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Liverpool F.C. - Wikipedia

Liverpool F.C.

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Liverpool Football Club
The Reds
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Casa
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Trasferta
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Terza divisa
Colori sociali: Rosso
Inno: You'll Never Walk Alone
R. Rodgers - O. Hammerstein
Dati societari
Confederazione: UEFA
Nazione: Regno Unito
Federazione: Football Association
Città: Liverpool
Fondazione: 1892
Presidente: David Moores
Palmarès
Titoli nazionali: 18
Trofei nazionali: 7 Coppe d'Inghilterra
7 Coppe di Lega
15 Charity / Community Shield
Trofei Internazionali: 5 Champions’ League/
Coppe dei Campioni

3 Coppa/e UEFA
3 Supercoppa/e d’Europa
Stadio
Anfield
(45.362 posti)
Contatti
Liverpool FC
Anfield Road
Liverpool L40TH
Tel: +44 151 2632361
Fax: +44 151 2608813
www.liverpoolfc.tv
Collabora a Wikiquote
«Perché dovrei cambiare squadra? Il Liverpool è la squadra più forte non solo d'Inghilterra, ma del mondo»
(Bruce Grobbelaar, portiere del Liverpool, 1984)

Il Liverpool Football Club (o, più comunemente, Liverpool) è un club calcistico avente sede nell’omonima città britannica; milita nella FA Premier League, della quale è stata uno dei fondatori, ed è affiliato alla Football Association.

È uno dei club più titolati d’Inghilterra e del mondo, avendo vinto - tra l’altro - 18 titoli nazionali e 5 titoli di campione d’Europa[1].

Il Liverpool fu coinvolto in due delle pagine più funeste della storia del calcio europeo: nel 1985 a Bruxelles (Belgio), quando 39 persone rimasero uccise per via degli incidenti allo stadio Heysel causati dagli hooligan inglesi[2] e nel 1989 a Sheffield, quando 96 persone perirono per il crollo di una tribuna allo Stadio Hillsborough[3].

Il Liverpool è membro fondatore del G-14, associazione di club calcistici europei consorziatisi per ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte all’UEFA e alla FIFA.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Le origini

[modifica] Dalla fondazione alla Grande Guerra

La storia del Liverpool è legata alle vicende di Anfield, lo stadio di casa del club. Originariamente lo stadio era utilizzato dall’Everton, altro club professionistico di Liverpool, nato nel 1878 e tra i fondatori della Lega Calcio inglese. Quando l’Everton giudicò troppo alto il canone d’affitto dell’impianto, decise di lasciarlo per trasferirsi a Goodison Park[4]. L’usufruttuario del terreno, John Houlding, decise quindi di fondare un nuovo club calcistico che registrò alla Camera di Commercio di Londra come Everton FC and Athletic Ground plc, abbreviato in Everton Athletic (in ragione del fatto che l’originale Everton non aveva ancora una ragione sociale formalmente registrata); tuttavia, il Consiglio Calcistico (il prodromo della Lega Calcio) non accettò di iscrivere la nuova squadra finché avesse tenuto quel nome[5] e, di conseguenza, il 15 marzo 1892 il neonato club fu battezzato Liverpool Association Football Club[6] e, poco dopo, solo Liverpool Football Club.

Il primo presidente del club fu John McKenna e il suo primo atto da manager fu l’ingaggio di tredici calciatori professionisti provenienti dalla Scozia, che si sommarono ai tre inglesi rimasti dopo la diaspora dell’Everton. Il Liverpool non aderì subito alla Lega Calcio inglese: lo fece l’anno successivo e, per la stagione 1893/94 fu iscritto alla Seconda Divisione. Al termine di una stagione senza sconfitte, la squadra vinse il campionato e fu promossa in Prima Divisione. Nel 1901 arrivò anche il primo dei 18 titoli di campione d’Inghilterra, bissato cinque anni dopo nel 1906. Del 1914 fu la prima finale di Coppa d’Inghilterra, persa per 0-1 contro il Burnley.

[modifica] Il Liverpool tra le due guerre

La squadra non lasciò grande impronta di sé nel periodo tra le due guerre, se si eccettua il biennio sportivo 1921/22 - 1922/23, che vide il Liverpool vincere la sua prima serie di titoli consecutivi. A guidare in campo la squadra in quei due campionati vinti era il difensore della nazionale inglese Ephraim Longworth, che vestì la maglia del Liverpool per 18 stagioni. Nonostante le premesse, quei due titoli furono il prologo al periodo più infruttuoso della storia dei Reds: quasi un quarto di secolo, interrotto solo dopo la fine della guerra, nel 1947.

