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Canosa di Puglia - Wikipedia

Canosa di Puglia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Canosa di Puglia
Stato: Italia
Regione: Puglia
Provincia: Bari
Coordinate:
Latitudine: 41° 13′ 0′′ N
Longitudine: 16° 4′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 140 m s.l.m.
Superficie: 149 km²
Abitanti:
31.445 2001
Densità: 204 ab./km²
Frazioni: Loconia 
Comuni contigui: Andria, Barletta, Cerignola (FG), Lavello (PZ), Minervino Murge, San Ferdinando di Puglia (FG)
CAP: 70053
Pref. tel: 0883
Codice ISTAT: 072013
Codice catasto: B619 
Nome abitanti: canosini 
Santo patrono: San Sabino 
Giorno festivo: 1° agosto 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia

Canosa di Puglia (in dialetto pugliese Canaus, in latino Canusium) è un comune di 31.445 abitanti in provincia di Bari, collocato sul margine nord-occidentale dell'altopiano delle Murge da cui domina la valle dell'Ofanto e l'estesa pianura del Tavoliere delle Puglie, spaziando dal monte Vulture al Gargano, alla costa adriatica.
Canosa è considerata uno tra i principali centri archeologici della Puglia e rappresenta uno dei casi più significativi di città a lunghissima continuità di vita. Reperti e vasi canosini sono in tutti i principali musei e collezioni private del mondo ma, naturalmente, testimonianze del suo glorioso passato sono disseminate nella città attuale e nel territorio circostante.

Il comune confluirà nella nuova Provincia di Barletta-Andria-Trani, non appena essa diventerà operativa (orientativamente entro il 2008).

Indice

[modifica] Geografia

[modifica] Territorio e morfologia

Veduta panoramica
Veduta panoramica

Canosa sorge ad un paio di chilometri dalla sponda orientale del fiume Ofanto e ad una ventina di chilometri dal Mar Adriatico, su un territorio livellato, anticamera dell'Altopiano delle Murge (tra i 105 e i 140 m s.l.m.). Il versante su cui è edificata la città è prevalentemente argilloso e sabbioso sulla superficie, che va a coprire uno strato calcareo ("calcareniti di Gravina") che a sua volta costituisce il tipico tufo di colore bianco-giallastro e facilmente disgregabile.
Questa caratteristica morfologica ha permesso la costruzione sotterranea di grotte artificiali, il riadattamento di altre preesistenti (usate nel XIX secolo come cantine), nonché la creazione degli ipogei. Il tufo ricavato come scarto ha permesso (e permette tuttora) la costruzione di edifici in superficie.

Il territorio circostante si estende verso sud fino alle pendici delle Murge, verso ovest fino all'Ofanto (anche confine provinciale) ed è prevalentmente pianeggiante. I bacini del Rendina e del Locone contribuiscono alla fertilità della vasta area (150 Km2).

[modifica] Urbanistica

Pianta della Città
Pianta della Città

Canosa, nel corso dei secoli, è cresciuta secondo lo standard delle città-fortezza: nei pressi di un fiume e su un territorio prettamente collinare (ben 7 sono le piccole vette sulle quali sorge la cittadina). In cima ad esse è visibile anche il mare, verso nord.

Dalla zona dell' Acropoli, costituita da un bastione contornato in discesa da un dedalo di scalinate e stretti vicoli (presenti tutt'oggi), il centro si è esteso fino alla piana sottostante, zona delle tombe dapprima daune, poi romane, infine paleocristiane. La città poi si è evoluta in epoca romana, con la costruzione di edifici, acquedotti, un anfiteatro, luoghi di culto e altre tombe in tufi locali e laterizi. La via Traiana attraversava trasversalmente la civitas, che, per la sua morfologia, non era costruita in base ai criteri dell'accampamento romano. Diventata dal IV secolo d.C., sotto San Sabino, la più importante diocesi pugliese, Canosa viene ulteriormente arricchita da palazzi e chiese.

Dagli inizi dell'800 a oggi, Canosa ha assunto una fisionomia sempre più precisa: due piazze principali, collegate da un corso che ricalcava l'antica via Traiana (corso San Sabino), stabiliscono il centro cittadino: nella prima (Piazza Vittorio Veneto) è presente la Cattedrale di San Sabino; nella seconda (attuale Piazza della Repubblica, già Piazza Colonna [1]) il Municipio (precedentemente un convento) che fungeva da frontespizio all'Acropoli. Diverse strade diramanti da entrambi i larghi conducono ai punti più "strategici" della antica capitale della Daunia. Il percorso del Tratturo Regio sfiorava Canosa nella zona periferica della Madonna di Costantinopoli.

Dagli anni '80 sul Monte Scupolo cresce la Zona 167, destinata inizialmente alle residenze popolari. Attualmente la zona è un secondo centro parallelo (Canosa Alta, già Torre Caracciolo) che accoglie più di un terzo degli abitanti di Canosa, quindi non più destinata solo a cooperative di case popolari, ma a ville, negozi e ristoranti.

Da poco tempo è in corso anche un piano di riqualificazione di strade e piazze canosine.

Ad una dozzina di chilometri da Canosa, direzione Lavello, è presente la frazione di Loconia.

[modifica] Storia

[modifica] Le origini

Minerva, Tempio italico di San Leucio
Minerva, Tempio italico di San Leucio

Fondata secondo la leggenda dall'eroe Diomede, decantato nell' Iliade, Canosa è stato tra i più importanti centri indigeni della Daunia prima e della Apulia poi.

I primi insediamenti autoctoni (composti dai dauni, ramo settentrionale della tribù Iapigia), stabiliti su quella fascia di terra chiamata dagli archeologi Campi Diomedei, risalgono ad un epoca di gran lunga precedente a quella diomedea, e precisamente al Neolitico (6000-3000 a.C.), per svilupparsi nell'Età dei Metalli. Si va a costituire l'abitato arcaico di Toppicelli, sulla piana ofantina, con presenza di edifici e tombe aristocratiche ricchissime di corredi, appartenenti al ceto di quelli definiti poi "principi dauni".

Molteplici sono le ipotesi avanzate nel spiegare l'etimologia del nome Canosa, usato per indicare il primo vero nucleo sviluppatosi (VIII secolo a.C.).

Antica mappa della città
Antica mappa della città

Una prima ipotesi[2] [3] ne vede l'origine nel culto di Afrodite in Daunia. Secondo questa ipotesi, suffragata dal commentatore latino Servio, Canusium deriverebbe da canis (in italiano: il cane), animale associato alla dea greco-orientale Afrodite en kepois.

Una seconda ipotesi prevede una derivazione dalla parola greca χάνης (canus, cesto di vimini) per la presenza numerosa di vimini spontanei lungo la riva del fiume Ofanto.

Una terza ipotesi [4] prevede la derivazione dalla parola ebraica Chanuth (in italiano: la taverna), divenuto poi Chanush [5]. Entrambe sarebbero integrate dal messapico o iapigio suffisso -ion (poi -ium in latino)[6].

Una quarta ipotesi sostiene l'origine esclusivamente iapigia o messapica dell'etimo Canusium e la risoluzione del problema etimologico attraverso la spiegazione della radice can-[5].

Una ulteriore ipotesi[7] intravede una diretta correlazione fra il nomen latino Canusium e il gentilizio etrusco canzna. Questa ipotesi si basa sulla presenza etrusca in Campania prima della conquista romana e del vivace commercio etrusco lungo la valle dell'Ofanto. Questa è suffragata dalla cospicua presenza di prodotti della metallotecnica etrusca[8] e di ambre (conservate al British Museum di Londra) in cui si riscontrano motivi stilistici comuni all'artigianato etrusco[9].

