatti, il Giappone istituì una commissione nel 1882, per studiare le varie strutture di governo del mondo, e rimase particolarmente impressionato dalla Germania di Bismarck, emanando una costituzione nel 1889 che formò una direzione con poteri analoghi a quelli del cancellierato di Bismarck, con un gabinetto che rispondeva unicamente all'Imperatore.

L'unificazione della Germania significò anche l'assorbimento dell'intero Regno di Prussia in essa. Le tre nuove province: Prussia Orientale, Prussia Occidentale e Provincia di Posen, che prima erano al di fuori della Confederazione Germanica vennero incorporate nel futuro Stato tedesco. Un'altra provincia, la Slesia, era parte del Sacro Romano Impero assieme alla Boemia. Comunque, queste province avevano una nutrita popolazione polacca. L'annessione di queste quattro province pose la Germania in conflitto con i polacchi. Siccome la popolazione polacca cresceva più rapidamente e l'Ostflucht fece emigrare i tedeschi dall'est verso la Germania occidentale, le province orientali divennero gradualmente sempre più a maggioranza polacca.

Un fattore, ma solo uno, nell'anatomia sociale di questi governi era il mantenimento di una sostanziale fetta di potere politico da parte dell'élite terriera, a causa dell'assenza di istanze rivoluzionarie da parte dei contadini, e delle aree urbane.

[modifica] Modernizzazione conservatrice

Le politiche interne di Bismarck giocarono un grande ruolo nel forgiare la cultura politica autoritaria del Secondo Reich. Meno preoccupato dalla politica delle potenze continentali che seguirono l'unificazione del 1871, il Governo semi-parlamentare tedesco, portò avanti una rivoluzione politica ed economica dall'alto, relativamente tranquilla, che spinse la Germania lungo la via per diventare la principale potenze industriale dell'epoca.

[modifica] Economia

I produttori tedeschi non si limitarono a sottrarre il mercato interno alle importazioni britanniche, ma negli anni '70 del XIX secolo, iniziarono a far concorrenza alla Gran Bretagna sui mercati mondiali. L'industrializzazione progredì velocemente in Germania e negli Stati Uniti, permettendo a questi due paesi di prevalere sui "vecchi" capitalismi francese e britannico. L'industria tessile e metallurgica tedesca, ad esempio, avevano sorpassato i concorrenti britannici per organizzazione ed efficienza tecnica già all'inizio della Guerra Franco-Prussiana e espulso i prodotti britannici sul mercato tedesco. Per la fine del secolo, le industrie metallurgiche e dell'ingegneria tedesche avrebbero lavorato molto per il libero mercato di scambi della Gran Bretagna.

[modifica] Ideologia

Dopo aver ottenuto l'unificazione formale nel 1871, Bismarck dedicò molta della sua attenzione alla causa dell'unità nazionale e la conseguì attraverso l'ideologia del Prussianesimo. Il conservatorismo cattolico, concettualizzato dalla svolta del Vaticano di Papa Pio IX e del suo dogma dell'Infallibilità papale e il radicalismo della classe operaia, rappresentato dall'emergente Partito Socialdemocratico, furono sotto molti versi la reazione alle insicurezze di molti segmenti della società tedesca, che stava vivendo un rapido cambiamento da un'economia basata sull'agricoltura a un moderno capitalismo industriale. Mentre la pura e semplice repressione non riuscì a contenere socialisti e cattolici, l'approccio "del bastone e della carota" di Bismarck, ammorbidì significativamente le opposizioni di entrambi i gruppi.

Si possono riassumere gli obiettivi di Bismarck sotto tre parole chiave: Kulturkampf, riforma sociale e unità nazionale.

