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Lanciano - Wikipedia

Lanciano

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Lanciano
Stato: Italia
Regione: Abruzzo
Provincia: Chieti
Coordinate:
Latitudine: 42° 14′ 0′′ N
Longitudine: 14° 23′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 265 m s.l.m.
Superficie: 66 km²
Abitanti:
36.228 31-12-04
Densità: 541 ab./km²
Frazioni: vedi elenco 
Comuni contigui: Atessa, Castel Frentano, Fossacesia, Frisa, Mozzagrogna, Orsogna, Paglieta, Poggiofiorito, Rocca San Giovanni, San Vito Chietino, Sant'Eusanio del Sangro, Treglio
CAP: 66034
Pref. tel: 0872
Codice ISTAT: 069046
Codice catasto: E435 
Nome abitanti: lancianesi 
Santo patrono: Madonna del Ponte 
Giorno festivo: 16 settembre 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Lanciano è un comune di 36.228 abitanti della provincia di Chieti.

Indice


[modifica] Geografia

Il centro cittadino è situato a 265 m slm, ma l'altitudine del suo territorio varia da 33 m (contrada Serre, vicino al fiume Sangro) a 410 m (frazione San Nicolino, al confine con Castel Frentano).

Il territorio del Comune di Lanciano si situa in quella fascia di colline che dalle pendici della Majella digrada verso il mare. Verso sud, arriva a confinare col fiume Sangro. Inoltre, è attraversato dal torrente Feltrino, che scorre poco a nord del centro storico. Quest'ultimo è arroccato su tre colli (Erminio, Petroso e Selva), mentre lo sviluppo successivo è avvenuto sui terreni prevalentemente pianeggianti a sud di questi.

Vista anticata del centro storico di Lanciano
Vista anticata del centro storico di Lanciano

[modifica] Storia

[modifica] Le origini

Le origini di Lanciano affondano nel mito. La tradizione vuole che sia stata fondata nel 1181 a.C. da Solimo, profugo troiano approdato in Italia insieme ad Enea, col nome di Anxanon o Anxia (dal nome di un compagno morto in guerra). Al di là dell'epica, la datazione potrebbe essere verosimile: infatti, alcuni ritrovamenti archeologici dimostrerebbero che il sito di Lanciano è stato abitato con continuità dal XII secolo a.C.. Nei dintorni, inoltre, sono state rinvenute tracce di insediamenti neolitici fin dal V millennio a.C..

Ponte Diocleziano
Ponte Diocleziano

Secondo le notizie di alcuni storici romani (Varrone, Livio e Plinio il Vecchio), in seguito Lanciano fu capitale del popolo Frentano, gente di stirpe sannitica che occupò l'area costiera tra il Pescara ed il Fortore a partire dal V secolo a.C.. In quest'epoca, probabilmente, subì l'influsso culturale dei Greci, che allora controllavano i traffici commerciali sulla sponda orientale dell'Adriatico. Tra il IV secolo a.C. ed il III secolo a.C. i Frentani presero parte alle guerre sannitiche, finendo per diventare alleati dei Romani nel 304 a.C.. Essi rimasero fedeli a Roma durante le guerre puniche, mentre furono tra i fautori della Lega Italica nella guerra sociale del 90 a.C.. Nella divisione augustea dell'Italia, Lanciano fu ascritta alla tribù Arniense, all'interno della V Regio Sabina et Samnium, con lo status di municipium (ciò è testimoniato da una lapide tuttora conservata nel Palazzo del Municipio). In quest'epoca dovette conoscere una buona prosperità grazie alle sue fiere, dette nundinae.

Fin dall'età antica, Lanciano ha dovuto la sua prosperità al commercio. Questa vocazione le deriva da una collocazione "strategica": è a pochi chilometri dal mare ma è in collina, quindi meglio difendibile; inoltre, è vicino ad un'antichissima rotta commerciale che collegava la Puglia all'Italia settentrionale già in età preromana. Questo tracciato, probabilmente nato come tratturo per la transumanza delle greggi, in epoca romana divenne una strada (forse la via Traiana) che partiva da Hostia Aterni (l'attuale Pescara) ed arrivava fino in Puglia passando per Ortona, Lanciano e Vasto.