[modifica] L'influenza ellenistica e l'inglobamento in Roma

Nel corso dei secoli, Canosa diviene un importante centro commerciale e dell'artigianato (specie di ceramiche e terrecotte). Con lo sviluppo della Magna Grecia, il centro è influenzato dalla cultura ellenica (morfologicamente e urbanisticamente, Canosa è territorio ideale per la formazione di una polis greca). Nel 318 a.C. Canosa diventa città alleata di Roma, accogliendo i Romani anche dopo la disfatta ad opera di Annibale nel 216 a.C. a Canne, piccolo villaggio nei pressi dell'Ofanto. Dall'88 a.C. diventa Municipium e subisce le modifiche tipiche romane: il passaggio della via Traiana (109 d.C.) la costruzione dell'acquedotto di Erode Attico (141), anfiteatro, mausolei e archi. Poco più tardi l'imperatore Antonino Pio eleva il centro al rango di Colonia con il nome Aurelia, Augusta, Pia, Canusium.

Verso la fine del III secolo diviene capoluogo della Provincia Apuliae et Calabriae, diventando dal IV sede di una tra le più importanti diocesi di Puglia. Da qui l'appellativo "città dei vescovi"; la presenza di un quartiere episcopale con superbi e unici luoghi di culto, dimostrano la prevalenza di Canosa (basti pensare che Barletta era il porto del centro pugliese). Questa raggiunge il suo apice sotto l'episcopato di Sabino (514 -566).

[modifica] Altre culture fino al 1800

Diventata sede di gastaldo con le invasioni longobarde tra VII e VIII secolo, subisce nel secolo successivo diverse devastazioni per mano dei Saraceni (scacciati intorno all'871).

Solo due secoli dopo Canosa ritrova un certo rilievo (XI - XII secolo) con i Normanni, grazie al particolare interesse mostrato dal principe Boemondo d'Altavilla (che dal 1111 giace nel mausoleo ivi presente) e poi, sotto gli Svevi, da Federico II. Dall'età imperiale incomincia il declino, perdurato sino al XVIII secolo, accentuato dai molteplici terremoti (1361, 1456, 1627, 1659), dai numerosi saccheggi (in particolare, dei tarantini nel 1451 e dei soldati francesi di Napoleone nel 1803) e dalla perdita della sede Vescovile: Canosa diventava un feudo, gestito però da casati di cui alcuni, in seguito, avrebbero segnato la Storia. Vi si annoverano gli Orsini del Balzo, i Grimaldi di Monaco, gli Affaitati di Barletta, i Capece Minutolo di Napoli.

[modifica] Dalla seconda metà del XIX secolo ad oggi

Monumento a Imbriani, via Imbriani angolo via Saffi
Monumento a Imbriani, via Imbriani angolo via Saffi

Dopo le guerre d'indipendenza e il disastroso terremoto del 1851, Canosa rimase un paese prevalentemente borghese: a dimostrarlo fu la costruzione di palazzi signorili in tufo locale (su tutti il Sinesi[10], il Fracchiolla-Minerva[11], il Rossi, l' Iliceto [12] e il Visconti) che cingevano il centro cittadino, a preservare i segni del tempo dell'Acropoli e della Cattedrale.

Passata praticamente incolume alla Prima guerra mondiale, Canosa subiva gli effetti del primo terremoto Irpino del 1930 (79 anni dopo quello che costrinse alla ricostruzione di parte della Cattedrale di S. Sabino e numerosi edifici) e fu quindi costretta alla riparazione degli ingenti danni.
Il 6 novembre 1943, poco dopo l'armistizio (8 settembre dello stesso anno), il paese veniva bombardato. Alcuni palazzi rimasero danneggiati (comprese le adiacenti chiese di San Francesco e San Biagio[13] e parte del Palazzo di Città), altri ancora rasi al suolo, e 57 persone persero la vita. Nell'aprile 2001 il Comune di Canosa fu insignito della Medaglia di bronzo al Valor Civile in ricordo della tragedia[14].

Il 17 Settembre 1962, con decreto del Presidente della Repubblica il comune è stato insignito del titolo di Città per le sue tradizioni storiche e per i meriti acquisiti dalla sua comunità.

Nel 1980 Canosa fu nuovamente danneggiata dal terremoto. Come già tante volte in passato, la cittadina si ritrovò in emergenza, con antichi edifici e alcune chiese dichiarate inagibili.

Attualmente Canosa è un centro basato prevalentemente sull'agricoltura, ma con un vantaggio nel terziario (turismo archeologico) e nell'industria e artigianato (tessile, alimentare e manifatturiera).

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Archeologia

[modifica] Il castello

Torri del Castello
Torri del Castello

Quello denominato dai paesani Castello, in realtà era l'Acropoli dell'antica Canosa. Le tre grandi torri sono i ruderi del feudo situato in cima all'omonimo colle, a strapiombo sulla valle Ofantina. Originariamente luogo di culto e fortezza di epoca preromana, eretto con blocchi di tufo (come diversi siti canosini), fu ricostruito come bastione con gli stessi materiali dai Normanno-Svevi[15], per poi essere usato come "guardia" dai Grimaldi[16].
L'usura dei blocchi che lo compongono e il colore degli stessi denota il passaggio delle diverse civiltà che hanno elaborato la struttura in epoche differenti.

Lungo la collina scoscesa dell'Acropoli, vi è la parte antica del paese, caratterizzata dalle stradine e le scalinate. Alla base meridionale dell'asperità, giacciono i resti di un anfiteatro romano.

[modifica] Ipogei e catacombe

Canosa possiede un vero e proprio tesoro sotterraneo, costituito dagli ipogei (molti probabilmente ancora celati). Questi sono stati usati dapprima dai dauni come catacombe pagane, e, al loro interno, venivano celebrati anche culti funerari, manifestanti una civiltà avanzata per la vastissima epoca (dal 6000 a.C. al II sec. d.C.). Le sepolture negli ipogei (con qualche variazione; dalle rozze tombe a fossa allo stile a grotticella) sono perdurate fino all'epoca romana.
Composti da una dromos conducente a una o più stanze funerarie, gli ipogei contenevano, oltre al defunto (spesso ritrovato in posizione fetale), anche oggetti personali di questo, ritrovabili in urne o deposti in nicchie. Nel corso degli anni, però, molti di questi manufatti (tra cui preziosi monili in oro e bronzo, vasellame in terracotta con figure rosse e askos) sono andati perduti (o in mano a privati) anche a causa dell'opera dei cosiddetti tombaroli.

I più importanti ipogei canosini sono quelli del Cerbero, Lagrasta, Boccaforno e dell'Oplita. Altri reperti recuperati negli ipogei sono visibili presso i locali Palazzo Sinesi e Museo Civico.

Il paese pugliese si mostra manna per l'archeologia: poco distante dal centro abitato sorge, nelle profondità di un terreno argilloso, la necropoli di Santa Sofia, di epoca più recente (intorno al IV sec. d.C., periodo paleocristiano), estesa e diversa rispetto agli altri ipogei (risale al tempo delle persecuzioni cristiane), scoperta intorno al 1960 e attualmente in fase di restauro.[17]

  • Tomba degli Ori IV Secolo a.C.
  • Ipogei Monterisi-Rossignoli IV sec a.C.
  • Tomba Varrese IV sec. a.C.
  • Ipogeo del Cerbero IV sec. a.C.
  • Ipogeo Scocchera A IV sec. a.C
  • Ipogeo Scocchera B (detto Ipogeo Boccaforno) IV sec. a.C
  • Ipogei Casieri IV sec a.C.
  • Ipogeo del Vaso di Dario IV sec. a.C.
  • Ipogei Lagrasta II sec. a.C.
  • Ipogeo dell'Oplita II sec a.C.
  • Ipogeo Matarrese
  • Ipogeo Reimers III sec a.C.
  • Tomba di Largo Costantinopoli III sec. a.C.
  • Necropoli di Santa Sofia II-IV sec. d.C.
  • Tomba di Via Lavello

[modifica] Templi e chiese arcaiche

  • Tempio di Giove Toro IV Secolo a.C.
  • Battistero di San Giovanni VI-VIII sec. d.C.
  • Basilica Paleocristiana di San Pietro VI-VII sec. d.C.
  • Basilica di Santa Maria VI sec. d.C.

