The Beatles
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The Beatles | ||
![]() I Beatles nel 1964
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Nazionalità | Regno Unito | |
Genere | British Invasion Merseybeat Rock psichedelico Rock and roll Pop rock |
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Periodo attività | 1958 - 1970 | |
Album pubblicati | 23 | |
Studio | 13 | |
Live | 2 | |
Raccolte | 8 | |
Sito ufficiale | beatles.com | |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica |
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«E alla fine l'amore che ricevi è uguale a quello che dai.»
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(The End - Abbey Road - The Beatles)
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I Beatles erano un gruppo musicale britannico, originario di Liverpool e in attività dal 1958 al 1970. Hanno segnato un'epoca non solo nella musica ma anche nel costume, nella moda e nella moderna pop art.
Sono considerati uno dei maggiori fenomeni di influsso sulla musica contemporanea, tale da condizionare in maniera determinante la cultura pop del XX secolo. A distanza di diversi decenni dal loro scioglimento ufficiale - e dopo la morte di due dei quattro componenti - i Beatles contano ancora su un vasto seguito. I loro dischi vengono regolarmente commercializzati in versione digitale, ed arricchiti dal recupero di materiale inedito.
Numerosi sono i fan club a loro dedicati, esistenti in ogni parte del mondo. Inoltre l'aura - per molti versi non sempre codificabile secondo canoni comuni - che circonda tanto lo sviluppo del loro sorprendente successo come parte dei moderni media, quanto lo straordinario esito artistico - in senso innovativo - della loro attività di musicisti rock, sono tuttora oggetto di studio da parte di persone appassionate o estranee al mondo della musica.
Indice |
[modifica] Storia del gruppo
[modifica] Dai Quarrymen ai Beatles
Sabato 6 luglio 1957, nella chiesa di san Pietro a Liverpool, era in corso un'esibizione dei The Quarrymen, il gruppo skiffle del quasi diciassettenne John Lennon, in occasione della festa annuale della parrocchia. Ivan Vaughan, già compagno delle elementari di John, gli presentò il quindicenne Paul McCartney, all'epoca suo compagno di scuola al Liverpool Institute. Paul si presentò suonando Long Tall Sally di Little Richard e Twenty Flight Rock di Eddie Cochran.
Durante le sue esibizioni John usava cambiare parole e accordi a suo piacimento; rimase quindi colpito dalla memoria di Paul che ricordava alla perfezione testi e melodie. Sebbene John ben sapesse che invitare Paul a far parte del gruppo avrebbe significato condividerne la leadership, si risolse ben presto a chiedergli di entrare nei Quarrymen.
Dopo l'arrivo di Paul, il gruppo abbandonò il rock sostenuto per avvicinarsi a linee melodiche pur sempre ritmate ma più vicine alla sensibilità dei giovani dell'epoca. Un anno dopo l'ingresso di Paul nel gruppo, questi contattò per un provino un altro ragazzo del Liverpool Institute, l'amico e compagno di scuolabus George Harrison. John ammise George nel gruppo dopo il provino. Nel 1960 fu un compagno di classe di John, lo scozzese Stuart "Stu" Sutcliffe a divenire il bassista dei Quarrymen. Più tardi, quell'anno, in onore dei Buddy Holly's Cricket (grillo, in inglese), il complesso prese il nome di Beatles (dopo essere passati per Beetles - scarafaggi -, Silver Beetles e Beatals). Il primo batterista era Thomas Moore, sostituito poco dopo da Pete Best.
Gli inizi furono, come accadeva all'epoca a quasi tutti i gruppi rock, fatti di dura gavetta: lunghe sessioni di prova negli studi di registrazione, concerti in piccoli locali (storico è diventato il nome del Cavern Club di Liverpool che ospitò le loro prime performance), faticose trasferte in piccoli teatrini di periferia e, talora, frustranti (e sottopagati) tour all'estero, come nel caso della lunga permanenza ad Amburgo negli anni immediatamente precedenti la notorietà.
[modifica] Dal primo (fallito) provino a Love Me Do
Tornati in Gran Bretagna a causa di alcuni problemi con la polizia tedesca (George era minorenne; John e Paul, sfrattati dal loro appartamento di Amburgo, rientrando nottetempo per prendere le loro cose, illuminavano la stanza per mezzo di alcuni profilattici appesi alle pareti cui davano fuoco, incendiando così la carta da parati, evento che provocava la loro espulsione), trovarono un manager in Brian Epstein che, all'epoca, gestiva un negozio di dischi a Liverpool e teneva sotto contratto alcuni gruppi locali, nella speranza che essi assurgessero alla fama. Epstein riuscì a far ottenere un provino ai Beatles per il giorno di capodanno del 1962.
Fu così che Mike Smith, osservatore della Decca Records, partì alla volta di Liverpool per ascoltare i Beatles e un altro gruppo locale. Nonostante il gradimento di Smith, la Decca preferì mettere sotto contratto l'altro gruppo. Il fatto divenne aneddotico ed entrò a far parte della classica galleria di errori di valutazione della serie La parola agli esperti.
Al di là dell'aneddotica, è necessario ricordare che in realtà la Decca, quantomeno, concesse ai Beatles un'audizione, laddove la stessa EMI, che poi finì per pubblicare i primi dischi del gruppo, di essi all'inizio non voleva saperne (e comunque, un paio d'anni dopo, la Decca, per ironia della sorte su raccomandazione di George Harrison, mise sotto contratto i Rolling Stones).
Fu solo l'insistenza di Brian Epstein e le sue minacce di boicottare l'etichetta discografica londinese nei suoi negozi di Liverpool a convincere finalmente i dirigenti della EMI, che demandarono a George Martin il compito di ascoltare qualche traccia incisa dai Beatles.
Martin, all'epoca, era responsabile per la EMI dell'etichetta sussidiaria Parlophone, che si occupava di jazz e musica classica. Non era molto sintonizzato quindi con lo stile dei Beatles, ma avendo ascoltato su insistenza di Epstein parte del materiale da essi prodotto, decise di concedere loro un'audizione che si tenne il 6 giugno 1962 a Londra.
