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Discussioni progetto:Buddhismo - Wikipedia

Discussioni progetto:Buddhismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Nirvana Café
Quando una discussione è conclusa, la si può spostare nell'Archivio.

Indice

[modifica] Nome!

Come prima cosa sarebbe da trovare un nome per questa pagina di discussione, come hanno fatto gli altri Progetti... Uhmmm... a me di primo acchito non viene in mente nulla di troppo valido. Sarebbe bello La Terra Pura, però rischia di sembrare un po' "di parte"... Se ci sono altre proposte, sono più che benvenute!

--Yupa 20:47, 8 mar 2006 (CET)

Era venuto in mente anche a me... ^_^;; Ma mi sembrava troppo "musicale"... ^_^;;; --Yupa 09:39, 9 mar 2006 (CET)
No dai per favore, non Buddhabar... ;-))) Cosa ne dite di "Visione pura" o "L'angolo del Bodhisattva?" vabbè sono un pò a corto di idee... --Kkwikipedia 13:35, 9 mar 2006 (CET)
  • Nirvana Café?? Carino "l'angolo del Bodhisattva"... ma poi perchè "angolo"? :-]P /\/\π ~ ...Che c'è? 15:41, 9 mar 2006 (CET)

Nuove idee generate da una notte insonne:

  • Sotto l'albero della bodhi (troppo lungo?)
  • All'ombra dello stupa (troppo funereo?)
  • Dharmadhatu

--Yupa 10:23, 10 mar 2006 (CET)

beh, che dire. in un vesak chandapalo, l'abate del santacittarama, nel suo discorso disse saggiamente "il buddhismo è una religione senza senso di identità e senza senso di appartenenza". dal momento che nel buddhismo tutto è trasceso, trascendiamo anche sul nome di questo spazio.anche perchè trovare un nome è così difficile che incorrere in una terminologia troppo "modaiola" e di effetto è molto facile. però, fate vobis. poi sarebbe meglio scegliere un nome che unifichi il più possibile. poi non saprei, si potrebbe usare la terminologia originale, dal momento che il suffisso -ismo nella parola buddhismo, confonde molto. dalle parti "loro" si usa Buddhadhamma o Buddha-sāsana (insegnamenti del Buddha). --Upekkha 15:57, 12 lug 2006 (CEST)

Penso a nomi come:

  • Il Tempio del Bodhi
  • Il Tempio del Karma
  • Il Tempio del Nirvana

O magari semplicemente Il Tempio del Buddha. --Hux 13:41, 11 set 2006 (CEST)

[modifica] L'io c'è, ma non si vede

Ho creato uno stub per la voce anatman. --Yupa 10:02, 11 mar 2006 (CET)

[modifica] Celibato

nella voce inglese celibacy nell'intestazione c'è una frase che tradotta (se non erro) dice:

In alcune religioni il celibato è comunemente praticato come una fase temporanea, come per gli uomini nel buddhismo.

è vero? --Riccardo(?) 10:30, 28 apr 2006 (CEST)

A dire il vero non ho trovato la frase in questione nella pagina inglese... In ogni caso, che io sappia, dipende dalle diverse scuole buddhiste... ma non ne sono per nulla sicuro. Ci vorrebbe qualcuno di più esperto. --Yupa 20:24, 28 apr 2006 (CEST)

Nel Buddhismo Zen esiste anche il monaco sposato, senza alcun problema. Ciao. --Claudio Pipitone 12:58, 6 feb 2007 (CET)

  • nel buddhismo di tradizione tibetana, almeno per quel che attiene la mia scuola ( Kagyu ), si distinguono i monaci, i laici e gli yogi. Solo i monaci hanno il vincolo del celibato, mentre le altre 2 categorie possono tranquillamente svolgere una vita sessuale normale. Da sottolineare che non vi sono gerarchie tra monaci, laici e yogi, a differenza di quello che si riscontra in altre tradizioni buddhiste (ad esempio Theravada), nelle quali i monaci hanno un ruolo dominante. Ciao. --Kkwikipedia 13:58, 6 feb 2007 (CET)

[modifica] Template

Ciao a tutti, mi scuso per l'intrusione, ma ho una piccola richiesta per voi. Il Template Buddhismo è attualmente un po' invasivo, soprattutto se lo affianchiamo ad altri template di navigazione. Con il vostro permesso lo "cassetterei" (cioè lo inserirei in un cassetto in modo che inizialmente resti chiuso e chi vuole consultarlo lo espande in seguito). Propongo di escludere da questa procedura le due voci che penso più rilevanti (cioè quella relativa a Buddha e quella sul buddhismo). Se non avete nulla in contrario tra un paio di giorni faccio effettuare questa piccola modifica. Ciao e grazie :-) --Elitre (discussioni) 20:31, 16 mag 2006 (CEST)

Per me puoi "cassettare" pure. --Yupa 20:49, 16 mag 2006 (CEST)

[modifica] Jina o Mahavira, questo è il problema!

premetto che non me ne intendo, ma mi è capitata tra le mani questa voce Jina, guardando sulle altre wiki ho trovato Mahavira come voce principale. Voi che ne dite? cambiare il titolo? Vabbè che la voce è proprio uno stubbino minimo, minimo...Però la voce manca e insieme al Giainismo ci vuole. Seconda domanda: perchè Gianinismo quando il tipo si chiama Jina?--Dia^ 02:09, 7 lug 2006 (CEST)

Anche secondo me è meglio spostare sotto Mahavira: io l'ho sentito quasi sempre denominare così. Da Jina viene Jainismo, con la "a" per un fenomeno di mutazione vocalica tipico del sanscrito, nel passaggio da sostantivo ad aggettivo. Ad esempio da "Buddha" deriva "bauddha" (che significa "buddhista"); da "Vishnu" deriva "vaishnava" (che significa "Vishnuita"), ecc. --Yupa 09:59, 7 lug 2006 (CEST)
ok, ho spostato la voce e sistemato lo stub copiando da wiki en. C'è qualche anima pia che possa contribuire? io più che leggere qua e le nelle wiki non so proprio fare, nessuna conoscenza personale.--Dia^ 15:52, 7 lug 2006 (CEST)

[modifica] sulla meditazione

ho dato una letta a quel che c'è sulla vipassana e mi sembra non siano da escludere ulteriori approfondimenti. detto questo pensavo alla possibilità di esporre maggiormente le pratiche meditative buddhiste. visto che la meditazione è il cuore dell'insegnamento e che questa si è modificata con la diffusione del buddhismo in altri paesi (vedi le tecniche del buddhismo tibetano, la meditazione zen seduta e camminata, o la shikantaza, ecc..). anche perchè il buddhismo si distingue per l'ortoprassi e non per l'ortodossia. purtroppo in italia a livello accademico c'è ancora questo forte scetticismo per la prartica, ma il prediligere le nozioni (nomi e date) non permette una buona messa a fuoco sulla materia buddhista. ho letto che ci sono persone vicine al buddhismo giapponese e alla scuola karma kagyu e al vajrayana... personalmente io conosco meglio il theravada e quindi le meditazioni samadhi e vipassana. noto, dunque, un buon assortimento di conoscenze. che ne dite? --Upekkha 18:24, 12 lug 2006 (CEST)

[modifica] Sull'attribuzione di testi e insegnamenti al Buddha stesso

ci sono non poche complicazioni nell'attribuire testi e insegnamenti al Buddha stesso. ritengo che per onestà intellettuale sia sempre meglio dire che è la specifica tradizione che afferma una data cosa. per esempio: la tradizione X afferma che il Buddha scrisse il testo Y, o che la tradizione Z dice che gli insegnamenti di base della tradizione stessa derivano direttamente dal Buddha/dai primi discepoli e cosi via. anche perchè, se sembra ormai certa la figura storica del Buddha, non abbiamo certezze riguardo al suo insegnamento. Buddha non scrisse nulla. le scritture buddhiste furono fissate 500 anni dopo la morte di Buddha e per avvicinarci il più possibile all'insegnamento diretto del buddha, dobbiamo comparare il canone in pali dei thera, quello in sanscrito dei sarvastivada e quei pochi che ci sono pervenuti dei mahasangika. e praticamente solo quando troviamo concordanza con queste tre fonti, abbiamo una vaga possibilità di rintracciare qualche insegnamento vicino a quello originario. perchè ci troviamo in presenza di scritti e insegnamenti che risalgono a prima della separazione delle scuole: all'incirca intorno al 340 a.C.. oltre un secolo dalla morte del Buddha! e in questo periodo la trasmissione era probabilmente tutta orale e la possibilità di dimenticare o ricordare male alcuni enunciati è fortissima. praticamente il buddhsimo è un opensource ante litteram, proprio come la qui presente wikipedia. --Upekkha 19:50, 12 lug 2006 (CEST)

[modifica] Domanda probilmente stupida

Sinceramente ne dubito ma chiedo lo stesso perchè non si mai: esistono delle figure che si possano definire "santi" nel buddismo? Grazie in ogni caso. Draco "Hoka Hey!" Roboter 10:09, 9 nov 2006 (CET)