[modifica] Basilica di San Leucio

La Basilica di San Leucio è uno dei maggiori esempi dell'architettura paleocristiana in Puglia. Tempio pagano, probabilmente dedicato a Minerva, sino al II sec. d.C, venne trasformato in basilica cristiana tra il IV e il V sec. d.C.

La struttura del Tempio Italico doveva essere il frutto della fusione delle culture magnogreca e centritalica: una struttura di grandi dimensioni, costituita da una cella dedicata al culto posta fra due ampi ambienti, con mosaici policromi, capitelli figurati in tufo intonacato e dipinto, colonne in stile dorico-ionico e grandi statue (di cui ora vi è ancora traccia).

La Basilica Paleocristiana di San Leucio si impianta sul tempio ellenistico. Per la sua costruzione furono riutilizzate le murature, le colonne e i capitelli preesistenti. L'impianto planimetrico è detto a doppio involucro si compone di un muro perimetrale di forma quadrata (50 m di lato) con esedre su ciascun lato al cui interno c'è un secondo quadrato concentrico con esedre colonnate. L'architettura della basilica è di ispirazione orientale, privilegiando i colori agli ampi spazi. Alla fine del VII sec. d.C., a causa di gravi crolli si procedette ad un restauro, modificando la pianta della basilica che divenne a croce inscritta in un quadrato. Nel IX sec. d.C. venne costruita una cappella adiacente all'abside funzionale ai riti sepolcrali.

[modifica] Basilica di San Pietro

Non distante dalla basilica pagana prima, paleocristiana poi, giace la Basilica di San Pietro, prima cattedrale cristiana della città, trasformata poi in sepolcro di San Sabino (556), patrono di Canosa[18]. Anch'essa presentava mosaici e capitelli dorico-ionici.

Il complesso si articola nella grande chiesa di San Pietro preceduta da un ampio atrio portificato e affiancata da un edificio residenziale e da varie altre strutture adibite a funzioni cimiteriali: un lussuoso mausoleo, probabilmente il sepulchrum dello stesso vescovo Sabino, una grande fornace adibita alla cottura di laterizi e una domus, utilizzata probabilmente come dimora vescovile.

Dal 2001 è in corso uno scavo sistematico di tutta la zona da parte dell'Università di Foggia e dell'Università di Bari.

[modifica] Battistero di San Giovanni

Battistero di San Giovanni
Battistero di San Giovanni

Nella vallata è presente il Battistero di San Giovanni (VI-VIII sec.). Il corpo centrale, di forma dodecagonale, conteneva una vasca battesimale eptagonale. Le composizioni erano soprattutto in marmo e tufo. Il colonnato che sorreggeva la volta a botte è rimasto danneggiato nel corso del tempo, così come sono andate perse le componenti auree e i mosaici che rivestivano la Fonte (elementi tipicamente bizantini, segno dell'elevato numero di popoli che ha conosciuto Canosa nel corso dei secoli). In corrispondenza dei punti cardinali, partivano quattro piccole navate dal dodecagono, andando a formare una struttura a croce greca.

[modifica] Basilica di Santa Maria

Negli ultimi tempi, al di sotto del Battistero, sono stati rinvenuti due piani distinti della Basilica di Santa Maria, una delle prime chiese paleocristiane dell'intero Meridione.[19]

[modifica] Tempio di Giove Toro

Tempio di età romana è quello di Giove Toro: periptero con sei colonne sui lati corti e dieci sui lati lunghi, laterizi e una scalinata, prende il nome da una statua di Giove trovata sul posto negli scavi ultimati nel 1978.[20]


[modifica] Altri siti

Ponte Romano sull'Ofanto
Ponte Romano sull'Ofanto

Tra gli altri monumenti spicca il Ponte Romano sull'Ofanto (I sec. d.C.), che permetteva il passaggio della Via Traiana da una parte all'altra del fiume (ed è stato utilizzato per il traffico stradale fino agli anni '70), ricostruito ex-novo nel medioevo e restaurato ancora una volta nel 1759.

Notabili sono anche le Torri Casieri e Bagnoli e l'Arco di Terenzio Varrone, monumenti in opus latericium dedicati al passaggio del Console romano in occasione della battaglia di Canne. Le due torri conservavano le spoglie di alcuni caduti nella battaglia.

Ancora relativo alla battaglia punica è un rudere di un'abitazione romana in pieno centro cittadino, probabilmente dimora della Matrona Busa, nobildonna canosina, che ospitò i combattenti. Dal 2000 altri scorci dell'antica civitas romana sono stati rilevati nei pressi di palazzi in costruzione.

Infine, le Terme romane situate in pieno centro cittadino, sono tornate alla luce negli anni '50. Attualmente sono in fase di recupero a cura della Sovrintendenza.

[modifica] Architetture

[modifica] La Cattedrale di San Sabino

Cattedrale di San Sabino
Cattedrale di San Sabino

La Basilica di San Sabino fu edificata in età Longobarda (VII-VIII sec.) per mezzo del duca Arechi II, dopo l'abbandono dei siti paleocristiani di San Leucio e San Pietro. Dedicata inizialmente ai Santi Giovanni e Paolo, fu intitolata a San Sabino il 7 settembre 1101, ad opera di Papa Pasquale II, circa quattrocento anni dopo la traslazione delle spoglie del Santo nella cripta sottostante per mezzo del Vescovo Pietro il 1° agosto di un anno imprecisato del secolo VIII. Fu riconosciuta come Cattedrale nel 1916 da Papa Benedetto XV[21].

Inizialmente la pianta della basilica era (ed è tuttora) a croce latina, coperta da cinque cupole basse a vela e un'abside (illuminata da tre fineste, la cui centrale è ricoperta da una vetrata raffigurante il patrono), chiaro esempio di stile romanico-bizantino: al di sotto del presbiterio si accedeva alla cripta, reliquiario del Santo. Le cinque volte poggiano su arcate sorrette da complessive diciotto colonne di marmi persichino, granito e cipollino: queste ultime (sei), con capitelli corinzi, furono recuperate da monumenti ormai devastati. Priva di affreschi e pavimentata con marmo bianco, la Cattedrale giace a tre metri al di sotto della piazza dalla quale si accede.
Dopo il terremoto del 1851, la Cattedrale rimase danneggiata: all'imponente opera di restauro proseguì un deciso ampliamento: venne allungato il "piede" della pianta a croce latina, ricostruita la facciata in tufo locale (con costruzione del Campanile laterale, a tre livelli con torretta ottagonale sovrastata da cupolina semisferica[22]) con tre portali, ognuno dei quali in corrispondenza delle navate, a loro volta integrate da 8 cappelle nella zona più antica[23].