[modifica] Il Medioevo

Con il crollo dell'Impero Romano, Lanciano subì saccheggi dai Goti. In seguito, con l'invasione dell'Italia da parte dei Longobardi, fu conquistata e rasa al suolo (probabilmente nel 571). I nuovi dominatori costruirono un castello sul colle Erminio, intorno al quale cominciò a ricostituirsi un nucleo abitativo. Da questo trarrà origine il più antico quartiere medioevale, chiamato Lancianovecchia. Nel 2006, degli scavi archeologici hanno riportato alla luce alcune vestigia della città romana, tra cui il decumano, che passava proprio sopra il colle Erminio: ciò ha mostrato che tra la città antica e quella medioevale c'è stata una sostanziale continuità.

Torri Montanare
Torri Montanare

Lanciano rimase fedele ai Longobardi nelle guerre che li opposero ai Bizantini, ma dovette subire la conquista di questi ultimi nel 610. Sotto i Bizantini la città fu aggregata al ducato di Teate (Chieti). Questa nuova dominazione, comunque, consentì alla città di riprendere i propri traffici commerciali.

Sul finire dell'VIII secolo, Lanciano fu conquistata dai Franchi, i quali la aggregarono al ducato di Spoleto e, poi, a quello di Benevento. In seno a questi ducati, la città era stata ordinata come gastaldato, cioè come città governata da un funzionario nominato direttamente dal re e non soggetta a nessun feudatario.

Nel 1060 fu annessa dai Normanni all'istituendo Regno di Sicilia (che diverrà Regno di Napoli nel 1372). Di fatto, Lanciano seguì le vicende politiche e dinastiche di questo regno fino all'Unità d'Italia. Estinta che fu la dinastia Normanna, vide il susseguirsi delle dominazioni degli Svevi, degli Angioini e degli Aragonesi.

Superati gli anni bui, Lanciano prosperò grazie al rifiorire delle sue fiere (una in maggio ed una in settembre), tanto da diventare, nel Trecento, il più grande centro abitato d'Abruzzo (6500 abitanti nel 1340). La sua importanza come emporio fu riconosciuta conferendole lo status di terra demaniale, cioè di città non sottoposta a nessun feudatario, ma amministrata direttamente dal re. Questo privilegio le fu accordato nel 1212 dall'imperatore Federico II di Svevia e fu confermato e reso perpetuo nel 1259 da Manfredi, re di Napoli. Ad esso si accompagnava l'esenzione delle merci da dazi e dogane ed il diritto di eleggere un magistrato, il Mastrogiurato, che durante le fiere deteneva i poteri normalmente in mano al Giudice Regio. Ciò testimonia che questa città, pur non essendo mai stata un libero comune, godette per secoli di ampia autonomia amministrativa: fin dalla dominazione dei Franchi non era stata soggetta a feudatari, ed aveva diritto di eleggere il suo Sindaco ed i suoi magistrati e di gestire autonomamente i suoi commerci.

Nelle numerose contese tra feudatari e regnanti che segnarono l'età medioevale, Lanciano si schierò quasi sempre con i regnanti, ricavandone benefici di natura economica e territoriale. Una rivalità particolare si instaurò con la vicina città di Ortona, che era il porto preferenziale per l'afflusso delle merci alle fiere, a causa dei dazi che questa città imponeva sulle merci che vi transitavano. Sul finire del XIV secolo Lanciano ottenne dall'Abbazia di San Giovanni in Venere la concessione per costruire un porto a San Vito: ciò fu motivo di nuove guerre con gli ortonesi, composte solo dalla mediazione di San Giovanni da Capestrano nel 1427. Nel 1441 re Alfonso V d'Aragona ripagò l'appoggio avuto contro gli Angioini concedendo a Lanciano il diritto di battere moneta mediante l'istituzione di una Zecca. In quest'epoca la città arrivò a possedere più di 40 feudi.