Kulturkampf: a seguito dell'incorporazione degli stati cattolici del sud, il cattolicesimo, rappresentato dal partito cattolico di centro, sembrava la minaccia principale al nazionalismo militar-aristocratico prussiano. I cattolici del sud, provenienti da una più forte base agraria e suddivisi sotto le gerarchie di contadini, artigiani, clero e aristocrazia principesca dei piccoli stati, più spesso delle loro controparti protestanti del nord, ebbero dei problemi iniziali a competere con l'efficienza industriale e l'apertura ai commerci con l'estero degli Zollverein.

La distribuzione delle confessioni religiose nell'Impero Tedesco: i cattolici (tonalità di blu) e i riformati (tonalità rosa)
La distribuzione delle confessioni religiose nell'Impero Tedesco:
i cattolici (tonalità di blu) e i riformati (tonalità rosa)

Dopo il 1878, la lotta contro il socialismo avrebbe unito Bismarck con il partito cattolico di centro, portando una fine al Kulturkampf, che aveva lasciato nei cattolici un irrequietezza maggiore di quanta non ne fosse esistita prima, e rafforzò il cattolicesimo in Germania piuttosto che indebolirlo.

Riforma sociale: la creazione, da parte di Bismarck, di uno stato sociale particolarmente avanzato, diede alla classe operaia un motivo per adottare il nazionalismo tedesco. Il sistema di previdenza sociale (sanità nel 1883, assicurazione sugli infortuni nel 1884, pensione di invalidità e di anzianità nel 1889) instaurato a quell'epoca era il più avanzato del mondo e, in parte, esiste ancora nella Germania odierna.

Unificazione: gli sforzi di Bismarck iniziarono anche a livellare le enormi differenze tra gli stati tedeschi, che avevano avuto per secoli uno sviluppo indipendente, specialmente grazie alla legislazione.

[modifica] Unificazione del diritto

Le leggi ed i sistemi giudiziari dei vari stati erano molto diversi e posero enormi complicazioni, specialmente per il commercio interno. A parte un codice commerciale comune, già introdotto dalla Confederazione nel 1861 (venne adattato per l'Impero e, con grandi modifiche, è ancora in vigore), c'erano poche similitudini tra le leggi.

Nel 1871, venne introdotto un Codice Penale comune (Reichsstrafgesetzbuch); nel 1877, vennero stabilite delle procedure processuali comuni tramite il Gerichtsverfassungsgesetz, il Zivilprozessordnung e il Strafprozessordnung (sistema giudiziario, procedure civili e procedure penali). Nel 1873 la costituzione venne emendata per permettere all'Impero di sostituire i numerosi e ampiamente diversi Codici Civili degli stati (se esistevano. Ad esempio, parti della Germania precedentemente occupate dalla Francia Napoleonica avevano adottato il Codice Civile francese, mentre in Prussia l' Allgemeines Preußisches Landrecht del 1794 era ancora in vigore). Nel 1881, s'istituì una prima commissione per produrre un Codice Civile comune a tutto l'Impero. Seguì un intenso lavoro, che avrebbe prodotto il Bürgerliches Gesetzbuch (BGB), probabilmente uno dei più impressionanti lavori legali del mondo. Il BGB entrò in vigore il 1° gennaio 1900. Queste codificazioni, anche se con molti emendamenti, sono in vigore ancora oggi.

[modifica] Militarismo

Bandiera di Guerra dell'Impero Tedesco in uso dal 1871 al 1892
Bandiera di Guerra dell'Impero Tedesco in uso dal 1871 al 1892