Provo a riformulare sperando di attrarre di più l'attenzione. E' stato da pochi giorni creato il progetto:santi, mi è stato detto che alcune figure del buddismo possono essere considerate tali. Se così fosse invito tutti a partecipare al progetto stesso e ad aggiungere informazioni in merito nella pagina di descrizione del progetto. Grazie --Draco "Hoka Hey!" Roboter 09:22, 14 nov 2006 (CET)



Riguardo all'articolo "Domanda probabilmente stupida" che l'aspetto della Devozione nel Buddhismo è importante e la Devozione era una cosa di cui già il Buddha Śakyamuni era oggetto Prima, durante e dopo gli Insegnamenti che dava; la Devozione per i Buddha e Bodhisattva è uno dei Sette "Rami" della "Preghiera" in "ette Rami" e questo permette di completare la prima Acumulazione, quella di Karma Virtuoso, necessario, insieme all'accumulazione di Saggezza (che percepisce la Vacuità) per realizzare i Due Kaya (Tib.: Ku, It.: Corpi) eclusivi di un Buddha che sono il Dharmakaya, Kaya di Saggezza e il Rupakaya, Kaya della Forma che è costituito dal Sambhogakaya e dal Nirmanakaya. Solamente accumulando Karma Virtuoso si rinasce nei Reami più fortunati del Samsara ma non ci si libera dalla Sofferenza ad esso inerente anche se si parli dei reami dei Deva mentre con la sola accumulazione di Saggezza si ottiene il Nirvana Hinayana ma non lo Stato di Buddha. Con la Pratica delle Paramita si riuniscono entrambe le accumulazioni di Karma Virtuoso e Saggezza e si Progredisce attraverso i Cinque Sentieri (dell'Accumilazione, della Preparazione, della Visione, della Meditazione e del non-più-apprendimento) e i Dieci Bhumi (Terreni) di un Bodhisattva e si realizza, immediatamente successivamente, lo stato di Buddha.'''' 82.63.186.161


Su Wikipedia abbiamo una lista di "Bodhisattva" che sono oggetto di venerazione da parte di alcune popolazioni buddhiste, ma resta il fatto che questi aspetti devozionali del Buddhismo non costituiscono e non rappresentano la vocazione nè la natura del Buddhismo, dal momento che l'insegnamento del Buddha si è espresso in modo contrario a tali pratiche

Collabora a Wikiquote
«[…]Non fatevi guidare dall'autorità dei testi religiosi,
[...]
né dall'idea “questo è il nostro maestro”.»
("dal discorso del Buddha ai Kalama, abitanti di Kesaputra. - Anguttara Nikaya, Tika Nipata, Mahavagga, Sutta No. 65")

La figura del "Santo" nel culto devozionale cristiano viene invece assunta proprio come esempio di vita da seguire e quindi come maestro di vita: pertanto ciò rientra nel monito del Buddha di non farsi guidare dall'idea "questo è il nostro maestro".
Inoltre, specie in occidente, parlare di "santi" in campo buddhista è particolarmente fuorviante, in quanto le nozioni di "risveglio spirituale" e di "realizzazione spirituale" sono estranee alla cultura occidentale che facilmente travisa questi concetti accostando il risveglio all' estasi che i santi sperimentano quando arrivano, ancora in vita, a congiungersi con Dio ed accostando la "realizzazione spirituale buddhista" al "paradiso" che il santo ottiene al momento della sua morte, mentre nel Buddhismo questi accostamenti sono errati e fuorvianti.
In ogni caso la lista dei "Bodhisattva" che abbiamo in Wikipedia è la seguente:

  • Akasagarbha, conosciuto in Cina come Xukonzang e in Giappone come Kokuzo; divinità della felicità che deriva dall'aiutare il prossimo.
  • Avalokitesvara, particolarmente venerato in Cina e Giappone come donna e con il nome rispettivamente di Guanyin e Kannon; divinità della compassione, ha fatto voto di non raggiungere il Nirvāṇa fintanto che ci siano anime in pena.
  • Ksitigarbha, venerato in Cina e Giappone con il nome Dizang o Jizo; divinità degli Inferi, ha fatto voto di non raggiungere il nirvana fintanto che ci siano anime negli Inferi.
  • Mahasthamaprapta, conosciuto in Cina come Dashizhi e in Giappone come Seishi; divinità della saggezza, talvolta rappresentato come donna.
  • Maitreya, conosciuto come Mile in Cina e Miroku in Giappone; è il Buddha della prossima era, il Salvatore (talvolta considerato il Messia) del Buddhismo.
  • Manjusri, conosciuto in Cina come Wenshu e in Giappone come Monju; divinità della coscienza di sé stessi.
  • Padmasambhava, noto in Cina come Lianhuasheng Shang Shi.
  • Samantabhadra, conosciuto in Cina come Puxian e in Giappone come Fugen; divinità della meditazione.
  • Sangharama, conosciuto in Cina come Qíelán; divinità guerriera che protegge la fede buddhista e i suoi adepti.
  • Skanda, conosciuto in Cina come Wei Tuo; divinità guerriera che protegge il Dharma.
  • Tara, conosciuta in Cina come Duoluo o Dumu; divinità femminile del successo.
  • Vajrapani, conosciuto in Cina come Jingang; divinità del potere che sconfigge il male.

Personalmente però, per le ragioni sopradette, non sono favorevole ad accostamenti del tipo "Bodhisattva"="Santo" e neppure la figura di Arhat si dovrebbe associare a quella del "Santo cristiano". Ciao. --Claudio Pipitone 13:20, 12 feb 2007 (CET)


sì sì, ci sono. milarepa è un santo buddhista, per esempio. un po' tipo s. paolo che ne ha combinate nella sua vita prima della conversione. guarda, il termine santo viene da sacro: colui il quale è dedicato ad usi sacri. la parola sacro, probabilmente, è una derivazione indoeuropea. dovrebbe avere le radici sanscrite sam o sa e hr. sam è un prefisso che ha valore di unire convogliare "con", sa significa conoscenza o ha valore simile a sam, e hr significa cuore. tecnicamente il santo è semplicemente colui che conosce il vero valore del cuore: la potenzialità dell'amore e dell'azione empatica. colui che riesce ad unire pensiero, parola ed azione alle motivazioni del cuore. gandhi è stato, quindi, un santo. tecnicamente un laico e non credente può essere un santo. poi nella tradizione buddhista si parla apertamente di santi... soprattutto nel buddhismo tibetano e nel tantrismo. Tzongkhapa e Padmasambhava sono considerati santi buddhisti. nel buddhismo primitivo o theravada l'arhat ha lo steso valore del santo nel cristianesimo. --upekkha 23:06, 3 gen 2007 (CET)... ... PER NIENTE!

[modifica] Richiesta

Servirebbe qualche anima pia che scrivesse il punto di vista del Buddhismo su Dio, in un paragrafo ==Visione buddhista== da integrare nella voce Dio (subito dopo l'induismo, dal momento che si cerca di seguire un ordine cronologico). Grazie! --mπ [–√–] 09:18, 14 nov 2006 (CET)

  • Ma questo progetto è effettivamente attivo (lo chiedo perchè a me sembra morto)? --Nyo annota 15:16, 14 nov 2006 (CET)
  • Ci provo un po' io, cercando di sintetizzare en:God in Buddhism; comunque sono d'accordo a porlo dopo l'induismo per una connessione logica, ma non cronologica, visto che l'ebraismo dovrebbe essere precedente al buddhismo. Per rispondere a Nyo, la mia personale impressione è che da quando Yupa ha ridotto la sua attività in it.wiki il progetto langue (non che io ne abbia mai fatto parte); nondimeno le pagine sul tema continuano ad aumentare. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 12:31, 24 dic 2006 (CET)
Ho aggiunto Dio#Visione_buddhista, ma prego chi appartiene alla diverse scuole di correggere eventuali errori o aggiungere qualcosa. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 19:48, 24 dic 2006 (CET)
  • Ciao; io rimuoverei la nota riguardante le scuole più antiche, visto che l'assenza del concetto di un Dio creatore è valido in tutte le scuole Buddhiste anche contemporanee. In effetti poi lo stato degli Dei è uno dei sei reami di esistenza del ciclo delle rinascite (Samsara), condizionato come gli altri dalla legge di causa ed effetto: quando il Karma che ha portato un essere a rinascere come un dio si esaurisce, questo essere rinascerà in uno degli altri reami di esistenza in base alle tendenze preponderanti accumulate nella sua coscienza deposito. --Kkwikipedia 11:51, 3 gen 2007 (CET)
    • In effetti dovrebbe essere formulato meglio; il fatto è che l'articolo da cui sono partito tendeva a trattare la presenza nel Buddhismo del concetto di divino in senso classico, cioè di un'entità trascendente (quindi su un piano diverso dell'esistenza) ma col potere di intervenire nel mondo fenomenico. Per fare un esempio, l'Indra vedico era un dio in questo senso, mentre l'Indra che compare nelle scritture buddhiste è un essere intrappolato nel samsara come tutti; al tempo stesso, però, nel Mahayana tutti i Buddha e i Bodhisattva sono al tempo stesso immanenti e trascendenti, e sono oggetto di culto popolare allo stesso modo degli dei classici. Quanto al "Creatore" nel Vajrayana in pratica l'Adi-Buddha lo è (per i tibetani è Kun-byed Rgyal-po'i Rgyud, cioè Re Creatore del Tutto) anche se ha sfumature più panteistiche che teistiche. Se qualcuno se la sente di mettere mano al testo comunque ne sarei più che felice, visto che non mi considero affatto un esperto. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 13:37, 3 gen 2007 (CET)
  • ti ho aggiunto un pezzettino. ci ho messo mano quinidi. giusto una precisazione dal punto di vista tecnico. comunque, state attenti ad usare il termine hinayana. è meglio parlare di buddhismo primitvo o delle origini o semplicemente theravada. hinayana è offensivo, lo coniarono quelli del mahayana per sottolineare l'inadeguadezza - secondo loro - del veicolo loro precedente. oggi è rimasta solo la scuola theravada. e poi mahayana e theravada nel corso dei secoli si sono molto influenzati ed anche all'epoca della "scissione" non ci fu una netta differenziazione. considerate che in uno stesso monastero vivevano hina e maha, e ad uno sguardo esterno nessuno avrebbe riconosciuto le differenze. --Upekkha 18:22, 3 gen 2007 (CET)