La Cattedrale, nella quale si accede dopo una breve discesa, presenta sull'architrave centrale della costruzione ampliata il simbolo degli Altavilla. Le cappelle corrispondenti alla navata destra, intercomunicanti, contengono nell'ordine: una fonte battesimale, per ciò che riguarda la prima dall'ingresso; un altare e un affresco dedicati alla Madonna della Fonte (protettrice di Canosa) la cui icona pervenne dopo la Prima Crociata nel paese dauno nella seconda, nonché le porte bronzee dell'adiacente Mausoleo di Boemondo; la statua lignea e una tela raffigurante Sant'Alfonso Maria de' Liguori e il sepolcro del Beato Padre Antonio Maria Losito (1838-1917)[24] nella terza. Un crocifisso di legno di metà XX secolo anticipa l'ingresso alla sequenza di cappelle.
Sulla navata sinistra, invece, si ha il sepolcro del Vescovo di Lecce Mons. Francesco Minerva (1904-2004) ad anticipare le tre cappelle seguenti: la prima contenente il tesoro del Santo, composto da reliquie, calici, crocifissi e un busto in argento del Santo[25], chiusa da una grata di ferro; la seconda dedicata a Sant'Antonio (ma con tela rappresentante San Francesco d'Assisi); la terza dedicata invece a Sant'Anna. Sul braccio sinistro della croce latina sono presenti altre due cappelle: quella del SS. Sacramento (frontale rispetto all'ingresso), contenente la statua del Sacro Cuore[26] e l'altra di San Giuseppe, all'estrema sinistra.

Mausoleo di Boemondo
Mausoleo di Boemondo

Il presbiterio presenta l'altare maggiore con ciborio, posto su una base di marmo con tre gradini, sormontato da un baldacchino sorretto da quattro colonne di marmo rosso con capitelli corinzi a piramide ottagonale a due sezioni sorrette complessivamente da 48 colonnine dello stesso marmo, molto simile a quello presente nella Basilica di San Nicola di Bari.
Imponente è anche l'ambone di marmo attribuito ad Acceptus (XI sec.) , poggiato su quattro colonne ottagonali. In cima al pulpito dell'ambone vi è un leggio sorretto da un'aquila, sempre in marmo.
Nei pressi dell'abside è posto il seggio episcopale, opera presumibilmente di Romualdo e commissionato dal vescovo Ursone (tra il 1080 e il 1089): di ispirazione bizantina, la cattedra è poggiata su due elefanti stilizzati ed ha alla base una lastra in bassorilievo a rappresentare due aquile.

Nel 2005 è terminato il lungo restauro della Chiesa, iniziato alla fine del XX secolo.

Per approfondire, vedi la voce San Sabino.

[modifica] Mausoleo di Boemondo

Accessibile dal transetto di destra della cattedrale è il Mausoleo di Boemondo d'Altavilla. Eretto dopo il 1111, anno della morte del Principe, il piccolo edificio presenta una parte superiore caratterizzata da un tamburo poligonale sovrastato da una cupoletta emisferica, che va a "coprire" la pianta quadrangolare, con una piccola abside a destra sorretta da arcate non imponenti. Una doppia porta di bronzo asimmetrica (ora conservata nella cappella laterale della Madonna della Fonte nell'attigua basilica)[27], realizzata probabilmente da Ruggero di Melfi[28] (XI sec.), faceva da ingresso alla cappella, sorretta da due colonne di marmo pentelico. All'interno, oltre alle colonne, di cui una scende in profondità, vi è sul pavimento la lapide di marmo greco con la dicitura "BOAMVNDVS".

La struttura è visibile dalla superiore villa comunale.

[modifica] Musei

[modifica] Museo Civico Archeologico

Museo Civico Archeologico
Tipologia Archeologia
[[Immagine:|200px|Immagine del Museo Civico Archeologico]]
Indirizzo Via Terenzio Varrone 45, Canosa di Puglia
Orari marzo-aprile ore 9-13, 16-18;
maggio-settembre ore 9-13, 17-19;
ottobre-febbraio ore 8-14;
domenica ore 8-14; chiuso lunedì
Biglietti gratuito
Telefono +39 0883 663685
Sito
Mezzi pubblici

Il Museo Civico Archeologico fu istituito nel 1934 e collocato nel settecentesco Palazzo Casieri. Ospita circa 2000 reperti archeologici provenienti da scavi in Canosa e in tombe del V - III secolo a.C. Si trovano iscrizioni, sculture, bassorilievi, marmi, monete, gioielli, ceramiche e vasi che risalgono ad un vasto arco di tempo di circa 1500 anni (dal VI -V secolo a.C. al IX -X secolo d.C.): dal preistorico, dauno, romano, paleocristiano e bizantino-medioevale.

In passato il Museo è stato privato di alcuni pezzi di inestimabile valore, come ad esempio i prezioni ori della Tomba degli Ori. Questi gioielli sono attualmente custoditi presso Museo Archeologico Nazionale di Taranto, e sparsi nei maggiori musei italiani e europei (fra cui il Museo del Louvre).

Organizzazione dei reperti:

  • Prima stanza: oggetti di ceramica a fondo nero con figure rosse e anfore.
  • Seconda stanza: ampolle, brocche, coppe, vasetti, anforette, urne cinerarie, piccoli crateri del III sec. a.C.
  • Terza stanza: lucerne ebraiche, romane e cristiane. Vi sono inoltre una statua fittile di una donna in preghiera e alcune fistule in piombo dell'acquedotto di Erode Attico.
  • Quarta stanza: è quasi interamente dedicata alla monetazione.
  • Quinta stanza (detta degli specchi): askoi e lekanoi policromati, iscrizioni iapigie, greche e latine e i reperti della Tomba degli Ori rimasti a Canosa.
  • Sesta stanza: olle di diverse dimensioni.
  • Settima stanza: frammenti di ceramica medievale e selci di età neolitica
Per approfondire, vedi la voce Monetazione di Canusium.

[modifica] Palazzo Sinesi - Fondazione Archeologica Canosina

Palazzo Sinesi
Tipologia Archeologia
[[Immagine:|200px|Immagine del Palazzo Sinesi]]
Indirizzo via John Fitzgerald Kennedy 18 , Canosa di Puglia
Orari mar-dom 15.30 - 19.30; lunedì chiuso
Biglietti gratuito
Telefono +39 0883 664716
Sito Sito ufficiale
Mezzi pubblici

Palazzo Sinesi è un edificio privato del XIX secolo destinato dal 1994 a spazio espositivo per mostre tematiche e temporanee. È la sede della Fondazione Archeologica Canosina[29] e sede di supporto della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia.

Mostre:

  • La Tomba Varrese, un ipogeo al confine (22 Ottobre 2000 - attualmente in corso): collezione di reperti di corredi funerari ritrovati casualmente nel 1912 e nei successivi scavi archeologici. Nell'androne è visitabile l'esposizione dedicata ai reperti dell'Ipogeo dei Serpenti piumati.
  • Municipium: Pubblico e privato a Canosa dopo la guerra sociale (28 Marzo - 30 Settembre 1998): collezione di reperti della Canusium che vanno dall'istituzione del Municipium (metà del I sec. a. C.) al conferimento del rango di colonia (metà di II sec. a.C.).
  • I vasi dei misteri (16 Giugno 1997- 30 Gennaio 1998).
  • Il patrimonio ritrovato (24 Agosto 1996 - 30 Gennaio 1998).
  • Come eravamo (Dicembre 1995 - Gennaio 1996).
  • Il rito, le offerte, le tombe a Canosa (11 Marzo - 4 Giugno 1995): collezione di reperti archelogici riguardanti i riti funerari nella Kanusion dal V sec. a. C. fino alla tarda età repubblicana.
  • Sulla via Mediterranea (30 Luglio - 30 Settembre 1994): collezione di reperti archelogici di una famiglia canosina fra il III e II sec. a.C.