Uno dei sotto-prodotti della modernizzazione conservatrice fu il militarismo. Per unire le classi più alte – sia l'aristocrazia militare che gli industriali –, il militarismo si rivelò necessario per proseguire la modernizzazione senza cambiare le strutture socio-politiche. Ognuna delle élite della coalizione governante del Secondo Reich trovò dei vantaggi nell'espansione oltremare: i gruppi industriali volevano il supporto imperiale per assicurare gli investimenti oltremare contro la competizione e le tensioni politiche interne; i burocrati volevano più possibilità d'impiego, gli ufficiali volevano promozioni e la nobiltà terriera voleva titoli. In un quadro sociale caratterizzato dalla crescita del sindacalismo, del socialismo e di altri movimenti di protesta durante l'era della società di massa, i gruppi dirigenti del secondo impero furono in grado di utilizzare l'imperialismo nazionalista per cooptare il supporto della classe operaia. Cavalcando i sentimenti dell'età Romantica di fine del XIX secolo, l'imperialismo inculcò nelle masse l'ammirazione per le virtù neo-aristocratiche e aiutò a instillare degli ampi sentimenti nazionalistici. Quindi, la Prussia – erede dello "Stato guarnigione" costruito da figure come Federico Guglielmo I e Federico il Grande nel XVIII secolo – riuscì a creare una macchina da guerra potente, non solo in grado di sfidare i rivali continentali come Austria e Francia, ma anche di rendere conosciuta la sua presidenza nell'arena della politica internazionale. E la Prussia, ovviamente, contrariamente alle potenze occidentali aveva avuto in passato poco potere al di fuori dell'Europa, essendo completamente priva di una storia coloniale.

Gli imperialisti tedeschi ad esempio, sostenevano che la posizione di potenza mondiale dava ai britannici dei vantaggi ingiusti sui mercati internazionali, limitando così la crescita economica tedesca e minacciando la sua sicurezza. Molti statisti e industriali europei volevano accelerare l'occupazione dell'Africa, garantendosi le colonie prima ancora che divenissero strettamente necessarie. Il loro ragionamento era che i mercati potevano ben presto divenire sovrabbondanti e la sopravvivenza economica di una nazione dipendeva dall'essere in grado di scaricare il surplus di produzione da altre parti. In risposta, gli imperialisti britannici come Joseph Chamberlain conclusero che l'imperialismo formale era necessario al Regno Unito a causa del relativo declino della sua quota di esportazioni mondiali e della crescita della competizione economica da parte di tedeschi, americani e francesi.

100 marchi del 1910 (fronte)
100 marchi del 1910 (fronte)
100 marchi del 1910 (retro)
100 marchi del 1910 (retro)

Le tendenze economiche giocarono certamente un ruolo principale, spiegando perché gli statisti, da Jules Ferry a Francesco Crispi cercavano nuovi ruoli per le potenze emergenti da essi guidate, specialmente durante la Grande Depressione del 1873, ma gli spostamenti nell'equilibrio di potere europeo sono ciò che in ultima analisi facilitò l'espansionismo oltremare. Con l'ordine reazionario continentale, stabilito dal Congresso di Vienna, in frantumi, il fascino dell'imperialismo era un opzione non solo per le tradizionali potenze di Francia e Regno Unito. I nuovi stati nazionali di Germania e Italia non erano più coinvolti in preoccupazioni continentali e dispute interne come prima della Guerra Franco-Prussiana.

Così, Bismarck, un tempo apertamente disinteressato nell'avventurismo d'oltremare, venne portato a realizzare il valore delle colonie per assicurarsi (nelle sue parole), "nuovi mercati per l'industria tedesca, l'espansione dei commerci, e nuovi campi per l'attività, la civiltà e il capitale tedesco". Le potenze centrali assolutiste, guidate da una recentemente unificata e dinamicamente industrializzata Germania, con la sua marina in espansione, che raddoppiò le sue dimensioni tra la Guerra Franco-Prussiana e la Grande Guerra, furono minacce strategiche ai mercati e alla sicurezza delle più consolidate potenze alleate e della Russia. Gli sforzi coloniali tedeschi a partire dal 1884 portarono solo a un piccolo impero d'oltremare, comparato a quelli di Francia e Regno Unito. Le successive iniziative di politica estera (soprattutto la grossa battaglia di flotte, sotto le leggi navali del 1898 e 1900) spinsero il Regno Unito all'allineamento diplomatico (l'Entente) con l'alleanza Franco-Russa, ancora appena avviata, al tempo della caduta di Bismarck.