Furono registrati quattro pezzi, tra cui una versione del classico Besame Mucho cantata da Paul, e tre composizioni originali: Love Me Do, P.S. I Love You e Ask Me Why, sulle quali l'assistente di studio di George Martin, Ron Richards (che si fece carico della seduta di registrazione in attesa dell'arrivo di Martin), riteneva si potesse lavorare.
Fu solo a quel punto che i Beatles poterono avere un vero contratto discografico, anche se non molto vantaggioso per loro. Martin non era molto convinto del look e del nome del gruppo, visto che a quei tempi andava di moda il nome del front-man seguìto dal gruppo d'accompagno (es. Rory Storm & The Hurricanes oppure Bill Haley & The Comets), ma li ingaggiò ugualmente.
Quando il 4 settembre 1962 i Beatles si ripresentarono in sala d'incisione, Ringo Starr appariva alla batteria al posto di Pete Best, sostituito il 16 agosto per motivi mai chiariti. Love Me Do fu il primo brano a essere inciso, ma Martin non era soddisfatto del risultato; in particolare non era contento della prova di Ringo alla batteria.
Decise così di chiamare un batterista di sala di incisione, Andy White, che registrò Love Me Do e P.S. I Love You. Ringo si adattò a suonare il tamburello come rinforzo al rullante in Love Me Do, mentre in P.S. I Love You era alle maracas. Martin non era comunque ancora soddisfatto, visto che, alla fine, decise di pubblicare come singolo la versione con Ringo alla batteria, mentre sul lato B c'era P.S. I Love You. Il disco raggiunse il diciassettesimo posto nelle classifiche di vendita del Regno Unito, ma a Liverpool vendette moltissimo.
Una leggenda mai confermata vuole che il successo di vendite a Liverpool fu dovuto all'acquisto di diecimila copie da parte di Brian Epstein. Sul primo album dei Beatles, Please Please Me, venne invece pubblicata la versione con Ringo al tamburello. Si decise di utilizzare questa come versione standard, e il master dell'altra versione andò perduto. Riemerse anni più tardi, e la versione di Love Me Do con Ringo alla batteria venne pubblicata nella compilation Past Masters, Volume One.
[modifica] Beatlemania
Il primo posto arrivò con il loro secondo 45 giri, Please Please Me, brano che iniziò a far conoscere il gruppo su scala nazionale: uscito l'11 gennaio 1963 ebbe subito recensioni positive. Due mesi dopo, il 23 marzo, uscì l'album omonimo, che vendette subito 500.000 copie e raggiunse la vetta della classifica di vendita degli LP.
Seguiranno With the Beatles e A Hard Day's Night. Quest'ultimo, realizzato come colonna sonora dell'omonimo film, è un album importante perché fu il primo a contenere solo brani originali.
Accanto all'intensa attività in studio, si susseguivano senza sosta i concerti e i tour in vari Paesi del mondo.
Le scene di delirio collettivo che si erano verificate oltre Atlantico in occasione del tour che li lanciava sul mercato americano (con lo storico concerto allo Shea Stadium di New York), si sarebbero ripetute di lì a poco in Italia.
Attesi spasmodicamente, nel giugno del 1965, i Beatles effettuarono un mini-tour italiano e in ciascuno dei concerti - uno al pomeriggio ed uno alla sera - suonarono per poco più di mezz'ora; ma i fan che accorsero ad ascoltarli al Velodromo Vigorelli di Milano, al Palasport di Genova e al Teatro Adriano di Roma rimasero tutt'altro che delusi. Sarà l'unica volta che suoneranno in Italia.
Torneranno in America per consolidare la loro fama e recuperare sul mercato americano, anche grazie all'apparizione televisiva del 5 giugno 1966 all'Ed Sullivan Show.
[modifica] Membri dell'Ordine dell'Impero Britannico
Nel pieno della carriera, i componenti del complesso furono nominati - a furor di popolo, ma soprattutto grazie ad una illuminante mossa politica del Primo Ministro Harold Wilson in cerca di consensi - Membri dell'Ordine dell'Impero Britannico dalla regina Elisabetta II (e pare che i quattro nell'occasione non abbiano risparmiato apprezzamenti poco regalmente corretti nei confronti dell'augusta sovrana, mentre ancor più certa, nonostante le smentite successive, pare la leggenda che i fab four abbiano consumato uno spinello nelle regali toilettes di Palazzo).
Anni più tardi, nel 1969, Lennon rinuncerà alle onorificenze restituendo la medaglia alla regina: fu un gesto clamoroso con cui intese protestare per il ruolo del Regno Unito nel Biafra e contro l'appoggio agli Stati Uniti in Vietnam... e, in pieno stile Lennon, per il fatto che il suo disco "Cold Turkey" non fosse rimasto abbastanza tempo in classifica.
Molti anni dopo Paul McCartney fu promosso al grado di Cavaliere dell'Ordine dell'Impero Britannico, il che comporta il diritto al titolo di Sir davanti al nome.
[modifica] Verso la maturità
Lo stress da superlavoro causò il passo indietro di Beatles for Sale, considerato l'album meno incisivo del gruppo.
Tale lavoro fu però un passo necessario verso l'evoluzione - passata attraverso Help!, altro album di supporto a un film - che portò al risultato di Rubber Soul, raffinato e ricercato album in cui le sonorità presero il sopravvento sui temi trattati nei primi anni di carriera, volutamente non impegnati per conquistare più pubblico possibile. I Beatles erano adesso pronti anche a mettere pubblicamente su disco le riflessioni sul proprio ruolo di star e sull'importanza che essi, all'inizio incoscientemente e, mano mano, sempre più volontariamente, stavano assumendo nel panorama della musica occidentale.
Comincia anche l'uso di stupefacenti come l'LSD, che ispirano direttamente il testo e le suggestioni psichedeliche di molti brani. È il preludio alla fase della maturità artistica. Revolver parla di amore, di droga, ma anche di tasse e soprattutto di morte. I suoni si arricchiscono di strumenti indiani, di voci e chitarre registrati al contrario e di molte altre innovazioni.