p.s. ma chi ha tolto il mio nome dalla lista dei collaboratori?

Ti riferisci mica a questo tuo vecchio edit? Upekkha dalla cronologia non sembrerebbe esserci mai stato. Grazie per le precisazioni comunque. Ciao -- ~Εξαίρετος~ (msg) 18:37, 3 gen 2007 (CET)
  • ma... non saprei. solo che qualcuno ha tolto il mio nome da "utenti interessati". tutto qua. non pensate anche voi che ci sia ancora poca gente che partecipa a questo progetto? proviamo col passaparola? --upekkha 23:00, 3 gen 2007 (CET)
  • Ciao ; ho rimosso un paragrafo (quello che parlava dell'animo); credo che fosse molto soggettivo, non ho mai sentito parlare di "animo" in tutti gli insegnamenti che ho ricevuto; mi sono permesso di rimuavere la preciszione sull'Hinayana, un pò fuori contesto per questa voce; mi riservo di contestare il concetto di Abi-Buddha come "creatore"; anche questo è un concetto al di fuori di tutto quello che ho sentito finora negli insegnamenti Vajrayana e forse derivante da un'interpretazione errata di quello che si intende per "natura della mente", verso il riconoscimento della quale noi buddhisti tendiamo: l'illuminazione è il riconoscimento della natura della mente, che ha tra le altre le caratteristiche dell'onniscienza ed immanenza.--Kkwikipedia 16:33, 7 gen 2007 (CET)

ma oltre alla precisazione sull'hinayana, hai tolto pure la parte quando specificavo che un credente di altra religione può praticare il buddhismo? --Upekkha 16:46, 8 gen 2007 (CET)

  • ciao Upekkha; scusa se sono andato giù con la scure, ma la favola che chi è cattolico o altro può essere anche buddhista è e rimane una favola; i fini delle varie religioni sono differenti, ad esempio per il cattolicesimo si vuole arrivare al paradiso ed incontrare dio, per il buddhismo non è il fine (il paradiso è solo uno dei reami di esistenza), il fine è raggiungere l'illuminazione, scoprire la vera natura della mente eccetera. Queste considerazioni valgono per tutte le religioni dualiste, quelle cioè che mantengono una distinzione tra "anima" e "dio", nel buddhismo invece si vuole andare al dilà del dualismo e riconoscere che si è parte di un tutto che non ha divisioni ne confini, la vera natura della mente. --Kkwikipedia 18:10, 8 gen 2007 (CET)
  • Ciao; ho modificato la parte relativa al Vajrayana; quella di prima non mi lasciava dormire di notte, era contro tutto quello che ho sentito in questi 5 anni di pratica Vajrayana, e francamente credo che la versione precedente avrebbe potuto creare confusione nella gente a digiuno di buddhismo. Spero di non urtare nessuno, ma credo che ora la visione Vajrayana sia più chiara (non credo che Wikipedia abbia anche l'ambizione di essere esaustiva, almeno non per quanto concerne il Buddhismo ) --Kkwikipedia 22:40, 8 gen 2007 (CET)

no,Kkwikipedia. non è affatto vero. un cattolico e un musulmano possono benissimo praticare il buddhismo. (e nel cattolicesimo non ci sono più paradiso ed inferno). ad esempio, nel monastero santacittarama ci pratica la vipassana e la samadhi un monaco dell'abbazia di farfa. non so bene quale sia il tuo approccio, mi sembra che tu sia un praticante con buone conoscenze del buddhismo tibetano e vajrayana. io sono proprio un buddhologo e sono 13 anni che studio il buddhismo e il rapporto con le altre religioni e la psicologia. ad esempio, il buddhismo si è sempre legato alle religioni del posto. il buddhismo tibetano ha questa natura perché nel periodo di diffusione in tibet, si amalgamò completamente alle forme religiose preesistenti in tibet. in cina si sintetizzò con il tao. il tantrismo fu un fenomeno pan-indiano e pan-religioso sviluppatosi in india tra il III e il VII secolo d.C. le forme tantriche induiste e quelle buddhiste si sono così influenzate che quasi si potrebbe parlare di tantrismo e basta. le tecniche tantriche si fondano molto spesso sull'evocazione e l'adorazione di divinità, e queste divinità non tutte appartenevano al buddhismo. se pensi che vajra è la folgore di indra, il signore degli dei vedici, che con tutta probabilità arriverà in grecia col nome zeus. il buddhismo nasce in india, ed è vero che non necessita della figura divina, ma hai visto lo sterminato numero di divinità induiste che popolano il canone pali? e le innumerevoli divinità tibetane preesistenti al buddhismo tibetano che entreranno a far parte della corte delle divinità del buddhismo? il tantrismo era un fenomeno culturale interreligioso (pensa che nel tantrismo buddhista del periodo indiano, i buddhisti officiavano riti alle divinità non buddhiste Temberu & sorelle). nei primi secoli dopo Cristo il buddhismo, per non perdere terreno e adepti, iniziò ad assimilare tutta una serie di pratiche appartenenti al tantrismo incentrato su shiva, visnu e devi. e ad un certo punto, il buddhismo cominciò ad asserire che le forme devozionali verso figure come shiva, in realtà erano forme di buddhismo. tant'è che nel mahavairocana sutra si dice apertamente che shiva era un camuffamento del buddha per insegnare il buddhismo. un po' come gli abili mezzi e l'ekayana del buddha nel sutra del loto. se pensi che maestro eckhart e i sufi sono molto più buddhisti di molti maestri buddhisti quando asseriscono che loro non sono nulla, ma sono dio in quanto parte di dio e quindi realizzano esattamente quello che nel mahayana venne codificato come l'insegnamento del vuoto o vacuità: sunyata. proprio come asserisce il dalai lama quando dice che le divinità sono evocate e poi trascese. e poi il buddhismo è un'ortoprassi e non un'ortodossia: non c'è un unico testo valido per essere buddhista, ma per esserlo devi praticare gli insegnamenti della scuola scelta (e si possono modificare e pennellare su misura, ma è rischioso). chi non pratica non è buddhista. quindi se un cattolico o un musulmano praticano il buddhismo, sono buddhisti... se lo vogliono, altrimenti accettano solo una parte degli insegnamenti restando cattolici o musulmani. non esiste una sola forma di buddhismo che non si è legata alle religioni preesistenti. quindi questo non esclude che possa accadere ancora. e la prossima volta che vuoi togliere il lavoro degli altri, almeno, prima, apri un confronto qui . discutiamo insieme e poi decidiamo cosa fare. tecnicamente quello che hai fatto tu, togliendo il mio intervento, si chiama - nel buddhismo - reificazione del Sé, ovvero, sviluppo del Sè, dell'ego o dell'atman. hai fatto esattamente il contrario di quello che dice il buddhismo. ma non è grave, sai quante "cazzate" anti-buddhsite io faccio ogni giorno? certo che se questo è il modo di utilizzare wikipedia, mi sa che scrivo libri. almeno, nessuno mi cancella. e vengo contestato con altri libri di altri autori. e stai attento che tu stai praticando una favola basata sulla commistione di induismo, yoga, buddhismo (anche theravada, che un tempo vi fu un ramo tantrico) e religioni tibetane sciamaniche e non. ed è una bella favola perché tutte le scuole buddhiste sono forme elevate e nobili di liberazione dal dolore attraverso la comprensione (o illuminazione). concordo con la tua modifica sul vajrayana. --Utente:upekkha 12:05, 9 gen 2007 (CET)

