Iron Maiden
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Iron Maiden | ||
Gli Iron Maiden. Da sinistra Adrian Smith, Janick Gers, Steve Harris, Nicko McBrain e Dave Murray; in basso Bruce Dickinson.
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Nazionalità | Regno Unito | |
Genere | Heavy metal[1] NWOBHM |
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Periodo attività | 1975 - in attività | |
Etichetta | EMI Sanctuary Columbia Portrait Capitol Epic CMC International |
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Album pubblicati | 25 | |
Studio | 14 | |
Live | 7 | |
Raccolte | 4 | |
Sito ufficiale | ironmaiden.com | |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica |
Gli Iron Maiden sono un gruppo heavy metal britannico, formatosi a Londra nel 1975 per iniziativa del bassista Steve Harris.
Considerati come una delle band più affermate ed influenti della storia del genere metal, sono tra gli artisti più in vista nella New Wave of British Heavy Metal[2], al cui sviluppo hanno fortemente contribuito. Si sono esibiti come headliner in molti festival musicali, tra cui il Rock in Rio, l'Ozzfest, il Monsters of Rock, il Download Festival e il Reading Festival, e hanno venduto più di 80 milioni di dischi in tutto il mondo[3]. Nel 2002 sono stati anche premiati con l'Ivor Novello Award, per i loro successi internazionali[4].
Ispirati da gruppi come Wishbone Ash, Black Sabbath, Deep Purple, Thin Lizzy, Jethro Tull e UFO, gli Iron Maiden hanno rivoluzionato i canoni musicali metal, portando i presupposti per la nascita di molti nuovi generi musicali. Al loro sound si sono rifatte varie band come Helloween, Slayer, Megadeth, Stratovarius, Angra, In Flames, Queensryche, Children of Bodom, Cradle of Filth e Fates Warning.
Indice |
[modifica] Storia del gruppo
[modifica] Gli inizi (1975-1980)
Gli Iron Maiden furono fondati nel 1975 a Londra dal bassista Steve Harris.
Il loro nome, scelto dallo stesso Harris, proviene dal film "L'Uomo Nella Maschera Di Ferro", in cui era presente "La Vergine di Ferro" (in inglese proprio Iron Maiden), uno strumento di tortura medievale simile ad un sarcofago, la cui porta era dotata all'interno di affilati spuntoni di ferro, dove le vittime venivano uccise trafitte da essi.
La prima formazione della band vide, oltre ad Harris al basso, Dave Sullivan e Terry Rance alle chitarre, Paul Day alla voce e Ron "Rebel" Matthews alla batteria. Dopo pochi mesi, Sullivan venne sostituito da Dave Murray, il quale sarà, assieme ad Harris, l'unico componente fisso nell'arco della carriera del gruppo.
Sebbene il punk ebbe un grande risvolto nella loro musica, gli Iron Maiden volevano essere una valida risposta ai gruppi inglesi del genere, come Sex Pistols e Clash, che allora dominavano le classifiche musicali. A causa della supremazia del punk, per il gruppo era molto difficile esibire la propria musica, ma la possibilità di suonare al "Ruskin Arms", uno dei pochi locali londinesi che proponeva gruppi hard & heavy, fu una grande occasione per loro e qui il gruppo iniziò a farsi conoscere.
Oltre all'aspetto musicale, la band si soffermava molto anche sull'immagine, specialmente durante i concerti dove creavano da soli degli effetti pirotecnici e spettacoli grand guignol. Proprio durante le esibizioni al "Ruskin Arms" fece una delle prime comparse "Edward the Head", una creatura mostruosa conosciuta più tardi come Eddie, la loro mascotte ufficiale.
Dopo vari cambi di formazione, il gruppo trovò la sua stabilità con l'ingresso del cantante Paul Di'Anno e di Doug Sampson alla batteria. Questa formazione diede vita al primo demo degli Iron Maiden, intitolato The Soundhouse Tapes e inviato nel 1979 al produttore Will Malone. Quest'ultimo rimase positivamente affascinato dalle capacità dei ragazzi e decise di stipulare con loro un contratto discografico per l'etichetta discografica EMI.
In breve tempo il gruppo iniziò a produrre nuovi brani, tra i quali Sanctuary e Wrathchild (versioni iniziali di quelle contenute nei loro rispettivi dischi) che comparvero nella compilation "Metal for Muthas", pubblicata il 15 Febbraio 1980 dall'etichetta Sanctuary Records.
