Somalia
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Somalia | |||||||||
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Motto: | |||||||||
Informazioni | |||||||||
Nome completo: | Somalia | ||||||||
Nome ufficiale: | Soomaaliya |
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Lingua ufficiale: | Somalo¹, Arabo¹ | ||||||||
Capitale: | Mogadiscio (2.450.000 ab. / ) | ||||||||
Politica | |||||||||
Governo: | Repubblica federale | ||||||||
Capo di stato: | Abdullahi Yusuf Ahmed | ||||||||
Capo di governo: | Ali Muhammad Ghedi | ||||||||
Indipendenza: | Dal Regno Unito il 26 giugno 1960, dall'Italia l'1 luglio 1960 | ||||||||
Ingresso all'ONU: | 20 settembre 1961 | ||||||||
Area | |||||||||
Totale: | 637.660 km² (41°) | ||||||||
% delle acque: | 1,6 % | ||||||||
Popolazione | |||||||||
Totale (2005): | 10.700.000 ab. (88°) | ||||||||
Densità: | 16 ab./km² | ||||||||
Geografia | |||||||||
Continente: | Africa | ||||||||
Fuso orario: | UTC +3 | ||||||||
Economia | |||||||||
Valuta: | Scellino somalo
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Varie | |||||||||
TLD: | .so | ||||||||
Prefisso tel.: | +252 | ||||||||
Sigla autom.: | SP | ||||||||
Inno nazionale: | Soomaaliyeey Toosoow | ||||||||
Festa nazionale: | |||||||||
¹ Il Somalo e l'Arabo sono le lingue ufficiali, ma nell'amministrazione si usano tutt'ora anche l'Italiano, che era lingua ufficiale nelle Università fino al 1991, e l'Inglese. |
La Somalia [so-mà-lia] (in somalo: Soomaaliya; Arabo: الصومال, As-Sumal) è uno Stato dell'Africa Orientale situata nel corno d'Africa. Confina col Gibuti a nord, con l'Etiopia a ovest e con il Kenya a sudovest; si affaccia a nord sul Golfo di Aden e a est sull'Oceano Indiano. Il territorio è in gran parte arido e semi-arido, a eccezione del sud, più fertile.
La Somalia come stato indipendente nacque nel 1960, dall'unificazione di Somalia Italiana e Somaliland. Dopo l'indipendenza, il paese ha attraversato numerose difficoltà politiche e sociali e dagli anni '80 a oggi è rimasto in una condizione di guerra civile permanente.
Indice |
[modifica] Storia
La storia dell'attuale territorio della Somalia risale all'antichità, quando la regione fu conosciuta attraverso gli antichi egizi. Fra il II e il III secolo d.C. varie parti del territorio forono inglobate nel regno etiope di Aksum. Poco tempo dopo, alcune tribù arabe si stanziarono non molto dinstante dalla costa del Golfo di Aden e lì formarono un sultanato che aveva come capitale il porto di Zeila. Allo stesso tempo il paese si islamizzò a causa degli sciiti provenienti dalla Persia. Nonostante ciò, gli abitanti mantennero le loro lingue ancestrali al posto di adottare l'arabo.
A partire dal XIII secolo, somali e pastori nomadi stabiltiosi nel nord del Corno d'Africa, cominciarono a emigrare in direzione dell'attuale regione della Somalia. Prima i Galla, pastori e agricoltori, avevano iniziato la loro migrazione dall'Ogaden e l'Abissinia. Tutti questi popoli si installarono definitivamente sul territorio. Alcuni popoli arabi provarono ad appropriarsi del territorio e molti somali si sparsero nel territorio, specialmente in prossimità all'Abissinia.
L'anno 1884 pose fine a un lungo periodo di pace. Con la Conferenza di Berlino, iniziò una lungo lotta sanguinosa in cui tre stati si contendevano la Somalia. L'Italia, la Gran Bretagna e la Francia si spartirono il suo territorio nel tardo XIX secolo.
I Britannici fecero il Protettorato della Somalia Britannica nel 1886 dopo la ritirata dell'Egitto e il trattato con il clan Warsangeli. L'Egitto tentava di impedire l'espansione coloniale europea nell'Africa Nordorientale. L'area meridionale, occupata dall'Italia nel 1892, divennero conosciuti come Somalia Italiana. La parte più settentrionale del territorio fu data alla Francia, che stabilì la Somalia Francese, costituita dai territoria di Afars e Issas.