Fin dal Medioevo, a Lanciano sorsero molte industrie: in primo luogo, fabbriche di tele finissime e di stoffe di lana e seriche. Nel XV secolo si affermarono molte altre produzioni: le ceramiche, la fabbricazione degli aghi, l'oreficeria e l'industria del ferro, dei bronzi, dei cuoi e delle pelli. Un riconoscimento dell'importanza raggiunta fu l'istituzione, nel 1515, di una diocesi distinta da quella di Chieti, poi elevata ad arcidiocesi nel 1562.

[modifica] L'età moderna

Fontana di Civitanova
Fontana di Civitanova

Nel 1520 la corona di Napoli fu aggregata a quella di Spagna dall'imperatore Carlo V d'Asburgo. Questi combatté numerose guerre con Francesco I, re di Francia, per il predominio sull'Italia, uscendone infine vincitore nel 1544 (pace di Crepy). Lanciano si schierò con Francesco I: per questo, il nuovo sovrano la punì sottraendole molti dei suoi feudi. A quest'epoca si può ascrivere l'inizio di una fase di declino per l'economia lancianese. Una prima causa di ciò va ricercata nel nuovo assetto politico, con un viceré spagnolo sul trono di Napoli. Quella che è ricordata come una cattiva amministrazione ebbe i suoi effetti anche su Lanciano, che, nel suo piccolo, si impoverì a causa dell'incapacità amministrativa dei Capitani del Popolo spagnoli e dei forti tributi imposti. Contemporaneamente, la città risentì di un fenomeno geopolitico su scala mondiale: dopo la scoperta dell'America, i grandi traffici commerciali cominciarono a spostarsi dal Mar Mediterraneo all'Atlantico. L'Italia peninsulare venne così a perdere il suo ruolo centrale nei commerci e subì una progressiva decadenza. Il regno di Napoli, persa la sua autonomia, si ridusse ad una pedina di scambio nelle contese tra le grandi potenze europee. A causa della sua posizione di frontiera, l'Abruzzo soffrì particolarmente per queste contese, che videro opposti spagnoli e francesi per tutti il XVI ed il XVII secolo e sfociarono nella guerra aperta tra spagnoli ed austriaci all'inizio del XVIII secolo.

Il momento peggiore fu nel 1640: Lanciano perse i suoi privilegi di città demaniale, fu creata baronia e fu venduta al duca Castro di Pallavicini dal viceré di Napoli, Medina las Torres, senza l'assenso del re. Nel 1646, poi, venne ceduta al marchese d'Avalos del Vasto. Il vassallaggio durò più di un secolo e portò un notevole impoverimento della città, vessata dai nuovi padroni. Le sue fiere, per di più, dal 1718 subirono la concorrenza diretta del nuovo mercato franco di Senigallia. Nonostante le numerose ribellioni, Lanciano riacquistò la sua libertà solo nel 1778, dopo l'ascesa al trono di Napoli dei Borboni.

[modifica] Dall'Ottocento ad oggi

Nell'Ottocento la città partecipò attivamente ai moti risorgimentali, a partire dalla Repubblica Partenopea del 1799 fino ad una serie di sollevazioni nel 1848, 1849 e 1853. Questi episodi le valsero la qualifica di città fellone da parte della polizia borbonica. Nel 1860 votò all'unanimità l'adesione all'Italia unita. Anche in questi anni, seppur con fasi alterne, continuò lo sviluppo della sua economia basata su commerci, artigianato, piccola imprenditoria. All'inizio del 1900 arrivò a contare 18000 abitanti.