Dopo questa pubblicazione, Sampson abbandonò per motivi di salute la band, prontamente sostituito da Clive Burr. Successivamente Harris reclutò anche Dennis Stratton come secondo chitarrista[5].
[modifica] I primi successi (1980-1981)
Con la nuova formazione fu registrato l'album d'esordio del gruppo, l'omonimo Iron Maiden, rilasciato nel 1980[6][7]. L'album ebbe un ragguardevole successo, giungendo alla posizione #4 delle classifiche britanniche, grazie a brani come Prowler, Running Free, Phantom of the Opera e Iron Maiden, divenuti poi pietre miliari della discografia del gruppo e dell'heavy metal in genere.
Successivamente gli Iron Maiden partirono per il loro primo tour, che entusiasmò le folle e creò dietro di loro una folta scia di fans in delirio ad ogni loro esibizione. Durante il British Steel Tour si esibirono come gruppo spalla dei Judas Priest, e in seguito, nel resto dell'Europa, fecero da supporto alla tournée di Unmasked dei KISS, suonando anche per la prima volta in Italia, con tappe a Milano e Genova.
Tornati dal tour, Stratton se ne andò per divergenze musicali con gli altri membri, essendo più legato all'hard rock che al neonato heavy metal. Nella band entrò così Adrian Smith[8], un amico d'infanzia di Dave Murray e già chitarrista degli "Urchin".
Rinnovato l'organico, gli Iron Maiden iniziarono le registrazioni per il secondo album, pubblicato nel 1981 con titolo Killers[9], disco che esibì una notevole maturazione nella tecnica e nella produzione, quest'ultima affidata a Martin Birch, già produttore di altri gruppi come Deep Purple e Rainbow, che provocò un notevole miglioramento nelle registrazioni studio. L'album, sebbene considerato come valido dalla critica, non riuscì a bissare il successo dell'esordio, ma riuscì comunque a posizionarsi al 12° posto nelle classifiche del Regno Unito.
Il quintetto iniziò così un nuovo tour mondiale, in cui furono headliner in Europa e Giappone, (dai concerti giapponesi venne estratto anche un Ep, intitolato Maiden Japan), oltre che opening act negli Stati Uniti. In quel periodo, però, la voce di Paul Di'Anno[10] iniziò a subire gravi danni (oggi permanenti, per quanto egli porti tuttora in tour con una sua band le composizioni maideniane di allora) dovuti al grande abuso di alcol, fumo e altre droghe a cui il cantante faceva uso. Questi problemi rischiarono di rovinare l'intero tour della band, che fu così costretta a rimandarne le ultime tappe. Proprio per via di questi suoi eccessi, Harris decise di licenziare Di'Anno.
[modifica] L'arrivo di Dickinson (1981-1983)
Allontanato Di'Anno, gli Iron Maiden si misero immediatamente al lavoro per trovare un nuovo cantante. Nel 1981 il gruppo assistette all'esibizione al "Reading Festival" di una band di nome Samson, la quale riscosse un gran successo e un ottima partecipazione del pubblico grazie anche all'ottimo lavoro svolto dal vocalist Bruce Dickinson, all'epoca soprannominato Bruce Bruce o Air Raid Siren. Gli Iron Maiden decisero allora di ingaggiare proprio questo cantante che, a poche settimane di distanza dal festival, entrò definitivamente nel gruppo.
La band entrò in studio di registrazione nel 1982 e dopo pochi mesi fu rilasciato il terzo album del gruppo, intitolato The Number of the Beast. Il disco presentò elementi sonorì rinnovati rispetto ai due precedenti album e fu caratterizzato da un sound nuovo e arricchito, ancora più vario dei precedenti grazie alle notevoli capacità vocali di Bruce. Questo album è ancora tutt'oggi ritenuto tra i più importanti tra quelli prodotti dal genere metal e tra i più influenti per le generazioni future[11]. Dal disco vennero estratti alcuni dei pezzi più significativi della carriera del gruppo, come la traccia omonima The Number of the Beast, The Prisoner, Children of the Damned, Run to the Hills e Hallowed be thy Name.
Intanto, come tanti gruppi heavy metal di quegli anni, anche gli Iron Maiden non erano esenti da accuse di satanismo, lanciate dalle principali organizzazioni religiose. Quest'ultime cercarono a lungo di boicottare la distribuzione del disco, giungendo al punto di bruciarne varie copie in pubblico.
