Bandiera italiana
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FIAV | ![]() |
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Proporzioni | 2:3 | ||
Colori | Pantone { | ||
Tipologia | Bandiera nazionale | ||
Nazione | Italia | ||
Altre bandiere ufficiali | |||
Insegna navale | ![]() |
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Bompresso | ![]() |
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Insegna presidenziale | ![]() |
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Marina mercantile | ![]() |
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![]() Il Tricolore italiano sventola su Piazza Venezia a Roma |
La bandiera italiana è un tricolore composto da tre bande verticali di eguali dimensioni. Partendo dall'asta i colori sono: verde, bianco e rosso.
Indice |
[modifica] Le Repubbliche giacobine
Come altre bandiere, anche l'italiana si ispira alla bandiera francese introdotta con la rivoluzione del 1789. Quando l’armata del Buonaparte attraversò l'Italia, a partire dal marzo 1796, bandiere di foggia tricolore vennero adottate tanto dalle varie neonate repubbliche giacobine, quanto dai reparti militari che affiancavano l'esercito di Napoleone.
Tuttavia non v’è certezza assoluta su quale repubblica giacobina, ovvero quale reparto militare, la abbia, per primo, adottato come vessillo.
[modifica] La Repubblica Cispadana
Il primo tricolore italiano nasce il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana, proposto da Giuseppe Compagnoni.
Il 27 dicembre 1796, si riunì, a Reggio nell’Emilia, il Congresso Cispadano, riunito per decretare la nascita della Repubblica Cispadana, che comprendeva i territori di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio. L'assemblea si componeva di 110 delegati, sotto la presidenza del ferrarese Carlo Facci.
Nella riunione del 7 gennaio 1797 il sacerdote Giuseppe Compagnoni fece decretare "che lo stemma della Repubblica Cispadana sia innalzato in tutti quei luoghi né quali è solito che si tenga lo stemma della sovranità" e che "l'era della Repubblica Cispadana incominci dal primo giorno di Gennaio del corrente anno del 1797". Egli, inoltre, propose che lo stendardo o bandiera Cispadana, formato dai colori verde, bianco e rosso, fosse “reso universale”. La proposta venne approvata nella seduta del 21 gennaio, tenutasi a Modena dove, nel frattempo, erano stati spostati i lavori del congresso.
[modifica] Una precedente richiesta dei cittadini del borgo di Felina?
Un origine di circa ottanta giorni più remota, rispetto a Reggio Emilia, venne stata ipotizzata dal professor Giovanelli. Egli faceva riferimento alla seduta comunale del 22 ottobre 1796, tenuta presso il palazzo comunale del Fariolo, allora ancora sede del Comune di Felina, in cui si trattava l'unione dei paesi di Felina e Braglia alla Repubblica di Reggio.
L'ordine del giorno venne discusso alla presenza dell'avvocato Antonio Francesco Rondoni, rappresentante plenipotenziario reggiano, ed era composto da dodici punti e il settimo di questi era così formulato: "Potrà il Popolo suddetto distruggere la bandiera dell'ex feudatario e farne una tricolorata colle parole: Libertà, Egualianza".
L’ordine del giorno di quella seduta è conservato presso gli archivi comunali di Reggio, fra i fascicoli dell'anno 1796 che riguardano la richiesta dei diversi comuni per riunirsi alla città. Che esso sia stato anche approvato proprio il 22 ottobre, il Giovanelli lo desumeva dal fatto che tra i punti discussi e riportati mancano il quinto e il sesto. Ciò fa supporre che siano stati trascritti solo gli argomenti discussi e approvati.