[modifica] Il dopoguerra

[modifica] Il declino e la retrocessione

Il titolo vinto nel 1947, il quinto, sembrò aver ridato lustro al club, ma fu un fuoco di paglia. Una serie di campionati fallimentari portarono il Liverpool sempre più in basso, finché nel 1954 giunse la retrocessione in Seconda Divisione dopo 61 anni di massima serie. Il quinquennio successivo fu il più basso della storia del club, con la squadra fuori dal grande giro e l'onta di un pesante 1-9 subìto a opera del Birmingham City nel dicembre 1954, e l'umiliazione dell'eliminazione nei quarti di finale della Coppa d'Inghilterra nel 1957 a opera del Southend Utd. Unica - magra - consolazione fu la vittoria per 4-0 sui rivali cittadini dell'Everton nel corso della Coppa d'Inghilterra 1954/55.

[modifica] Bill Shankly e la resurrezione

Per approfondire, vedi la voce Bill Shankly.
L'ingresso di Anfield intitolato a Bill Shankly
L'ingresso di Anfield intitolato a Bill Shankly

Quando nel 1959 lo scozzese Bill Shankly fu chiamato a prendere in mano il Liverpool, la squadra proveniva, come detto, da uno dei punti più bassi della sua storia. Come già accaduto al primo manager del club, anche Shankly, per ripartire, si affidò a una generazione di giovani scozzesi. Uno dei più famosi fu certamente Ian St. John, subito divenuto un beniamino del pubblico di Anfield dopo una tripletta all'Everton al suo debutto in maglia rossa, nonostante la sconfitta per 3-4 del Liverpool, e ribattezzato The Saint. In tre stagioni, Shankly riuscì a riportare i Reds in Prima Divisione e costruì la base per i successi futuri: nel 1963/64 arrivò addirittura il sesto titolo di campione d'Inghilterra, il primo dopo diciassette anni, e l'anno successivo il Liverpool arrivò fino alla semifinale di Coppa dei Campioni.

Il 1965 fu anche l'anno della prima Coppa d'Inghilterra, ottenuta battendo 2-1 a Wembley il Leeds Utd.. Ad essa seguì, l'anno successivo (1966) il settimo titolo inglese, che finalmente riportava il Liverpool tra le grandi del Paese, e la terza consecutiva Charity Shield. Furono in totale 15 gli anni di Bill Shankly alla guida del Liverpool: prima di ritirarsi (1974) lasciò alla squadra l'ottavo titolo nazionale (1973) e, prima di questo, soprattutto la Coppa UEFA 1972/73, che apriva la strada del club al dominio continentale. Sebbene non vittorioso come i suoi successori, Shankly aveva restituito l'orgoglio ai tifosi di Anfield, e per questo è ancora oggi ricordato.

[modifica] La conquista dell’Europa

Per approfondire, vedi la voce Bob Paisley.
Roma: i Reds festeggiano la conquista della loro prima Coppa dei Campioni
Roma: i Reds festeggiano la conquista della loro prima Coppa dei Campioni

A prendere il posto di Shankly fu il suo vice Bob Paisley, sempre al fianco del tecnico scozzese nei suoi quindici anni alla guida della squadra. Fu, quello di Paisley, il periodo più fecondo della storia del Liverpool, ed egli stesso è ricordato come uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio. Grazie anche all'ossatura predisposta da Bill Shankly, Paisley poté disporre di una squadra formata da elementi di sicuro valore come il portiere Clemence, i difensori Neal e Alan Kennedy, i centrocampisti Case, Hughes e McDermott, gli attaccanti Ray Kennedy, Toshack e, su tutti, la classe di “King” Kevin Keegan, uno dei migliori talenti espressi dal calcio inglese. Tutti giocatori di livello internazionale e regolarmente usati dalle loro rappresentative nazionali, tra l'altro.

Dopo aver portato a casa l'accoppiata titolo nazionale (il nono) e Coppa UEFA (la seconda in quattro anni) nel 1976, il Liverpool giunse alla finale di Roma della Coppa dei Campioni l'anno successivo, contro il Borussia Mönchengladbach, già battuta nella finale di Coppa UEFA del 1972. I Reds vinsero 3-1 e si laurearono campioni d'Europa per la prima volta, successo che replicarono l'anno successivo nella finale di Wembley contro i belgi del Bruges.