Evitando le polemiche, il gruppo continuò ad andare avanti imperterrito e partì per il tour The Beast On the Road, nel quale ebbe in quasi tutte le tappe, tranne che negli Stati Uniti dove fecero da supporto ai Rainbow, a Ozzy Osbourne e ai 38 Special, ruolo di headliner. Anche grazie a Dickinson e Smallwood, che contribuirono anche alla stabilità del gruppo, il gruppo riuscì a divenire ancora più dinamico e scatenato, con esibizioni live ancora più teatrali e apprezzate che in precedenza.
[modifica] La fama mondiale (1983-1986)
Terminata la tournèe, la band si prese un periodo di riposo alle Bahamas. In questa nazione prese luogo la registrazione del nuovo album del gruppo, intitolato Piece of Mind e pubblicato nel 1983. Il disco vide l'entrata in scena di un nuovo batterista, Nicko McBrain, ex componente di Pat Travers e Trust, inserito nella band dopo la defezione di Clive Burr, non più in grado di sostenere lo stress delle numerose tournée. Sonoricamente, l'album presentò nuove influenze musicali di scuola progressive rock (genere molto amato da Harris), divenendo meno massiccio dei precedenti grazie all'inserimento di brani più melodici e strutturalmente più complessi e ricercati.
Gran parte di queste novità furono dovute proprio allo stile di suonare di McBrain che portò uno stile più tecnico e fortemente legato al jazz e al progressive, diverso rispetto a quello del suo predecessore Burr, di matrice più diretta ed incisiva. Un ulteriore aiuto venne da Dickinson che, laureato in storia, introdusse testi più impegnati e colti. L'album fu molto apprezzato e il brano The Trooper divenne una delle canzoni distintive degli Iron Maiden.
Sempre alle Bahamas, il quintetto registrò nel 1984 il suo quinto album, denominato Powerslave. Il disco divenne anch'esso un grande successo e fu caratterizzato da un suono che ritornò ad essere possente, conservando però allo stesso tempo i tratti progressive inseriti nel precedente Piece of Mind. La caratteristica principale di questo prodotto fu comunque l'ispirazione del gruppo verso i fatti legati alla civiltà egizia, che portarono nei testi riferimenti alla cultura e alle credenze di questo popolo antico. Aces High, 2 Minutes to Midnight e Powerslave divennero altri singoli acclamati e suonati, spesso, dal vivo.
Il successivo tour mondiale del gruppo, il World Slavery Tour, fu uno dei più lunghi mai sostenuti dalla band. La tournèe ebbe una durata complessiva di undici mesi, per un totale di più di trecento concerti. Ad aggiungersi alle date del tour vi furono anche le partecipazioni al festival Rock in Rio da headliners (dove riunirono più di 300.000 fans) e alla Long Beach Arena, luogo dove fu registrato Live After Death (1985), considerato uno dei più grandi dischi dal vivo della storia del metal.
[modifica] Ultimi anni '80 (1986-1990)
Dopo un lungo periodo di riposo lontano dalle scene dedito alle rispettive famiglie, la band tornò in studio di registrazione e nel 1986 gli Iron Maiden rilasciarono l'album Somewhere in Time. Il disco mostrò cambiamenti nella loro musica; in questo periodo infatti i suoni elettronici del synthpop andavano di moda e avevano contagiato anche il sound di alcuni artisti heavy metal come Ozzy Osbourne, i Judas Priest e i KISS. Seguendo la stessa onda, anche i Maiden introdussero per la prima volta suoni sintetizzati alle chitarre ed al basso, mantenendo, comunque, uno stile sempre duro e gli stilemi progressive adottati nelle loro ultime produzioni.
Importante fu il contributo di Adrian Smith che partecipò in maniera evidente alla composizione dei testi e delle musiche (un esempio il pezzo Wasted Years, caratterizzato dal celebre riff iniziale, è stato ideato da Smith). La vendita del disco si dimostrò molto buona, ma le critiche di questa svolta si fecero sentire.
La tournée che seguì l'uscita del disco, il SomeWhere On Tour, registrò il "tutto esaurito" in molte nazioni e vide esibizioni sempre più ecclatanti, dominate da effetti speciali, luci e fuochi d'artificio.
Dopo due anni di concerti, gli Iron Maiden tornarono in studio e nel 1988 rilasciarono sul mercato Seventh Son Of A Seventh Son. Nel disco furono ancora una volta avvertibili i sintetizzatori, anche se lo stile del gruppo si inasprì notevolmente, presentando chitarre più distorte e la voce molto dura e tagliente di Dickinson che dimostrò la sua ottima versatilità vocale.