La Guerra Somali per la Resistenza Coloniale (1898-1920) fu guidata dal poeta, scolaro e politico somalo Mohammed Abdullah Hassan. La guerra terminò con il bombardamento da parte della RAF del forte di Sayid, che causò una grande pardita di militari e civili somali.
L'indipendenza delle colonie fu ottenuta nel 1960: Somalia Italiana e Somalia Britannica divennero parte dell'attuale stato unendosi subito. Lo stato del Gibuti, l'ex Somalia Francese, divenne indipendente nel 1977.
[modifica] Dal 1960 al 1969: la guerra con L'Etiopia
Nel 1964 e nel 1967 la Somalia combatte due guerre contro l'Etiopia (governata da cristiani). Le guerre non erano tuttavia di matrice religiosa, ma territoriale. Era infatti conteso il territorio di che era popolato da somali ma rimasto all'Etiopia in seguito alla divisione delle terre colonizzate effettuata dalla Gran Bretagna nella seconda metà dell'Ottocento. Il territorio di Ogaden è rimasto poi all'Etiopia il governo somalo ha successivamente deciso di abbandonarne la rivendicazione.
[modifica] Dal 1969 al 1991: la dittatura di Siad Barre
Nel 1969, un colpo di stato militare portò al potere il generale Siad Barre. Fra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 iniziarono a formarsi organizzazioni di guerriglia ostili al regime di Barre. Ebbe così inizio un'epoca di guerra civile intermittente che, sebbene con diversi contendenti, perdura ancora oggi. Nel 1991 Barre fu estromesso; la lotta per il potere che ne seguì contrappose diversi gruppi tribali, in un nuovo crescendo di violenza accompagnato peraltro da una terribile carestia. Nello stesso anno, l'ex Somaliland annunciò la propria secessione, un evento che diede origine a nuovi scontri.
[modifica] Dal 1991 al 2004: il caos ed il fallimento della missione ONU
Il conflitto divenne sempre più confuso e violento, culminando nella Battaglia di Mogadiscio, provocata dalla decisione degli Stati Uniti di aumentare l'aggressività della missione ONU, inimicandosi la popolazione locale. Gli americani si ritirarono nei primi mesi del 1994, e tale decisione provocò il fallimento della missione UNOSOM. Nel 1995 l'ONU, incapace di far fronte alla situazione, ritirò le proprie forze (nella missione "Restore Hope", partecipava anche l'Italia). Il periodo fu caratterizzato dalle violenze dei "Signori della guerra", i temibili capi-clan che sottomisero la popolazione e che costrinsero alla fuga, nel 1994, anche i caschi blu dell'ONU e i marine americani. Essi imperversarono per anni in gran parte del sud del Paese (la zona fertile ed agricola della Somalia).
Verso la fine degli anni '90 ci fu un momento di scambi diplomatici importante, che incluse un accordo fra ventisei fazioni (1997), la Conferenza di pace di Gibuti (2000), e la Conferenza di pace di Mbagathi (2002).
[modifica] Dal 2004 ad oggi: il governo di transizione e le Corti Islamiche
Nel 2004 il processo di pacificazione sembrava avviarsi alla conclusione; fu eletto dalla IGAD (l'organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa) un parlamento federale e furono nominati un presidente ad interim (Abdullah Yusuf) e un governo, il Governo Federale di Transizione somalo (Tfg) (con Primo Ministro Mohamed Geddi). Queste deboli istituzioni tuttavia non riuscirono a rendere effettivo il loro potere e a governare davvero il paese, anche a causa della presenza dei "signori della guerra" di Mogadiscio, contrari alla formazione di un governo di transizione.
Nel febbraio del 2006 i "signori della guerra" iniziarono una guerra contro Al-Quaeda, attaccando alcuni integralisti islamici nella capitale. La popolazione fu incapace di fermarli, e furono colpiti molti islamici integralisti inoffensivi (autorità religiose o persone molto legate all'islam) colpevoli solo di essere presunti affiliati ad al-Quaeda. La stessa popolazione si schierò a favore degli integralisti colpiti.