Keegan, dopo questi successi, lasciò il Liverpool per andare a giocare in Germania, nell'Amburgo, e il suo posto fu preso dallo scozzese Kenny Dalglish, ma la squadra continuò a mietere successi: fino al 1983, l'anno del suo ritiro, Paisley vinse ancora un'altra Coppa dei Campioni (a Parigi nel 1981 contro il Real Madrid, grazie alla quale è tuttora l'unico tecnico di club a essersi laureato tre volte campione d'Europa), tre titoli nazionali, tre Coppe di Lega consecutive e una Supercoppa d'Europa. Paisley lasciò da trionfatore un Liverpool trasformato nella miglior squadra d'Inghilterra e d'Europa.

[modifica] Gli hooligans e la messa al bando

Phil Neal segna il goal del vantaggio nella finale di Coppa dei Campioni Liverpool-Roma
Phil Neal segna il goal del vantaggio nella finale di Coppa dei Campioni Liverpool-Roma

Anche con Joe Fagan, subentrato a Paisley, il Liverpool non smise di vincere: nel 1984 arrivò il quindicesimo titolo nazionale e, soprattutto, la quarta Coppa dei Campioni, vinta ancora una volta allo Stadio Olimpico, questa volta contro la squadra che in quello stadio era normalmente di casa, la Roma: dopo l'addio di Ray Clemence, il Liverpool si era affidato a un portiere africano spericolato e guascone, lo zimbabwese Bruce Grobbelaar, ex combattente e giramondo (aveva giocato al calcio in Sudafrica e in Canada). Per la prima volta nella sua storia la finale di Coppa dei Campioni fu decisa ai calci di rigore (dopo un tiratissimo pareggio per 1-1 siglato da Neal e Pruzzo), e in quel frangente fu determinante l'atteggiamento clownesco di Grobbelaar, che indusse Conti e Graziani a sbagliare i loro tiri e a far volare la Coppa per l'ennesima volta in Inghilterra.

Sfortunatamente per il Liverpool, ai successi in campo internazionale corrispondeva anche un elevato tasso delinquenziale di molti dei suoi tifosi (i famigerati hooligans), autori di autentici raid teppistici di inusitata violenza sia in Inghilterra che in giro per l'Europa (e già i tifosi di un'altra squadra inglese, il Tottenham, si erano distinti per violenze varie nella finale di ritorno della Coppa UEFA 1983/84 contro l'Anderlecht, a Bruxelles). Proprio l'esperienza di Bruxelles avrebbe dovuto suggerire all'UEFA di non far giocare una finale europea in uno stadio vecchio e insicuro come l'Heysel, ma nonostante tutti gli avvisi, la finale della Coppa dei Campioni 1984/85 fu assegnata alla capitale belga. Anche quell'anno il Liverpool raggiunse la finale, e trovò per il secondo anno di fila un'italiana, la Juventus. Gli incidenti che precedettero la partita - cui fece da contraltare l'assoluta inefficienza della polizia belga, impreparata a gestire una situazione come quella creatasi - costarono, tra tifosi italiani, francesi, belgi e irlandesi, 39 morti, il bando quinquennale di tutte le squadre inglesi dalle competizioni europee eccettuato lo stesso Liverpool per il quale il bando fu di sei stagioni, e la fine del ciclo continentale dei Reds. Paisley si ritirò dopo la partita che, per la cronaca, vide la squadra inglese sconfitta per 0-1 (Platini su rigore per inesistente fallo su Boniek).

Per approfondire, vedi la voce Strage dell'Heysel.

In quel momento difficile, Kenny Dalglish assunse l'incarico di giocatore-allenatore: nonostante la squadra fosse rimasta fuori dall'Europa, in campo nazionale era ancora la più forte, e vinse altri tre campionati, nel 1986, nel 1988 e nel 1990 (tuttora l'ultimo vinto dal club). I successi domestici, però vennero offuscati dall'ennesimo disastro, quello dell'Hillsborough Stadium, a Sheffield, dove, a causa di gravissimi errori organizzativi e logistici, 96 persone rimasero uccise.

Per approfondire, vedi la voce Strage di Hillsborough.

A guidare il club, dopo Dalglish, altre due glorie dei Reds: prima Ronnie Moran, poi Graeme Souness, entrambi campioni d'Europa a Roma nel 1984. La prima uscita europea del Liverpool si arrestò nei quarti di finale della Coppa UEFA 1991/92 contro il Genoa, ma paradossalmente quello fu l'inizio dell'uscita dal lungo tunnel iniziato la notte dello stadio Heysel. La Coppa d'Inghilterra del 1992 e quella di Lega del 1995 segnarono la ripresa di un cammino che poi, sotto la guida prima di Roy Evans (1991-1998) e poi di Gérard Houllier (dal 1998), avrebbe riportato il club alla ribalta.