[modifica] Un possibile precedente a Novellara
Bisogna da ultimo aggiungere che abbiamo altre testimonianze, precedenti il 22 ottobre, che attestano come vi fosse già una diffusa sensibilità nell'identificare i colori bianco, rosso e verde come simbolo della libertà e della nazione italiana. Infatti, il 19 ottobre 1796 venne dato a Novellara un pranzo in onore di Napoleone. Nei documenti che testimoniano quest'avvenimento si legge:
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«I Quattordici, con i cingoli a tre colori, si recavano festanti ad incontrare il generale. »
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Più avanti, nello stesso documento si dice che alle domande di Napoleone riguardanti il motivo della carcerazione dell'avvocato Giuseppe Quoghi, giudice di Novellara, gli fu risposto che:
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«fece atterrare l'albero della libertà a Bagnolo, secondo paese degli ex conti Gonzaghi, dipinto a tre colori, coccarda italiana nazionale rosso, verde, bianca. »
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[modifica] Le Legioni militari
Peraltro, il tricolore era già stato adottato, l’8 ottobre 1796 come distintivo della Legione Militare Lombarda, nonché dalla Legione Italiana, composta da soldati provenienti dall'Emilia e dalla Romagna.
Essi erano, certamente, composte ad imitazione del tricolore francese, tanto che una piccola leggenda (sicuramente di parte francese) volle essa comparve la prima volta, quando un soldato portò in battaglia contro gli austriaci, una bandiera francese in cui il blu era stato sostituito dal verde per errore o per mancanza della tintura necessaria.
Tuttavia, la retorica del momento seppe ricostruire una interpretazione più nobile: bianco e rosso dall'antichissimo stemma comunale di Milano (croce rossa su campo bianco), verde dal colore (a partire dal 1782) delle uniformi della Guardia civica milanese. Si tratta, chiaramente, di una interpretazione a posteriori, talmente simile alla vera origine del tricolore francese (blue e rosso di Parigi, bianco dei Borboni), da rendere certa la discendenza unica dalla bandiera del generale vittorioso.
[modifica] La Repubblica Italiana ed il Regno Italico
- Il tricolore a tre bande verticali (così come lo conosciamo oggi), venne ereditato dalla Repubblica Cisalpina (1797-1802).
- Con la nascita della Repubblica Italiana (1802-1805), invece, vennero conservati i colori ma la forma mutò in un quadrato verde, inserito in un rombo bianco, a sua volta inserito inserito in un quadrato rosso: si tratta di una composizione identica alla attuale Insegna presidenziale, salvo che quest’ultima è a sua volta contenuta dal blu dei Savoia (a sua volta frutto di una antica dedica alla Madonna).
- Con la nascita del Regno Italico (1805-1814), nel primo quadrato verde venne iscritta l’Aquila Imperiale.
[modifica] Bandiere pre-unitarie (fino al 1814)
1796 - Bandiera della "Repubblica Transpadana" |
1796 - bandiera della "Repubblica Cispadana" |
1798 - bandiera della "Repubblica Cisalpina" |
1802 - bandiera della Repubblica Italiana (1802-1805) |
1805 - bandiera del Regno d'Italia (1805-1814) |
[modifica] Il Risorgimento
[modifica] La restaurazione austriaca e borbonica
Con la rioccupazione austriaca, completata nel 1814 dal Bellegarde prima ai danni di Eugenio di Beauharnais, nel 1815 di Murat, il tricolore italiano venne del tutto abbandonato, quale simbolo del trascorso regime Napoleone. Con esso, infatti, certamente si identificava. Così, il primo segnale pubblico delle intenzioni austriache di dissolvere l’esercito del Regno d'Italia consistette nel divieto, impartito dal Bellegarde il 13 giugno 1814, di indossare coccarde tricolori, evidentemente assai diffuse.
Con certezza Francesco II e Bellegarde erano piuttosto convinti che non fossero, nel frattempo, maturati altri legami. Nonostante una prima, assai pavida, riapparizione, nei moti dell’Emilia e della Romagna del 1831.
[modifica] La grande ricomparsa del 1848
Così il loro eredi dovettero essere assai sorpresi quando il tricolore, quasi d’improvviso, ricomparve, un po’ dappertutto per la penisola, grossomodo a partire dalla fine del 1847. In Toscana, ad esempio, esso riapparve una prima volta a Lucca, ai primi di settembre, in mano a manifestanti che richiedevano al Granduca la concessione della Guardia Civica. Alcuni giorni più tardi nelle mani dei giovani della comunità israelitica di Livorno. Sinchè anche a Firenze, il 12 settembre, esse comparvero accanto a quelle del Granducato rosse e bianche.