Una nuova crisi giunse nell'estate del 2006; le milizie controllate dalle Corti islamiche (sostenute, secondo l'ONU, da Iran, Libia e Arabia Saudita) scacciarono da Mogadiscio, con l'appoggio della popolazione civile, i signori della guerra. Presero il controllo della parte centro-meridionale del Paese. Per contrastare la loro avanzata e impedire il rovesciamento del governo provvisorio somalo internazionalmente riconosciuto, l'esercito etiope entrò in soccorso dell'esercito governativo somalo, sostenuto anche da Uganda, Yemen e Kenya. Il governo provvisorio si rifugiò a Baidoa (a circa 250 chilometri da Mogadiscio), perdendo il controllo della capitale.
Per ben due volte si tentò, vanamente, di trovare un accordo tra Corti islamiche e governo provvisorio, sotto la mediazione di IGAD, Lega araba e ONU. Peraltro, il governo transitorio ha sempre avuto l'appoggio dell'Etiopia, allo scopo di essere difeso dagli eventuali attacchi della Unione delle Corti islamiche.
Il 14 agosto 2006 Galmudug si auto-dichiara uno Stato all'interno della Somalia.
Nella seconda metà del 2006 le Corti islamiche riuscirono a riportare una relativa pace nelle città e nelle regioni che governavano (Mogadiscio compresa): scesero i prezzi di molti beni di prima necessità, e riaprirono perfino, dopo undici anni, il porto e l’aeroporto. Ma tutto questo venne ottenuto grazie a esecuzioni sommarie e a gravi riduzioni delle libertà (come la chiusura dei cinema).
Il governo transitorio stabilì poi un'alleanza con l'amministrazione autonoma del Puntland, allo scopo di contrastare l'avanzata delle milizie delle Corti islamiche verso le città di Baidoa e Galcayo. Le milizie dell'Unione costituirono una minaccia per la Repubblica autonoma del nord-ovest e per lo stesso Puntland (regioni non riconosciute dalla comunità internazionale, e tuttavia rispettate in Somalia, grazie ai loro governi stabili). Tali territori avevano inoltre infrastrutture pienamente operative (tra cui porti e aeroporti).
Così, nel dicembre 2006 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU approvò la risoluzione 1725, che diede il via libera formale (revocando l'embargo delle armi al governo federale) a una forza internazionale regionale con il compito di “monitorare e mantenere la sicurezza a Baidoa”, permettendo di fatto alle istituzioni transitorie di riarmarsi. Pochi giorni dopo si riacutizzarono gli scontri tra le milizie delle Corti islamiche e le truppe fedeli al governo provvisorio di Baidoa (sostenute militarmente dall'Etiopia). Sul finire dello stesso mese, le truppe etiopi, intervenute pesantemente a sostegno del governo di Baidoa, entrarono nella capitale somala dopo pochi ma violentissimi giorni di guerra, provocando migliaia di morti e suscitando la ferma disapprovazione di Unione Africana, Lega Araba ed IGAD.
Il 9 gennaio 2007 gli Stati Uniti sono entrati militarmente nel conflitto, a supporto dell'esercito etiope e con il sostegno del presidente e del governo somalo. L'intervento ha causato la morte di numerosi civili ed è stato duramente criticato dall'Unione Europea e dall'ONU. Sono stati colpiti numerosi villaggi nel sud del paese, in cui (secondo i militari americani), sarebbero rifugiati esponenti di al-Qaeda.
Pochi giorni dopo, i signori della guerra (tra cui Mohamed Qanyare Afrah, del clan dei murursade, e Mussa Sudi Yalaow, a capo degli Abgal/daud) hanno accettato di disarmare le loro milizie e di entrare nel nuovo esercito nazionale. Nello stesso periodo, il parlamento ha sfiduciato il suo portavoce (Sharif Hassan Shek Aden), ritenuto troppo vicino alle Corti Islamiche.
Nei primi giorni del mese di marzo, sono giunte a Mogadiscio le truppe dell'Uganda, incaricate dall'Unione Africana di controllare la capitale e contrastare il ritorno delle milizie islamiche. E' atteso per i mesi successivi l'arrivo nel Paese del resto dei "caschi verdi" (con truppe provenienti da Nigeria, Ghana, Malawi e Burundi) che compongono le forze di pacificazione; si teme tuttavia che gli aiuti promessi possano non arrivare a causa del caos che regna nel Paese.