[modifica] Il nuovo millennio e il ritorno

L'affidamento del club a un tecnico francese suscitò sulle prime un certo scetticismo. Gérard Houllier, che peraltro si era sempre dichiarato tifoso del Liverpool fin da giovane, aveva al suo attivo al momento dell'ingaggio solo una Coppa di Francia nel 1995, anche se era stato il vice allenatore della nazionale francese campione del mondo 1998, guidata da Aimé Jacquet. Dalla sua, però Houllier aveva una grande pazienza e la capacità di adattare i giocatori al suo credo tattico, cosa questa che gli fece avere successo quasi subito. Assunto all'inizio per affiancare Roy Evans, il tecnico inglese non tollerò a lungo la doppia conduzione tecnica e nel 1999 questi lasciò Houllier da solo alla guida della squadra.

L'esplosione di Houllier si ebbe nella stagione 2000/01: giunto terzo nel suo girone di Champions' League, il Liverpool fu dirottato sulla Coppa UEFA e lì la squadra iniziò un cammino lento ma sicuro verso la finale: vittime di riguardo la Roma (battuta 2-0 all'Olimpico con una doppietta del talento Michael Owen) e il Barcellona. La rocambolesca finale contro il Deportivo Alavés fu vinta 5-4 al golden goal e, nel settembre di quello stesso anno, giunse anche la Supercoppa d'Europa contro i campioni continentali del Bayern Monaco, che chiuse la tripletta stagionale che comprendeva anche la Coppa di Lega.

L'anno seguente il Liverpool si piazzò secondo in Premier League, al termine di una stagione difficile che vide Houllier operato di cuore a seguito di un infarto cardiaco occorsogli durante una partita contro il Leeds Utd. La squadra, sotto la guida del suo vice Phil Thompson, ne risentì e non rese secondo le aspettative e le possibilità. Nel 2003 arrivò un'altra Coppa di Lega ma nel 2004, dopo un periodo di turbolenza e di malintesi con la tifoseria, Houllier e il Liverpool decisero di separarsi.

[modifica] La Quinta di Benitez

La squadra schierata ad Anfield per l'andata dei quarti di finale di Champions League contro la Juventus F.C. il 5 aprile 2005
La squadra schierata ad Anfield per l'andata dei quarti di finale di Champions League contro la Juventus F.C. il 5 aprile 2005

La squadra presa in mano dallo spagnolo Rafael "Rafa" Benitez aveva delle buone individualità, come il capitano Steven Gerrard e i solidi Jamie Carragher e Sami Hyypiä, ma non sembrava poter competere con il gigantismo delle sue rivali Manchester Utd. e soprattutto Chelsea. In effetti, alla fine del campionato, il Liverpool non andò oltre un quinto posto, alle spalle perfino degli eterni rivali cittadini dell'Everton. Ma fu in Europa che Rafa compì un capolavoro tattico, affidandosi soprattutto alla difesa: nei quarti di finale di Champions' League 2004/05 eliminò la Juventus (2-1 e 0-0) e, trovato in semifinale il Chelsea, lo costrinse allo 0-0 a Londra per poi batterlo 1-0 ad Anfield al termine di una partita molto chiusa. In finale a Istanbul il Liverpool trovò il Milan che parve aver messo le mani sulla Coppa dopo un primo tempo terminato 3-0. Nella ripresa, però, una reazione dei Reds riuscì a riportare in parità l'incontro in 6 minuti grazie ai goal del capitano Gerrard, di Šmicer e di Xabi Alonso, costringendo la squadra italiana ai tempi supplementari, là dove il portiere Jerzy Dudek operò un doppio salvataggio di eccezionale abilità su Andriy Shevchenko proprio al 120'. Ripetendo quello che aveva fatto Bruce Grobbelaar vent'anni prima, Dudek si propose in atteggiamenti clowneschi sulla linea di porta che portarono Serginho, Pirlo e lo stesso Shevchenko a sbagliare i propri rispettivi calci di rigore, e che come conseguenza consegnarono al Liverpool il suo quinto titolo di campione d'Europa; qualche mese più tardi la Supercoppa vinta contro il CSKA Mosca (anch'essa di proprietà di Roman Abramović come il Chelsea) fece coppia con il massimo trofeo europeo.