[modifica] Il dopo-Bismarck

Il Kaiser Guglielmo II di Prussia e Germania
Il Kaiser Guglielmo II di Prussia e Germania

L'Impero fiorì sotto la guida di Bismarck, fino alla morte del Kaiser (marzo 1888). Nel cosiddetto Dreikaiserjahr (Anno dei Tre Imperatori), Federico III, suo figlio e successore, regnò solo per 88 giorni, lasciando la corona al giovane e impetuoso Guglielmo II, che costrinse Bismarck a lasciare l'incarico nel marzo 1890.

Internamente alla Germania, l'opposizione del Partito Socialdemocratico (SPD), crebbe fino a renderlo il più grosso partito socialista del mondo, vincendo un terzo dei voti nelle elezioni del gennaio 1912 per il Reichstag (il parlamento imperiale). Il governo cionondimeno rimase nelle mani di una coalizione conservatrice appoggiata dai liberali di destra e dal clero cattolico, e pesantemente dipendente dal favore del Kaiser.

Il traballante equilibrio europeo si ruppe quando l'Austria-Ungheria, alleata della Germania fin dal 1879, dichiarò guerra alla Serbia (luglio 1914), dopo l'assassinio, avvenuto a Sarajevo, dell'erede al trono austriaco. La Germania supportò gli obiettivi in Serbia del suo leale alleato e firmò un "assegno in bianco" perché li perseguissero con ogni mezzo ritenuto necessario. La Serbia era appoggiata dalla Russia, che era a sua volta alleata con la Francia. A seguito della decisione russa per la mobilitazione generale (ovvero, contro Austria-Ungheria e Germania), la Germania dichiarò guerra a Russia e Francia, in quello che chiamarono un attacco preventivo.

Questo fu l'inizio della prima guerra mondiale. Nonostante i successi iniziali, la Germania e i suoi alleati soffrirono la sconfitta militare davanti a un nemico rafforzato nel 1917 dagli Stati Uniti. Il Kaiser Guglielmo II venne spinto in esilio (novembre 1918) da una rivoluzione guidata dagli elementi dell'SPD e dei gruppi comunisti, che in seguito organizzarono il loro piano per ottenere il potere (gennaio 1919).

Nel giugno 1919, il Trattato di Versailles terminò formalmente la guerra. Venne firmato nella Sala degli specchi del Palazzo di Versailles, lo stesso luogo dove il Secondo Reich era stato proclamato quasi mezzo secolo prima. La Germania perse dei territori a favore della Francia, del Belgio, della ripristinata nazione polacca, e da altre parti, e fu condannato a pagare delle pesanti riparazioni di guerra per le sue responsabilità nello scoppio del conflitto.

[modifica] Analisi

Lo stemma imperiale (1871-1918)
Lo stemma imperiale (1871-1918)

Il governo di Bismarck, basato sulla cooptazione e coercizione reazionaria e sulla perpetuazione delle "virtù Junker" di militarismo, gerarchia e autocrazia – può essere meglio compreso considerando che la Germania era stata unificata da poco e, sotto certi aspetti, da legami ancora assai tenui, che il potente vicino francese aveva per secoli seguito la politica di tenere "le Germanie" deboli e divise, che il paese era stato più volte un campo di battaglia delle maggiori potenze europee, con le conseguenti devastazioni. Le prime memorie dei politici appartenenti alla generazione di Bismarck risalivano alle guerre napoleoniche e alle umiliazioni nazionali inflitte alla Prussia. Non solo l'interesse "di classe", ma pure la necessità di non mostrare debolezza all'estero, rese indesiderabile per questi uomini l'adozione di maniere di governo più liberali.