Cominciano i cosiddetti studio years, gli anni delle lunghe sedute di registrazione in studio: non potendo riprodurre i complessi arrangiamenti in concerto, ma anche stufi delle estenuanti tournée mondiali con tumultuose esibizioni in cui il suono del gruppo era letteralmente sommerso dalle urla delle fans, i Beatles interrompono l'attività dal vivo e si dedicano esclusivamente all'attività in studio di registrazione.
[modifica] Summer of Love
Nella mitica estate del 1967 esce il disco considerato dalla maggioranza dei critici, il più importante della storia del rock: Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, che inizialmente non fu pensato come concept album (nella stessa sessione durata 6 mesi vennero tra l'altro registrate anche Penny Lane e Strawberry Fields Forever).
L'uscita del disco provocò uno strappo nel panorama musicale: tutto, dalla copertina, ai suoni mai ascoltati prima, alla chiusura con la "epica" A Day in the Life, segnalano che siamo ad un punto di non ritorno: da questo momento la musica pop può a ben diritto essere considerata arte. Nella copertina c'è un messaggio ironico all'indirizzo del loro gruppo rivale, costituito dalla frase "Welcome The Rolling Stones" stampata sulla maglietta di un pupazzo dalle fattezze di una bimba col viso di Shirley Temple.
L'approvazione critica è ai massimi livelli, per non parlare della fama (il 4 marzo del 1966 John Lennon dichiarò che i Beatles erano più famosi di Gesù Cristo, affermazione che provocò una campagna di boicottaggio dei loro dischi da parte dei fondamentalisti cristiani e del Ku Klux Klan).
Un altro guaio diplomatico l'avevano avuto - sempre nel '66 - durante il tour nelle Filippine, quando avevano declinato l'invito al Palazzo Presidenziale rivolto loro da Imelda Marcos, moglie dell'allora presidente Ferdinand Marcos. La reazione delle autorità fu durissima e i quattro scarafaggi furono costretti a rimanere chiusi in albergo e a trasportarsi i bagagli in aeroporto da soli.
Famosi ma non infallibili: così i Beatles si scopersero in quella estate: tra le altre cose, il loro terzo film (destinato alla televisione) Magical Mystery Tour, di cui firmano - e sarà l'unica volta - la regia, si rivelerà un fiasco. Quella stessa estate, infine, il loro "scopritore" e manager storico Brian Epstein viene trovato morto nella sua stanza, per un letale mix di alcool e psicofarmaci. La complessa macchina organizzativa e soprattutto amministrativa del gruppo si trova così all'improvviso senza una guida.
[modifica] Primi contrasti
Il 1968 si apre con un travagliato viaggio in India presso il Maharishi Mahesh Yogi. Da quella contrastante esperienza nasce il doppio The Beatles (soprannominato White Album per la copertina completamente bianca), in cui è evidente che il gruppo sta perdendo la sua coesione. Per rimediare ai sempre più frequenti contrasti (dovuti anche alla presenza ingombrante della nuova compagna di Lennon, Yoko Ono), nasce l'idea di "tornare alle origini" con un disco più spontaneo e meno ricercato. Il progetto, dal nome Get Back, prevede anche un film sulla realizzazione e un ritorno alla dimensione "dal vivo".
Il 30 gennaio 1969 tennero quindi l'ultima apparizione pubblica esibendosi nel loro estemporaneo (quanto non si sa) concerto d'addio, destinato a restare - e a farli restare - nella storia della musica pop. Il palcoscenico, l'ultimo stage, era la terrazza del loro quartier generale londinese, la Apple, al numero 3 di Savile Row.
Il pubblico era costituito, oltre che dagli operatori addetti alle riprese cinematografiche del concerto, da una manciata di curiosi, per lo più impiegati dello stesso stabile accorsi fra i comignoli senza forse immaginare che sarebbero stati testimoni di un evento. Per strada, per contro, decine di bobbies faticavano a tenere a bada ancora una volta (l'ultima) nugoli di fans che avevano appreso in qualche modo la notizia della performance.
Ma subito dopo l'interesse dei quattro per Get Back cala e si dedicano a diversi progetti solisti.
[modifica] The End
Pochi mesi dopo i quattro tornano in studio per un nuovo album: richiamano George Martin, che li aveva abbandonati dopo il White Album stanco dei continui litigi, e producono con un ultimo sforzo Abbey Road, il testamento artistico che si pone forse al vertice della loro arte.
Dopo l'uscita di Abbey Road, Harrison e Lennon (all'insaputa di McCartney) chiamano l'affermato produttore Phil Spector per affidargli i nastri di Get Back: Spector rielabora radicalmente molte canzoni, ma ha il merito di rendere vendibile del materiale spesso troppo grezzo.
Il prodotto è l'album Let It Be, che uscirà un mese dopo l'intervista con cui McCartney annuncia l'abbandono del gruppo. È l'atto finale.
Seguiranno diverse cause legali, ma anche quattro carriere soliste certo non paragonabili tra loro (e spesso neppure a quella del complesso unito), ed una eredità pesantissima.
[modifica] "Mitologia"
Le molte (e controverse) informazioni sul gruppo nel suo insieme o sui singoli componenti - rilanciate dalla stampa specializzata e non in una sorta di caleidoscopico tam-tam mediatico - hanno spesso generato leggende e falsi miti tra coloro che nel corso degli anni ne hanno seguito vita e carriera.
[modifica] "Paul is dead"
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Per approfondire, vedi la voce Leggenda della morte di Paul McCartney. |
La leggenda più nota, forse la prima leggenda metropolitana del rock, fu quella della morte di Paul McCartney: nel 1969 fu fatta circolare la voce per cui il bassista era deceduto nel 1966 per un incidente stradale, ed era stato sostituito da un sosia. La leggenda fu poi smentita, ma in qualche modo sopravvive nella credenza di molti (mai confermata) per cui gli stessi Beatles l'avrebbero alimentata di proposito; se ad esempio si ascoltano al contrario i secondi finali della canzone "I'm So Tired" si può sentire John Lennon pronunciare le parole "Paul is dead, miss him... miss him" ("Paul è morto, mi manca... mi manca").