Lo spagnolo Xabi Alonso, tra gli eroi della finale di Istanbul
Lo spagnolo Xabi Alonso, tra gli eroi della finale di Istanbul

La quinta Coppa valse al Liverpool il Badge of Honour dell'UEFA, oltre al diritto di tenere definitivamente l'originale del trofeo nella propria bacheca, sebbene, paradossalmente, non garantì l'automatica qualificazione all'edizione successiva, come avveniva con la vecchia Coppa dei Campioni. La questione fu successivamente risolta con una deroga speciale dell'UEFA valida solo per quel caso eccezionale.[7]. Nonostante al termine della stagione 2005/06 il Liverpool abbia totalizzato 82 punti, il suo miglior punteggio nelle ultime 18 stagioni, non è andato oltre un terzo posto finale in Premier League (piazzamento che gli ha garantito la partecipazione alla Champions' League 2006/07). Ha tuttavia vinto la Coppa d'Inghilterra (in finale contro il West Ham) e, nell'agosto 2006, la Community Shield (dal 2002 nuovo nome della coppa precedentemente nota come Charity Shield) battendo il Chelsea per 2-1.

[modifica] Nuova proprietà

Il 6 febbraio 2007, gli industriali delle telecomunicazioni statunitensi George Gillett (proprietario della squadra canadese di hockey su ghiaccio dei Montréal Canadiens) e Tom Hicks (proprietario della squadra di baseball dei Texas Rangers), hanno acquistato la maggioranza del club con un investimento complessivo di 470 milioni di sterline (720 milioni di euro). Nell'offerta sono compresi anche 215 milioni di sterline per il nuovo stadio, da costruirsi a Stanley Park. L'inizio previsto dei lavori è circa 60 giorni dalla stipula dell'accordo commerciale. I nuovi proprietari del club hanno dichiarato, nella conferenza stampa di presentazione, che lo stadio potrà anche essere rinominato da un eventuale sponsor, se questo sarà utile a incassare il denaro necessario per portare a Liverpool un calciatore di valore a stagione[8][9]. David Moores è stato riconfermato presidente del club.

[modifica] Cronologia

Per approfondire, vedi la voce Stagioni sportive del Liverpool.

[modifica] Colori sociali, simbolo e inno ufficiale

I due Liver Bird sul municipio di Liverpool
I due Liver Bird sul municipio di Liverpool

I colori originari della squadra erano gli stessi dell’Everton, bianco e blu. Tuttavia, già dal 1894, si decise di adottare il colore civico della città di Liverpool, il rosso. Nel 1901, inoltre, fu adottato come stemma il Liver Bird, l’uccello mitologico riprodotto in due statue bronzee che campeggiano sulle due torri del municipio della città. Secondo alcuni tale uccello ricorda a un grifone; secondo altri, un cormorano.

Fino agli anni sessanta le maglie rosse si appaiavano ai calzini bianchi e i colori si invertivano secondo necessità in caso di incontri fuori casa. Nel 1964 Bill Shankly decise di adottare una tenuta completamente rossa, che da allora non è più cambiata.

Diverso il caso delle tenute da trasferta: tradizionalmente bianche con i pantaloncini neri, si sono spesso alternate ad altre completamente gialle. Nel 1987, tuttavia, fu introdotta una tenuta grigio argento, dismessa per il centenario del club nel 1992, allorché si adottò una tenuta verde con pantaloncini bianchi. Comunque, sia la tenuta grigia che quella verde non incontrarono mai il gradimento del pubblico e furono definitivamente abbandonate.

Attualmente, il Liverpool dispone di due tenute da trasferta, una completamente bianca e un’altra completamente gialla. Da notare che, per le gare di campionato, i numeri sulla maglia rossa sono bianchi, mentre in Champions’ League sono dorati.

Lo stemma attuale del Liverpool raffigura il tradizionale Liver Bird dentro uno scudo. Il tutto è sormontato da una stilizzazione dell’ingresso di Anfield dedicato a Bill Shankly e la scritta You’ll Never Walk Alone (Non camminerete mai soli), che è anche il titolo dell’inno ufficiale[10]. Le fiamme ai lati dello scudo sono a ricordo delle vittime della citata strage di Hillsborough.

[modifica] Stadio

Per approfondire, vedi la voce Anfield.

Il campo ufficiale di gioco per le gare interne del Liverpool è Anfield, uno dei terreni più rispettati e temuti d'Europa per via della lunga tradizione sportiva costruita in anni di vittorie nelle maggiori competizioni continentali. Si trova nella strada che da il nome al terreno (Anfield Road) ed è lo stadio di casa della squadra dal 1892. Ristrutturato in più fasi, è ormai inadatto a soddisfare le richieste dei tifosi (44.000 posti circa) ed è prevista la prossima costruzione di uno stadio nuovo in Stanley Park, nella zona dove si iniziò a giocare a calcio a Liverpool.