[modifica] Palazzo Iliceto

Palazzo Iliceto
Tipologia Archeologia
[[Immagine:|200px|Immagine del Palazzo Iliceto]]
Indirizzo via Trieste e Trento , Canosa di Puglia
Orari mattina: mar-dom 9-13;
pomeriggio: mar e dom 16-19;
lunedì chiuso
Biglietti gratuito
Telefono +39 0883 664043
Sito
Mezzi pubblici

Palazzo Iliceto è un imponente palazzo settecentesco destinato a spazio espositivo per mostre tematiche. Nell'arco deglio anni è stata sede di svariate mostre. Fino al 2005 è stata la sede del Museo delle Marionette di Canosa, e 2005 è sede della mostra archeologica Il Dio con la folgore. E' stato inoltre usato per alcune manifestazioni teatrali nell'estate 2003, e per proiezioni cinematografiche all'aperto nelle estati del 2004 e del 2005.

Mostre:

  • Il Dio con la folgore (18 maggio 2005 - attualmente in corso): si tratta di una mostra archeologica che presenta percorsi e immagini del sacro a Canusium, promossa dalla Fondazione Archeologica Canosina.
  • Il Museo delle Marionette (presentava la prezione e interessante collezione Dell’Aquila-Taccardi: un ricchissimo assortimento di 52 personaggi di grandi dimensioni in legno di faggio, noce e abete, con abiti d'epoca in seta, armature in rame e alpacca rappresentati nobili spagnoli, cristiani armati, principesse e saraceni, papi, duchi e cardinali. Lo scenario è stato curato dal Parco Letterario "Massimo d'Azeglio - Ettore Fieramosca".
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«Se non avete denaro, possiamo accettare il pagamento con castelletti: mettete pure cinque mandorle sul bancone d'ingresso l'una sull'altra»
(Apertura degli spettacoli di marionette della Compagnia Aurora[30])
  • 1939 - 1945: schiavi di Hitler in Renania e Vestfalia (18 maggio 2004 - 30 maggio 2004: una mostra itinerante costituita da un insieme di testimonianze sui lavoratori coatti e sugli internati militari italiani in Renania e Vestfalia. La mostra è stata realizzata dal Museo-Archivio e dalla Geasamtschule Fritz Steinhoff di Hagen.
  • I giorni del sacro (2003).

[modifica] Museo della civiltà contadina

Museo della civiltà contadina
Tipologia Etnografia, Archeologia, Civiltà Contadina, Tradizioni popolari
[[Immagine:|200px|Immagine del Museo della civiltà contadina]]
Indirizzo via Feudale, Canosa di Puglia
Orari Attualmente chiuso al pubblico
Biglietti
Telefono
Sito
Mezzi pubblici

Il Museo della Civiltà Contadina è un museo allestito in un vecchio forno al servizio della zona Castello, aperto dal 12 giugno 2003 e chiuso il 30 settembre 2003, sporadicamente aperto durante l'estate, le feste patronali e durante gli eventi organizzati nella zona Castello. Il museo, attraverso un vasto allestimento di oggetti originali, ripercorre la quotidianità della vita contadina del secolo scorso, passando in rassegna usi e costumi di una civiltà ormai scomparsa.

Il museo si divide in tre macroaree tematiche:

  • La vita domestica: pignatte, caldaie, cucchiai in legno, fascineper alimentare la fiamma ed altri utensili per la preparazione di un pasto povero, ma anche arredi, un passeggino, divinità posta sulle facciate delle case a protezione e tutela.
  • L'agricoltura: le forbici da pota, le coperte, i sacchi, i fiscoli,i tini, la pigiatrice, il torchio e botti di varie dimensioni, vomeri, zappe, erpici, stornarella, zappa cavallo e un'altra miriade i oggetti mostrano una civiltà legata idissolubilente all'olio extravergine d'oliva, al vino e al grano.
  • L'artigianato: una serie di oggetti che ripropongono mestieri che sanno di antico come il fabbro, lo stagnaio, il calzolaio, mestieri legati alla lavorazione dell'argilla, delle pelli, alla produzione dei formaggi e dei latticini.

[modifica] Palazzi Storici

Il centro della città è disseminato di palazzi settecenteschi e ottocenteschi.

  • Palazzo Casieri in via Varrone
  • Palazzo Iliceto in via Trieste e Trento
  • Palazzo Scocchera via Barletta
  • Palazzo Barbarossa in via Santa Lucia
  • Palazzo Barbarossa in via Garibaldi
  • Palazzo Rossi in piazza Sinesi
  • Palazzo Rossi in corso San Sabino
  • Scuola Bovio in via Bovio
  • Palazzo Sinesi in via Kennedy
  • Palazzo Fracchiolla-Minerva in piazza Vittorio Veneto
  • Palazzo di Città in piazza Martiri XIII Maggio
  • Palazzo Caporale in via Imbriani
  • Palazzo Visconti in via Kennedy
  • Palazzo sede dell'ex biblioteca in via Imbriani
  • Palazzo Forina in via De Gasperi
  • Scuola Mazzini in via Piave

[modifica] Chiese e rettorie

Chiesa della Madonna di Costantinopoli in una foto d'epoca
Chiesa della Madonna di Costantinopoli in una foto d'epoca
  • Cattedrale di San Sabino - Piazza San Sabino
  • Chiesa di Sant'Antonio da Padova (rettoria) - Piazza Roma, Loconia
  • Chiesa di Santa Caterina (rettoria) - Via Santa Caterina
  • Chiesa dei Santi Francesco e Biagio - Piazza Martiri XXIII Maggio
  • Chiesa dei Santi Lucia e Teodoro detta anche del Santissimo Purgatorio (rettoria) - Piazza Antica
  • Chiesa della S.S. Madonna di Costantinopoli (rettoria) - SP Canosa-Montegrosso
  • Chiesa di S.S. Maria Immacolata - Via Corsica
  • Chiesa di S.S. Maria del Carmelo o Carmine (rettoria) - Piazza Umberto I
  • Chiesa di S.S. Maria del Rosario o Rosale - Via Attilio Paulicelli
  • Chiesa della S.S. Passione di Gesù Cristo (rettoria) - Via Guglielmo Oberdan
  • Chiesa di S.S. Gesù Liberatore - Via Serg. Magg. Nicola Capurso
  • Chiesa dei S.S. Gesù, Giuseppe e Maria - Via Santa Lucia
  • Chiesa di San Giovanni Battista - Via Luigi Capuana
  • Chiesa di Santa Teresa del Bambin Gesù - Via Duca d'Aosta

[modifica] Masserie

Masseria Rossi; attuale Villa Caracciolo
Masseria Rossi; attuale Villa Caracciolo

Le masserie erano delle grandi aziende agricole abitate, a volte, anche dai proprietari terrieri. La grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti.

Molto diffuse nell'agro canosino, come in tutta la murgia, spesso le masserie sono state abbandonate per poi essere riutilizzate negli ultimi anni come aziende agrituristiche.

Posta Piana è una zona dell'agro canosino in sui si trovano una serie di masserie a pianta rettangolare fortemente allungata e tetti a doppia falda, quasi inesistenti le finestre, poche le porte, poste prevalentmente sui lati corti, mentre sui lati lunghi si predispongono gli abbeveratoi per le bestie. Utilizzati come ricovero dei pastori di transumanza.