Anche questo disco suscitò polemiche, per espliciti riferimenti a Satana e all'occulto. I linciaggi che il gruppo subì non impedirono comunque a questo disco di diventare uno strepitoso successo, piazzandosi alla posizione #1 delle classifiche inglesi e vendendo moltissimo, trainato da singoli acclamati dal pubblico come Infinite Dreams, Can I Play With Madness, The Evil That Men Do e The Clairvoyant.
[modifica] Primi anni '90 (1990-1993)
Dopo un periodo in cui il gruppo sembrava aver trovato solidità nell'organico, Adrian Smith annunciò la sua uscita dalla band per intraprendere una nuova carriera solistica (pubblicherà il disco Silver and Gold sotto il nome di ASAP, Adrian Smith and Project). Al suo posto fu ingaggiato Janick Gers, in precedenza nel gruppo del vocalist dei Deep Purple, Ian Gillan.
Con la nuova formazione, gli Iron Maiden incisero un nuovo album nel 1990, intitolato No Prayer For the Dying. Il disco presentò la scomparsa del sound sintetizzato e vi fu un ritorno allo stile più ruvido degli esordi. Ciononostante il numero di vendite sufficiente, il gruppo fu accusato da critici e fans di aver perso di spessore, vena creativa e tecnica rispetto alle uscite precedenti. Unica nota positiva di questa uscita fu il singolo Bring Your Daughter...To The Slaughter , che fu il primo della storia dei Maiden a classificarsi al 1° posto nelle classifiche britanniche.
Il tour di No Prayer For the Dying fu caratterizzato da scenografie volutamente più povere rispetto allo sfarzo dei tour precedenti in quanto la band voleva dimostrare di essere capace di offrire uno spettacolo valido anche senza di esse.
Il seguente album, intitolato Fear Of the Dark, uscì nel 1992. Anche questa pubblicazione ricevette qualche critica ma si rivelò comunque più valida della precedente in termini di popolarità. Quest'album fu il terzo dei Maiden a raggiungere la vetta nelle charts inglesi, grazie alla famosa traccia omonima Fear of the Dark, punto fisso dei live della band negli anni successivi oltre che uno dei brani più conosciuti della formazione inglese. Anche brani come Be Quick or Be Dead, Afraid to Shoot Strangers e la ballad Wasting Love riscontrarono buoni consensi da parte del pubblico, anche se in secondo piano rispetto ad altri pezzi più noti della loro carriera.
Il tour dell'album vede la band approdare anche al Monsters Of Rock del 1992, tenutosi al Castello di Donington insieme a Slayer, W.A.S.P., Skid Row ed altre band. Dalla data di Donington venne anche tratto un live album, denominato Live at Donington. Un altro tour, chiamato A Real Live Tour venne allestito per il 1993, e da questo vennero tratti altri due live album, A Real Live One e A Real Dead One, recentemente riuniti in un doppio album dal titolo A Real Live Dead One.
[modifica] L'era con Blaze Bayley (1993-2000)
Alla fine del tour Real Live, Dickinson annunciò di voler lasciare la band. La fonte di questa decisione è da cercare nell'unione di numerosi fattori: innanzituto gli ormai certi dissidi con il bassista Steve Harris, poi la carriera solista di Bruce ostacolata dal tempo passato con i Maiden e infine una voglia del cantante di cimentarsi in qualcosa di diverso. La sua uscita lasciò impietriti numerosi fans, i quali erano rimasti affascinati dalla sua voce e dal suo carisma che aveva contribuito tanto alla notorietà del gruppo.
La band fu così nuovamente in cerca di un cantante. Le audizioni puntarono, per volere di Harris, a scartare immediatamente i cantanti non inglesi (si dice che l'ex Helloween, Michael Kiske, non venne preso dal gruppo perché tedesco) e fra i cantanti bocciati si può nominare anche Doogie White, che oggi canta per Yngwie Malmsteen. Alla fine, il prescelto fu Blaze Bayley, giovane voce dei Wolfsbane. Bayley aveva una voce profondamente diversa da quella di Bruce Dickinson, in quanto presentava tonalità molto più basse e meno incisive.
A tre anni da Fear of the Dark, la nuova formazione pubblicò nel 1995 un nuovo album, intitolato The X Factor. Il disco segnò una nuova grande svolta nel sound, che divenne molto più cupo e intimista. Cause principali di questo cambio furono la produzione che sacrificava parte della potenza delle chitarre (per la prima volta non era Martin Birch a produrre l'album), la voce di Blaze e i dissidi familiari di Harris, che dovette superare la morte del padre e la separazione dalla moglie.