Nella storia del Novecento di Lanciano, una pagina molto importante è quella dell'adesione alla Resistenza. Subito dopo l'occupazione nazista, tra il 5 ed il 6 ottobre 1943, alcuni gruppi di giovani lancianesi presero le armi contro gli invasori e li impegnarono in due giorni di combattimenti. Alla fine dell'insurrezione ebbero perso la vita 11 ragazzi. Altri 12 civili sarebbero stati uccisi nelle rappresaglie dai nazisti. Questo episodio segnò l'inizio della partecipazione attiva di tutta la cittadinanza alla Resistenza, motivo per il quale Lanciano è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valore Militare dal presidente Einaudi nel 1952, è quindi tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione.[2]

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«Forte città dell’Abruzzo, di nobili tradizioni patriottiche e guerriere, insofferente di servaggio, reagiva ai soprusi della soldataglia tedesca con l’azione armata dei suoi figli migliori. L’intera popolazione, costretta ad assistere in piazza al martirio di un cittadino, valoroso combattente, legato ad un albero, accecato e trucidato per ammonimento ai civili, sorgeva in armi. Combattevano i cittadini per molte ore, subendo perdite ed infliggendone di ben più gravi e, per aver ragione della resistenza, il nemico doveva impegnare numerosi battaglioni, mezzi corazzati, artiglierie. Esempio di civiltà al barbaro invasore che trucidava i colpiti, gli abitanti curavano con umana pietà i nemici feriti. Sottoposta prima ad atroci rappresaglie, poi alle dure azioni di fuoco degli alleati, infine ai massicci bombardamenti dei Tedeschi, la Città di Lanciano, presa nella linea del fronte, subiva radicali distruzioni mentre più di 500 abitanti perdevano la vita. Per nove mesi di dure prove la popolazione di Lanciano forniva valorosi combattenti per la lotta di liberazione, sosteneva la resistenza, dava tutta nobile esempio di patriottismo e di fierezza. Lanciano, 5 ottobre 1943 - giugno 1944.»

[modifica] Cittadini illustri



[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Economia

Il commercio ha sempre avuto un ruolo importante nella storia di Lanciano, a partire dalle già citate fiere. Tuttora Lanciano è sede di un complesso fieristico di rilevanza nazionale. Inoltre, è il punto di riferimento commerciale per tutto il suo comprensorio (ingrosso e grande distribuzione organizzata).

Negli anni Settanta in Val di Sangro nel comune di Atessa sono stati costruiti due grandi insediamenti industriali: uno della Honda e la Sevel, una joint-venture tra Fiat e PSA per la produzione di veicoli commerciali leggeri. Questi stabilimenti hanno portato allo sviluppo di un folto indotto di piccole e medie imprese specializzate, cresciute nel tempo fino a rendere la Val di Sangro la prima realtà industriale dell'Abruzzo. Da ciò sono discese ricadute economiche positive per tutti i comuni del comprensorio.

Non va trascurato il ruolo dei settori tradizionali: l'agricoltura e l'artigianato. La prima si basa sulla coltivazione di ulivi e vigne, da cui deriva una buona produzione di olio e vino. Il secondo sta ritornando in auge soprattutto per quanto riguarda le terrecotte, un settore in cui Lanciano vanta una tradizione secolare.