  • ciao Upekkha; prima di tutto mi inchino alla tua conoscenza storica; quello che dici è vero e tutti i maestri dai quali ho ricevuto insegnamenti affermano che il buddhismo si è installato(passami il termine) sul sostrato religioso presente nella civiltà e cultura del luogo e del tempo nel quale si è diffuso. Nulla da eccepire, il buddhismo è paragonato ad un cristallo che, se poggiato su una superficie, risplende del colore della superficie sottostante; da qui l'adozione di tutte le forme tantriche pre-esistenti nell'induismo ecc.; da qui però a considerare il buddhismo una religione teista ce ne passa, e credo tutte le forme di buddhismo che adottano tali figure ereditate dalle religioni e culture pre-esistenti, ne abbiano svuotato il carattere di divinità per renderle simboli delle qualità della mente stessa; da praticante buddhista, sono più che certo che lo scopo degli insegnamenti del buddha non sia finalizzato all'adorazione di una divinità, bensì al riconoscimento della natura della mente, il raggiungimento dell'illuminazione; tutti i metodi buddhisti, le meditazioni formali ed informali, hanno questo unico scopo ultimo; è vero che un cattolico può praticare la meditazione vipassana, che dà degli ottimi risultati in termini di sviluppo della consapevolezza e della concentrazione, ma se il suo scopo rimane quello di raggiungere un certo dio che sta al di fuori di lui, allora non può definirsi buddhista. Sul fatto che da qui a tot anni il buddhismo adotterà figure provenienti dalla tradizione cattolica, non lo escludo certamente; tuttavia credo che tale processo sarà compiuto da maestri che hanno realizzato parte se non tutte le qualità della mente, che hanno raggiunto un ottimo grado di sviluppo per intenderci, che sanno come funziona la mente e di cosa ha bisogno un essere non illuminato per diventarlo. Credo che questo compito necessiti di persone che sanno quello che fanno insomma. Sono sicuro che questo è quello che avvenuto in passato, mi riferisco ovviamente al frutto del lavoro di maestri qualificati che hanno prodotto meditazioni e metodi in grado di portare veramente all'illuminazione ( e solo a loro). Lavorare con la mente è una cosa molto delicata e necessita di competenze e di esperienza, e di molta sincerità. In quanto alle tue accuse di censura motivata dall'ego, ovviamente non sono illuminato, per cui il mio ego (ed il tuo) qui giocano ancora un grosso ruolo. L'importante è mantenere una giusta motivazione nelle cose che si fanno, la mia è quella di essere di maggior beneficio possibile (compatibilmente con le mie capacità/conoscenze) a chi legge le pagine di wikipedia (che, lo ripeto, non può essere esaustiva circa un argomento come il buddhismo). Voglio solo fare un pò di chiarezza, chi poi vuole avvicinarsi alla pratica buddhista non può farlo attingendo esclusivamente alle informazioni di wikipedia. Ciao! --Kkwikipedia 12:44, 9 gen 2007 (CET)

sì, ma guarda che io non ho solamente conoscenza storica. prima ti ho citato maestro eckhart: hai letto cosa ho detto su di lui? e maestro eckhart apparteneva all'ordine domenicano e nel 1302 ebbe l'incarico di "magister sacrae theologiae" dopo Tommaso d'Aquino. e se ti dico che già nel 1300 lui trascendeva il divino... e poi non mettere "(ed il tuo)" tra parentesi, mica mi offendo se mi dai dell'egocentrato. e poi non è vero che sono gli illuminati che porteranno questo cambiamento. ogni volta che il buddhismo ha mutato forma, cioè si è mischiato ad altre credenze, era perchè stava perdendo consenso. quindi la motivazione era che il popolo non colto non seguiva più la difficile disciplina buddhista, mentre questi illuminati hanno trovato il modo di trascendere e risolvere questo problema. ma se tu già in partenza castri questa possibilità tra religioni monoteiste e buddhsimo, non dai molto credito al dialogo interreligioso. ho capito che col tuo ultimo intervento hai precisato, ma contano anche i fatti, e tu hai tagliato il mio intervento su wiki. ma anche le parole sono un fatto, e non mi hai capito bene. io non ho detto che il buddhismo è una religione teistica. ho detto che non è una religione, e quindi qualsiasi religione la può far propria a patto che la propria divinità di riferimento non diventi un ostacolo. da qui uno sceglie quale delle due "religioni" abbandonare. ma, vorrei ricordare, se ho detto che maestro eckhart trascese dio, come anche i sufi, vuol dire che egli già gettò il ponte tra le due religioni. infatti, non è un caso che la chiesa non sponsorizzi molto il pensiero di eckhart e che alcune sfere ecclesiastiche lo considerino un mezzo eretico. il buddhismo è una religione senza senso di identità e senso di appartenenza, mi sembra che tu voglia troppo legarti al buddhismo e che tu sia troppo focalizzato sulla tua scuola. posso anche sbagliare, e se mi dici che sbaglio, ti credo perchè sono certo che tu conosca te stesso meglio - ovviamente - di me. tu che conosci il buddhismo tibetano, ti ricordi cosa stavano facendo i rime in tibet prima che la cina, occupando il tibet, li fece sparire? e il dalai lama quando ha detto che qualora la scienza invalidasse alcuni concetti e dottrine, si dovrebbero modificare questi concetti? bene, la scienza non ha ancora smentito o confermato l'esistenza di un dio o una cosa simile. questo significa che se il dalai lama fa affermazioni del genere, l'esistenza di un dio non è un intralcio al buddhismo. il buddhismo si modificherà come ha sempre fatto, pur mantenendo lo studio dei processi mentali. --Upekkha 13:26, 9 gen 2007 (CET)

  • Ascolta, mi ero già scusato per la modalità del mio intervento, se vuoi lo rifaccio, non c'è problema. Sono ignorante su Maestro Eckhart, quindi mi fido di quello che dici. Lo scopo del buddhismo è il riconoscimento della vera natura della mente, e se eckhart ci è arrivato (da dimostrare ovviamente,ma come ci è risucito? ha trasmesso metodi che altri potessero seguire?), ben per lui, tale scopo non è una prerogativa dei buddhisti col marchio di fabbrica, è una potenzialità che hanno tutti gli esseri. Il dialogo interreligioso è un discorso molto corposo; io punterei molto sulla chiarezza (almeno qui su wikipedia), sul distinguere gli obbiettivi delle varie religioni e sul dare la possibilità alle persone di avere delle informazioni il più possibile coerenti, evitando posizioni sincretiste che comunque sono sempre molto soggettive. Non si tratta di dire chi è meglio o chi è peggio (almeno finchè si parla di religioni che rispettano l'uomo, la donna, e che sono fondate sull'amore anzichè sull'odio). Riguardo l'esistenza di un dio creatore, dubito fortemente che ciò verrà dimostrato (e lo dico basandomi su tutti gli insegnamenti che ho ricevuto e sulle valutazioni che ne ho fatto), ma queste sono solo speculazioni al di fuori di questo contesto, quindi non voglio dilungarmici. Riguardo al fatto del consenso e dell'adozione delle forme di divinità, queste considerazioni se mi permetti sono abbastanza soggettive ed effettivamente tali fatti andrebbero contestualizzati: uno potrebbe vederla come la vedi tu (tentativo di mantenimento del "potere"), altri la potrebbero vedere come una forma di compassione attiva atta al dare la possibilità al maggior numero possibile di esseri di accedere a livelli di comprensione più profondi della propria mente. Questo è un aspetto assolutamente da non sottovalutare nel buddhismo, almeno quando si parla di maestri ai quali sta veramente a cuore lo sviluppo delle persone. Con amicizia e rispetto, --Kkwikipedia 14:41, 9 gen 2007 (CET)

e mi sa che a questo punto sono io a non essere chiaro. 1 hai ragione tu a dire che è la compassione e non la brama di potere ad aver avvicinato i maestri buddhisti ad altre religioni. 2 non ti dovevi scusare prima, figurati adesso. 3 il mio non è un approccio sincretistico, tutt'altro! se si apre una sezione su dio e buddhismo, non si può tacere il fatto che il buddhismo non è una religione ma è una pratica. e il buddhista è colui che pratica il dhamma. chi crede nel dhamma e non lo pratica, non è un buddhista. dal momento che il buddhismo è una pratica, chi lo pratica è buddhista. se un cattolico lo pratica è buddhista. se uno psicologo pratica il dhamma è buddhista e psicologo, ma se la sua professione e le sue teorie psicologiche cozzano con quelle buddhiste, o sceglie una tra la due o cerca una soluzione che "integri". non c'è uno studioso del buddhismo che non sconsigli la definizione "buddhista, essere buddhista". in india, in thai, e in srilanka, infatti non la usano quella definizione. si professano seguaci del dhamma. proprio per evitare il senso di appartenenza insito nel suffisso -ismo. se io ti chiedo se sei buddhista, poi dovrò chiederti: quale scuola? e poi: aderisci completamente agli insegnamenti o li integri con tue riflessioni personali che sono differenti ma compatibili? e se mi rispondi pure alle 3° domanda affermando, il che è possibilissimo, anche perchè è quello che invitò il buddha a fare, mi troverei in presenza di un'ennesima scuola buddhista formata da un solo discepolo: te stesso. il che è più che plausibile. 4 l'avvicinamento del buddhismo ad altre religioni non è affatto "in soggettiva", ti ho citato un sutra dove è scritto che shiva è buddha, o lo vogliono far passare per tale. poi sull'adattamento del buddhismo ad altre culture e religioni ti posso citare tutti i testi che si fanno studiare all'università.(tutte le univeristà, non solo quelle italiane). ricordi la metafora della zattera? quando arrivi dall'altra parte del fiume, l'illuminazione, abbandoni la zattera che ti ha permesso di arrivare sull'altra sponda, cioè gli insegnamenti. chi si illumina non appartiene più a nessuna religione o filosofia o credo: è patrimonio dell'umanità. non è più buddhista. è buddhista quanto cattolico o altre divisioni del genere. non è un approccio sincretico il mio. sta scritto nei testi thera e mahayana. è quello che i mahayana intendevano per risoluzione della visone duale. 5 non ti scusare più perchè in una discussione, a meno che non offendi - e non l'hai minimamente fatto, non ci si deve scusare di difendere fortemente le proprie idee. io non ti chiedo mica scusa perchè sono stronzo. io dico la mia finchè tu non mi convinci della tua. l'amicizia non lo so, non ti conosco, ma il rispetto quello sì, sempre. quindi: un rispettoso saluto. ciao --85.20.239.10 16:49, 9 gen 2007 (CET)