[modifica] Rosa attuale (Campionato 2006/07)

Per approfondire, vedi la voce Rosa e staff tecnico completo attuale del Liverpool.
Portieri
1 Polonia Jerzy Dudek
25 Spagna José Reina
30 Italia Daniele Padelli
40 Inghilterra David Martin
Difensori
2 Spagna Álvaro Arbeloa
3 Eire Steve Finnan
4 Finlandia Sami Hyypiä
5 Danimarca Daniel Agger
6 Norvegia John Arne Riise
12 Brasile Fábio Aurélio
23 Inghilterra Jamie Carragher
29 Argentina Gabriel Paletta
34 Spagna Miki Roque
39 Inghilterra Stephen Darby
Centrocampisti
7 Australia Harry Kewell
8 Inghilterra Steven Gerrard (C)
10 Spagna Luis García
11 Cile Mark González
14 Spagna Xabi Alonso
16 Inghilterra Jermaine Pennant
20 Argentina Javier Mascherano
22 Mali Mohamed Sissoko
26 Inghilterra Paul Anderson
32 Paesi Bassi Boudewijn Zenden
35 Inghilterra Danny Guthrie
37 Inghilterra Lee Peltier
Attaccanti
9 Inghilterra Robbie Fowler
15 Inghilterra Peter Crouch
17 Galles Craig Bellamy
18 Paesi Bassi Dirk Kuyt
38 Inghilterra Craig Lindfield
42 Marocco Nabil El Zhar
Staff tecnico
allenatore Spagna Rafael Benítez
vice-allenatore Spagna Pako Ayesteran


[modifica] Giocatori famosi

Per approfondire, vedi la voce Giocatori di rilievo del Liverpool.

Numerosi giocatori di prestigio - britannici e non - hanno vestito la maglia del Liverpool. Oltre ai citati in altra parte di questo articolo, è degno di nota il portiere nordirlandese Elisha Scott, che è il giocatore di più lunga militanza dei Reds avendone difeso i pali per 22 stagioni consecutive dal 1912 al 1934; lo scozzese Ron Yeats, difensore centrale voluto da Bill Shankly per ricostruire la retroguardia della squadra nei primi anni sessanta; l'inglese Roger Hunt, che con la sua Nazionale divenne campione del mondo nel 1966. Negli anni settanta e ottanta un importantissimo contributo venne dal gallese John Toshack, dallo scozzese Alan Hansen, vincitore di tre coppe dei Campioni e vera spina dorsale della squadra insieme a Dalglish e McDermott, e dal centravanti gallese Ian Rush. Molto probabilmente, tuttavia, il giocatore più amato dai tifosi del Kop è Ian Callaghan, idolo di casa (è nato a Liverpool) che dal 1960 al 1978 collezionò 640 presenze in Lega con i Reds, record tuttora imbattuto, e iniziò dalla Seconda Divisione per terminare la carriera con due Coppe dei Campioni, accompagnando la risalita del club dopo la caduta.

In tempi più recenti, vi sono stati numerosi giocatori che hanno iniziato la carriera al Liverpool, per poi andare a giocare altrove. È il caso ad esempio di Steve McManaman (attualmente ritiratosi dopo aver giocato anche nel Real Madrid), Robbie Fowler (passato per Leeds e Manchester City per poi tornare a giocare per i Reds) e Michael Owen (anch'egli passato per il Real Madrid e attualmente al Newcastle). Attualmente, il giocatore più rappresentativo della squadra è senza dubbio il capitano Steven Gerrard, nazionale inglese, nato e cresciuto a Liverpool e da sempre facente parte del club, essendovi entrato da bambino come allievo della scuola calcio e insignito dell'onorificenza di Membro dell'Impero Britannico nel dicembre 2006.

[modifica] Le Signore del Liverpool

Per approfondire, vedi la voce Liverpool F.C. Ladies.

Dal 1994 il Liverpool ha una sezione femminile che attualmente gioca nell'equivalente maschile della Seconda Divisione, anche se nella stagione 2004/05 la squadra ha militato in Prima Divisione Nazionale. Il miglior risultato a tutt'oggi raggiunto dalla squadra sono le tre finali consecutive di Coppa d'Inghilterra dal 1993 al 1995.

[modifica] Tifosi

Tifosi del Kop srotolano lo striscione con lo stemma del Liverpool
Tifosi del Kop srotolano lo striscione con lo stemma del Liverpool

I tifosi del Liverpool sono chiamati comunemente Reds - dal colore totalmente rosso della tenuta di gioco della squadra - ma la frangia più appariscente e appassionata del tifo prende il nome di Kop, dal nome della curva omonima dello stadio di Anfield.