Lo stesso incipit dell'album presentò già un punto di rottura rispetto al passato; infatti, invece di un'opener veloce e diretta, fu scelta come prima traccia l'oscura Sign of the Cross, un pezzo molto complesso, difficile e solenne come il libro dal quale è stata tratta, Il nome della rosa. Le altre composizioni mantennero un tono quasi sommesso e furono rari i momenti pienamente metal dell'album. Anche se il disco si piazzò alla posizione #8 delle classifiche nazionali, i fans non gradirono questa svolta musicale e contestarono più volte le scelte fatte dalla band.
Nel 1996 uscì intanto la raccolta Best of the Beast, stampata anche nella versione limitata con un doppio CD, contenente anche un singolo inedito, Virus, composto con Bayley. Nel 1998 uscì un nuovo album, intitolato Virtual XI. Il sound di questo prodotto si discostò leggermente dal predecessore e subì critiche ancora più pesanti di quelle lanciate contro il suo predecessore. Il disco venne contestato perché ritenuto ripetitivo, monotono e privo della potenza che aveva caratterizzato gli album del gruppo con Di'Anno e Dickinson. Alla sua uscita, Virtual XI si piazzò alla posizione #16 in Gran Bretagna, la più bassa raggiunta dai Maiden nella propria nazione, e scese di livello nel giro di poco tempo. Comunque, ciononostante le crtiche dei fans, la critica definì positivamente alcuni pezzi come Futureal e The Clansman.
Il tour di supporto a questi due album evidenziò uno stile sonoro differente, per via della timbrica di Bailey che dava un'altro tocco ai vecchi pezzi cantati da Dickinson, dove il neocantante doveva cercare di non infangare la pesante eredità del suo illustre predecessore. Questo cambiamento portò molti fans ad essere ostili nei confronti di Bailey e gli imputarono colpe riguardo la crisi irreversibile che stava attanagliando la band.
Gli Iron Maiden, infatti, stavano certamente attraversando una fase molto delicata. Infatti secondo la stampa nel gruppo ci furono in quegli anni duri screzi, che vedevano Murray, Gers e McBrain contro Bayley. Alcune ipotesi sostennero che i tre non vollessero più suonare con il cantante, ponendo un ultimatum al leader Steve Harris, minacciandolo dell'uscita in massa dal gruppo. Harris, anche se non voleva licenziare Bayley, dovette cedere al compromesso. Il cantante, a causa delle critiche dei fans e della presunta lite con gli altri membri, lasciò gli Iron Maiden distrutto dal punto di vista psicologico, ritirandosi dalla scena per un certo periodo (in seguito, sarebbe tornato sulle scene con una band a suo nome, i Blaze).
Dopo la sua dipartita, iniziarono a circolare voci di una reunion con Bruce Dickinson, seguite da un susseguirsi di smentite e conferme. Nel 1999, dopo circa un anno, i media dichiarano il ritorno di Dickinson nel gruppo con l'aggiunta improvvisa di Adrian Smith, che nel frattempo avevano lavorato assieme nel progetto solista dello stesso Dickinson. Con il ritorno dello storico vocalist e di Smith, il gruppo divenne così un sestetto formato da ben tre chitarristi.
[modifica] Il rilancio (2000-2005)
Il ritorno di Smith e Dickinson riattirò così i fans delusi dall'era Bayley. Per questo motivo, la band volle subito celebrare il ritorno alla vecchia formazione con un mega-tour: la scaletta fu decisa direttamente dai fans, che con una votazione poterono scegliere i pezzi da suonare live. I sei si ritrovarono a suonare brani che non facevano da tempo, come Aces High, Phantom of the Opera, Powerslave e Wasted Years.
Dopo il tour, il gruppo scrisse e registò in breve tempo un nuovo album, denominato Brave New World, che uscì nel maggio 2000. L'album riprese la sottile vena progressive che era andata persa dopo Seventh Son of a Seventh Son e fece riaffriorare la potenza che mancava da un bel po' di tempo. Nacque così un disco ben bilanciato, mai troppo agitato, che contenne pezzi celebri come The Wicker Man o Ghost of the Navigator.
Il tour che seguì l'uscita dell'album fu un trionfo, culminato nella fantastica performance al Rock in Rio di Rio de Janeiro davanti a più di 250.000 persone. Il concerto fu immortalato nel doppio live CD e DVD intitolato, appunto, Rock in Rio. Terminata la tournèe la band si prese una pausa, per poi ripartire per un nuovo tour, il Give Me Ed... Till I'm Dead, che propose ancora una scaletta incentrata sul passato della band, creata per celebrare il doppio DVD di recente uscita.