  • L'amicizia era per dire che mi sei simpatico, nel senso che apprezzo i tuoi contributi, tutto qui. Ascolta, non so a cosa stia portando questa discussione, comunque mi metto nei panni di un cattolico (lo sono stato fino a 21 anni, molto praticante) e dico: ok c'è il buddhismo, ha alcuni metodi che servono ad esempio a calmare la mente, li pratico. Fino a qui tutto ok, non ci sono problemi. Ma qual'è il fine del mio essere cattolico? Raggiungere l'illuminazione? No, almeno non credo, correggimi se sbaglio. Voglio solo utilizzare alcuni metodi che mi facciano sentire meglio e che mi facciano funzionare meglio nella società. Potrei usare la ginnastica, lo yoga, la psicologia ecc. ma rimango sempre un cattolico. Da quel che ho capito, e per quel che mi riguarda, essere buddhista significa avere come meta costante l'illuminazione, riconoscere la vera natura della mente e della realtà, e portare all'illuminazione anche tutti gli altri esseri. --Kkwikipedia 18:08, 9 gen 2007 (CET)

ottima riflessione kkwikipedia. anche il cattolico punta al risveglio dall'illusione egoistica, ma lo fa per mezzo di una illuminazione ricercata nella luce divina. ma se trascendi il divino, risolvi la frattura duale tra ego e dio. quando eckhart dice "io, in quanto creatura di dio, partecipo della natura divina", elimina il senso di dio (l'atman) e del divino. la maggior parte dei cattolici ha una visione antropomorfa di dio, ma nelle scritture non esiste proprio questa descrizione precisa della natura divina, non si sa cos'è dio. il termine dio ha la sua radice proprio in luminoso, splendente. l'etimologia a volte aiuta a scardinare le metastrutture imposte sui concetti. buddha = illuminato, dio = splendente. secondo me, che non sono mai stato un credente, potresti esserti portato appresso alcuni concetti latenti nel periodo di transizione tra cattolicesimo e pratica buddhista. perchè questa visione a compartimenti stagni, e cioè che chi è buddhista è solo buddhista e chi è cattolico è solo cattolico, è tipica dei credenti di religioni monoteistiche. infatti ho il sospetto che hai cominciato a praticare una scuola specifica e non hai mai approfondito - sempre con uno sguardo generale -le altre scuole buddhiste. e questo è pericoloso e tipico degli occidentali ex monoteisti. poi non so se sai che nessuna scuola insegna esattamente la dottrina di siddharta gautama. (leggi il mio intervento sopra: Sull'attribuzione di testi e insegnamenti al Buddha stesso)adesso sappiamo, da poco, che è esistito, ma non abbiamo, e mai avremo, idea di quello che disse veramente. ogni scuola è un adattamento tra il ricordo del dhamma di siddhatta e le personali esperienze dei primi fedeli di questa scuola. e in ogni scuola non c'è uniformità di pensiero, perchè ognuno modella il dhamma in base alla propria esperienza personale. la metafora della zattera ha anche un altro significato. il buddha ti spiega che per salvarti non puoi rimanere su questa sponda, ti dice che probabilmente ti devi costruire una un mezzo per passare dall'altra parte, ti dice più o meno come si fa una zattera. poi la legna te la scegli tu, e le problematiche che incontrerai nel costruire la zattera si baseranno sulle tue specifiche abilità e quelle dei materiali che hai scelto. poi è possibile pure che, anche se hai seguito i consigli del buddha, ti sei costruito male la zattera e magari affogherai pure. ma la cosa importante è che quando raggiungi la sponda dell'illuminazione, dovrai abbandonare gli insegnamenti perchè ti saranno di ingombro... non sei più buddhista, perchè l'illuminato non è buddhista: è illuminato. se buddha non è una divinità ed ha elaborato un pratica di purificazione mentale dall'auto-dolore che se c'è o non c'è un dio, non cambia assolutamente nulla, uno si sceglie la divinità che vuole. buddha non rispondeva su questioni metafische, perchè non servivano alla pratica: erano inutili. ma se nel canone pali il buddha sta sempre a parlare con divinità indiane, e dice che le divinità per illuminarsi devono rinascere essere umani perchè l'illuminazione è cosa dell'essere umano, vuol dire che quando disse che il divino non ha nulla a che fare con il dhamma, non lo nega. non dice che non esiste il divino, dice che, se c'è o non c'è, al praticante non gli cambia nulla. un saluto all'amico kkwikipedia. --85.20.239.10 10:19, 10 gen 2007 (CET)

  • Ciao Upekkha. Ti ringrazio per queste informazioni. Adesso però non vorrei che il grande fratello wikipedia si arrabbiasse perchè forse stiamo abusando di questo angolo di discussione (mah, speriamo di no..). Come dici tu, le altre scuole non le ho approfondite (e lo si legge anche nella mia presentazione): sai, il tempo a disposizione in questa vita è breve e preferisco dedicarmi con il maggior impegno possibile ai metodi di una scuola (è una scelta, non dico che sia la migliore). Le tue sono opinioni più che rispettabili ma comunque abbastanza soggettive; "il cattolico punta al risveglio dall'illusione egoistica": questo non lo sapevo affatto, non l'ho mai sentito, forse era lo scopo di maestro eckhart ma non credo sia lo scopo della maggioranza dei cattolici; se poi si sono sviluppate varie tendenze di pensiero, correnti o che dir si voglia, è meglio specificare che il loro punto di vista è limitato a quella specifica corrente ecc. almeno questo è quello che farei io qui su wikipedia. Cosa ne pensi? --Kkwikipedia 12:37, 10 gen 2007 (CET)

ok, penso vada bene. ma anche se la vita è breve, 4 o 5 libri da leggere non sono molti. la tua scuola, come tutte quelle buddhiste, è un'eccellente scuola. ama il tuo prossimo come te stesso è in linea con la compassione del bodhisatta e dell'insegnamento dell'anatman e della metta. comunque hai ragione tu a rimanere più sull'accademico qui su wiki.--85.20.239.10 14:45, 10 gen 2007 (CET)

[modifica] RICHIESTA IMPORTANTE

Potreste inserire uno spazio dedicato a chi si vorrebbe convertire al Buddhismo magari con le modalità di conversione etc.? grazie in anticipo

No! Wikipedia non è un blog:
Wikipedia non è un BLOG!
L'unico modo per contribuire a questa enciclopedia è aiutarla a crescere di qualità e di oggettiva neutralità, non esprimere generiche opinioni personali.
--Leoman3000 16:40, 8 gen 2007 (CET)

dear leoman3000, chiedere di rimanere nei vincoli della soggettività in uno spazio di dibattitto non ha senso. poi, se consideriamo che questa è un'area di dibattito dedicata al buddhismo, è una richiesta fuori luogo. inoltre, le modalità di converisone di una religione fanno parte delle competenze di uno spazio enciclopedico dedicato ad una religione. e la prossima volta, il tuo "No!" forte e categorico, te lo tieni per te.se questo non è un blog, è anche vero che l'estrema sintesi è propria della chat... quindi argomenta. --Upekkha 09:38, 13 feb 2007 (CET)

non ti devi convertire proprio in nulla. se appartieni ad un'altra confessione, prima guarda cosa non va nel rapporto con la tua fede. comunque puoi sempre vedere cos'è il buddhismo. il buddha si è deconvertito, non si è affatto convertito in nulla e non ha rifiutato nessuna divinità. si è posto al di fuori del contesto religioso in senso stretto. il consiglio che ti dò è di frequentare corsi o classi di meditazione. direi vipassana, samadhi o zen, perché sono forme abbastanza "neutre". molte tradizioni che hanno pratiche assai più complesse, praticano anche forme simili a queste tecniche meditative. ed è importante che ti prendi un po' di libri di diverse scuole e ti fai una idea generale delle diverse forme di buddhismo. non cadere nell'errore di votarti subito ad una scuola, ma prima osservale tutte e poi fatti un'idea. se vuoi ti posso consigliare qualche libro. --Utente:upekkha 12:19, 9 gen 2007 (CET)

