Pordenone
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 24 m s.l.m. | ||
Superficie: | 38,23 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 1332 ab./km² | ||
Frazioni: | Borgomeduna, Rorai Grande, Torre, Vallenoncello, San Gregorio, Villanova di Pordenone | ||
Comuni contigui: | Azzano Decimo, Cordenons, Fiume Veneto, Pasiano di Pordenone, Porcia, Prata di Pordenone, Roveredo in Piano, San Quirino, Zoppola | ||
CAP: | 33170 | ||
Pref. tel: | 0434 | ||
Codice ISTAT: | 093033 | ||
Codice catasto: | G888 | ||
Nome abitanti: | pordenonesi | ||
Santo patrono: | San Marco Evangelista | ||
Giorno festivo: | 25 aprile | ||
Sito istituzionale | |||
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Pordenone (in friulano e veneto Pordenôn) è un comune di 50.926 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. La sua denominazione in lingua friulana ha valore coufficiale.
Indice |
[modifica] Storia
Pordenone sorse durante l'Alto Medioevo, lungo il fiume Noncello, come porto fluviale, da cui deriva il nome Portus Naonis, porto sul Noncello. In zona esistevano comunque già degli insediamenti agricoli in epoca romana come dimostrato dai ritrovamenti dei resti di una villa in località Torre.
Nel 1278, dopo essere stata amministrata da vari feudatari, Pordenone passò agli Asburgo diventando così un'enclave austriaca nel territorio del Patriarcato di Aquileia. Nel XIV secolo l'insediamento si ingrandì notevolmente grazie ai fiorenti traffici commerciali fluviali e nel 1314 le fu conferito lo status di città.
Nel 1508 Pordenone fu conquistata dal condottiero Bartolomeo d'Alviano per conto della Repubblica di Venezia la quale concesse a d'Alviano la signoria sulla città. Solo con l'estinzione di questa famiglia, avvenuta nel 1537 la città fu amministrata direttamente da Venezia attraverso suoi provveditori. La Serenissima mantenne gli statuti della citta e ne riconobbe i privilegi già acquisiti durante la signoria degli Asburgo e provvide a riattivare l'economia pordenonese realizzando un nuovo porto e potenziando le attività manufatturiere.
Con la caduta di Venezia, Pordenone subì un primo ritorno all'Austria, seguito dalla parentesi napoleonica. Con la caduta di Bonaparte e il Congresso di Vienna, fu aggregata con il resto del Friuli e del Veneto al Regno Lombardo-Veneto. Con la realizzazione della strada Pontebbana e della linea ferroviaria (1855) decadde il ruolo del porto e del percorso fluviale, ma iniziò ad affermarsi con decisione l'industria. A partire dagli anni 1840 erano sorti numerosi cotonifici che affiancarono le già numerose cartiere e la fabbrica della Ceramica Galvani.
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1866, l'introduzione dell'energia elettrica nel 1888 consentì la modernizzazione degli impianti e un incremento nella produzione industriale.
Le distruzioni arrecate dalla Prima guerra mondiale e la crisi del 1929 trascinarono il settore cotoniero in un lento declino da cui non si sarebbe più ripreso. Dopo la Seconda guerra mondiale la Zanussi, ora facente parte della multinazionale svedese Electrolux, che sino ad allora era una piccola azienda di produzione di cucine economiche con alimentazione a legna o gas, divenne un colosso europeo nel campo degli elettrodomestici, arrivando a occupare molti degli abitanti della città.
Nel 1968 Pordenone diventò capoluogo di provincia, sino ad allora il territorio della Destra Tagliamento faceva parte della provincia di Udine. Dal 1974 è anche sede vescovile della diocesi di Concordia-Pordenone; già dal 1919 a Pordenone era ubicato il seminario vescovile, con la scuola di teologia. Recentemente la città è divenuta sede di un consorzio universitario dipendente dall'Università di Udine e dall'Università di Trieste. Inoltre dal 2002 è attivo il Polo Tecnologico di Pordenone per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese del territorio.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Monumenti e luoghi d'interesse
- Corso Vittorio Emanuele II, via principale della città vecchia, affiancato da palazzi porticati gotici e rinascimentali con affreschi, esempio mirabile di porticato veneziano.
- Duomo di San Marco, edificato a partire dal 1363 in stile romanico-gotico e rimaneggiato successivamente nel XVI e XVIII secolo. Contiene la pala d'altare denominata Madonna della Misericordia di Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone" e dello stesso l'affresco di San Rocco, oltre a numerose altre opere che ne impreziosiscono l'interno.