Nel 2003 fu rilasciato un nuovo album, Dance of Death. Il disco presentò un sound più elaborato del precedente, carico di venature rock & roll. I pezzi mantennero comunque una certa varietà come si può vedere nella stessa title-track Dance of Death, una danza della morte che, nei suoi 8 minuti di durata, sfoggiò passaggi piuttosto arditi e cambi di tempo serrati che non venivano suonati dal gruppo dagli anni degli esordi. Da segnalare inoltre la presenza della prima vera e propria ballad acustica del gruppo, Journeyman, che fu suonata interamente con strumenti acustici e sinfonici. Un' ultima particolarità di questo disco fu anche riscontrabile in Face in the Sand, il primo pezzo in cui Nicko McBrain suonò con il doppio pedale, elemento mai usato nella musica del gruppo diversamente dalla stragrande maggioranza dei gruppi metal.
Il tour che seguì si dimostrò superiore, in termini di successo, del precedente e in molte tappe fu registrato il tutto esaurito. Dal concerto tenuto alla Westfallenhalle Arena di Dortmund, Germania, il 24 novembre 2003, venne anche tratto un altro CD e DVD live, chiamato Death on the Road, uscito nell'agosto 2005. Un altro concerto della tournèe che riscosse un grandioso successo fu quello che si tenne nel South Wisconsin insieme ad altri due grandissimi gruppi heavy metal come i Moulin Rouge e gli W.A.S.P..
Verso la fine del 2004 venne rilasciato anche un DVD, The Early Days, che presentò la storia del gruppo vissuta negli anni dei primi quattro album; di supporto a questa uscita, nel 2005 ci fu un tour durante il quale i Maiden si esibirono su grandi palcoscenici, che riprendevano le scenografie dei tour degli esordi. Il materiale suonato andava infatti dal primo Iron Maiden al più recente Piece of Mind.
[modifica] Anni recenti (2005-oggi)
Nel 2005, per festeggiare i 25 anni dal primo album e i 30 dalla loro formazione, gli Iron Maiden rilasciarono nuovamente il singolo "Run to the Hills", contenente anche alcuni pezzi suonati nel concerto alla Brixton Academy del 2002. Il ricavato dal disco fu devoluto in beneficienza ad associazioni per la ricerca sulla sclerosi multipla, malattia che aveva colpito l'ex batterista Clive Burr.
Il 19 agosto dello stesso anno, i Maiden furono introdotti nel Guitar Center's Hollywood Rockfame dove, in una cerimonia pubblica, lasciarono le proprie impronte proprio accanto ad altre note celebrità come Eric Clapton, Lou Reed, gli Aerosmith, i Van Halen, Carlos Santana ed altri grandi della musica, entrando di fatto nella storia e lasciando un segno indelebile nella carriera del gruppo.
Nell'agosto del 2006 uscì, preceduto dal singolo The Reincarnation of Benjamin Breeg, un nuovo album, intitolato A Matter of Life and Death, quattordicesima fatica del gruppo in studio. Il disco riprese le sonorità della canzone Paschendale dell'album precedente, affiancate da un sempre più marcato elemento progressivo. La registrazione dell'album fu praticamente effettuata dal vivo, con la band che suonava nella stessa stanza riunita tutta assieme.
L'album riscosse immediatamente un largo successo. In Finlandia il disco vendette 13.000 copie in pochissimo tempo, arrivando quasi a diventare disco d'oro mentre in Italia, in una sola settimana di vendite, raggiunse il primo posto in classifica. Il singolo The Reincarnation of Benjamin Breeg raggiunse la prima posizione delle classifiche in più di 10 nazioni del mondo ed fu inserito per la prima volta nella top ten americana degli album, nonostante non abbia mai avuto passagi radio e TV a causa della lunghezza delle sue canzoni (la più lunga arriva a 9 minuti e 24 secondi). La band rimase così soddisfatta dell'album che decise di riproporlo interamente durante i concerti che ne seguirono la pubblicazione, assieme ad altri 5 pezzi storici. Nonostante alcuni malumori, il tour si rivelò un successone immenso e registrò sold-out a ripetizione.
Dopo la tournèe, i Maiden si apprestarono a ritornare in studio di registrazione per produrre il loro quindicesimo album, intitolato Machine is live and never die!, che dovrebbe uscire per la fine del 2008, come già ha anticipato lo stesso leader Steve Harris, durante un'intervista rilasciata per MTV nel novembre 2006.