  • Masseria Barbarossa SP Cefalicchio
  • Masseria Campanile Canale della Piana delle Murge
  • Masseria Coppe Maltempo Strada Comunale Coppe Fortunato
  • Masseria Covelli vicinanze della ferrovia Barletta - Spinazzola
  • Masseria Donna Rosina Strada Comunale Donna Chiarina
  • Masseria Iannarsi Borgo Loconia
  • Masseria Femmina Morta Canale della Vetrina
  • Masseria Pantanella Di Zezza Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Pantanella Di Palieri Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Quiraldi SS.93
  • Masseria Sant'Andrea
  • Masseria Sinesi vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
  • Masseria Spagnoletti e Messere SS.93
  • Masseria Volturina
  • Posta Locone SS.93
  • Posta Leone SS.93
  • Masseria Addone Canale della Piana delle Murge
  • Masseria Coppicella di Sotto Strada Comunale di Sotto
  • Masseria Coppicella di Sopra Strada Comunale di Sotto
  • Masseria Crocifisso Strada Comunale Crocifisso
  • Masseria Fasoli vicinanza dell'autostrada Napoli-Canosa
  • Masseria La Capitana Strada Comunale Salinelle
  • Masseria Nigretti SP Cefalicchio
  • Masseria Pantanella Fortunato Strada Comunale Pantanella
  • Masseria Profico Strada Comunale Salinelle
  • Masseria Rossi Strada Comunale di Madonna di Costantinopoli
  • Masseria Saraceno vicinanza al Torrente Locone
  • Masseria Tesoro Strada Comunale Tufarello

[modifica] Cultura

[modifica] Enogastronomia

I tipici "strascinati" di grano arso e di farina bianca
I tipici "strascinati" di grano arso e di farina bianca
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«Canusi lapidosus, aquae non ditior urna:
qui locus a forti Diomede est conditus olim.»
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«A Canosa, località fondata un tempo dal forte Diomede,
oltre a mancar l'acqua, il pane è di pietra. »
(Orazio, Sermones, Liber I - 5)


La tradizione gastronomica canosina è fortemente legata alla tradizione contadina e mediterranea.

Uno dei prodotti più caretteristici è la farina di grano arso (in dialetto pugliese gren iars): una farina scura di umili origini, infatti, veniva ottenuta dal grano recuperato dopo la bruciatura delle stoppie dopo la mietitura; dal quale veniva appunto prodotta successivamente la farina dal caratteristico colore scuro. Questo recupero, avveniva da parte di persone che non potevano permettersi la farina "normale", allora i proprietari dei terreni permettevano questa successiva spigolatura. I prodotti più originali e conosciuti che si ottengono mischiando in parti uguali farina bianca e farina di grano arso sono gli strascinati (in dialetto strasc-net) particolari orecchiette e il pane a prosciutto (in dialetto ppen a prusutt) un pane scuro variegato di bianco.


Focacce e salato:

  • U' Calzaun (il calzone) focaccia rustica ripiena di cipolla appassita (spesso con porri), con acciughe, olive
  • Li Taradd scallet (i taralli scaldati) taralli fatti con vino bianco e semi di finocchio
  • Li Mbriachidd tarallini fatti con vino bianco

Primi Piatti:

  • Li Truccl (i troccoli) troccoli con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
  • Li Cupptidd (le orecchiette) orecchiette al ragù
  • Li Strascnet e c-m d'rep (gli strascinati con cime di rape) pasta fatta in casa con rape, alici soffritte
  • Li Strascnet d'gren iars (strascinati di grano arso) con ragù di carne di cavallo e ricotta dura
  • La Martnas purea di fave con cicorie
  • Li Cardeun (i cardoni) in brodo di agnello con uova tipico della pasquetta

Secondi Piatti:

  • La Brasciol (la braciola) involtino di carne di cavallo al sugo
  • L'Agnill (l'agnello) agnello al forno con patate
  • U'Cunighj (il coniglio) coniglio al ragù o al forno

Dolci:

  • Li Mazzapen (i marzapani): dolce a base di mandorle
  • Li Mstacciul (i mostaccioli): dolce a base di vincotto
  • L Squarcidd (le scarcelle): dolce pasquale a base di uova, ricoperto di glassa e confettini colorati
  • L Sfigghiet (le sfogliatelle) dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro ripieni di mandorle tritate, di marmellate di uva o di mele cotogne, garofano e cannella
  • N'cartddetcartellate (le incartellate): dolce natalizio a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto

Elementi caratterizzanti della gastronomia della città sono inoltre il vino e l'olio extra vergine d'oliva. Il vino Rosso Canosa, prodotto con uva di troia (detto anche vitigno di Canosa), possiede dal 1979 la denominazione DOC. Ma la produzione vinicola comprende anche vini bianchi e rosati, nonché eccellenti spumanti ricavati. Rinomato è anche l’olio DOP extravergine d’oliva ottenuto da olive coratine.

[modifica] Dialetto canosino

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«Se c' nà mà scej, sc'manin. Se nan c'na mà scej, nan c'ne sim scèn!»

Il dialetto Canosino è un dialetto romanzo del gruppo dei dialetti pugliesi, derivante direttamente dal latino volgare parlato nell'antica Canusium, ed è una variante della lingua napoletana. Il lessico è nella quasi totalità di origine latina con influenze del greco antico soprattutto nella costruzione della frase ipotetica. Anche la dominazione Normanna ha lasciato alcuni vocaboli, senza stravolgere l'impianto lessicale e grammaticale preesistente.

Il dialetto Canosino assomiglia dal punto di vista fonetico al francese, in realtà ha lo stesso sistema fonologico del Tubatulaba, una lingua Indiana dell'America del Nord del gruppo Shoshon della famiglia delle lingue Uto-Azteche[31].

[modifica] Teatro

Prospetto del Teatro Comunale (ex Teatro D'Ambra)
Prospetto del Teatro Comunale (ex Teatro D'Ambra)

Il teatro storico della città è il Teatro D'Ambra, ora acquistato dal Comune e rinominato Teatro Comunale. Il Teatro D’Ambra già Teatro Lembo, si trova in via Piave, nelle vicinanze della Cattedrale di San Sabino.
La sua costruzione, commissionata da Raffaele Lembo, facoltoso commerciante locale di grano, risale al 1923 in esecuzione del progetto elaborato dall’ingegnere e architetto Arturo Boccasini, di Barletta, il quale aveva progettato il Teatro Di Lillo di Barletta e aveva collaborato con l’ingegnere Santarelli al progetto del Teatro Margherita di Bari. Il Teatro fu inaugurato alla fine del 1926 quando, iniziando a scarseggiare le risorse economiche, si preferì avviare l’attività pur non avendo completato parte della struttura compresi gli addobbi, i fregi e le decorazioni.
Acquistato dal Comune di Canosa econsegnato alla città il 5 febbraio 2005, lo storico teatro sarà completamente ristrutturato e recuperato per ospitare nuovamente, così come in passato gli spettacoli più belli del panorama artistico italiano e internazionale.
Nel maggio 2006 sono stati bloccati i lavori di ristrutturazione a seguito di una eccezionale scoperta archeologica, rinvenuta sotto la galleria del teatro. Si tratta di un complicato incrocio stradale di età Imperiale con alcune strutture inquadrabili nel corso dell'età arcaica (VIII-VII sec. a.C.).
Alla fine del 2008, data presunta per la fine dei lavori, il Teatro Comunale sarà un teatro come pochi al mondo: accanto agli spettacoli di prosa e di musica, sarà possibile ammirare i tesori archeologici rinvenuti.[32]


Dal 1992, Canosa aderisce al circuito del Teatro Pubblico Pugliese per la programmazione, l’organizzazione e la promozione di spettacoli dal vivo, stagioni di prosa, danza, teatro per ragazzi ed eventi speciali. Attualmente il teatro che ospita la programmazione del TPP è il teatro Scorpion.