Upekkha ha ragione: nel Buddhismo non esiste il senso dell'appartenenza, nè tantomeno quello dell'integralismo, ivi incluso il tipico integralismo ed esclusivismo religioso che pretende l'abiura da parte di colui che proviene da delle esperienze di fede religiosa.
Non esiste dunque la possibilità di "conversione" al Buddhismo in quanto il Buddhismo non solo non ti chiede di abiurare ad alcun tipo di fede, ma addirittura il Buddha invitava coloro che entravano a far parte del suo Sangha a non smettere di dare il loro solito obolo alla comunità religiosa da cui provenivano.
Anche nel caso di chi abbia fede nell'ateismo, il Buddhismo non gli chiede di abiurare alla sua fede atea di negazione aprioristica del teismo.
Il Buddhismo poggia infatti sia i propri fondamenti sia l'adesione alla propria pratica buddhista da parte del praticante, esclusivamente sulla corretta esperienza personale della verità dell'insegnamento buddhista e questo aspetto non è derogabile in quanto costituisce uno dei sette fattori del "risveglio buddhista" (vedi anche dhamma-vicaya) esplicitamente indicato dal Buddha stesso fra i 37 fattori che conducono alla realizzazione spirituale buddhista.
C'è chi sostiene che non si possa praticare il Buddhismo contemporaneamente ad un'altra religione, ma questo non è un probema del Buddhismo bensì è il problema tipico di tutte le religioni, dal momento che sono esse a pretendere l'abiura e non il Buddhismo
Sono dunque le religioni che, di fatto, impediscono a chi appartiene ad esse di praticare altre forme di spiritualità nel timore di perdere l'esclusiva della proclamazione dell'unicità del proprio Dio.
Ma dal momento che il Buddhismo prescinde totalmente da ogni questione esistenziale che si riferisca all'aprioristica affermazione di un Dio e/o Dei e/o Divinità e/o la loro aprioristica negazione, dal punto di vista del Buddhismo chiunque desideri abbracciare la pratica buddhista non è in alcun modo obbligato a rinunciare alla propria fede di provenienza qualora ritenga di non doversene separare, e nel contempo il Buddhismo indica il corretto atteggiamento da seguire per arrivare ad un proprio convincimento personale che non sia basato esclusivamente sul seguire certe tradizioni teiste, deiste od atee per mera abitudine, o per mera educazione ricevuta od altra mera indicazione altrui. Ciao. --Claudio Pipitone 16:19, 6 feb 2007 (CET)

Aggiungo ancora una considerazione, ultima per successione ma prima per importanza: proprio per quanto sopra detto il Buddhismo si colloca fra le discipline spirituali di anagogia individuale e quindi non dovrebbe essere inserito fra le "religioni" non essendo questa la sua naturale collocazione tassonomica (e questo lo dico anche in relazione alla collocazione in wikipedia fra i progetti di religione...).
Le religioni si occupano infatti di affermare prioritariamente l'esistenza di un Dio, Dei, Divinità con il quale porre in relazione l'Uomo. Questa posizione pregiudiziale è invece irrilevante per il Buddhismo ed ai fini perseguiti dal Buddhismo. Infatti ci si può curare benissimo della spiritualità dell'Uomo ed occuparsi efficacemente dell'emancipazione dalla "sofferenza esistenziale" che affligge l'Uomo a causa dell'ineluttabile constatazione dell'impermanenza di tutte le cose, così come il Buddhismo ottimamente fa, senza dover necessariamente postulare o negare a priori l'esistenza o meno di un Dio o di Dei e/o Divinità.
Si dovrebbe meditare su questa questione tassonomica anche in wikipedia, secondo me, e stralciare il Buddhismo dalla attuale impropria collocazione fra le religioni. Ciao. --Claudio Pipitone 16:34, 6 feb 2007 (CET)

  • Esiste la religione buddhista ed esiste la filosofia buddhista, distinte ma in certe circostanze coincidenti. --Nyo annota 20:26, 8 feb 2007 (CET)


  • Posso sapere su cosa basi queste tue affermazioni? Le ragioni per le quali è inappropriato usare il termine religione per definire il Buddhismo, sono sintetizzate poco sopra queste righe e mi pare curioso affermare qui sotto il contrario senza dire perchè non si è d'accordo con quanto è stato scritto solo poche riga sopra...
    Le ragioni per le quali è inappropriato usare il termine filosofia per definire il Buddhismo, sono sintetizzate nel fatto che la filosofia si rivolge alla sfera intellettiva e razionale dell'Uomo ed usa esclusivamente il pensiero come proprio strumento cognitivo e d'indagine mentre il Buddhismo, attraverso il satori e quindi il risveglio spirituale, implica una comprensione esaustiva del problema esistenziale dell'Uomo che va al di là sia sia dell'uso del puro e semplice intelletto abbinato alla ragione e sia dell'uso esclusivo del puro e semplice strumento del pensiero. Infatti la filosofia esprime unicamente un "pensiero filosofico", il quale elabora delle mere "concettualizzazioni" inerenti alla realtà e confinate nell'ambito di una mera conoscenza razionale di tipo intellettuale e non esprime invece, a differenza del Buddhismo, la conquista di una "realizzazione spirituale" raggiunta anche attraverso la concretezza del corpo fisico e basata sulla emancipazione dalla condizione umana della propria sofferenza esistenziale.
    C'è un abisso incolmabile fra le rispettive identità: la filosofia, pur esplorando la realtà esistenziale dell'Uomo, si limita però all'unica attività del solo intelletto e della sola facoltà razionale, attraverso l'esercizio unico ed esclusivo dello strumento cognitivo del pensiero, mentre il Buddhismo esplora la realtà esistenziale dell'Uomo in modo esaustivo, utilizzando in modo globale e totale tutti gli strumenti cognitivi che l'Uomo ha a disposizione, incluso il suo corpo fisico, e quindi la comprensione buddhista della realtà non è limitata alla sola comprensione intellettuale e razionale che il buddhista avrebbe di essa se il Buddhismo consistesse in una pura e semplice filosofia.
    Il Buddhismo, dunque, supera e trascende la semplice capacità filosofica del pensiero, del mero intelletto e della ragione e per questo non deve essere definito semplicemente come una filosofia; supera anche la capacità stessa dell'intuizione puramente razionale, essendo la comprensione buddhista una comprensione esaustiva e totale, che avviene attraverso una previa perfetta e totale armonia ed unificazione della presenza mentale e dello spirito costituito dalle nostre energie interiori, attraverso il corpo fisico.
    Non c'è dubbio che il Buddhismo sia una disciplina "sui generis" unica nella categoria delle discipline dello spirito, indefinibile ed inesprimibile attraverso una delle categorie esistenti, ivi incluse le religioni, e pertanto il Buddhismo costituisce lui stesso una sua propria distinta categoria alla quale nessun'altra disciplina spirituale si è mai fino ad oggi aggiunta. Ciao.--Claudio Pipitone 18:29, 9 feb 2007 (CET)

ciao... volevo chiedere com'è possibile convertirsi, visto che il buddhismo non è una religione? o per lo meno, cosa bisogna fare per avvicinarsi sempre di più al buddhismo? Il precedente commento non firmato è stato inserito da 83.225.69.85 (discussioni contributi), in data 11 mar 2007, 12:22.

Quando si sceglie di voler abbracciare gli insegnamenti fondamentali comuni del buddhismo perché li si ha compresi e verificati(v. dhamma-vicaya) si può parlare di fede buddhista. La conversione è un atto di fede del tutto intimo e personale, anche quando ritualizzato dalla comunità. Per esempio se si appartiene già a una confessione, l'atto di abiura come professione di fede è già un atto di fede. Ma può essere qualsiasi atto, mi viene in mente adesso l'atto di cambiare il nome.--151.28.126.32 14:31, 16 mar 2007 (CET)
Tutto questo può avvenire quando si riconosce che noi non si sarebbe mai giunti da soli a tali insegnamenti in questa vita e ci si consegna alle parole di un uomo che riconosciamo superiore a noi che è buddha. Come a dire -è proprio quello che cercavo da tutta la vita, ma non ci sarei mai arrivato da solo- oppure -è proprio quel velo leggerissimo sopra le cose che ho sempre percepito, ma non riuscivo ad afferrare perchè si allontanava appena avvicinavo una mano troppo veloce o troppo lenta-. Per cui il venir meno della superbia potrebbe essere una causa.--195.210.65.30 01:26, 18 mar 2007 (CET)

[modifica] martiri

stiamo promuovendoi una nuova categoria, ... io credo che qui ce ne siano parecchi..--fabio 17:05, 8 feb 2007 (CET)

Come non detto. Categoria rinominata. --HAL9000 18:04, 8 feb 2007 (CET)