[modifica] Il "quinto Beatle"
Per molti, la ditta Beatles avrebbe potuto chiamarsi tranquillamente Lennon-McCartney: i due firmavano ufficialmente insieme musica e parole della maggior parte dei brani, anche di quelli composti singolarmente, ma soprattutto di tutti i brani più noti.
Ma il contributo degli altri due fu comunque determinante: Harrison compose una serie di canzoni di ottima qualità e introdusse le sonorità indiane poi divenute celebri. Ringo Starr, autore in proprio soltanto di due brani, mise di suo una voce particolare e apprezzata, un umorismo innato ed una simpatia che funse da collante anche in diversi momenti di crisi,oltre ad uno stile batteristico semplice ma efficace,che il big beat in un certo senso farà suo.
Non paghe di setacciare ed inventare le biografie dei quattro, la stampa e la mitologia hanno creato la figura del "quinto Beatle" come personaggio a cui accreditare una parte di rilievo nel percorso artistico e personale del gruppo: un appellativo di volta in volta attribuito a diverse figure che ruotano intorno alla storia del gruppo, ciascuno con la propria importanza.
Sono stati definiti a turno "quinto Beatle" Stuart Sutcliffe, per la sua forte personalità e perché da lui dipese l'idea del look poi caratteristico; Pete Best, licenziato ad un passo dalla fama; il manager Brian Epstein; il produttore George Martin, forse con più ragione che negli altri casi dato il fondamentale apporto musicale; Yoko Ono, che negli ultimi anni divenne presenza fissa nella vita di John Lennon e, loro malgrado, degli altri tre; Billy Preston, tastierista che si aggiunse al complesso per le registrazioni di Let it Be (uno dei pochissimi musicisti esterni, orchestrali esclusi, a suonare nei dischi dei Beatles) e soprattutto venne nominato il quinto beatle uno dei più grandi calciatori irlandesi George Best, il primo giocatore di calcio ad indossare i panni della pop star.
[modifica] Importanza musicale e culturale
[modifica] Il lascito artistico
Il nome stesso del gruppo evoca l'humus musicale in cui erano cresciuti: la Musica Beat (o Merseybeat, dal nome del fiume Mersey che attraversa la loro città natale), un nome collettivo che richiamava impropriamente la corrente letteraria statunitense, ma in realtà si riferiva al battito come unità del ritmo.
Ma, a differenza di quelle dei gruppi coevi, fin dall'inizio le canzoni dei Beatles non si limitavano ad attingere dal blues e dal rock'n'roll, ma includevano diverse influenze musicali: dallo skiffle (una forma di Folk importata dagli USA), allo stile Motown.
A questa varietà di stimoli si aggiunsero via via il rapporto con Bob Dylan, il confronto a distanza con i Beach Boys, i loro veri rivali musicali, la fascinazione per l'India e per le avanguardie musicali. Tutti fattori che contribuirono, direttamente o indirettamente, alla nascita di uno stile Beatles che trascendeva i limiti dei generi. Le innovazioni nel campo della melodia hanno di fatto creato la moderna musica pop, permettendo al rock di fiorire come ambito musicale a sé e di diventare anche forma d'arte.
Le canzoni dei Beatles - spesso accostate a quelle di altri grandi autori di motivi di forte impatto popolare come Cole Porter, Irving Berlin e George Gershwin - sono considerate fra le più importanti composizioni del XX secolo e tali da costituire un patrimonio unico in grado di elevare il rock allo stesso piano di generi musicali ritenuti, prima del loro avvento, più nobili.
Fondamentale fu anche l'apporto nel campo delle innovazioni tecnologiche per la registrazione e la manipolazione del suono, nonché la cura nell'ottenerne la migliore qualità.
Durante gli anni trascorsi dal gruppo negli studi di Abbey Road, proprio per rendere possibili le loro idee musicali, furono elaborate soluzioni sonore, dispositivi e tecniche ancora in uso dopo decenni, nonostante il progresso abbia nel frattempo portato, dai preistorici registratori a nastro a quattro piste, dai semplici oscillatori audio e dai microfoni Neumann a valvole, all'uso dei computer e delle tecnologie digitali.
A parere di molti critici la qualità del suono registrato nelle tracce di Sgt. Pepper non ha nulla da invidiare alle registrazioni che si ottengono attualmente grazie ai supporti digitali, una qualità apprezzabile sia con il semplice ascolto sia con una analisi spettrale della dinamica sonora.
Il "genio" creativo del gruppo era Paul McCartney, che riusciva a creare suoni mai incisi prima, grazie ai "tape-loops". McCartney, trascorreva parte del suo tempo, durante le incisioni, a registrare, con un semplice riproduttore, suoni naturali, percorrendo sentieri di boschi, strade trafficate di città, luoghi pubblici. Il tutto, trasportato su nastro, sarebbe poi stato esaminato scrupolosamente al fine di comporre, come in una sorta di collage, suoni inediti.
Vi era, quindi, un meticoloso e interessante lavoro che consisteva nell'ascoltare migliaia di frammenti di nastro che venivano poi scelti, uniti e mixati. Validi esempi sono le sonorità diffuse da brani come "Tomorrow never knows", "Yellow submarine" e dagli album a partire dal "Sgt. Pepper's". Esistono suoni su quest'ultimo che le sofisticate tecnologie odierne non sono ancora riuscite a riprodurre.
[modifica] Il lascito culturale
Le immagini che più rappresentano l'impatto dei Beatles nella società del loro tempo sono le scene di isteria collettiva che accompagnavano i loro concerti e i loro trasferimenti nei (magici e misteriosi) tour da un continente all'altro.
