Mola di Bari
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
![]() |
|||
---|---|---|---|
![]() |
|||
Stato: | ![]() |
||
Regione: | ![]() |
||
Provincia: | ![]() |
||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 5 m s.l.m. | ||
Superficie: | 50 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 490 ab./km² | ||
Frazioni: | San Materno, Cozze | ||
Comuni contigui: | Bari, Conversano, Noicattaro, Polignano a Mare, Rutigliano | ||
CAP: | 70042 | ||
Pref. tel: | 080 | ||
Codice ISTAT: | 072028 | ||
Codice catasto: | F280 | ||
Nome abitanti: | molesi | ||
Santo patrono: | San Michele; Maria SS. Addolorata | ||
Sito istituzionale | |||
![]() |
Mola di Bari è un comune della provincia di Bari, ubicato sulla costa del mare Adriatico 20 km a sud-est del capoluogo.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Le origini
Diversi reperti ritrovati sia presso l’attuale centro abitato sia nelle vicine contrade di Scamuso e Portone di Ruggiero testimoniano che il territorio di Mola è stato popolato a partire dal Neolitico.
Restano tuttavia contraddittorie le testimonianze di una fondazione greca o romana: in favore della prima ipotesi vi è il ritrovamento di alcune monete, andate poi disperse, e di un antico stemma raffigurante una civetta, simbolo di Atene, mentre ad avvalorare l’origine romana si hanno i resti di una cisterna (fons Julia) e la pavimentazione a mosaico di una villa di età imperiale posta sulla costa a nord dell’abitato, in contrada Padovano (già Turris Iuliana). I suddetti elementi non sembrano tuttavia sufficienti a testimoniare l’esistenza di un centro abitato propriamente detto, quanto piuttosto di un territorio agreste con alcuni insediamenti sparsi.
E‘ certo infatti che tra le città di Bari ed Egnatia, poste lungo l’importante via Traiana tra Roma e Brindisi, dovevano esservi diverse stazioni per il cambio dei cavalli ed il riposo dei viandanti, ma le testimonianze classiche (Tabulae e Itinerarii) per tutto il primo millennio dell’era cristiana non citano toponimi riferibili direttamente a Mola o ubicati in corrispondenza dell’attuale centro abitato.
[modifica] I secoli bui
Solo a partire dall’XI secolo in alcuni documenti iniziano a ricorrere i toponimi Maulum, Moles, Maula ed infine Mola, che tuttavia non sono accompagnati da appellativi geografici riferibili con chiarezza ad un centro urbano.
Nell’area vi era tuttavia una diffusa presenza di piccole comunità umane, che solevano raccogliersi presso le grotte che si aprono ai margini delle molte lame, che solcano il territorio molese perpendicolarmente alla linea di costa. Le ragioni di tali insediamenti sono molteplici: le lame, oltre a garantire un apporto sia pure discontinuo di acqua dolce, fungevano contemporaneamente da vie di comunicazione e nascondigli in caso di attacchi di pirati e predoni, offrendo quindi più garanzie rispetto ad un agglomerato urbano.
A testimonio della presenza di comunità rupestri nel territorio di Mola, presso la chiesa di San Giovanni Battista, a sud dell’abitato, sino a pochi decenni fa era leggibile un pregevole dipinto murario che riportava la data del 1020.
[modifica] La rifondazione angioina
Le testimonianze che attestano la presenza di un centro urbano restano scarse e contraddittorie fino a 6 giugno 1277, quando Carlo I d'Angiò ordinò che si provvedesse a «rendere abitabile quel luogo che si chiama Mola, per la comodità di coloro che si trova[va]no di passaggio ed anche per la sicurezza della costa». Incaricò quindi i regi carpentieri Giovanni da Toul e Pietro d’Angicourt a sovrintendere all'edificazione della cinta muraria, di un forno e di una chiesa.
L’uso da parte di Carlo I del termine «ricostruzione» lascia intendere che nei decenni precedenti vi era un insediamento, che sarebbe poi stato volontariamente abbandonato dai suoi abitanti oppure distrutto. Le congetture su una distruzione ad opera dello stesso Carlo I d’Angiò, nel corso del conflitto che lo vide contrapporsi agli Svevi, non sono tuttavia attestate da testimonianze attendibili. Né sembra suffragata da documenti la notizia, riportata dallo storico Pietro Giannone, secondo la quale Mola era un porto importante all’epoca delle Crociate.