[modifica] Cultura

[modifica] Monumenti ed istituzioni

[modifica] Chiese

La Basilica della Madonna del Ponte.
La Basilica della Madonna del Ponte.
Basilica della Madonna del Ponte (Cattedrale)
Si chiama così perché è costruita su un ponte a tre archi (il Ponte di Diocleziano). Nel 1088, restaurando il Ponte dopo un terremoto, si ritrovò un'antica statua della Madonna col Bambino: l'evento, ritenuto miracoloso, portò a ribattezzare questa icona Madonna del Ponte e fu costruita una cappella per custodirla sul ponte stesso. Verosimilmente, la statua è un'antica icona bizantina, murata in un arco del ponte nell'VIII secolo per sottrarla agli iconoclasti.
La crescente devozione popolare portò, sul finire del XIV secolo, a costruire in luogo della cappella una chiesa che coprì interamente il ponte. Nel 1513 fu ampliato anche il ponte, costruendo l'attuale Corridoio. La chiesa visibile oggi è stata edificata tra il 1785 ed il 1788. La facciata fu iniziata nel 1800 ed è rimasta incompiuta nella parte superiore. A sinistra della chiesa sorge la Torre Campanaria, alta 37 metri, realizzata tra il 1610 ed il 1614.
La Basilica è di impianto neoclassico, anche se alcune decorazioni tradiscono residui del gusto rococò. L'interno è costituito da una sola navata, circondata da semicolonne corinzie giganti. La volta e le cupole sono affrescate. In una nicchia al centro dell'altare maggiore è situata la statua della Madonna del Ponte.
Chiesa di S. Maria Maggiore (entrata principale)
Chiesa di S. Maria Maggiore (entrata principale)
Santa Maria Maggiore
È ritenuto uno dei monumenti più importanti d'Abruzzo. Costruita nel 1227 secondo i dettami dell'architettura borgognona-cistercense, nel 1540 fu ampiamente rimaneggiata secondo il gusto barocco (con l'aggiunta di due navate e di stucchi e decorazioni). Nel 1968 un restauro la riportò alla struttura originaria. Sono artisticamente notevoli la facciata, il portale principale (aggiunto nel 1317) ed il piccolo portale laterale. L'interno è stato ripristinato alla semplicità delle linee del gotico borgognone, con tre navate divise da colonne agili e sormontate da volte a crociera.
San Francesco
Questa chiesa fu edificata nel 1258 al posto di una precedente, risalente al VII secolo e dedicata ai Santi Legonziano e Domiziano. L'interno è stato recentemente ripulito dai rimaneggiamenti barocchi ed è tornato alla pulizia delle linee originarie. Sull'altare maggiore si possono vedere le reliquie del Miracolo Eucaristico.
San Nicola di Bari
Fu costruita nel XIV secolo sui resti della Chiesa di S. Pellegrino, precedentemente distrutta in un incendio nel 1206.
Sant'Agostino
Chiesa edificata nel 1270. La facciata conserva il portale ed il rosone originali, mentre l'interno, ad una sola navata, è stato rimaneggiato in epoca barocca (XVII secolo).
San Biagio
È la chiesa più antica della città: risale, probabilmente, al 1059. Di impianto romanico, è caratterizzata dalla semplicità delle decorazioni. Il campanile è di epoca successiva (1340).

[modifica] Edifici storici

Botteghe medioevali
Rappresentano l'edificio per uso civile più antico della città. È una casa su due piani: al piano terra (tuttora adibito a negozio) presenta due portoni, uno ogivale e l'altro con architrave. Una lapide ricorda Nicolaus Rubeus me fecit... e testimonia l'anno di costruzione: 1434.
Palazzo dell'Arcivescovado
Porta San Biagio
Risale all'XI secolo. È l'ultima superstite delle nove porte che facevano parte della cinta muraria della città, che fu abbattuta all'inizio del XX secolo per favorire l'espansione urbana. Arroccata su di un costone molto ripido, è dotata di una luce di dimensioni ridotte sormontata da un arco a sesto acuto.
Teatro Comunale "F. Fenaroli"
Fu edificato nel 1842. La facciata è in stile neoclassico: vi spicca un portico retto da quattro grandi colonne doriche. Dopo un lungo restauro, da alcuni anni è di nuovo agibile e vi si tengono gli spettacoli della stagione teatrale della città.
Torri Montanare
Sono un residuo dell'antica cinta muraria (XI secolo). Il nome deriva dalla presenza di due torri vicine tra loro (un massiccio torrione angolare esterno ed una torre d'avvistamento alta e snella, interna alle mura - quest'ultima del XV secolo) e dalla posizione molto panoramica (la vista spazia dal massiccio della Majella al Gran Sasso, passando per tutte le colline vicine ed arrivando fino al mare).
Torrione Aragonese