Il nome Kop viene dal luogo di una battaglia - persa dai britannici - della seconda guerra Anglo-Boera. Nel corso di tale battaglia, che ebbe luogo nel 1900 in Sudafrica presso la cima di Spion Kop, morirono molti soldati provenienti proprio da Liverpool e inquadrati nel reggimento di fanteria del Lancashire.[11]. Nel suo periodo di massima capienza, il Kop poteva ospitare 28.000 spettatori (in piedi) ed era una delle tribune più capienti del mondo.

Secondo le note di colore della tifoseria locale, i tifosi del Kop possono «risucchiare la palla in rete» quando il Liverpool attacca verso la porta sotto tale curva, a sottolineare l'entusiasmo con il quale i fan sostengono senza sosta la loro squadra.

[modifica] Allenatori

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Allenatori del Liverpool
Allenatori del Liverpool
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[modifica] Titoli

1900/01, 1905/06, 1921/22, 1922/23, 1946/47, 1963/64, 1965/66, 1972/73, 1975/76, 1976/77, 1978/79, 1979/80, 1981/82, 1982/83, 1983/84, 1985/86, 1987/88, 1989/90
1964/65, 1973/74, 1985/86, 1988/89, 1991/92, 2000/01, 2005/06
1980/81, 1981/82, 1982/83, 1983/84, 1994/95, 2000/01, 2002/03
1964, 1965, 1966, 1974, 1976, 1977, 1979, 1980, 1982, 1986, 1988, 1989, 1990, 2001, 2006

[modifica] Record

[modifica] Squadra

[modifica] Individuali

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Presenze in campionato
Presenze in campionato
[{{fullurl:{{{link}}}|action=edit}} modifica]
  • 640 - Ian Callaghan (1959-1978)
  • 495 - Billy Liddell (1945-1961)
  • 474 - Emlyn Hughes (1966-1979)
  • 470 - Ray Clemence (1968-1981)
  • 468 - Ian Rush (1980-1996)
  • 467 - Tommy Smith (1962-1978)
  • 455 - Phil Neal (1974-1986)
  • 440 - Bruce Grobbelaar (1981-1994)
  • 436 - Alan Hansen (1977-1990)
  • 430 - Elisha Scott (1912-1934)
  • 406 - Chris Lawler (1962-1976)
  • 404 - Roger Hunt (1959-1970)
  • 393 - Donald McKinlay (1909-1929)
  • 388 - Arthur Goddard (1901-1914)
  • 363 - Ronnie Whelan (1980-1994)
  • 359 - Gordon Hodgson (1925-1936)
  • 358 - Ron Yeats (1961-1971)
  • 355 - Alan A'Court (1952-1965)
  • 355 - Kenny Dalglish (1977-1990)
  • 343 - Ronnie Moran (1952-1965)
[[|Leggi...]]
[[Image:{{{logo}}}|24x24px]]
Goal in campionato
Goal in campionato
[{{fullurl:{{{link}}}|action=edit}} modifica]
  • 245 - Roger Hunt (1959-1970)
  • 232 - Gordon Hodgson (1925-1936)
  • 228 - Ian Rush (1980-1996)
  • 216 - Billy Liddell (1945-1961)
  • 135 - Harry Chambers (1919-1928)
  • 128 - Robbie Fowler (1993-2001, 2006-)
  • 123 - Jack Parkinson (1899-1914)
  • 119 - Sam Raybould (1900-1907)
  • 118 - Kenny Dalglish (1977-1990)
  • 118 - Michael Owen (1997-2004)
  • 117 - Dick Forshaw (1919-1927)
  • 99 - Jack Balmer (1935-1952)
  • 95 - Ian St. John (1961-1971)
  • 84 - John Barnes (1987-1997)
  • 76 - Jimmy Melia (1955-1964)
  • 75 - Arthur Goddard (1901-1914)
  • 75 - Albert Stubbins (1946-1953)
  • 74 - Berry Nieuwenhuys (1933-1947)
  • 74 - John Toshack (1970-1978)
  • 72 - Jack Cox (1897-1909)
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[modifica] Note