Tra il 1277 e il 1279, lo stesso Carlo I d’Angiò ordinò la costruzione di un palacium di tre piani e il ripopolamento coatto di Mola con 150 «masnadieri e fuoriusciti» che avevano occupato abusivamente alcune proprietà ecclesiastiche o nobiliari. A ciascuno di loro fu assegnata una porzione di terra all’interno delle mura affinché vi costruissero degli alloggi, e una parte della campagna circostante che avrebbe garantito il loro sostentamento. Presumibilmente a questo periodo va ascritta la realizzazione della rete viaria rurale tuttora visibile, caratterizzata da diversi capodieci, strade che si susseguono parallele tra loro ad una distanza regolare di 550 metri, dalla linea di costa per circa 3 km verso l'interno.
[modifica] I secoli successivi
Passata tra alterne vicende sotto il dominio di diversi feudatari (Macedonio, Gesualdo, Maramaldo, Toraldo, Carafa, Vaaz), solo nel 1670 Mola riuscì ad affrancarsi dal giogo feudale tornando alle dipendenze del regio demanio. La sua storia seguì quella del Regno di Napoli, incluso il moto insurrezionale del 1799, fino all'unità d'Italia.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Monumenti
[modifica] Castello Angioino
Allo scopo di difendere la costa dalle frequenti incursioni di pirati, contestualmente alla riedificazione della città e a ridosso delle sue mura, Carlo I d'Angiò ordinò nel 1277 la costruzione di un palacium, affidando la direzione dei lavori ai celebri regi carpentieri Pietro d'Angicourt e Giovanni da Toul. I lavori terminarono due anni dopo. Tra il XV e il XVI secolo l'edificio seguì le sorti della città e passò attraverso le mani di diversi feudatari, resistendo a numerosi attacchi senza essere mai espugnato. Tuttavia i notevoli danni subiti con l'assedio veneziano del 1508 ne imposero un radicale restauro, avvenuto pochi anni più tardi su progetto dell'architetto militare Evangelista Menga da Copertino, che gli diede l'attuale forma di poligono stellato. Le possenti mura a scarpata, costruite allo scopo di resistere ad un attacco con armi da fuoco, furono comunque dotate di numerose caditoie. Un fossato comunicante con il mare circondava l'edificio, che era collegato alla città per mezzo di un ponte.
[modifica] Chiesa Matrice
Intitolata a San Nicola, è situata all'interno del borgo antico a poca distanza dal mare. Costruita nel XIII sec., presumibilmente durante la rifondazione angioina della città, essa versava del XVI sec. in pessime condizioni. L’arcivescovo di Bari Girolamo Sauli ne impose pertanto la riedificazione, che avvenne negli anni 1547-1575 per opera dei maestri dalmati Francesco e Giovanni da Sebenico e Giovanni da Curzola. L’edificio costituisce tutt’oggi un pregevole esempio del rinascimento adriatico.
I recenti restauri hanno permesso di valorizzare, all'esterno, il rosone e i due portali dei leoni, sul fianco sinistro, e dei nani stilofori, sulla facciata. L'interno, a tre navate, è scandito da imponenti colonne in stile corinzio. Di particolare pregio le decorazioni scultoree, tra le quali emergono il grande fonte battesimale e i delicati bassorilievi sui pilastri dei matronei. L’apparato iconografico è nobilitato dall’altare in legno dipinto che custodisce la trecentesca icona della Madonna di Costantinopoli e da un affresco cinquecentesco di scuola dalmata. Tra le tele, per lo più di scuola pugliese e napoletana e databili ai secoli XVII e XVIII, spicca quella della Madonna della Neve, sul retro della quale è stato scoperto un dipinto più antico di più pregevole fattura, attribuibile alla Scuola di Leonardo da Vinci. Nella cripta è conservato un frammento ligneo che la tradizione attribuisce alla Croce di Cristo, donato al Capitolo di Mola nel 1710.
[modifica] Palazzo Roberti
L’imponente palazzo signorile, che domina la centrale piazza XX Settembre, fu edificato nel XVII secolo dall’architetto Vincenzo Ruffo, allievo di Vanvitelli. Gli interni, che conservano pregevoli decorazioni pittoriche, sono attualmente chiusi al pubblico. Rappresenta uno degli uffici signorili più belli di Mola di Bari, data la sua ottima fattura architettonica e l'importanza delle famiglie nobili che vi risiedettero. Fu costruito per volere del signor Roberti, da maestranze baresi, fra il 1760 e il 1770, in stile tardo barocco. La leggenda vuole che esso abbia all'incirca cento stanze,nonostante sia discutibile la veridicità di questo dato, e che sia stato visitato da nobili e regali quali G. Murat e G. Garibaldi.