Furono immediatamente un fenomeno commerciale di vastissima eco, con dirette influenze sul costume: gli stivaletti in pelle neri e gli abiti scuri abbottonati in alto, le zazzere a caschetto, inventate quasi per caso al tempo dei loro concerti di esordio, nelle balere dell'angiporto di Amburgo all'inizio degli anni '60. Ai Beatles ed alla Beatlemania è associato lo splendore della ritrovata Swingin' London uscita dal buio del dopoguerra, con le minigonne a quadretti in bianco e nero inventate da Mary Quant, indossate da Twiggy ed esposte nei mercatini di Carnaby Street.
Ma successivamente l'immagine dei Beatles fu contigua a manifestazioni culturali internazionali come la psichedelia, il Flower Power e la cultura Hippy; le loro copertine diventano esse stesse oggetti d'arte, proprio mentre fiorisce la Pop Art di Andy Warhol. I Beatles incarnano la gioventù occidentale nella propria presa di coscienza, intesa in ogni senso: estetica (i capelli lunghi, gli abiti), artistica (le influenze musicali, che ormai si aprono anche verso la musica indiana e l'avanguardia), politica (il pacifismo e l'opposizione alla guerra del Vietnam).
Se si tiene conto delle circa duecentocinquanta versioni che sono state incise della loro canzone Yesterday, avanzare paragoni o suggerire accostamenti - come quello già citato fra i Beatles e Gershwin - può sembrare in fin dei conti paradossale; ma quanto testimoniato dallo scrittore e pittore Carlo Levi può aiutare a capire meglio e a decifrare in maniera più approfondita il fenomeno Beatles.
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«Nei Beatles c'è un'eco di Stravinskij; sia negli uni che nell'altro vi è un languore che non si sa se attribuire più ad un'acerba giovinezza che ad un senso di mortale stanchezza»
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[modifica] Componenti del gruppo e collaboratori
I componenti del gruppo erano:
- John Lennon (John Winston Lennon, Liverpool, UK, 9 ottobre 1940 - New York, USA, 8 dicembre 1980). Voce solista, suonava la chitarra ritmica, l'armonica e il pianoforte; era - insieme a Paul McCartney - l'autore della maggior parte dei brani. Fu ucciso davanti al Dakota Building di New York, dove abitava, l'8 dicembre 1980 da Mark David Chapman, un suo squilibrato ammiratore.
- Paul McCartney (James Paul McCartney, Liverpool, UK, 18 giugno 1942). Basso, voce solista, chitarra, pianoforte; condivide insieme a John Lennon la paternità della stragrande maggioranza dei brani dei Beatles; dopo i Beatles fondò il complesso dei Wings, sciolto nel 1980. È tuttora in piena attività. Particolare curioso: sua è la batteria in Back in the USSR, Dear Prudence e The Ballad of John and Yoko, brani registrati in assenza di Ringo Starr.
- George Harrison (Liverpool, UK, 25 febbraio 1943 - Los Angeles, USA, 29 novembre 2001). Chitarra solista, sitar, talvolta voce solista e autore dei brani. Suoi sono brani spesso innovativi e diversi dalla linea melodica del gruppo, come Don't Bother Me o Within You Without You. Per i Beatles ha scritto, tra l'altro, anche While My Guitar Gently Weeps e Something. È morto il 29 novembre 2001 durante un soggiorno a Los Angeles (California) a causa di un carcinoma maligno. (Harrison ha sempre sostenuto di essere nato il 24 febbraio del 1943, sostenendo che il suo certificato di nascita fosse sbagliato, ma non gli è mai importato molto di correggere tale errore della sua biografia, per cui la data del 25 febbraio è valida).
- Ringo Starr (Richard Starkey jr., Liverpool, UK, 7 luglio 1940). Batteria, percussioni e talvolta voce solista. La sua composizione più famosa per i Beatles è Octopus's Garden, ma è anche la voce solista di Act Naturally, Yellow Submarine e With a Little Help From My Friends. Rivelatosi particolarmente portato alla recitazione, fu il protagonista del film Help!, e mentre faceva ancora parte del gruppo recitò nel film The Magic Christian insieme a Peter Sellers.
Quelli che seguono sono personaggi che hanno caratterizzato il gruppo sia prima della sua esplosione che durante la sua attività. Hanno preso parte a vario titolo alle vicende dei Beatles e sono, comunque, meritevoli di citazione.
- Stuart "Stu" Sutcliffe (Stuart Fergusson Victor Sutcliffe, Edimburgo, UK, 23 giugno 1940 - Amburgo, Germania, 10 aprile 1962). Considerato a lungo il "Quinto Beatle", "Stu" Sutcliffe - figlio di un marinaio scozzese che si stabilì a Liverpool dopo la guerra - conobbe il coetaneo John Lennon alla scuola d'arte di quella città. Bassista della band, quando i Beatles nel 1961 tornarono in Inghilterra rimase ad Amburgo per continuare i suoi studi artistici e soprattutto per amore di Astrid Kirchherr (Amburgo, Germania, 1938), la fotografa e stilista tedesca che inventò le pettinature del gruppo e con la quale si era fidanzato. Un aneurisma cerebrale uccise il giovane Stu nel 1962, che morì tra le braccia della sua fidanzata.
- Pete Best (Peter Randolph Best, Madras, India, 24 novembre 1941). Batterista, era uno dei migliori strumentisti (nonché uno dei più famosi musicisti) di Liverpool. Molto del successo iniziale dei Beatles prima delle prime incisioni discografiche fu dovuto proprio alla sua notorietà. Per motivi mai del tutto chiariti, fu "licenziato" da John Lennon e Paul McCartney qualche settimana prima della messa sotto contratto da parte della Parlophone (agosto 1962). Il suo posto fu preso da Ringo Starr. Successivamente, pur non rimanendo mai del tutto fuori dalla scena musicale, si impiegò in un ufficio pubblico a Liverpool, dove rimase fino alla pensione. Recentemente, dopo la pubblicazione, da parte dei Beatles superstiti, di alcuni brani inediti che lo vedevano alla batteria, pare che Pete Best sia stato gratificato di un assegno dell'ordine del milione di sterline, risarcimento postumo per il licenziamento imprevisto di più di trent'anni prima.