- Campanile del Duomo, terminato nel 1374, successivamente, durante il XVII secolo, vi fu aggiunta una cuspide che lo portò a raggiungere un'altezza di circa 79 metri
- Palazzo Ricchieri, originariamente una casa-torre a difesa del nucleo cittadino edificata nel XIII secolo fu adattata durante il periodo veneziano in palazzo dalla famiglia Ricchieri. È ora sede del Museo Civico d'Arte.
- Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta del Cristo. Fu edificata nel 1309. Più volte restaurata, conserva all'interno un pregevole ciclo di affreschi trecenteschi, una Santa Barbara di Gianfrancesco da Tolmezzo (XV secolo) e un portale in marmo del Pilacorte (1501).
- Palazzo Comunale, costruito in stile gotico tra il 1291 e il 1395, i pinnacoli e la torre dell'orologio furono aggiunti nel XVI secolo su progetto del pittore Pomponio Amalteo.
- Chiesa della Santissima Trinità, lungo il fiume Noncello, di forma ottagonale contiene affreschi cinquecenteschi di Giovanni Maria Calderari, allievo del Pordenone.
- Ex Convento dei domenicani. Edificio neoclassicheggiante ultimato nel 1722 dopo 31 anni di lavori. Un tempo era addossato alla chiesa del Rosario, oggi scomparsa. L'edificio fu in seguito acquistato dalle monache agostiniane e ha subito numerose altre destinazioni.
- Ex Convento e chiesa di san Francesco. Acquistato in epoca recente dal Comune, l'edificio è stato restaurato e adibito a usi artistico-culturali. Fondato nel 1419, il convento con chiesa di san Francesco fu soppresso nel 1774. L'interno conserva tracce di affreschi quattrocenteschi e un chiostro dipinto.
- Chiesa di San Giorgio. Chiesa neoclassica, dal caratteristico campanile ottocentesco, colonna di stile dorico dell'architetto Giovanni Battista Bassi.
- Monumento ai caduti. Opera dello scultore friulano Aurelio Mistruzzi, costituita da un basamento a forma di vasca, sul quale si eleva lo zoccolo che sostiene i gruppi statuari di bronzo. Il gruppo principale, al centro, rappresenta l'Italia che protegge con lo scudo il combattente e il caduto. Le figure laterali raffigurano i fiumi sacri alla patria: l'Isonzo e il Piave. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile 1929.
- Castello di Torre sorto alla fine del XII secolo, residenza della famiglia dei signori di Ragogna, dopo l'assalto del 1402 delle truppe imperiali fu ricostruito e in parte trasformato in dimora signorile. È sede del Museo Archeologico del Friuli Occidentale.
- Villa romana di Torre, resti di una ricca residenza di campagna, non lontana dal Castello di Torre fu scoperta negli anni '50 dal conte Giuseppe di Ragogna; i reperti e gli affreschi rinvenuti sono ospitati nel museo nel Castello
- Chiesa parrocchiale Beato Odorico, costruita su progetto dell'architetto Mario Botta nel 1990-1992.
- Museo Civico delle Scienze
- Museo Diocesano
[modifica] Cultura
[modifica] Personalità legate a Pordenone
MEDIOEVALI
- Beato Odorico da Pordenone (Villanova di Pordenone 1285- Udine 1331), frate francescano. Partito missionario in Asia Minore raggiunge, successivamente, l'India e la Cina. Al ritorno detta le sue Memorie, integrando e confermando quanto era stato già scritto ne Il Milione di Marco Polo, pochi decenni prima.
RINASCIMENTALI (XV-XVI secolo d.C.)
- Giovanni Antonio de' Sacchis (Pordenone 1484- Ferrara 1539), detto Il Pordenone, pittore. È considerato il maggior pittore friulano del Cinquecento. Operò in Friuli, ma anche in Veneto e Lombardia.
- Giovanni Maria Zaffoni detto il Calderari (Pordenone ca. 1500 - 1563), pittore. Allievo del Pordenone. Suoi lavori si trovano nelle chiese di San Marco (duomo) e della Santissima Trinità a Pordenone, a Montereale Valcellina e altrove.
- Pomponio Amalteo (Pordenone 1505 - San Vito al Tagliamento 1588), pittore, intagliatore, architetto. Allievo e genero del Pordenone. Si distinse soprattutto nell'affresco.
- Gaspare Narvesa (o Nervesa) (Pordenone 1558 - Spilimbergo 1639), pittore. Allievo del Tiziano, si distinse come affrescatore, pittore decoratore di altari lignei e miniatore di ceri. Lavorò in tutto il Friuli. Suoi lavori si trovano a Pordenone, Sacile, San Quirino, Spilimbergo e Treviso.