[modifica] Chiesa di Sant’Antonio
Fu edificata nel 1503 col titolo di Santa Maria del Passo alle porte della città lungo la via che conduceva a Bari, in luogo di un’antica cappella preesistente. Dalle origini sino al XIX secolo fu parte integrante di un convento di Frati Minori Osservanti. La natura mendicante dell’ordine fece sì che la chiesa divenisse patronato di diverse famiglie notabili del luogo (i baroni Noya, Roberti) che contribuirono alla formazione di un ricco arredo scultoreo e iconografico. Oggi spiccano l’antico gruppo scultoreo della Pietà (XV secolo), il pulpito ligneo del 1712 e l’organo del XVIII secolo.
[modifica] Teatro Comunale "Niccolò Van Westerhout"
Il 23 maggio 1887 il Consiglio Comunale di Mola di Bari deliberò la realizzazione del teatro comunale per una spesa complessiva di lire 21.525. Il teatro fu realizzato nel 1888 e cominciò a funzionare nel 1892. Il 18 aprile 1896 fu rappresentata per la prima volta l'opera "Dona Flor" dell'illustre cittadino molese Niccolò Van Westerhout, ottenendo un successo trionfale. Nel 1929 il teatro fu adibito a sala cinematografica fino a chiudersi definitivamente anni dopo. Dopo 20 anni di totale abbandono, il 6 dicembre 1972, con l'Amministrazione del Sindaco Giovanni Padovano, il teatro fu restaurato e inaugurato con un concerto dell'orchestra sinfonica della Provincia di Bari diretta dal maestro Nino Rota. Il 24 maggio 1973 il cartellone teatrale segna un altro momento storico per il teatro molese per la presenza del grande Eduardo De Filippo che porta in scena "L'Arte della Commedia", dirigendo gli attori del Gut "Piero Delfino Pesce", capeggiati da Vittorio Capotorto, registrando un grandioso successo di publico e di critica. Il 5 aprile 2000, dopo la ristrutturazione e l'adeguamento degli impianti, l'Amministrazione Comunale del Sindaco Enzo Cristino, riapre al pubblico la preziosa "bomboniera" del Teatro Comunale "N. Van Westerhout", segnando un altro importante momento di cultura e spettacolo molese.
[modifica] Altri monumenti
Chiesa del SS. Rosario e convento dei Domenicani (prima metà del XV secolo), Chiesa della Madonna di Loreto (1587, campanile e pregevole rosone), Chiesa della Maddalena (1630), Chiesa di San Giacomo (1695), Chiesa di San Giovanni e annesso monastero (1723, attualmente sede dell'Accademia delle Belle Arti di Bari).
[modifica] Personaggi celebri
Niccolò van Westerhout (Mola di Bari, 1857 - Napoli, 1898). Musicista e compositore, nato a Mola da una famiglia di origine fiamminga trasferitasi in Puglia agli inizi del XVIII secolo. Dopo gli studi a Napoli, si affermò come valente compositore. Nonostante la prematura scomparsa, ha lasciato una produzione prolifica; la sua opera più importante è il dramma lirico Doña Flor, su libretto di Arturo Colautti, rappresentato per la prima volta il 18 aprile 1896 presso il Teatro Comunale di Mola, con l’orchestra del Teatro San Carlo di Napoli. Nel febbraio 2007, le sue spoglia sono state traslate da Napoli a Mola di Bari. Riposano nel cimitero comunale, in attesa che venga costruita una nuova cappella, in cui verranno spostati Niccolò van Westerhout, suo padre e le sorelle.
Piero Delfino Pesce (Mola di Bari, 1874-1939). Intellettuale e uomo politico, accompagnò la sua attività di saggista e giornalista con l’impegno politico all’interno del Partito Repubblicano, di cui fu tra i massimi dirigenti pugliesi fino all’avvento del fascismo e allo scioglimento dei partiti. Successivamente si dedicò al teatro e alla pittura. A lui si deve la fondazione delle riviste Aspasia (1899) e Humanitas (1911).