Nonostante l'arrivo delle truppe ugandesi, gli scontri sono aumentati di intensità (anche contro gli stessi "caschi verdi"). La situazione a Mogadiscio (ad aprile 2007) è diventata estremamente critica (come non accadeva da anni), con il perdurare di violenti scontri tra truppe etiopi e governo di transizione da un lato e milizie islamiche dall'altro. Si registrano migliaia di morti e feriti e decine di migliaia di sfollati.
[modifica] Geografia
[modifica] Geografia fisica
La Somalia è situata sulla costa orientale dell'Africa a nord dell'Equatore fra il Golfo di Aden a nord e l'Oceano Indiano a est. Con l'Etiopia, l'Eritrea e il Gibuti è spesso considerata parte del Corno d'Africa. Confina con il Gibuti a nord-ovest, con l'Etiopia a ovest e con il Kenia a sudovest.
[modifica] Montagne
- Shimbiris, 2.416 m s.l.m.
- Surud Ad, 2.408 m s.l.m.
[modifica] Fiumi
- Dhuudo
- Durdur
- Giuba, 1659km (di cui 875 in Somalia)
- Jaceel
- Laaq Dheere
- Nugaal
- Silil
- Uebi Scebeli, 2050km (di cui 900 in Somalia)
- Waadi Luud
[modifica] Mari
[modifica] Clima
La costa nord della Somalia è calda e umida; l'entroterra ha una temperatura media fra le più alte del mondo. A est, sull'oceano, il clima è più mite. In prossimità dell'Acrocoro Etiopico, in Somaliland, il clima è nettamente più mite compreso fra i 10 e i 30 °C.
[modifica] Isole
- Isole Bagiuni
[modifica] Geografia politica
Le principali Città, situate sulla costa, o dove il clima è più mite sono Mogadiscio (la capitale), Hargeisa, Merca, Berbera e Chisimaio.
[modifica] Regioni
Per approfondire, vedi la voce Regioni della Somalia. |
La Somalia è divisa in 18 regioni dette Gobolka al singolare, al plurale Gobollada. a sua volta ogni regione è suddivisa in province.
- Awdal
- Bakool
- Banaadir
- Bari
- Bay
- Galguduud
- Gedo
- Hiiraan
- Jubbada Dhexe
- Jubbada Hoose
- Mudug
- Nugaal
- Sanaag
- Shabeellaha Dhexe
- Shabeellaha Hoose
- Sool
- Togdheer
- Woqooyi Galbeed
[modifica] Trasporti
Il 50% circa dei somali hanno mantenuto il tradizionale stile di vita nomade e il dromedario come principale mezzo di trasporto. I trasporti su ruote non sono, di conseguenza, molto sviluppati. Complessivamente, la rete stradale conta circa 6.199 km; non esistono autostrade né ferrovie.
La compagnia aerea nazionale è la Mogadiscio International.
[modifica] Turismo
La permanente situazione di crisi politica nel paese ha impedito lo sviluppo del turismo. In prospettiva, il Paese dispone certamente di risorse che potrebbero essere valorizzate in questo senso (tra l'altro, le grandissime spiagge bianche sull'Oceano Indiano, l'ambiente incontaminato delle Isole Bagiuni e le vaste distese di savana).
[modifica] Popolazione
La densità di popolazione della Somalia è di 17/km². Da un punto di vista etnico il paese è molto omogeneo: ben il 95% della popolazione è costituita da Somali. Gruppi etnici minori sono i Bantu, gli Arabi, gli Indiani, i Pakistani e gli europei. Una omogeneità ancora maggiore si registra sul piano religioso, con una percentuale di musulmani pari a oltre il 99%.
La società è organizzata secondo il sistema delle tribù, spesso contrapposte le une alle altre ma al tempo stesso legate da un sentimento evidente di identità nazionale (o etnica). L'epoca coloniale e post-coloniale ha tuttavia distrutto alcuni dei presupposti fondamentali della società tradizionale somala (per esempio il ruolo degli anziani come mediatori dei conflitti).
[modifica] Politica
La condizione di guerra civile del paese impedisce di definirne in modo chiaro la struttura politica: le ultime elezioni regolari si sono tenute infatti nel 1984. Dopo la fuga di Barre (nel 1991), la Somalia è caduta nell'anarchia.
Dal 2004 è stato costituito il Governo Federale di Transizione somalo (Tfg), istituzione piuttosto debole ma riconosciuta dalla comunità internazionale. Tale governo è tuttora contrapposto alle Corti islamiche, che controllano vaste zone del Paese.