MODERNE (XVII-XIX secolo d.C.)
- Giovanni Battista Bassi (Pordenone 1792 - Santa Margherita del Gruagno 1879), insegnante, matematico, architetto. Progettò, tra l'altro, il campanile di San Giorgio e il teatro Concordia a Pordenone, la casa Micoli-Toscano di Mione di Ovaro.
- Michelangelo Grigoletti (Rorai Grande 1801 - Venezia 1870), pittore, litografo, insegnante. Insegnò all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Eccelse principalmente nella ritrattistica, ma riscosse notevole successo in Italia e all'estero anche con le sue composizioni sacre e profane. Sue opere a Pordenone, Brescia, Roma, Treviso, Trento, Trieste, Udine, Venezia, oltre che a Cordenons e Roraigrande.
- Luigi De Paoli (Cordenons 1857 - Pordenone 1947), scultore, pittore, architetto. Sue opere in parecchie chiese del Friuli e nei musei di Londra, Pordenone e Udine. Fu presente all'Esposizione mondiale di Chicago (World Columbian Exposition) del 1893.
[modifica] Manifestazioni
- Le Giornate del Cinema Muto
Dal 1981 al 1998, nel mese di ottobre, si svolge il Pordenone Silent Film Festival (meglio conosciuto come Le Giornate del Cinema Muto), una rassegna cinematografica specialistica dedicata al cinema muto che acquisisce nel tempo una rilevanza mondiale in questo settore.
Nel 1999 il festival viene trasferito a Sacile, a causa della ricostruzione (completata nel maggio 2005) del teatro Verdi, il teatro cittadino del capoluogo pordenonese. Eventi collaterali legati alle Giornate vengono tenuti in entrambe le città durante l'anno.
L'edizione del 2005 avrebbe dovuto assistere al ritorno della sede della rassegna a Pordenone, ma a causa di alcuni problemi di visibilità che affliggono tutt'ora la sala del nuovo teatro, la commissione organizzatrice rimanda il trasferimento[1].
- Pordenone Legge
Dal 2000, nel mese di settembre, si svolge il festival letterario Pordenone Legge, una rassegna letteraria che ha acquisito nel tempo una rilevanza internazionele.
All'ultima edizione tra gli altri vi hanno partecipato: Margherita Hack (astrofisica), Mauro Corona (scrittore, alpinista, scultore), John Coetzee (nobel per la letteratura), Alessandro Bergonzoni (scrittore), Marco Paolini (attore).
[modifica] Amministrazione, circoscrizioni e quartieri
Sindaco: Sergio Bolzonello dal 10/06/2001
Centralino del comune: 0434 392245
Email del comune: urp@comune.pordenone.it
[modifica] Circoscrizioni e quartieri
La città è suddivisa in sei circoscrizioni comunali: Rorai-Cappuccini, Nord (comprendente il quartiere della Comina), Centro, Torre, Borgomeduna, Sud (comprendente i quartieri di Villanova e Vallenoncello).
La città ha inglobato come quartieri, dal secondo dopoguerra fino agli anni '70, alcuni borghi limitrofi (attualmente contigui nel tessuto urbano) come Torre (l'insediamento più antico nel territorio comunale risalente all'epoca romana), Rorai Grande, Vallenoncello e Villanova di Pordenone (quest'ultimi tutti di epoca medioevale). È di epoca più recente (XIX secolo) la località di Borgomeduna, un insediamento agricolo (Borgocampagna) privo, a differenza dei precedenti, di chiesa parrocchiale.
Precedentemente l'inclusione, dopo l'annessione allo stato unitario italiano (1866), questi nuclei abitativi costituivano frazioni e località (Borgomeduna, Rorai Grande, Villanova, Torre) del comune di Pordenone e comuni autonomi (Vallenoncello[2]).
[modifica] Gemellaggi
Pordenone è gemellata con:
Spittal an der Drau, Austria, dal 1987
San Martín - città dell'agglomerato urbano di Gran Buenos Aires - Argentina, dal 15 ottobre 2003
[modifica] Note
- ↑ comunicato stampa della direzione del festival.
- ↑ Vallenoncello rimane comune autonomo almeno fino al 1921 secondo i tabulati delle elezioni amministrative riportate in appendice a: Pier Paolo Pillot, Livio Camisa, Il primo dopoguerra nel Friuli Occidentale (1919-1923) Edizioni Concordia Sette, Pordenone 1997, pp 296-297.
[modifica] Collegamenti esterni
- Museo Civico d'Arte
- Museo Archeologico del Friuli Occidentale
- Museo Civico delle Scienze
- Castello di Torre
- I cotonifici di Pordenone
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