Onofrio Martinelli (Mola di Bari, 1900 - Firenze, 1966). Pittore. Dopo gli studi classici a Firenze, raggiunse Parigi nel 1925, legandosi a Filippo de Pisis e Giorgio De Chirico. Tornato in Italia, si trasferì a Firenze dove ottenne una cattedra all'Accademia di Belle Arti. Accanto all'attività di pittore, che lo vide partecipare a numerose esposizioni (Biennale di Venezia, Quadriennale di Roma), si dedicò attivamente anche all'organizzazione di mostre. Sposò Adriana Pincherle, sorella di Alberto Moravia.
Bruno Calvani (Mola di Bari, 1904 - 1986). Scultore, attivo tra l'Italia e Parigi.
[modifica] Economia
Pesca, agricoltura.
[modifica] Feste, sagre ed eventi folcloristici
Riti della Settimana Santa.
Il Venerdì antecedente la Domenica delle Palme, processione dei Misteri della Passione e Morte di Cristo a cura dell'Arciconfraternita del SS. Rosario, nella quale vengono portate a spalla, le statue raffiguranti i momenti salienti degli ultimi momenti di vita di Gesù. Nell'ordine sfilano: Gesù nell'orto degli ulivi, Gesù alla colonna, Ecce Homo, Gesù sotto la pesante croce, Gesù con la Veronica, Gesù davanti a Pilato ed infine la statua della Vergine Addolorata. La Domenica delle Palme, detta anche di Passione, solenne benedizione delle palme e dei ramoscelli d'ulivo in ogni parrocchia. La sera del Giovedì Santo, tradizionale visita da parte dei cittadini agli altari della Reposizione allestiti in tutte le Chiese molesi, più volgarmente chiamati "sepolcri". La sera del Venerdì Santo si svolgono due importanti processioni: quella del Santissimo Legno e quella di Gesù Morto. Nella prima, viene portata in giro per le vie del paese una piccola reliquia della Croce di Gesù Cristo. A questa processione vi partecipano tutte le congregazioni del paese, le autorità, associazioni cattoliche e una sterminata folla di cittadini. La seconda, quella di Gesù Morto, è molto più suggestiva e commovente della prima. Parte dalla Chiesa di S. Antonio e si snoda per le vie del paese nel più assoluto silenzio; il simulacro di Cristo Morto viene portato a spalla da oltre cento cittadini in abito nero da sposo con camicia bianca e farfalla nera che si alternano otto per volta sotto la bara. Suggestive le marce funebri eseguite durante la processione, e soprattutto l'antico inno in latino "Vexilla Regis", cantato dai confratelli della Chiesa di S. Antonio. La mattina del Sabato Santo, in cui la Chiesa commemora Gesù nel sepolcro, si snoda dalla Chiesa della Maddalena alle ore 10.00 la processione della Madonna Addolorata, che percorre le strade del paese, ricordando il lutto per la perdita del Figlio. La sera del Sabato Santo, Veglie Pasquali in tutte le parrocchie e la mattina della Domenica di Pasqua, Sante Messe in commemorazione della Resurrezione di Cristo.
Festa di Sant'Antonio da Padova (13 giugno).
Santo molto popolare a Mola di Bari. Nelle vicinanze della Chiesa, e in alcune strade, grazie alle offerte dei fedeli, viene allestita una modesta illuminazione. In diverse strade, vengono preparati gli altarini e la statua del Santo portato in processione dal tardo pomeriggio, si ferma dinanzi a ciascuno di questi ed il sacerdote recita le litanie in onore del Santo di Padova. In serata spettacolo pirotecnico sul molo, e conclusione della processione.
Estate Molese (luglio-agosto-settembre).
Festa della Madonna d'Altomare (prima domenica di luglio).
E' la festa della marineria molese e dal 1988 (dopo 20 anni di interruzione) si svolge regolarmente ogni anno con processione, illuminazione e tradizionali fuochi pirotecnici. Il punto saliente di questa festa è la processione: il simulacro della Madonna d'Altomare, dopo aver attraversato diverse vie del paese, viene imbarcato su un motopeschereccio, seguito da tutti gli altri motopescherecci e altri natanti. All'uscita al porto, il corteo navale si dirige sul mare che costeggia il territorio molese. Al rientro in porto, la statua viene lasciata a bordo del motopeschereccio sino al pomeriggio, quando viene riportata in processione sino nella Chiesa di Loreto. In serata, imponenti fuochi pirotecnici nella laguna del porto.