Gli Iron Maiden intanto saranno di nuovo in Italia per due date, a Roma il 20 giugno per un headliner stadium show allo Stadio Olimpico affiancati da altri gruppi come i Motörhead, i Machine Head, i Mastodon, i Sadist e la figlia di Steve Harris, Lauren Harris, mentre saranno poi anche all'Heineken Jammin' Festival il 14 giugno nella stessa giornata degli Slayer e dei Stone Sour a Venezia.
[modifica] Eddie the Head
Gli Iron Maiden fin dai loro esordi presentarono una mascotte, denominata Eddie, che gli accompagnava in ogni concerto ed esibizione. Eddie, creata dal grafico Derek Riggs, fu inotre sempre inclusa nelle copertine dei dischi, presentando le fattezze di un uomo morto simile ad uno zombie.
Il nome completo della primissima mascotte era "Eddie The Head", poi abbreviato in "Edward T. H." per la prima volta sulla copertina di "Live After Death". L'idea di chiamare in questo modo la mascotte fu spiegata dal gruppo attraverso questo racconto:
Nato come "ornamento" del palco su cui si sarebbe esibita la band, Eddie era originariamente ricavato da una maschera kabuki opportunamente riverniciata. Allo scopo di "impreziosirne" l'effetto, in breve tempo venne modificata in modo da permettere la fuoriuscita di fumi colorati e/o sangue finto. Il successo crescente della band e la conseguente necessità di impegnare palchi più grandi portarono un rispettivo ingrandirsi delle dimensioni di Eddie, fino alla nascita del cosiddetto "walking Eddie", ovvero una versione tridimensionale di grandi dimensioni e semovente della mascotte, che fu accompagnata da sempre più elaborate scenografie.
Nelle prime copertine Eddie si presentava solo come semplice logo ma, successivamente alla pubblicazione di Live After Death, assunse sempre maggiore importanza, venendo accompagnato da una citazione alle spalle di Howard Phillips Lovecraft recitante:
(EN)
«Non è morto ciò che in eterno può attendere, e col passare degli eoni anche la morte può morire»
|
(IT)
«That is not dead which can eternal lie, and with strange aeons even death may die»
|
Inoltre a Eddie furono dedicati il videogame Ed Hunter e l'album Edward the Great, disco che raccolse i maggiori successi della carriera degli Iron Maiden.
Una delle più note raffigurazioni di Eddie è l'immagine di copertina del singolo "The Trooper", in cui compare vestito da soldato e reggente una bandiera lacera della Gran Bretagna.
[modifica] Curiosità
- Il soprannome di Bruce Dickinson, Raid Air Siren (Sirena da Allarme Aereo), venne ideato per il cantante al college quando durante una performance vocale all'età di 18 anni si dice che abbia incrinato una sfera di vetro che faceva da lampadario grazie ad un acuto alquanto incisivo, molto simile ad una sirena aerea. Molti sono però scettici riguardo questo fatto. E' infatti molto difficile che un soprano riesca ad incrinare in condizioni molto particolari cristalli di bicchieri molto sottili, perciò l'affermazione risulta più che improbabile. E' molto più probabile che essa fosse stata ideata per contribuire a rendere illustre il personaggio che, da showman quale era, con la sua voce venne subito proclamato e acclamato come nuovo vocalist degli Iron Maiden.
- Nell'esibire la traccia Revelations, contenuta in Piece of Mind, dal vivo, Bruce arpeggia una chitarra nella parte lenta in sostituzione dell'uso di tre chitarre che il pezzo avrebbe richiesto. Un esempio di questo fatto è osservabile nell'home video di Live After Death.
- La copertina di Speak English or Die degli Stormtroopers of Death è una parodia di quella di The Number of the Beast.
- In Live at the Rainbow, primo live ufficiale dei Maiden, il brano Killers presenta un testo diverso da quello contenuto nel disco omonimo, essendo la versione originale scritta del brano.
- Esiste un bootleg dei Metallica, risalente ai loro primi periodi di attività, dove il gruppo suona le cover di Remember Tomorrow e di Prowler.