Il Paese appartiene dal 1986 all'Autorità intergovernativa per lo sviluppo, organizzazione politico-commerciale formata dai paesi del Corno d'Africa.
All'interno della Somalia ci sono 3 Stati che si sono autodichiarati indipendenti, internazionalmente non ricosciuti (eccetto per il Somaliland visto che intrattiene dei contatti politici con il Regno Unito, Ruanda, Norvegia, Etiopia, Kenia, l'Irlanda e l'Unione Europea (il 17 gennaio 2007 ha inviato una delegazione per gli affari africani per discutere su una futura cooperazione tra EU e Somaliland). Il 29 e 30 Gennaio 2007 il ministro degli esteri dell'Unione Africana cercherà di far riconoscere il paese internazionalmente. :
[modifica] La Bandiera
Le cinque punte della stella rappresentano i territori abitati da somali: l'ex Somalia italiana, quella britannica, Gibuti, l'Ogaden e il Nord del Kenia.
[modifica] Economia
«Nonostante l’apparente anarchia, il settore dei servizi della Somalia è sopravvissuto o cresce… Il mercato principale di Mogadiscio offre una grande quantità di prodotti: dai cibi ai nuovi modelli elettronici. Gli hotel continuano ad essere in funzione e la guardia nazionale assicura sicurezza.[1]»
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La Somalia è uno dei paesi più poveri del mondo; in sostanza, essa dipende quasi totalmente dipendente dagli aiuti umanitari. Nel 2001 il indice di sviluppo umano (ISU) calcolato dal National Human Deplovment Report, è stato di 0.284; questo dato posiziona la Somalia tra le 5 nazioni meno sviluppate nel mondo. Tuttavia non ci sono stime aggiornate.
L'ISU ha comunque fatto registrare un lieve miglioramento negli ultimi anni. L'economia si basa soprattutto sull'allevamento nomade e sulla produzione agricola. Le rimesse degli emigranti che giungono in Somalia ogni anno vanno dai 300 ai 500 milioni di dollari.
Prodotto Nazionale Lordo: 600$ pro capite (159° posto della classifica mondiale).
Bilancia dei pagamenti: - 157 milioni di $.
Inflazione: 81,9%.
Disoccupazione: n.d. Popolazione attiva:
- Settore primario: 65%
- Settore secondario: 10%
- Settore terziario: 25%[1]
[modifica] Esportazioni
Arabia Saudita 57%; Emirati Arabi Uniti 15%; Italia 13%; Yemen 9%; Oman 1%; altri 5%.
[modifica] Importazioni
Kenya 23%; Gibuti 17%; Bielorussia 10%; Arabia Saudita 8%; Brasile 7%; altri 35%.
[modifica] Risorse
Produzione di energia elettrica: 70.000 kw.
Pesca: 15.500 tonnellate.
Petrolio: non produttore, raffinazione 10.000 b/g.
Allevamento: pecore 13,5 milioni, capre 12,5 milioni, bovini 5,3 milioni.
Minerali: sale, stagno, zinco, rame, gesso, uranio, manganese, ferro.
[modifica] Ambiente
Solo lo 0,3% del territorio appartiene formalmente ad aree naturali protette, ma non esiste un reale controllo ambientale.
[modifica] Istruzione
Formalmente, la scuola dell'obbligo dura fino a 14 anni. La povertà e l'insicurezza sociale impediscono la messa in atto concreta di questo obbligo, a eccezione di alcune zone urbane. Il tasso di alfabetizzazione si attesta intorno al 24% (si noti che il somalo è lingua scritta solo dal 1972). Dal 1969 esiste una Università nazionale che aveva come lingua ufficiale l'italiano, poi sostituito dal somalo. Gli studenti universitari oggi sono meno di 20.000.
[modifica] Sanità
Il sistema sanitario pubblico è completamente distrutto; la maggior parte delle strutture esistenti sono operate da volontari di ONG straniere. Complessivamente, in Somalia c'è un medico ogni 15.000 persone.
[modifica] Note
[modifica] Altri progetti
- Wikinotizie contiene notizie di attualità su Somalia
[modifica] Collegamenti esterni
- Italo somali .org
- Scheda della Somalia dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI
- (EN) CIA World Factbook
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