[modifica] Musei

Museo Civico
Museo Diocesano
Aperto al pubblico nel giugno 2002, è tra i più importanti musei d'arte sacra della regione. Ha sede nelle ampie sale al secondo piano dell'imponente palazzo del Seminario, edificio seicentesco ristrutturato nei secoli XIX e XX. Nei circa mille metri quadrati di spazio espositivo hanno trovato collocazione notevoli testimonianze di secoli di storia della chiesa frentana: dipinti, sculture, oreficerie, paramenti sacri, ex voto, arredi lignei, ricami, manoscritti, legature preziose; questi oggetti, databili dal XIII al XX secolo, provengono dalla Cattedrale - per la gran parte - da chiese della Diocesi, dal Palazzo Arcivescovile. Assai significativo è il nucleo delle oreficerie, con capolavori quali la croce a stile quattrocentesca di Nicola da Guardiagrele e bottega, il quasi coevo pastorale di scuola sulmonese, e la brocca per pontificale - segnata 1603 - di probabile manifattura napoletana.
Non meno importante è il settore dei tessuti: splendidi i ricchi paramenti liturgici ottocenteschi appartenuti all'Arcivescovo Francesco Maria de Luca, e straordinario il grande parato di metà '700, dipinto a tempera e ricamato, dono del medesimo prelato alla Cattedrale.
Casa-museo di Federico Spoltore
Palazzo Spoltore è stato dichiarato di notevole interesse storico ed artistico nel 1987 con decreto del Ministro per i Beni Culturali. Il Museo "Federico Spoltore", riconosciuto dalla Regione Abruzzo nel 2001, documenta l'esperienza culturale ed artistica di Federico Spoltore. Agli arredi ed oggetti d'arte già di proprietà della famiglia Spoltore, si aggiunsero le opere più significative del pittore che proprio tra quelle mura vide la luce ed operò.
Al Museo è collegato l'Archivio Storico, notificato dalla Soprintendenza Archivistica per l'Abruzzo nel 1999 poiché ì documenti in esso conservati "contribuiscono a delineare i tratti di una personalità artistica di livello internazionale", come recita la motivazione del provvedimento di vincolo, rappresentando una testimonianza dell'incisività sul piano storico-culturale dell'attività e dell'impegno intellettuale di Spoltore. La Biblioteca offre un supporto a quanti svolgono attività di studio e di ricerca sulla opera dell'Artista e sui movimenti artistici del XX secolo. Il Museo, curato da Domenico Maria del Bello, è sede dell'Istituto "Federico Spoltore", presieduto da Lia Spadoni Spoltore.

[modifica] Tradizioni e ricorrenze

[modifica] Tradizioni della Pasqua

  • La sera del Giovedì Santo:

- La processione degli incappucciati insieme al cireneo scalzo. Curata dalla arciconfraternita morte e orazione san filippo neri -atmosfere indescrivibili create dalle fiaccole e dalle note stuggenti delle marce funebri dei compositori frentani.

  • Il Venerdì Santo:

- La processione del Cristo morto, curata dall'Arciconfraternita Orazione e Morte intitolata a San Filippo Neri, con l'esecuzione da parte della banda cittadina del Miserere composto dal musicista frentano Francesco Paolo Masciangelo.

  • La Domenica di Pasqua:
L'incontro dei Santi

[modifica] Il Settembre Lancianese

  • Sant'Egidio
  • Il Mastrogiurato
  • Il Dono
  • I giorni di Feste

[modifica] La Squilla

[modifica] Altre manifestazioni

  • L'Estate Musicale Frentana

[modifica] Storie di Lanciano

[modifica] L'origine del nome

Il nome di matrice italica Anxanon è stato naturalmente inteso dai Romani come Anxanum. In seguito, nel corso del Medioevo, seguendo il processo di volgarizzazione del latino anche il nome della città si è evoluto fino alla forma attuale. Già in epoca tardo-imperiale è testimoniata la caduta della "m" finale dell'accusativo nella lingua parlata, fenomeno che cambia Anxanum in Anxano. Ai secoli bui del medioevo dovrebbe risalire, poi, la semplificazione in Anciano.