[modifica] Manifestazioni, feste e fiere

Febbraio

  • Morte di San Sabino (9 febbario) - Riti liturgici, processione e fuochi pirotecnici.
  • Beata Vergine di Lourdes (11 febbraio)
  • Carnasciale Canosino

Marzo

  • Madonna di Costantinopoli (1° martedì del mese) - Pellegrinaggio al santuario della Madonna di Costantinopoli secondo un’usanza che risale all’VIII secolo.
  • Premio Diomede Da quasi un decennio premia i canosini e i pugliesi che si sono distinti per la loro opera meritoria in campo economico, sportivo, sociale, scientifico, artistico e culturale. I premiati in questi anni sono: Lino Banfi, Ermanno Leo, Donato Di Gaetano, Samuele Valentino, Francesco Chiancone, Arcivescovo Francesco Minerva, Don Tonino Bello, Vincenzo Petroni e Sabino Cannone.
  • Via Crucis vivente

Aprile

La Desolata
La Desolata
Le Donne cantano lo Stabat Mater durante la processione della Desolata
Le Donne cantano lo Stabat Mater durante la processione della Desolata
  • Processione dell’Addolorata (venerdì precedente la Domenica delle Palme). E' la processione che dà inizio ai Riti della Settimana Santa. La processione vede la partecipazione di un numero altissimo di fedeli, soprattutto donne vestite e velate di nero, spesso scalze. La tradizione la ricorda come la Madonn du’ tupp-tuzz’ le perchè la Madonna, in cerca del figlio Gesù, bussava (da qui tupp-tuzz’le, cioè bussare) alle porte delle chiese prima di giungere alla Cattedrale.
  • I Sepolcri (Rito della Settimana Santa, Giovedì Santo)
  • Processione dei Misteri (Rito della Settimana Santa, Venerdì Santo)
  • Processione della Desolata (Rito della Settimana Santa, Sabato Santo). E' sicuramente la processione più suggestiva della sattimana santa. Si parte dalla Chiesa di San Francesco e San Biagio il sabato mattina: bambini vestiti da angioletti aprono la processione mostrando gli oggetti e le frasi della passione di Cristo. Segue la statua della Desolata seguita da un folto coro composto da circa 250 ragazze col volto coperto e vestite di nero, alcune ancora oggi scalze, che urlano (alla maniere straziante delle donne prezzolate) una canto tipico, lo Stabat Mater.

Giugno

  • Maria SS. Altomare (1 giugno) - Festa rionale organizzata dalla parrocchia di Gesù, Maria e Giuseppe.

Maggio

  • Settimana dei Beni Culturali
  • Fiera Cittadina (20 e 21 maggio)

Giugno

  • Maria SS. Altomare (1 giugno)

Luglio

  • Madonna del Carmine (16 luglio) - Festa rionale organizzata dalla rettoria del Carmine.
  • Canosa estate (31 luglio) - Spettacoli musicali

Agosto

  • Festa Patronale di San Sabino, Madonna della Fonte e Sant'Alfonso (1 e 2 agosto)
  • Sagra dell’Antico Vino Rosso (1a settimana del mese)
  • Sagra della Percocca (2a domenica del mese)
  • Festa dell’Assunta (15 agosto)

Ottobre

  • Santa Teresa (1 ottobre)
  • Madonna del Rosario (7 ottobre)

Novembre

  • Santa Teresa (25 novembre)

Dicembre

Una delle rare apparizioni della neve a Canosa
Una delle rare apparizioni della neve a Canosa
  • Sagra dell’Olio Extravergine d’Oliva
  • SS. Immacolata (8 dicembre)
  • Santa Lucia (13 dicembre)
  • Natale in città
  • Presepe vivente

[modifica] Mercato Settimanale

Il tradizionale Mercato Settimanale di Canosa si svolge ogni giovedì (con alcune eccezioni) nella zona Piano San Giovanni (nota come Campo-campo).

[modifica] Personalità legate a Canosa

  • San Sabino (461-566), Vescovo e patrono di Canosa.
  • Lino Banfi (1936), attore.
  • Rosanna Banfi, attrice.
  • Francesco Rizzi (1926-1974), generale del genio aeronautico decorato della croce di guerra.
  • Mons. Francesco Minerva (1904-2004), arciprete parroco della cattedrale di San Sabino, in seguito vescovo di Nardò ed infine di Lecce.
  • Enzo De Muro Lomanto (1902-1952), tenore di fama internazionale, sposato con il soprano Toti Dal Monte.
  • Riccardo Petroni (1900), canonico e storico fu condannato a morte dai Borboni pochi giorni prima dell’arrivo di Garibaldi.
  • Mauro Carella (1888-1979), educatore e pedagogista.
  • Nunzio Iacobone (1879), letterato e commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e medaglie d’oro della “Dante Alighieri”. Celebre il testo “Canusium”, sulla storia classica della città.
  • Gaetano Maddalena (1873-1937), ideatore e fondatore del Museo Civico di Canosa.
  • Beato Antonio Maria Losito (1839-1917) missionario redentorista. Sconsigliere e collaboratore di Pio X lo stimò molto e l’ebbe come consigliere e collaboratore.
  • Domenico Forges-Davanzati, scrittore e patriota.
  • dott. Ermanno Leo, luminare della medicina in riguardo alle malattie dell'apparato digerente.
  • On. Nicola Rossi, deputato (DS) e consigliere economico dei governi D'Alema.
  • On. Vito Rosa (1921-1990), senatore della Repubblica per tre legislature
  • On. Giuseppe Materrese (1926-1997), politico e studioso dei problemi dell’agricoltura.

[modifica] Trasporti e vie di comunicazioni

Mappa di avvicinamento di Canosa
Mappa di avvicinamento di Canosa

[modifica] Strade ed autostrade

Canosa è situata nei pressi di uno dei nodi autostradali più importatnti del mezzogiorno. Infatti l'Autostrada A16 (Napoli-Canosa, detta anche Autostrada dei due mari) interseca l'Autostrada A14 (Bologna-Taranto, detta anche Autostrada Adriatica). Il casello di Canosa dista 172 km da Napoli, 611 km da Bologna e 133 km da Taranto.

In occasione dell'apertura del parco divertimenti San Giorgio Village e in previsione di una presenza giornaliera media di 15 – 20 mila autovetture, con punte di 40 – 45 mila unità[33], il casello di Canosa verrà ampliato.

A nord-est dell'abitato moderno corre parallela alla odierna Strada Provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) la Via Traiana realizzata dall'imperatore Traiano nel 108 d.C. .
La Via Traiana collegava l'antica Benevento a Brindisi. All'altezza di Canosa incontra il fiume Ofanto, all'epoca compltamente navigabile. In epoca romana vi era probabilmente un porto per il trasbordo delle merci, che faceva comunque riferimento all'importantissimo porto di Canosa situato a Barletta.

Altre strade di notevole importanza sono la Strada Provinciale 231 Andriese Coratina (ex SS 98) e la Strada Statale 93 Appulo Lucana Barletta-Canosa-Lavello.

[modifica] Linee ferroviarie

Canosa è dotata di una stazione ferroviaria, attualmente impresenziata, sulla linea Barletta-Canosa-Minervino Murge-Spinazzola. Il progetto di una linea interna risale al 1861, ma solo nel 1888 viene stipulata una convenzione con la Società Strade Ferrate Meridionali per la costruzione della linea, resa esecutiva con la legge 5550 del 20 Luglio 1888, con una spesa prevista di 7.994.460 lire dell'epoca. La linea ferroviaria viene innaugurata l' 1 Agosto 1895.

Dagli anni '90 la linea è stata fortemente ridimensionata, sono stati ridotti i fasci di binari e le stazioni sono impresenziate. Attualmente è l'unica struttura di tutta la rete ferroviaria nazionale a servire un sito archeologico di fama mondiale come Canne.