- Nicko McBrain fu arrestato il 26 luglio 2003 per aver, intenzionalmente, investito un uomo con la sua auto prima di un concerto al "Jones Beach Theater" di New York. McBrain, che stava per entrare nell'area VIP del parcheggio, venne fermato dal parcheggiatore che, non riconoscendolo, gli chiese di mostrargli il lasciapassare. Dopo un'accesa discussione il parcheggiatore si piazzò davanti all'auto di McBrain per ostacolarlo e il batterista, dopo averlo avvertito di togliersi, lo investì. McBrain venne rilasciato dopo qualche settimana dietro il pagamento di una cauzione.
- Quando Dickinson lasciò i Maiden, emersero alcune dicerie sulla scelta del nuovo cantante. Si dice che due qualità fondamentali che il suo rimpiazzo dovesse avere fossero una sufficiente abilità nel calcio e riuscire a bere una pinta di birra in un sorso.
- Nick Menza, ex batterista dei Megadeth, ha inciso un disco da solista, Live After Deth, rifacendosi all'omofonia con Live After Death. Inoltre la parola Deth si ispira al celebre nome del gruppo di Dave Mustaine.
- Dee Snider, frontman dei Twisted Sister, citò Killers tra i suoi dischi favoriti.
- Aces High, Be Quick or Be Dead, Man on the Edge e The Trooper sono state inserite nel videogioco Carmageddon II.
- Il wrestler giapponese Akitoshi Saito utilizza il brano Ghost of Navigator nell'entrata in scena.
- Nei primi periodi di vita degli Iron Maiden, Dave Murray si allontanò dalla band per qualche mese, a causa di vari screzi con Dennis Wilcox, a quel tempo il cantante della formazione.
[modifica] Formazione
Per approfondire, vedi la voce Formazione degli Iron Maiden. |
[modifica] Attuale
- Bruce Dickinson - voce (1981-1993, 1999-oggi)
- Dave Murray - chitarra (1976-oggi)
- Adrian Smith - chitarra (1980-1990, 1999-oggi)
- Janick Gers - chitarra (1990-oggi)
- Steve Harris - basso (1975-oggi)
- Nicko McBrain - batteria (1983-oggi)
[modifica] Discografia
Per approfondire, vedi la voce Discografia degli Iron Maiden. |
[modifica] Studio
- 1980 - Iron Maiden
- 1981 - Killers
- 1982 - The Number of the Beast
- 1983 - Piece of Mind
- 1984 - Powerslave
- 1986 - Somewhere in Time
- 1988 - Seventh Son of a Seventh Son
- 1990 - No Prayer for the Dying
- 1992 - Fear of the Dark
- 1995 - The X Factor
- 1998 - Virtual XI
- 2000 - Brave New World
- 2003 - Dance of Death
- 2006 - A Matter of Life and Death
[modifica] Videografia
- 1981 - Live at the Rainbow
- 1983 - Video Pieces
- 1985 - Behind the Iron Curtain
- 1985 - Live After Death
- 1987 - 12 Wasted Years
- 1989 - Maiden England
- 1990 - The First Ten Years
- 1992 - From There to Eternity
- 1993 - Donington Live
- 1999 - Raising Hell
- 2001 - Classic Albums: The Number of the Beast
- 2002 - Rock in Rio
- 2003 - Visions of the Beast
- 2004 - The Early Days
- 2005 - Death on the Road
[modifica] Note
- ↑ All Music Guide - Iron Maiden
- ↑ Fuentes Rodríguez, César (2005), pps. 19-21.
- ↑ "Iron Maiden star captains Rangers", 12 febbraio 2007, BBC News Official Website da [1]; ultimo aggiornamento 24 febbraio 2007
- ↑ "Iron Maiden honoured with Ivor Novello award", 18 Settembre 2002, Sanctuary Group Official Website da Sanctuarygroup.com; ultimo aggiornamento 11 ottobre 2006.
- ↑ Barton, Geoff. "BLOOD AND IRON: HM from the punky East End and nothing to do with Margaret Thatcher, sez Deaf Barton", 27 October 1979, Sounds magazine, reported at NWOBHM.com; last accessed 8 ottobre 2006.
- ↑ Wall, Mick (2001), p. 108.
- ↑ Wall, Mick (2001), p. 143.
- ↑ Hinchcliffe, Jon. "Dennis Stratton Interview: Oct 1999", 27 October 1999, at Praying-Mantis.com; last accessed 8 ottobre 2006.
- ↑ Wall, Mick (2001), p. 183.
- ↑ Wall, Mick (2001), p. 32.
- ↑ Wall, Mick (2001), p. 227.
[modifica] Voci correlate
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- Commons contiene file multimediali su Iron Maiden
- Wikiquote contiene citazioni di o su Iron Maiden
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