La "L" iniziale è dovuta all'assorbimento dell'articolo determinativo nel nome, come nel caso de L'Aquila. Ciò è testimoniato anche dal dialetto: infatti, un'espressione come "questa Lanciano" in dialetto suona "st'Angiane".

[modifica] Cassio Longino

Un'antica tradizione vuole che Longino, il soldato romano che trafisse con una lancia il costato di Gesù crocifisso, fosse originario di Lanciano. Secondo questa versione dei fatti, Longino si sarebbe convertito al cristianesimo assistendo al martirio del Cristo. In seguito, avrebbe collaborato all'attività degli apostoli, sarebbe diventato diacono e sarebbe tornato nella sua città natale a predicare il Vangelo. Dovette subire il martirio per opera di emissari del Sinedrio, che lo decapitarono e portarono la sua testa a Gerusalemme per testimoniarne la morte. I fedeli gli avrebbero intitolato una chiesa, che sarebbe poi diventata quella, storicamente attestata, di San Legonziano, in cui avvenne il Miracolo Eucaristico.


[modifica] Il Miracolo Eucaristico

 Reliquie del Miracolo Eucaristico
Reliquie del Miracolo Eucaristico

Intorno al 700, a Lanciano si è verificato il primo Miracolo Eucaristico che la storia della Chiesa cattolica ricordi. Il racconto ci è stato tramandato da una pergamena del XV secolo: vi si narra che, durante una funzione religiosa nella chiesa dei Santi Legonziano e Domiziano, il monaco basiliano che officiava il rito dubitò della presenza di Cristo nell'eucarestia. Accadde allora che l'ostia divenne carne ed il vino si tramutò in sangue.

Le reliquie del Miracolo sono conservate nella chiesa di San Francesco, sorta nell'XI secolo sul luogo di quella in cui avvennero i fatti. L'ostia di carne ed il calice con i cinque grumi in cui si è rappreso il sangue sono oggetto di pellegrinaggio da parte di centinaia di migliaia di persone ogni anno. Queste reliquie sono state analizzate più volte da autorevoli scienziati. Gli ultimi esami risalgono al 1970: in breve, è risultato che l'ostia è di vera carne umana (tessuto del miocardio) ed il sangue è anch'esso vero sangue umano; inoltre, entrambi appartengono al gruppo AB. Ma il dato più sorprendente, di fronte al quale la scienza non è riuscita a dare spiegazioni, è la perfetta conservazione della carne e del sangue dopo dodici secoli di esposizione all'aria aperta.


[modifica] Immagini

Cliccare sulle immagini per ingrandirle e cliccare ancora una volta per leggere la documentazione medica sul miracolo:

[modifica] Il miracolo de "Lu Frijacriste"

Il racconto riguardo il secondo Miracolo Eucaristico di Lanciano è leggendario, ma le Sacre Reliquie esistono e si trovano in parte a Lanciano e in parte nella chiesa di Sant'Agostino ad Offida (nelle Marche). Nel 1273, in una stalla che si trovava nello stesso punto dove c'è l'attuale chiesa di S. Croce nel quartiere di Lancianovecchia, una donna chiamata Ricciarella voleva riconquistare l'amore del marito e si era rivolta ad una fattucchiera ebrea che le aveva consigliato di mettere un'ostia consacrata sul fuoco per ricavarne una pozione erotica. Ciò fu fatto ma, improvvisamente, l'ostia si tramutò in carne e sangue, e ciò spiega il perché i lancianesi siano anche chiamati “frijacriste”. Ricciarella tenne nascoste le Sante Reliquie per breve tempo e si meravigliava ogni volta che i cavalli s'inginocchiavano all'entrata della stalla. Finalmente rivelò ogni cosa al parroco della vicina chiesa di S. Agostino, Jacopo Diotallevi, che portò le reliquie in chiesa. Quando quest'ultimo fu trasferito ad Offida egli portò con se le Sacre Reliquie che ogni 3 maggio vengono commemorate con una gran festa religiosa.