Sagra del Polpo (ultima Domenica di Luglio).
La Sagra del Polpo rientra nelle manifestazioni organizzate per l'ormai consolidata Estate Molese. Solitamente si svolge durante l'ultimo week-end di Luglio. Questa sagra ogni anno registra un grandissimo numero di visitatori di paesi limitrofi, che accorrono a Mola per degustare il tanto ormai famoso polpo, preparato in ogni modo. Grande la partecipazione anche al concerto organizzato per il sabato, il quale vede esibirsi sempre un artista di grande spessore nazionale. Luna Park per la gioia di bambini e ragazzi, bancarelle sul lungomare e spettacoli pirotecnici.
Festa di San Rocco (16-17 agosto).
Festa patronale della Madonna Addolorata (seconda domenica di settembre).
La festa patronale della Madonna Addolorata ha luogo nella seconda domenica del mese di settembre; inizia il sabato e si conclude il lunedì. E' la festa più importante di Mola di Bari in cui viene solennemente festeggiata la Patrona del paese. I festeggiamenti religiosi iniziano il venerdì, con la Solenne recita dei Vespri in onore della Vergine. Per tutti i giorni della festa, la Bassa Musica di Mola di Bari, "U Tammor", si snoda per le vie del paese eseguendo brani celebri e marce. La sera del sabato viene accesa un artistica illuminazione, installata in Piazza XX Setembre, via Niccolò Van Westherout e via Di Vagno. Piazza XX Settembre si presta all'installazione e al dispiegamento delle più sfarzose, belle ed artistiche illuminazioni. Infatti è una piazza molto ambita dalle ditte illuminatrici. Sempre in serata, concerto musicale patrocinato dal Comune di Mola e dalla Provincia di Bari. Il momento clou dei festeggiamenti avviene la domenica mattina, quando sul sagrato della Chiesa della Maddalena, in Piazza XX Settembre, il Sindaco consegna al simulacro della Vergine le simboliche chiavi della città, e dopo l'esecuzione dell'Ave Maria da parte dell'Accademia del Canto di Mola di Bari, si snoda per le vie del paese la solenne processione, a cui vi partecipano il Clero cittadino, le autorità molesi e dei paesi limitrofi, le associazione cittadine, il popolo e il Gruppo di Sbandieratori della città di Carovigno. Molto sentita la tradizione di vestire con gli stessi abiti della Vergine, alcune bambine, in segno di devozione e totale affidamento all'Addolorata, le quali partecipano alla processione. In serata, servizio musicale da parte di varie orchestre di paesi vicini, lancio di una maestosa mongolfiera e spettacolari gare perotecniche. La conclusione della festa avviene il lunedì, quando in serata viene garantito il servizio musicale e a mezzanotte un grandioso spettacolo pirotecnico chiude i festeggiamenti. Per tutti i giorni della festa, viene allestito un grande Luna Park, solitamente nei pressi del mare, e in Piazza XX Settembre, diverse bancarelle vengono montate a formare un piccolo mercato.
Festa della Madonna del Rosario (prima domenica di ottobre).
[modifica] Amministrazioni
Dal dopoguerra ai primi anni Novanta, l'amministrazione comunale di Mola di Bari è stata – fatta salva una breve eccezione negli anni Quaranta – espressione di forze politiche moderate, con monocolori democristiani o giunte centriste di coalizione che solo negli anni Ottanta furono allargate al PSI.
La riforma elettorale che introdusse l'elezione diretta del sindaco vide nel 1993 la vittoria di Ernesto Maggi, esponente del MSI e poi di AN. Dopo le sue dimissioni è stato il centrosinistra ad affermarsi, prima con Enzo Cristino (1996 e 2000) e poi con Nico Berlen (2005). Attualmente l'attività amministrativa è catalizzata dal progetto di riassetto urbanistico della città, affidato all'architetto catalano Oriol Bohigas e finanziato con i fondi europei del Piano Urban II.
[modifica] Numeri Utili
Centralino Comune di Mola di Bari
080-4738200
Centralino ASL BA/4-Mola di Bari
080-4717111
Ufficio Sanitario Locale
080-4717732
Ufficio Postale Centrale
080-4739333
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
![]() |
Mola di Bari su DMoz (Segnala su DMoz un link pertinente all'argomento Mola di Bari) |