Semplicemente, esso veniva riconosciuto quale "la bandiera nazionale italiana” ed i suoi colori “quei colori più simpatici al Popolo sotto i quali già combattono i nostri in Lombardia”, come recita una petizione datata 17 aprile 1848, e sottoposta dalla guardia civica livornese, in procinto di partire per il fronte.
Da lì in avanti fu un diluvio (seppur nella diversità delle fogge e degli stemmi distintivi): Milano ci combattè le cinque giornate dal 18 marzo, Pio IX lo adottò il 18 marzo, Venezia il 22 marzo, Ferdinando II il 3 aprile (e sino al 19 maggio, poco oltre il colpo di stato), Parma il 9 aprile, il Granducato di Toscana il 17 aprile, il Regno di Sardegna il 23 marzo, giusto il primo giorno della prima guerra di indipendenza. Al passaggio del Ticino Carlo Alberto lo consegnava ai reparti, mentre un proclama rivolto "ai popoli del Lombardo-Veneto spiegava la dadozione con la necessità di "meglio mostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana". I reparti che non ricevettero in tempo la nuova bandiera iniziarono la campagna del 1848 con la bandiera azzurra dei Savoia sulla quale venne applicato un nastro tricolore.
[modifica] Bandiere pre-unitarie (1848-1849)
1848 - bandiera del Regno di Sardegna (e, dal 1861 del Regno d'Italia). Il tricolre reca al centro lo stemma di Casa Savoia. |
1848 - bandiera del Granducato di Toscana dall'aprile 1848 sino alla invasione del generale d'Aspre (maggio 1849). Il tricolore reca lo stemma degli Asburgo-Lorena. |
1848 - bandiera del Regno delle Due Sicilie. Si tratta della tradizionale bandiera borbonica cui è aggiunto un bordo rosso e verde. |
1848-49 - bandiera della Repubblica di Venezia. Il tricolore reca in alto presso l'asta il leone di San Marco. |
1849 - Bandiera della Repubblica Romana. Il tricolore reca al centro la sigla RR (Repubblica Romana). La bandiera di stato non portava lettere. |
1860-61 - bandiera del Regno delle Due Sicilie, dopo la battaglia di Milazzo |
[modifica] L'Italia unita
[modifica] Il Regno d’Italia
Questa bandiera diverrà, a partire dal 14 marzo 1861 la bandiera del Regno d'Italia, anche se la legge che definisce la forma esatta della bandiera arriverà solo nel 1925. Con essa si sancì che la Bandiera Nazionale è quella con lo stemma della Casa Savoia, mentre la Bandiera di Stato è quella con lo stemma sormontato dall Corona. Quest'ultima si utilizzava per residenze dei sovrani, sedi parlamentari, pubblici uffici e rappresentanze diplomatiche.
[modifica] La Repubblica Italiana
Con la fine della Seconda guerra mondiale e la proclamazione della repubblica, la bandiera italiana perde lo stemma di Casa Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella Costituzione di un articolo - il 12 - compreso tra i principi fondamentali ad esso dedicato: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni".
[modifica] I colori
[modifica] Esatta definizione cromatica
I toni cromatici dei colori della bandiera della Repubblica Italiana, indicati dall'art. 12 della Costituzione, sono definiti dalla circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 2 giugno 2004, UCE 3.3.1/14545/1, con i seguenti codici Pantone tessile, su tessuto stamina (fiocco) di poliestere, e dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 aprile 2006:
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«Disposizioni generali in materia di cerimoniale e di precedenza tra le cariche pubbliche – Gazzetta Ufficiale n.174 del 28 luglio 2006 - il verde prato brillante (17-6153), il bianco latte (11-0601) e il rosso pomodoro (18-1662). . »
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Il colore nazionale dell'Italia è invece l'azzurro (derivato dal blu di Casa Savoia, a sua volta frutto di una antica dedica alla Madonna), il quale campeggia parallelamente alla bandiera in eventi militari, sportivi ed istituzionali.