[modifica] Pubblicazioni

Ciao. In settimana dovremmo trovare il Canone Pali in edicola allegato ad un periodico. Spero di non essere stato off-topic, ma è una possibile fonte di studio di prima mano. Se qualcuno già conosce l'edizione e pensa di sconsigliarlo potrebbe dirlo motivando, così ci possiamo pensare prima di aprire il portafogli.---—/AryadevAsteR|—|| 02:18, 13 mar 2007 (CET)

[modifica] Terminologie

Ricopio qui due questioni poste da 82.63.186.161 sulla pagina Discussione:Maitreya, per i quali vorrei l'opinione di qualche buddhista, perché non so quali sono le terminologie in uso. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 14:33, 14 mar 2007 (CET)

[modifica] Coproduzione condizionata

La questione è se spostare l'articolo a produzione dipendente e le ragioni le seguenti. -- ~Εξαίρετος~ (msg) 14:33, 14 mar 2007 (CET)

Il problema del termine coproduzione condizionata è:

1. Che non si adegua alla traduzione corrente usata in ambienti dove il Dharma Buddhista viene insegnato, tradotto e praticato;

2. Dà un senso parziale rispetto a "Produzione Dipendente" o "Originazione Dipendente" o "Sorgere Dipendente". La dipendenza la si ha su 3 livelli:

                                    a. Cause e condizioni
                                    b. Parti
                                    c. Imputazione nominale

Dire che la produzione sia "condizionata" (magari aggiungendoci anche quel "co-" del quale non comprendo l'utilità) dà un senso che potrebbe essere parziale poichè tira in ballo solo l'aspetto "condizioni" e cioè un aspetto solo del primo dei tre livelli su cui si basa l'esistenza convenzionale dei fenomeni che in pratica è una esistenza fondata sulla realtà di causa-effetto cosa che rende il Buddhismo una religione da mettere tra "" in quanto la consequenzialità stretta fondata sull'osservare la realtà della "legge" di causa-effetto elimina naturalmente ogni possibile concezione teistica e creazionistica ...

Parlare di Produzione "Dipendente" implica che ciò da cui dipendono i fenomeni per essere prodotti o per sorgere non è solo l'aspetto del condizionamento ma quello ben più ampio di dipendenza da tutti e tre i suddetti tre livelli di dipendenza.

Inoltre, per essere meno complicati, si può dire che oltre a essere più esatto esprimersi in termini di Produzione Dipendente (espressione usata proprio in ambienti la cui specificità e quella di essere luoghi in cui si insegna e si pratica il Dharma ... ) è anche un fattore di convenzionalità in quanto non si può eludere la convenzione specifica corrente: come ha detto, tra gli altri, Chandrakirti: " ... quali che siano le convenzioni del mondo quelle seguirò ... " (per poter insegnare il Dharma, praticarlo e realizzarlo non si può non partire dalla realtà convenzionale). Il precedente commento non firmato è stato inserito da 82.63.186.161 (discussioni contributi), in data 13 mar 2007, 20:03.

quando hai tempo mi spieghi qui i livelli b e c, e perchè produzione condizionata si lega solo al livello a, mentre "Produzione Dipendente" o "Originazione Dipendente" o "Sorgere Dipendente" riescono a comprendere tutti e 3 i livelli? così dopo vedo se posso aiutarti e vedere se si può usare "coproduzione condizionata"--85.20.239.10 10:42, 3 apr 2007 (CEST)

[modifica] Terre Pure

Io ho sempre sentito usare il termine Terra Pura per descrivere il mondo di Amitabha e quello di Akṣobhya, mentre il Tuśita, dimora del bodhisattva destinato a diventare il prossimo Buddha (quindi attualmente Maitreya) l'ho sempre visto indicato con altri nomi. Com'è la terminologia nelle vostre scuole? Anche il Tuśita è una Terra Pura? -- ~Εξαίρετος~ (msg) 14:33, 14 mar 2007 (CET)

Basandomi su Testi in traduzione Tibetana il termine "Shing Kham" sta per "Terra Pura" mentre "Lha Yul" sta per "terra/reame degli Dei".

"Lha": Dio/Dei "Yul": Luogo, terra, ...

"Lha" è la traduzione di "Deva", divinità e "Lhamo", "Devi", significa divinità al femminile.

Tuśita (Tib.: Ganden) è una Terra come Sukavati ad "Ovest" (in Tib.: Dewachen) dimora del Buddha Amitabha (Sangye Öpagme) e quella chiamata Abirathi (Ngön par Gà) del Buddha Akśobya (Sangye Dön Drub).

Oltre ai reami del Samsara e alle Terre pure non vi sono altri luoghi, in queste due categorie è compreso ogni possibile stato di esistenza; il Nirvana Hinayana o il Nirvana-non-dimorante non sono luoghi ma Realizzazioni Speciali, caratteristiche dei Praticanti del Dharma del Buddha e qui si può aprire un dibattito serio. Il precedente commento non firmato è stato inserito da 82.63.186.161 (discussioni contributi), in data 13 mar 2007, 20:03.

[modifica] Tuśita, Terre Pure

Tuśita è una Terra Pura.

Il termine "paradiso" è comunque sbagliato, fuori luogo in ambito Buddhista poichè, in ogni caso, anche se prima si chiamava eden sta a significare un luogo creato da un "Dio" onnipotente etc. e obiettivo "ultimo" di chi si sforza di andarci o di esserci assegnato; nelle Terre Pure ci si vuole andare soprattutto perchè in tali Luoghi si ha la possibilità di praticare il Dharma senza ostacoli e in uno stato di grande Felicità e di Realizzare lo Stato di Buddha molto velocemente alla presenza di Buddha e Bodhisattva nella Loro forma Suprema: i Buddha Nirmanakaya sono di Tre Tipi: Il Nirmanakaya Supremo, es. il Buddha Śakyamuni o il Buddha Maitreya o il Buddha Amitabha, ..., il Nirmanakaya della Nascita, un Buddha che si Manifesta come un essere senziente "comune" come un Guru o un Lama che, anche avendo la Realizzazione Ultima della Buddhità, non si manifesta come avente un Corpo Fisico con i 32 Marchi Maggiori e gli 80 Minori di un Supremo Nirmanakaya. Infine il Nirmanakaya "che si manifesta in un mestiere" e riguardo a questo punto si può affermare che le stesse Immagini di un Buddha come le Statue (in Tibetano "Ku" termine onorifico per poter dire "Corpo"), se riempite e "Autenticate" nel modo corretto da un Lama, dovrebbero essere considerate dai Praticanti Buddhisti come dei Nirmananakaya anch'esse e con Esse anche i "Dipinti" Tradizionali che in Tibetano si Chiamano "Thang Ka".

Le Terre Pure, "Shing Kham", sono caratteristiche dei Buddha e dei Bodhisattva e vi sono Terre Pure del "Nirmanakaya", del "Sambhogakaya" e del "Dharmakaya".

[modifica] Intervento a "Domanda probabilmente stupida"

Riguardo all'articolo "Domanda probabilmente stupida" direi che l'aspetto della Devozione nel Buddhismo è importante e la Devozione era una cosa di cui già il Buddha Śakyamuni era oggetto Prima, durante e dopo gli Insegnamenti che dava; la Devozione per i Buddha e Bodhisattva è uno dei Sette "Rami" della "Preghiera" in "Sette Rami" e questo permette di completare la prima Accumulazione, quella di Karma Virtuoso, necessario, insieme all'accumulazione di Saggezza (che percepisce la Vacuità) per realizzare i Due Kaya (Tib.: Ku, It.: Corpi, Nyi: Due) eclusivi di un Buddha che sono il Dharmakaya, Kaya di Saggezza e il Rupakaya, Kaya della Forma che è costituito dal Sambhogakaya e dal Nirmanakaya. Solamente accumulando Karma Virtuoso si rinasce nei Reami più fortunati del Samsara ma non ci si libera dalla Sofferenza ad esso inerente anche se si parli dei reami dei Deva mentre con la sola accumulazione di Saggezza si ottiene il Nirvana Hinayana ma non lo Stato di Buddha. Con la Pratica delle Paramita si riuniscono entrambe le accumulazioni di Karma Virtuoso e Saggezza e si Progredisce attraverso i Cinque Sentieri (dell'Accumulazione, della Preparazione, della Visione, della Meditazione e del non-più-apprendimento) e i Dieci Bhumi (Terreni) di un Bodhisattva e si realizza, immediatamente successivamente, lo stato di Buddha.

[modifica] C...o

Avevo scritto argomentazioni relative a delucidare correttamente l'assenza di un Dio, di come una singola Causa non possa produrre molti risultati, e mi stavo per accingere a chiarificare il concetto di Adi-Buddha etc., quando è saltato il computer; più avanti riscriverò tutto ma vorrei chiarire in breve che l'Adi-Buddha come per esempio Vajrasattva (Tib.: Dorje Sempa), Samantabhadra (Tib.: Küntu Sangpo), Vajradhara (Tib.: Dorje Chang), ... significano, in differenti contesti, Lignaggi e Specifici Insegnamenti, tutti inerenti al Buddhismo, il Dharmakaya dell'individuo (tanti individui tanti Dharmakaya), non stanno assolutamente per "Dio", termine ripudiato da ogni Buddhista che si rispetti.