- Andy White (1930). Batterista professionista, session-man della EMI. Negli anni '60 era consuetudine registrare in studio usando strumentisti professionisti da sala, e i Beatles non sfuggirono alla prassi: siccome George Martin non si fidava appieno di Ringo Starr, chiamò Andy White a incidere la batteria in Love Me Do e in P.S. I Love You, mentre Ringo suonava il tamburello. Successivamente Ringo re-incise la batteria per quei brani. La batteria nella versione conosciuta di Love Me Do, comunque, è quella incisa da Andy White.
- Jimmy Nicol (Liverpool, UK, 3 agosto 1939). Batterista. Abbastanza noto sulla scena di Liverpool, fu scelto da Brian Epstein - di comune accordo con i Beatles ma con qualche riluttanza soprattutto da parte di George Harrison - per sostituire Ringo Starr, operato alle tonsille, durante il tour del 1964. Nicol si esibì nei concerti di Copenaghen (Danimarca), Hong Kong, e in quattro concerti australiani, tre a Sydney e uno a Melbourne.
- Billy Preston (William Everett Preston, Houston, Texas, USA, 9 settembre 1946, Scottsdale, Arizona, USA, 5 giugno 2006). Tastierista jazz-blues, ha collaborato con i Beatles nell'ultimo periodo di attività del gruppo. È, tra l'altro, l'unico musicista con il quale i Beatles abbiano condiviso il nome sull'etichetta di un disco: il singolo Get Back (1969), infatti, figura eseguito da «I Beatles con Billy Preston». Ha collaborato anche a brani come Let it Be, I Me Mine e I've Got a Feeling. In seguito, avrebbe avuto un discreto successo come autore di You're So Beautiful (scritta per Joe Cocker) e come interprete, in coppia con Syreeta Wright, del brano With You I'm Born Again (1980). Deceduto nel 2006 dopo alcuni mesi di coma, a causa di complicanze di una ipertensione maligna.
Due persone in particolare, tra le molte che circondavano il quartetto, ebbero un peso determinante:
- Brian Epstein (Brian Samuel Epstein, Liverpool, UK, 19 settembre 1934 - Londra, UK, 27 agosto 1967), titolare di un negozio di dischi a Liverpool, fu lo "scopritore" del complesso, di cui diventò manager alla fine del 1961. Curò gli interessi del gruppo (talvolta in modo avventato ed inesperto) fino alla morte, avvenuta per overdose di medicinali, forse intenzionale.
- George Martin (Londra, UK, 3 gennaio 1926) fu il produttore di tutti gli album dei Beatles (con l'eccezione di Let It Be). Di formazione classica, è considerato da molti la persona che fu capace di tradurre le idee dei quattro, del tutto digiuni di teoria musicale, negli arrangiamenti divenuti storici e nell'innovativa tecnica del suono.
[modifica] Discografia
La discografia si basa sulle edizioni inglesi degli album (spesso venivano modificati e rititolati per l'uscita in USA), che sono alla base delle riedizioni in compact disc.
Data la rarità di apparecchi stereofonici, i Beatles e il loro produttore George Martin si applicarono tardi a produrre master stereofonici dei brani. Così, i primi quattro album furono pubblicati in mono, e anche i CD da essi ricavati sono monofonici.
Molti singoli contengono brani di grande importanza e fama non usciti su album. La EMI ha provveduto a rendere reperibili tutti i singoli su CD con due compilation.
Al catalogo ufficiale si aggiungono alcune compilation che si distinguono dalle altre (mere ricompilazioni di brani già editi) per alcune caratteristiche particolari. Vanno ricordati i due doppi album di raccolte: 1962-1966 (noto come The Red Album) e 1967-1970 (noto come The Blue Album) a cui vanno aggiunti i due album Past Master Volume 1 e Past Master Volume 2. In questo modo, con gli album "inglesi" si hanno a disposizione tutte le canzoni dei "fab four" non pubblicate su questi.
[modifica] Studio
Nella lista degli album inglesi si comprende per tradizione il doppio EP Magical Mystery Tour, che in USA uscì come album con l'aggiunta di brani già pubblicati su singolo: tale versione è alla base dell'edizione su compact disc.
Tutti i dischi fino a Magical Mystery Tour uscirono su etichetta EMI/Parlophone. Dal White Album in poi uscirono su etichetta Apple, di proprietà degli stessi Beatles, ma in realtà si trattava comunque di edizioni EMI.
- Please Please Me - 22 marzo 1963
- With the Beatles - 22 novembre 1963
- A Hard Day's Night - 10 luglio 1964
- Beatles for Sale - 4 dicembre 1964
- Help! - 6 agosto 1965
- Rubber Soul - 3 dicembre 1965
- Revolver - 5 agosto 1966
- Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band - 1° giugno 1967
- Magical Mystery Tour (doppio extended play) - 8 dicembre 1967
- The Beatles (doppio LP, noto anche come White Album) - 22 novembre 1968
- Yellow Submarine - 13 gennaio 1969
- Abbey Road - 26 settembre 1969
- Let It Be - 8 maggio 1970
[modifica] Singoli
I singoli originariamente pubblicati furono monofonici fino a Get Back. The ballad of John & Yoko fu il primo singolo uscito in versione stereo.
Tutti i singoli fino a Lady Madonna uscirono su etichetta EMI/Parlophone. Da Hey Jude in poi uscirono su etichetta Apple, di proprietà degli stessi Beatles, ma in realtà si trattava comunque di edizioni EMI.