[modifica] Autobus

Canosa è servita da autolinee nazionali e internazionali che conducono in tutte le più importanti città d'italia e in alcune capitali europee, autolinee extraurbane che collegano la città con i comuni limitrofi e con la maggior parte dei comuni della Provincia di Barletta-Andria-Trani, della provincia di Bari e di Foggia e da tre linee urbane.

Autolinee nazionali e internazionali:

  • Marino s.r.l.
  • Marozzi

Autolinee extraurbane:

  • STP S.p.A. (Società Trasporti Provinciale S.p.A. Bari)
  • Ferrovie del Gargano
  • SITA S.p.A. (Società Italiana Trasporti Automobilistici)

Autolinee urbane:

  • Caputo (3 linee urbane)

[modifica] Curiosità

  • A Canosa è stato dato l'appellativo di Piccola Roma, poiché analogamente a Roma è stata fondata su sette colli (S. Giovanni, Santa Sofia, San Giorgio, Montescupolo, San Leucio - detto anche dei SS. Quaranta -, Santa Lucia e Murgetta) e per la sua importanza di città "federata" e capoluogo della regione.
  • La cittadina dauna è citata in diversi film recitati da Lino Banfi (che si è anche ispirato ad un concittadino nella fiction Vola Sciù Sciù, prodotta dalla RAI nel 2000). A volte anche in qualche sketch di Diego Abatantuono, altro attore pugliese.
  • E' in fase di progettazione un parco divertimenti San Giorgio Village su un’area di circa 1.075.700 m2 (due volte Gardaland e tre volte Mirabilandia).
  • E' in fase di progettazione il Museo archeologico provinciale. Il museo sorgerà nei pressi del parco archeologico del Battistero San Giovanni.
  • Il cantante satirico Leone di Lernia ha dedicato una canzone su Canosa, basata su un succeso dance degli anni '90, Cana-us Cana-us in cui affermava:
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«Voglio tornare a Cana-us Cana-us, dove c'è musica, c'è festa!»
(Leone di Lernia, Cana-us Cana-us)

[modifica] Amministrazioni

Sindaco: Francesco Ventola (CdL) dal 20/05/2002
Centralino del comune: 0883 615707
Email del comune: urp@canosadipuglia.org

[modifica] Città gemellate

Canosa è gemellata con:

[modifica] Frazione

Oltre alle varie contrade circostanti presenti nel territorio (che identificano la presenza di grandi masserie private), Canosa ha come unica frazione il poco distante centro rurale di Loconia.

Per approfondire, vedi la voce Loconia.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Bibliografia e referenze fotografiche

  • Nunzio Iacobone - Canusium (Ed. Salentina, Lecce, 1922)
  • Don Attilio Paulicelli - San Sabino nella storia di Canosa (Tip. San Paolo, Bari, 1967)
  • Gerardo A. Chiancone - La Cattedrale e il Mausoleo di Boemondo in Canosa (Tip. Guglielmi, Andria, 1983)
  • Fondazione Archeologica Canosina - Principi, Imperatori, Vescovi - Duemila anni di storia a Canosa (Ed. Marsilio, Venezia, 1992)
  • Drõmos.it - Campi Diomedei

[modifica] Note

  1. Chiamata così per via di una colonna ottocentesca su cui vi è la statua della Madonna, che rappresenta, tra l'altro, l'ingresso alla zona Castello (vecchia Acropoli).
  2. Servius Marius Honoratus, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, 11, 246.
  3. Torelli, Mario (1992) "Il quadro materiale e ideale della romanizzazione", in Principi imperatori vescovi, pp. 608-619.
  4. Padula, Vincenzo (1871), Protogea ossia l'Europa preistorica, p.136
  5. 5,0 5,1 Jacobone, Nunzio (1925), Canusium. Un'antica e grande città dell'Apulia. Ricerche di storia e topografia, pp. 11-13. L'autore riporta le tre ipotesi (quella serviana, greca ed ebraica) respingendole ed ipotizza la derivazione messapica o iapigia.
  6. Analogamente ad altre città pugliesi di simile origine, come ad esempio Venosa o Ginosa.
  7. Schulze, Wilhelm (1963) Zur Geschichte lateinischer Eigennamen, p.313
  8. Corrente, Marisa (1992),"L'insediamento di Toppicelli", in Principi imperatori vescovi, pp-63-71
  9. De Juliis, Ettore Maria (1992), "Le ambre intagliate", in Principi imperatori vescovi, pp.128-130.
  10. Ora sede della locale Fondazione Archeologica (F.A.C.) [1].
  11. Detto anche Palazzo Vescovile.
  12. Sede del museo delle marionette.
  13. Ora unificate nell'unica parrocchia dei SS. Francesco e Biagio.
  14. L'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi accompagnò l'assegnazione del riconoscimento con una breve nota: "All'indomani dell'armistizio, abbandonata dai tedeschi, [Canosa] subì un violento bombardamento [...]. La popolazione si prodigò in una generosa gara di solidarietà in aiuto dei superstiti e dei senza tetto, dando prova di elette virtù civiche e grande spirito di abnegazione."
  15. Si presume che la ricostruzione fu voluta da Federico II di Svevia.
  16. Il 15 giugno 1997 il principe Alberto II di Monaco fece visita alla città Dauna: in cima all' Acropoli una lapide ne ricorda l'evento.
  17. A cura della Facoltà di Archeologia dell'Università degli Studi di Foggia.
  18. Solo nella seconda metà dell'ottavo secolo (sicuramente il 1° agosto) le spoglie del santo furono traslate nella cripta dell'attuale Basilica di San Sabino.
  19. Sempre a cura dell'Università degli Studi di Foggia.
  20. Il "Toro", invece, indicava, in epoca medievale, una zona sopraelevata.
  21. Nel transetto di destra alcune lapidi certificano la dedicazione della Basilica a San Sabino e l'elevazione a Cattedrale.
  22. Si presume che nel progetto dell'epoca ve ne fossero due, pressoché identici, ma solo uno fu realizzato.
  23. Di cui sei laterali e due in corrispondenza del braccio sinistro della croce della pianta.
  24. Proprio devoto a sant'Alfonso, morto a Pagani nel 1917 e traslato nella Cattedrale il 9 aprile 1983.
  25. Datato 1767: precedentemente nella stessa cappella vi era un'antica scultura in oro raffigurante il santo, trafugata prima dai longobardi nell'VIII sec. - recuperata in breve tempo - poi da "mano ignota" il 10 novembre 1983.
  26. Il 14 aprile 1912 più persone giurarono di aver visto gli occhi del Cristo muoversi.
  27. Sostituita da due ante in legno
  28. Secondo altra opinione, di Amalfi.
  29. La Fondazione Archeologica Canosina nasce nel 1992 da una operazione di sensibilizzazione della popolazione nei confronti del patrimonio archeologico della città e quasi sempre privato alla città. Per maggiori informazioni: Sito ufficiale
  30. La Compagnia Aurora, fondata da Lorenzo Dell'Aquila, cominciò nel 1882 ed è stata la prima in assoluto a proporre al pubblico pugliese le marionette con armature luccicanti, occhi di cristallo, impegnati in amori e duelli. Sono stata l'ultima compagnia del loro genere a calare il sipario nella seconda metà degli anni Ottanta.
  31. Stehl, Thomas (2004) 'Dialetto canosino patrimonio culturale', Il Boemondo VII, 3, pp. 8-9. Il prof. Thomas Stehl, è linguista e professore titolare del Dipartimento di Linguistica Romanza presso l'Università di Potsdam
  32. Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 7 marzo 2007
  33. Comune di Canosa di Puglia, Ufficio Stampa, Comunicato Stampa 7 dicembre 2006

[modifica] Collegamenti esterni

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