[modifica] Una causa unica non c'è

Interessante evidenziare il fatto che nel Dharma è negato un "Dio" proprio come è negata una causa unica creatrice di molti risultati: tante cause e condizioni producono un singolo risultato come nel caso classico del germoglio: il germoglio è il risultato della causa seme e delle condizioni quali il terreno adatto, la sufficiente quantità d'acqua, il materiale fertilizzante, il sole, la luna, la temperatura adatta, ... e il risultato è il germoglio. Qualcuno potrebbe dire: ma insieme si ha anche il quadagno del contadino! Risposta: il guadagno del contadino dipende avendo quale causa il germoglio e quali condizioni le precedenti quindi il risultato rimane in effetti uno solo mentre le cause e condizioni rimangono innumerevoli.

Un "Dio" non crea niente, anzi, non c'è proprio neanche un "Dio": la causa non è permanente, una causa permanente non produrrebbe niente in quanto la causa non esiste al tempo del risultato come nel caso del seme e del germoglio. Il seme, supposta causa del germoglio, non ne è la causa al tempo della sua propria esistenza poichè il gemoglio non è ancora da essa prodotto; al tempo del germoglio il seme non esiste più quindi, non esistendo, non è causa di niente e non causa il germoglio nel momento in qui si realizza la produzione del germoglio cioè la causa e il risultato non sono coincidenti in uno stesso istante il che significa che non possono essere simultanei perchè se lo fossero avrebbero esistenze separate come il cibo e il piatto su cui esso è posato: uno non sarebbe causa dell'esistanza dell'altro e cos' essendo il seme non sarebbe causa del germoglio perchè il germoglio avrebbe una sua esistenza separatamente dal seme e indipendentemente da esso.

Poichè il seme non è veramente la causa del germoglio è logico pensare che il germoglio non sia il risultato del seme tuttavia, a livello della realtà convenzionale del prodursi dei fenomeni in accordo alla "legge" di causa-effetto, il germoglio non nasce senza causa, per puro caso, nè nasce ciò che è altro dal germoglio e qua si dovrebbe parlare con precisione dei quattro estremi o delle quattro visioni estreme che nel Buddhismo Madhyamaka Prasangika sono negate: che qualcosa possa nascere da sè, da altro, da sè e altro insieme e in assenza di sè e altro quindi senza causa; nessuna di questre visioni estreme è corretta, ognuna per specifici motivi e la consequenzialità è spiegata in accordo alla Visione della Produzione Dipendente quale modo effettivo tramite il quale si producono i fenomeni. Da

  1. Cause e condizioni
  2. Parti
  3. Imputazione nominale.

In base a questi Tre "Fattori" si ha la produzione dei fenomeni e in questo modo si esclude la produzione da sè/Sè e da altro/Altro con le loro combinazioni.

Un "Dio" non esiste in quanto i fenomeni dipendono da innumerevoli cause e condizioni etc., non esistono da soli, non vengono "creati" da chiccessia e messi la per poi essere "goduti" dalle persone: senza la "Imputazione nominale/designazione concettuale" nessun fenomeno è tale; senza una mente che imputi un nome su una base di imputazione costituita da un insieme di cause-condizioni e parti nessun fenomeno è tale come una tazza non esiste naturalmente come "tazza" di per se stessa in assenza di una mente che imputi il nome "tazza": con tale argomentazione, la quale dimostra incontrovertibilmente la realtà della realtà della Produzione Dipendente nel modo in cui è stata esposta, la concezione, falsa, di un "Dio" che crea le cose è eliminata. Se qualcuno non è convinto che tale esposizione esponga la realtà della Produzione Dipendente e che questa sia ultimamente efficace a eliminare la concezione dell'esistenza di un "Dio creatore" è invitato a esporre logicamente il proprio dissenso sostenendolo con argomentazioni inconfutabili (ammesso che ci riesca effettivamente).

Ok, se c'è accordo metterei in "Voce" "Prasangika" questa delucidazione.

[modifica] Karma

Effettuati approfondimenti nella voce.--151.28.92.118 13:43, 24 mar 2007 (CET)

per quel che riguarda il karma, consiglio la lettura dei testi di Buddhadãsa (io e mio, il cuore dell'albero della bodhi), giacchè karma nel buddhismo ha molto più un valore di causa-effetto in questa stessa vita ed è da intendere più sotto l'aspetto della sofferenza psicologica e del "reincarnato dolore" che nella trasmigrazione di una entità sottile (o anima). karma è proprio il fare: se fai questo ti capita questo, se fai quest'altro, ti capita quest'altro. una volta che il buddhismo elimina un dio o una causa prima,delega ogni responsabilità delle proprie azioni all'essere umano... e questo è il karma. --85.20.239.10 16:52, 2 apr 2007 (CEST)


Si, direi che è LEGGERMENTE più complesso ...

Ma l'intenzione era costruttiva.


Affermare che "il buddhismo elimina un dio o una causa prima", è sostanzialmente errato, poichè il Buddhismo "prescinde" dalla diatriba dell'esistenza o della non esistenza di una causa prima, dell'assoluto, di un dio, di più dei o divinità. Il "prescindere" da una questione non può mai essere inteso nè come negazione (nè tanto meno "eliminazione"...) nè come affermazione della questione stessa e ciò rende quindi in ogni caso sostanzialmente errata l'affermazioni di cui sopra.--Claudio Pipitone 11:13, 11 apr 2007 (CEST)

sì sì, hai perfettamente ragione claudio. il buddhismo si pone fuori questa diatriba. avevo usato quella frase un po' per riallacciarmi agli interventi precedenti e un po' per sottolineare la responsabilità che l'essere umano ha verso se stesso.--85.20.239.10 16:25, 12 apr 2007 (CEST)

[modifica] Buddhismo e dieta vegetariana

Ci sarebbe bisogno di aiuto per aggiungere una sezione ==Buddhismo== nella voce Vegetarismo e religione. Grazie mille! --mπ [–√–] 08:47, 28 mar 2007 (CEST)

[modifica] Prasangika

Qualcuno di voi potrebbe dare un'occhiata e rendere più comprensibile questa pagina inserita da anonimo? Vorrei risistemarla io ma non essendo per nulla competente in materia ho paura di scrivere inesattezze. --Paul Gascoigne 08:54, 29 mar 2007 (CEST)


[modifica] Alieni

Ho sentito in giro, che i buddhisti credono che nel 2012/12/12 l'uomo parlerà con gli alieni, o cosa simile.Ma è vero?--Dis-pater 13:43, 10 apr 2007 (CEST)

Non è vero

Anonimo sei buddista?--Dis-pater 07:34, 11 apr 2007 (CEST)

dis-pater, dicci la fonte... non si sa mai. per quel che ne so, non mi pare che in quella data l'uomo parlerà con gli alieni --85.20.239.10 16:20, 12 apr 2007 (CEST)

Dunque, la questione è complessissima. La teoria del 2012 non è propriamente buddhista, ma di recente un monaco lamaista avrebbe predetto un contatto con esseri extraterrestri nel 2012.
In realtà il 2012 è una data che ricorre in moltissime profezie, da Nostradamus a Edgar Cayce, ma in particolare alle profezie Maya. Il calendario maya è calcolato con perfezione in modo da terminare proprio nel 2012, anno in cui si concluderebbe, stando ai calcoli scientifici, un anno galattico, ovvero il periodo di tempo che il Sistema Solare impiega per fare un giro completo della nostra galassia, evento che si verifica ogni 250 milioni di anni.
A parlare del 2012 sarebbe stata anche la "manifestazione" apparsa a Fatima, rivelatasi poi anche ad Eugenio Siragusa chiedendogli di rivelare la parte del Terzo Segreto ancora occultata dalla Chiesa. Pare che il segreto riveli l'identità di questa entità che non sarebbe la Madonna ma la "Dea Madre" o lo "spirito della Terra". La "Dea" avrebbe annunciato che nel 2012 "altri suoi figli sarebbero scesi dal cielo" e che "i fratelli astrali si sarebbero riuniti", o roba simile.
Ma le presunte profezie e speculazioni sono moltissime. La profezia sui papi fissa nel 2012 il collasso definitivo della Chiesa, con la caduta dell'ultimo Papa, il successore di Ratzinger, ovvero "Petrus Romanus". Sempre i popoli precolombiani fissavano per quella data il ritorno di Quetzalcoatl; Ram Bahadur Bomjon, la "reincarnazione di Buddha", ha detto che farà ritorno nel 2012. Ecc, ecc... Altro qui.
Qui trovi qualcosa sul 2012. E anche qui.

--Nyo annota 18:09, 12 apr 2007 (CEST)

[modifica] Monitoraggio voci

Sono felice di annunciarvi che la tabella di monitoraggio relativa a questo progetto è finalmente attiva e funzionante! Per dubbi e perplessità, sono a disposizione. (Y) - parliamone 21:52, 11 apr 2007 (CEST)

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