- Love Me Do / P.S. I Love You - 5 ottobre 1962
- Please Please Me / Ask Me Why - 11 gennaio 1963
- From Me To You / Thank You girl - 11 aprile 1963
- She Loves You / I'll Get You - 23 agosto 1963
- I Want To Hold Your Hand / This Boy - 29 novembre 1963
- Can't Buy Me Love / You Can't Do That - 20 marzo 1964
- A Hard Day's Night / Things We Said Today - 10 luglio 1964
- I Feel Fine / She's A Woman - 27 novembre 1964
- Ticket To Ride / Yes It Is - 9 aprile 1965
- Help! / I'm Down - 23 luglio 1965
- We Can Work It Out / Day Tripper (doppio lato A) - 3 dicembre 1965
- Paperback Writer / Rain - 10 giugno 1966
- Eleanor Rigby / Yellow Submarine (doppio lato A) - 5 agosto 1966
- Strawberry Fields Forever / Penny Lane (doppio lato A) - 17 febbraio 1967
- All You Need Is Love / Baby You're A Rich Man - 7 luglio 1967
- Hello Goodbye / I Am The Walrus - 24 novembre 1967
- Lady Madonna / The Inner Light - 15 marzo 1968
- Hey Jude / Revolution - 30 agosto 1968
- Get Back / Don't Let Me Down - 11 aprile 1969
- The Ballad of John and Yoko / Old Brown Shoe - 30 maggio 1969
- Something / Come Together (doppio lato A) - 31 ottobre 1969
- Let it Be / You Know My Name (Look Up The Number) - 6 marzo 1970
- The Long And Winding Road / For You Blue - (maggio 1970)
[modifica] Raccolte
- Past Masters, Volume One - 7 marzo 1988 (periodo 1962-1965)
- Past Masters, Volume Two - 7 marzo 1988 (periodo 1965-1970)
- Compilation nate con lo scopo di rendere disponibile su CD tutte le canzoni non pubblicate all'interno di album dal 1962 al 1970. Contengono tutti i singoli (comprese le versioni alternative di Get Back e Let It Be), le versioni in tedesco di She Loves You e I Want To Hold Your Hand, i 4 brani dell'EP Long Tall Sally del 1964 e la versione originale di Across The Universe, originariamente uscita in una compilation benefica di artisti vari.
- Live at the BBC - 30 novembre 1994
- 69 brani registrati dal vivo per vari show della BBC. Importante perché unico documento ufficiale dal vivo (escludendo i brani dell'ultimo concerto), e perché contiene alcune canzoni scritte ed eseguite solo qui, prima di essere cedute ad altri artisti.
- Anthology 1 - 21 novembre 1995 (periodo 1958-1964)
- Anthology 2 - 18 marzo 1996 (periodo 1965-1968)
- Anthology 3 - 28 ottobre 1996 (periodo 1968-1970)
- Materiale inedito, frammenti di conversazioni, versioni alternative e di prova di brani dall'intera carriera del gruppo. A differenza di analoghe operazioni, l'interesse storico è molto alto, perché è possibile seguire spesso l'evoluzione di un brano e il metodo di lavoro del gruppo, grazie anche alle note di copertina. Sono presenti anche i due "nuovi" brani incisi dal gruppo: Free As A Bird e Real Love, ottenuti con sovraincisioni su registrazioni domestiche di John Lennon fornite dalla vedova Yoko Ono.
- Non è una riedizione della colonna sonora, ma la compilation di tutte le canzoni presenti nel film (riproposto in quell'anno nelle sale in versione restaurata), per l'occasione remixate dai nastri originali.
- Compilation con le 27 canzoni da singolo che raggiunsero la vetta della classifica. Non ci sono inediti, ma tutti i brani sono stati rimasterizzati, per una qualità superiore a quella degli album editi in CD nel 1988.
- Riedizione dell'ultimo album pubblicato, nella forma in cui Paul McCartney intendeva inizialmente, senza l'intervento di Phil Spector (che modificò interi brani su mandato di George Harrison e John Lennon, mesi dopo che il progetto era stato abbandonato). L'aderenza all'idea originaria, viste anche le note di Lewisohn e le Anthology, è stata messa in dubbio da molti critici ed esperti.
- Una raccolta di 26 canzoni editate e remixate attraverso le registrazioni originali degli Abbey Road Studios da George Martin (detto anche il "quinto Beatle") e il figlio Giles sotto richiesta di Paul McCartney Ringo Starr e dalle signore Lennon e Harrison. L'album esce in collaborazione con il Cirque du Soleil, e risulta essere pieno di sorprese, album che tenderà ad essere un'icona delle collezioni dei Beatles, tralaltro primo album in qualità dolby digital 5.1.
[modifica] Live
Escludendo i bootlegs, solo due album restano delle registrazioni dei loro concerti dal vivo:
- Contiene 27 canzoni registrate mediante un magnetofono da Kingsize Taylor, cantante dei Dominoes di Liverpool che si esibivano negli stessi giorni ad Amburgo. I nastri furono acquistati da un ex manager dei Beatles, Alan Williams, dopo lo scioglimento del gruppo e pubblicati dalla RCA. La qualità del disco è quindi pari a un bootleg ma l'atmosfera e l'energia che si percepisce è esplosiva.
- L'unico album live ufficiale nella storia dei Beatles fu pubblicato in fretta e furia (dopo anni di tentennamenti) dalla Parlophone per contrastare l'uscita dell'altro "Live! at the Star Club in Hamburg". È un album straordinario seppure di qualità non eccelsa in quanto documenta la vera beatlesmania. Contiene 12 brani registrati a Los Angeles in due concerti tenuti il 23 agosto 1964 e il 29 agosto 1965.
Vale comunque la pena citare anche il film sul concerto allo Shea Stadium:
- The Beatles At The Shea Stadium - 1966
- Il 15 agosto 1965 i Beatles si esibirono a New York davanti a 55.600 spettatori deliranti nel più grande concerto mai tenuto fino ad allora. L'evento fu eccezionalmente ripreso in un documentario per la TV di 48 minuti. Esistono due bootlegs con questo titolo, uno dei quali però contiene solo sei brani e per giunta non registrati allo Shea Stadium ma all'Hollywood Bowl!
[modifica] Filmografia
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Per approfondire, vedi la voce Filmografia dei Beatles. |
Fin dagli esordi la personalità dei quattro, e l'immagine mediatica che li aveva resi famosi, ispirarono la possibilità di sfruttare anche cinematograficamente la notorietà del complesso.