  1. In particolare, 4 Coppe dei Campioni e 1 Champions’ League, nome assunto dalla Coppa dei Campioni nel 1992
  2. Il 29 maggio 1985, prima della finale di Coppa dei Campioni contro la Juventus, numerosi tifosi italiani si accalcarono su un muretto contenitivo degli spalti di un settore dello stadio Heysel (oggi “Re Baldovino”) per sfuggire alla carica di alcuni hooligan al seguito del Liverpool. Il muro cedette e i tifosi caddero sul sottostante lastricato da un’altezza di circa 10 metri. Persero la vita 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese. A seguito di quell’episodio - ricordato ancor oggi come strage dell'Heysel - le squadre inglesi subìrono un bando di cinque stagioni dalle Coppe Europee e il Liverpool, in particolare, di sei.
  3. Il 15 aprile 1989, in occasione della semifinale di Coppa d'Inghilterra da disputarsi a Sheffield, in campo neutro, tra Nottingham Forest e Liverpool, i tifosi di quest’ultima vennero dirottati verso una zona dello stadio con pochi ingressi, cosa questa che provocò rallentamenti nell’accesso agli spalti e malumori. La polizia ebbe così la - a posteriori - catastrofica idea di aprire all’improvviso il cancello di un tunnel che conduceva alla tribuna, per permettere un afflusso maggiore: la massa di gente che si accalcò sulle tribune provocò la morte per schiacciamento e soffocamento di molti tifosi entrati in precedenza e rimasti bloccati contro il muro e le recinzioni laterali, così come di alcuni tifosi rimasti intrappolati nel tunnel. Alla fine i morti furono 96, tra cui molte donne e bambini. L’evento è noto come strage di Hillsborough.
  4. Tuttora lo stadio di casa dell’Everton
  5. (EN) Storia del Liverpool, dal sito ufficiale LiverpoolFC.tv
  6. Nelle isole Britanniche, il nome proprio del calcio è Association Football (da cui il termine soccer, usato in America), in quanto il semplice termine football indica propriamente un qualsiasi sport con il pallone. Tuttavia, per sineddoche, in Gran Bretagna è invalso l’uso del termine football per indicare il calcio
  7. Nella stagione 2004/05 le prime quattro classificate furono Chelsea (campione), Manchester United, Arsenal ed Everton, la rivale cittadina del Liverpool, il quale si piazzò a sua volta quinto. In un primo momento la Football Association considerò l'ipotesi di iscrivere il Liverpool proprio al posto dell'Everton, cosa questa che avrebbe creato seri problemi in città. A quel punto la squadra gallese del Total Network Solutions, qualificatasi per i preliminari di Champions' League, si offrì di farsi da parte, garantendo al Liverpool la partecipazione ai preliminari (l'UEFA infatti ammette alla competizione solo le squadre che si qualifichino tramite la classifica dei propri campionati nazionali, a differenza della vecchia Coppa dei Campioni, che vedeva la detentrice qualificata di diritto). Una deroga valida solo per quel caso permise invece agli inglesi di partecipare alla competizione partendo dal primo turno di qualificazione, dove singolarmente trovarono proprio i gallesi del TNS che si erano offerti di lasciar loro il posto
  8. (EN) «US pair agree Liverpool takeover», da BBC Sport News, 6 febbraio 2007
  9. (EN) «US business duo at Liverpool helm», da BBC Sport News, 6 febbraio 2007
  10. La canzone, scritta dagli americani Richard Rodgers e Oscar Hammerstein II nel 1945 per il musical Carousel, oltreoceano divenne presto un brano di uso comune durante le feste di saluto degli studenti dopo il diploma. Arrivata in Inghilterra alla fine degli anni cinquanta, fu incisa nel 1961 da un gruppo di Liverpool, Gerry & The Pacemakers, che ai tempi rivaleggiavano per fama cittadina con i Beatles. Adottata dal Kop divenne di fatto l’inno ufficiale della squadra. In seguito la canzone fu incisa da altri famosi artisti come Frank Sinatra, Elvis Presley e Patti LaBelle. I Pink Floyd inclusero nell’album Meddle una registrazione di You’ll Never Walk Alone cantata allo stadio dai tifosi del Liverpool. Nel 2003 Gerry Marsden, ex leader dei Pacemakers, la cantò allo stadio di Glasgow prima dell’incontro del Liverpool contro il Celtic e invitò tutto il pubblico a seguirlo. Altre tifoserie (Ajax, Feyenoord, etc.) sono use cantarla allo stadio, sebbene esso non sia il loro inno ufficiale.
  11. Anche altri stadi, come St. Andrews a Birmingham o l'Hillsborough Stadium a Sheffield, hanno una curva o una tribuna chiamata Kop, ma tale denominazione non è ufficiale
  12. 12,0 12,1 12,2 (EN) Liverpool FC's stats, da lfchistory.net

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni


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