Come risultato, in Germania, come in Giappone e in Italia, i successivi tentativi di estendere la democrazia avrebbero portato alla creazione di democrazie instabili (la Repubblica di Weimar, il Giappone degli anni '20 e l'Italia tra la fine della Grande Guerra e la nomina di Benito Mussolini a capo del Governo nel 1922). Ognuna di queste democrazie costituzionali non riuscì a far fronte ai gravi problemi quotidiani e alla riluttanza o incapacità di avviare delle riforme strutturali fondamentali.

Nonostante gli avanzamenti in campo scientifico e industriale avvenuti sotto il Secondo Reich, la Germania mantenne quindi un aspetto dispotico, a causa delle sue inclinazioni militariste e avendo ottenuto l'unificazione con "sangue e ferro". I valori del repressivo "Stato guarnigione" prussiano, che affondano le proprie radici del sistema repressivo dell'agricoltura prussiana fin dalla sconfitta dei Cavalieri teutonici, sarebbero stati portati a un nuovo estremo dal Terzo Reich.

Il prussianesimo fece presa perché la prosperità soddisfaceva la base del ceto medio liberale. La sollecitudine dello stato di assicurare il benessere materiale a tutti conquistò un ampio supporto, anche da parte della classe operaia. L'educazione tedesca emerse forte nei campi vocazionali, così come nella propaganda. Da parte dell'aristocrazia terriera arrivarono i concetti dell'inerente superiorità della classe governante e la sensibilità alle questioni dello status, tratti prominenti che si protrassero ben dentro al XX secolo. Nutrite da nuove fonti, queste concezioni sarebbero state in seguito volgarizzate e rese attraenti all'intera popolazione tedesca, con le dottrine della superiorità razziale. La burocrazia imperiale introdusse, nonostante la notevole resistenza aristocratica, l'ideale della completa obbedienza alle istituzioni, sopra le classi e l'individuo.

Alla base di queste correnti ci fu un secolo di evoluzione economica politica e culturale, che iniziò con un'agricoltura dominata per secoli dai metodi repressivi piuttosto che dal mercato. I contadini tedeschi erano, non solo sotto lo sguardo repressivo dei proprietari terrieri, ma ancorati a villaggi e strutture di lavoro che favorivano la solidarietà, diminuendo il loro potenziale rivoluzionario. Quindi, nel reame della propaganda, i Junker stabilirono la, generalmente riuscita, lega agraria del 1894, stendendo il fondamento della dottrina nazista. La lega cercò il supporto dei contadini nelle aree non-Junker o nelle piccole fattorie, inculcando l'adorazione del fuhrer, l'idea dello stato corporativo, il militarismo e l'antisemitismo. Avrebbe anche fatto la distinzione tra il capitale "predatorio" e quello "produttivo" usata poi dai nazisti, che era uno strumento usato per appellarsi ai sentimenti anti-capitalisti che aleggiavano tra i contadini.

D'altro canto, l'Impero garantì la libertà di stampa, la proprietà privata e riuscì a costruire un avanzato sistema di sicurezza sociale basato sulle assicurazioni obbligatorie, il cui nucleo è sopravvissuto agli sconvolgimenti di due guerre mondiali e al nazismo e ancora sopravvive. L'Impero aveva un moderno sistema elettorale per il parlamento federale, il Reichstag, in cui ogni maschio adulto aveva diritto di voto. Questo consentì ai socialisti e ai cattolici centristi di giocare un ruolo importante nella politica nazionale, sebbene entrambi i gruppi politici fossero ufficialmente visti, più o meno, come "nemici dell'Impero".

Quello dell'Impero è stato anche un periodo di enorme sviluppo per la vita culturale tedesca. Questo è vero sia per la ricerca e le università, quanto per per le arti e la letteratura. Thomas Mann pubblicò I Buddenbrook nel 1901. Theodor Mommsen vinse il Premio Nobel per la letteratura un anno prima, grazie alla sua monumentale Storia di Roma. Pittori come quelli raccolti nei gruppi Der Blaue Reiter e Die Brücke diedero un contributo significativo all'arte moderna. L'edificio turbine dell'AEG [1] a Berlino di Peter Behrens (1909) è una pietra miliare dell'architettura moderna ed un esempio del funzionalismo emergente.