Nacquero così due pellicole, A Hard Day's Night (1964) e Help! (1965), entrambe firmate da Richard Lester. Il noto regista fu capace di ricavare da un fenomeno all'epoca ancora potenzialmente effimero come la Beatlemania due opere molto apprezzate dalla critica, ancora oggi considerate fondamentali per la storia del cinema musicale.
La successiva incursione del gruppo nella celluloide fu con un anarchico e scombussolato film per la televisione, Magical Mystery Tour, diretto dai quattro Beatles e andato in onda il giorno di Santo Stefano del 1967. Gli ascolti e le critiche furono molto deludenti, anche se il film è stato in parte rivalutato per l'interesse storico e documentario. Il progetto, nato dopo il suicidio di Brian Epstein, soffre di una mancanza di direzione: alcune voci critiche ritengono che sia stato un progetto essenzialmente di Paul, che non aveva idea della complessità di un simile lavoro.
Forse per questo fiasco, ma più probabilmente perché il progetto non interessava loro ma erano costretti a fare un altro lungometraggio, i quattro si dedicarono poco a Yellow Submarine, per cui si limitarono a fornire solo 4 nuovi brani (alcuni dei quali erano scarti delle sessioni per i dischi precedenti). Ciononostante il film, uscito nel 1968, ebbe un grande successo e segnò una tappa importante per il cinema d'animazione.
L'ultimo film dei Beatles corrisponde a quello che fu il loro ultimo concerto, e cioè fu il documentario che porta il titolo di Let it Be, che ebbe una irregolare distribuzione nell'aprile 1970, dopo cioè lo scioglimento informale del gruppo, pur essendo stato girato un anno e mezzo prima, durante la lavorazione del progetto Get Back.
[modifica] Curiosità
- Una caricatura del gruppo appare nel film d'animazione Disney il libro della giungla dove i 4 di Liverpool forniscono le sembianze a simpatici avvoltoi.
- Sono in molti a sostenere che il primo videoclip lanciato nel panorama musicale intercontinentale, sia stato Bohemian Rhapsody dei Queen, uscito nel 1975. Si tratta di una informazione errata, in quanto i Beatles iniziarono a girare video musicali, per diffonderli mediante le reti televisive di tutto il mondo, fin dal 1965 con Day tripper e We can work it out.
Ciò che li spinse a diffondere le loro canzoni sotto forma di video musicale fu l'impossibilità di apparire ovunque venissero invitati e fu così che decisero di adottare, grazie anche all'estro del manager Brian Epstein e del produttore George Martin, l'innovazione della diffusione di canzoni in video. Il primo videoclip della storia della musica, inteso come tale è Paperback writer, del 1966, seguito da Rain, dello stesso anno ed entrambi girati in una serra. Ciò viene confermato anche in un'intervista a George Harrison del 1993, reperibile in Anthology, dove sosteneva che "praticamente avevano inventato MTV".
- Per l'incisione di "A day in the life", da molti considerato come il più grande pezzo di musica rock mai realizzato, John Lennon, chiese a George Martin la convocazione di un'orchestra composta da 90 elementi per realizzare una traccia sonora innovativa. Tale richiesta, rivelatosi assai dispendiosa per il produttore, fu accantonata con una controproposta di un'orchestra composta da 45 elementi. Ai componenti della stessa e a tutti gli astanti in studio, Lennon, per la realizzazione del videoclip, fece indossare nasoni di cartapesta completi di baffi e occhiali.
La traccia sonora consisteva nel realizzare un vortice da inserire nella canzone come intermezzo e come coda. In pratica, fu chiesto all'orchestra di suonare, crescendo man mano in intensità e volume, la nota più bassa prevista dal pentagramma fino a raggiungere quella più alta, creando così il famoso vortice di archi, ottoni e fiati di imponente impatto emotivo.
Per il vortice di coda Lennon decise di concludere con un accordo al pianoforte, protratto fino alla dissolvenza totale del suono e vi inserì, al termine di esso, un frammento di ultrasuono, mixato in maniera da poter essere percepito dall'orecchio umano e un breve collage di fonemi incomprensibili chiamato "The inner groove", ossia il "solco interno". Paul McCartney ha inserito il vortice, notevolmente velocizzato, tra gli effetti sonori della versione live della sua "Coming up", presente nell'album "Tripping the live fantastic" del 1990.
[modifica] Bibliografia
- Roy Carr e Tony Tyler. I favolosi Beatles. Euroclub, Bergamo 1979.
- Ingham Chris. Guida completa ai Beatles. Vallardi, Milano 2005.
- Alan Clayson. The Beatles Box. Mondadori, Milano 2003.
- Alan Clayson. The Beatles. Mondadori, Milano 2004.
- Roberto Colonna. «Dalla prospettiva degli scarafaggi», in Napolipiù - La verità, 8 dicembre 2005, p. 21.
- Bill Harry. The Beatles. L'Enciclopedia (The Beatles Encyclopedia, Bill Harry 1992). Arcana Musica, Roma 2001, ISBN 8879662325
- Mark Hertsgaard. La musica e l'arte dei Beatles (A Day In The Life). Baldini e Castoldi, Torino 2002.
- Michelangelo Iossa. Le Canzoni dei Beatles. Collana "Pensieri e Parole", Editori Riuniti, Torino 2004.
- Mark Lewisohn. Beatles - Otto anni ad Abbey Road (The complete Beatles recordings sessions). Arcana Musica, Roma 1990.
- Ian MacDonald. The Beatles. L'opera completa (Revolution In The Head, Fourth Estate, London 1994). Mondadori, Milano 1994, ISBN 8804423005.
- Philip Norman. "Shout", la vera storia dei Beatles. Oscar Mondadori, Milano 1984.
- Steve Turner. Beatles. La storia dietro ogni canzone. Tarabooks, Campobasso 2001.
- The Beatles Anthology. Rizzoli, Milano 2000.
- Dopo i Beatles Musica e Società negli anni '70. Carabba, Lanciano 2003.
[modifica] Voci correlate
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