[modifica] Origine poetica
Il significato romantico della scelta dei colori è:
- Verde come le nostre pianure
- Bianco come i ghiacciai sulle Alpi
- Rosso come il sangue versato dai nostri compatrioti per l'unione della nostra terra
Un'altra interpretazione della scelta dei colori è che essi siano quelli delle virtù teologali, che tradizionalmente sono:
- verde per la speranza
- bianco per la fede
- rosso per la carità.
Una terza interpretazione è che essi rappresentino le città italiane e le città dell'antica Roma:
- verde per i parchi i giardini e l'erba delle case.
- bianco per il marmo, le pietre antiche del nostro passato, le bianche piazze (fori romani), i monumenti a noi (Vittoriano) e le statue a noi.
- rosso per i tetti delle nostre città e per il calore del nostro popolo.
Questi colori nelle antiche città romane si riscontravano maggiormente se la si osservava dall'alto:verde il campo fuori le mura, e verde anche il giardino all'interno della domus romana; i principali edifici erano bianchi, le piazze bianche come anche le innumerevoli staute; rossi i tetti per via della pietra delle tegolature, pietra che in più di 2000 anni di storia è ancora usata.
[modifica] Bandiere del Regno
1860 - Bandiera del Regio Esercito modello 1860. Aveva dimensioni di 1,214 m × 1,214 m per la fanteria, mentre per la cavalleria 0,600 m × 0,600 m. |
Immagini tratte dal sito del quirinale
[modifica] Altre bandiere
[modifica] Le bandiere navali
Nel 1947 oltre alla bandiera nazionale vennero definite anche la bandiera usata dalla marina mercantile, che reca sulla banda bianca uno stemma nei cui quadranti compaiono gli stemmi delle quattro Repubbliche marinare (Amalfi, Genova, Pisa e Venezia); e quella della Marina Militare, nella quale lo stemma è sovrastato da una corona turrita e rostrata, ricordo dell'ammiraglio romano Caio Duilio e delle sue vittorie contro Cartagine.
Un'altra differenza è che nella bandiera della Marina Militare il Leone di San Marco (simbolo di Venezia) ha il libro chiuso, la coda alzata e regge una spada (come nella bandiera di guerra della Repubblica di Venezia).
[modifica] La bandiera della Repubblica Sociale Italiana
La bandiera militare della Repubblica Sociale Italiana adottava un'aquila posata su di un fascio littorio orizzontale. La bandiera civile era identica a quella dell'attuale Repubblica italiana, ma essendo la RSI esistita solo in stato di guerra essa non fu mai utilizzata per identificarla. L'aquila argentea fu il tradizionale simpolo dell'antica repubblica romana (l'aquila aurea lo era dell'impero romano). Il fascio littorio dorato è un antico simbolo romano che fu scelto da Mussolini ad emblema ufficiale del fascismo. Esso intendeva rappresentare l'unità degli italiani (il fascio di verghe tenuto assieme), la libertà e l'autorità intesa come potere legale (in origine il fascio littorio era usato come insegna dai magistrati aventi iuris dictio, ovvero aventi potere di presiedere i processi, giudicare i casi e emettere le sentenze).
[modifica] Curiosità ed aneddoti
Nel 2007 il cantautore-rocker Graziano Romani pubblica il suo album Tre Colori, ispirato appunto al tricolore italiano ed alla circostanza che proprio nella sua città natale, Reggio Emilia, venne fondata la prima bandiera nazionale.
Il testo della canzone "Tre Colori" sembra accogliere le interpretazioni romantiche e telogiche del tricolore.
[modifica] Voci correlate
- Italia
- Simboli patrii italiani
- Emblema della Repubblica Italiana
- Inno di Mameli
- Lira italiana
- Festa della Repubblica
- Tricolore
- Bandiera francese
- Bandiera belga
- Bandiera navale
- Bandiera civile
- Bandiera di Stato
- Bandiera di bompresso
- Wikisource ha un canto sulla Bandiera italiana.
[modifica] Altri progetti
Commons contiene file multimediali su le bandiere italiane
[modifica] Collegamenti esterni
Bandiere degli stati dell'Europa |
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