[modifica] Sport

[modifica] Calcio

La principale squadra di calcio della città è la Società Sportiva Lanciano, che milita nel Campionato di Serie C1.

[modifica] Ciclismo

Lanciano è stata più volte arrivo di tappa del Giro d'Italia:

[modifica] Altri sport

  • Nel campionato di serie C2 di baseball milita la Eagles 29 Baseball Lanciano.
  • Nel campionato di serie C2 di pallacanestro milita la A. S. Lanciano Basket.

[modifica] Impianti sportivi

  • Stadio Comunale "Guido Biondi" (con annesso velodromo), via Belvedere, 1
  • Palazzetto dello Sport (con pista di atletica esterna), via G. Rosato, 1
  • Palestra Comunale di via dei Funai

[modifica] Amministrazione

[modifica] Dati amministrativi

Sindaco: Filippo Paolini dal 2001
Centralino del comune: 0872 7071
Email del comune: urp@lanciano.eu

[modifica] Frazioni

[modifica] Quartieri storici

Torre Campanaria e Comune
Torre Campanaria e Comune

Il centro storico di Lanciano è arroccato sui colli Erminio, Pietroso e Selva ed è composto da quattro quartieri: Borgo, Civitanova, Lancianovecchia, Sacca.

[modifica] Contrade

Il centro urbano di Lanciano è circondato da 33 contrade, disseminate su tutto il territorio comunale. Esse costituiscono dei veri e propri piccoli insediamenti, ciascuno con le sue tradizioni, una propria chiesa ed un nucleo abitativo ben definito. La popolazione complessiva residente nelle contrade è stimata in 12682 abitanti (dato del 2005).

Ecco l'elenco: Camicie, Colle Campitelli, Colle Pizzuto, Costa di Chieti, Follani, Fontanelle, Gaeta, Iconicella, Madonna del Carmine, Marcianese, Nasuti, re di Coppe, Rizzacorno, Sabbioni, San Iorio, Santa Croce, Santa Giusta, Santa Liberata, Santa Maria dei Mesi, Sant'Amato, Santa Nicolina, Sant'Egidio, Sant'Onofrio, Serre, Serroni, Spaccarelli, Torremarino, Torre Sansone, Villa Andreoli, Villa Carminello, Villa Elce, Villa Martelli, Villa Pasquini, Villa Stanazzo.

[modifica] Città gemellate

[modifica] Galleria fotografica

[modifica] Bibliografia

  • Giovanni Nativio, Lanciano, o cara (pp. 208), 1979, ed. Itinerari, Lanciano.
  • Stella Traynor Moratvska, Longino, soldato romano di Lanciano (pp. 168), trad. di Domenico Policella, 1999, ed. Itinerari, Lanciano.
  • Guida d'Italia del Touring Club Italiano.
  • Antonio Pasquini, "LANCIANO - Dall'Adriatico alla Majella/From the Adriatic Sea to the Majella ", 2005, Editrice Itinerari, Lanciano

Maurizio Angelucci, Contradando per Lanciano, 2002 Maurizio Angelucci, 1a Storia di tutto il territorio di Lanciano- 1st History of the entire Lanciano's territory

[modifica] Altri progetti

Maurizio Angelucci, Contradando per Lanciano, 2002 Maurizio Angelucci, 1a Storia di tutto il territorio di Lanciano- 1st History of the entire Lanciano's territory

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