La questione del Sonderweg ossia se la natura della società e della politica dell'Impero abbia reso inevitabile il Nazismo è tutt'ora dibattuta. Alcuni storici, come Fritz Fischer, Hans-Ulrich Wehler e Wolfgang Mommsen hanno sostenuto che, durante il Secondo Reich, un'élite aristocratica, reazionaria e "pre-moderna" penetrò in profodità nella società tedesca e, quindi, la Repubblica di Weimar era condannata al fallimento fin dall'inizio. Per altri studiosi, come Gerhard Ritter, solo la Prima Guerra Mondiale e il periodo ad essa successivo aprirono le porte al Nazismo.

L'unificazione della Germania da parte di Bismarck ebbe anche un impatto significativo sull'Asia orientale. L'unificazione della Germania era considerata un modello per la riuscita modernizzazione del Giappone e per la meno riuscita modernizzazione della Cina agli inizi del XX secolo. Il codice civile tedesco divenne la base del sistema legale giapponese e della Repubblica Cinese e dopo il ritiro di quest'ultima a Taiwan rimane ancora la base del sistema legale li vigente.


[modifica] Stati dell'Impero

L'Impero Germanico
L'Impero Germanico
Le province della Prussia (in verde) nell'Impero germanico
Le province della Prussia (in verde) nell'Impero germanico
Colonie tedesche. In Venezuela (Klein-Venedig , segnato in giallo) si era svolto un tentativo di colonizzazione nel XVI secolo. In rosso alcuni stabilimenti coloniali tentati da vari stati tedeschi (soprattutto il Brandeburgo) nel XVII secolo. In azzurro le colonie dell'Impero germanico
Colonie tedesche.
In Venezuela (Klein-Venedig , segnato in giallo) si era svolto un tentativo di colonizzazione nel XVI secolo. In rosso alcuni stabilimenti coloniali tentati da vari stati tedeschi (soprattutto il Brandeburgo) nel XVII secolo. In azzurro le colonie dell'Impero germanico
  • Granducati ("Großherzogtümer")
    • Baden - Capitale Karlsruhe
    • Assia ("Hessen" informalmente "Hessen-Darmstadt") - Capitale Darmstadt
    • Meclenburgo-Schwerin - Capitale Schwerin
    • Meclenburgo-Strelitz - Capitale Strelitz
    • Oldenburg - Capitale Oldenburg
    • Sassonia-Weimar-Eisenach ("Sachsen-Weimar-Eisenach") - Capitale Weimar
  • Ducati ("Herzogtümer")
    • Anhalt - Capitale Dessau
    • Brunswick ("Braunschweig") - Capitale Wolfenbuttel o Braunschweig
    • Sassonia-Altenburg ("Sachsen-Altenburg") - Capitale Altenburg
    • Sassonia-Coburgo-Gotha ("Sachsen-Coburg und Gotha") - Capitale Coburg
    • Sassonia-Meiningen ("Sachsen-Meiningen") - Capitale Meiningen
  • Principati ("Fürstentümer")
    • Lippe - Capitale Detmold
    • Reuss-Gera ("Reuß jüngere Linie") - Capitale Gera
    • Reuss-Greiz ("Reuß ältere Linie") - Capitale Greiz
    • Schaumburg-Lippe - Capitale Bückeburg
    • Schwarzburg-Rudolstadt - Capitale Rudolstadt
    • Schwarzburg-Sondershausen - Capitale Sondershausen
    • Waldeck-Pyrmont - Capitale Arolsen
  • Altri:
    • Territorio imperiale dell'Alsazia-Lorena ("Reichsland Elsaß-Lothringen")

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