Difesa di Parma del 1922
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[modifica] Sintesi
È la difesa che fece vittoriosamente,a Parma, l'ultima di rilevanza strategica, il fronte unito Arditi del Popolo, in cui si erano amalgamate quasi tutte le formazioni di difesa proletaria.L'azione di difesa,con un formidabile contrattacco in zona Naviglio,fu diretta contro un attacco combinato e preparato degli squadristi fascisti comandati prima da Roberto Farinacci e poi da Italo Balbo. La difesa mise in difficoltà anche l'avvento del fascismo: il fronte unito aveva come comandante del direttorio la figura carismatica di Guido Picelli e l'epica sortita dal Naviglio fu guidata dall'altrettanto figura simbolo dell'antifascismo che fu Antonio Cieri.Assieme al fronte unito Arditi del Popolo,combatteva la Legione Proletaria Filippo Corridoni:cosa che fece arrabiare non solo Benito Mussolini,ma anche Roberto Farinacci,in quanto nella sede dei Corridoniani era in bella mostra una foto di Gabriele D'annunzio,del periodo, con dedica (da "oltretorrente" di Pino Cacucci).
[modifica] Cenni alla situazione italiana del periodo
Nel 1921 la volontà di lotta rivoluzionaria del proletariato si scontra col riformismo ed il massimalismo, spesso solo parolaio del Partito Socialista.A causa anche di ciò le lotte si radicalizzarono sempre più: l'esempio della Russia, ed anche le spinte bolsceviche susseguenti all'impresa fiumana, galvanizzavano il proletariato, nel Luglio 1921 ci sono i Fatti di Sarzana,i fatti di Genova,i Fatti di Empoli 1921: il fascismo ha gettata la maschera di movimento di sinistra legata al sindacalismo rivoluzionario interventista,sansepolcrismo, rappresentato ,artatamente anche, sul Popolo d'Italia di Benito Mussolini.Articolo in cui viene messa in evidenza e "caricata" solo la seconda del discorso di piazza S.Sepolcro, quella nettamente orientabile a sinistra: "l'affidamento delle stesse organizzazioni proletarie (che ne siano degne moralmente e tecnicamente ) della gestione di industrie e servizi pubblici" con punti di anticlericalismo, come appare dalla lettura dei punti riguardanti il problema finanziario; repubblicanesimo, volendo infatti formare una Repubblica con la creazione di una Assemblea Nazionale e rivendicazioni nettamente eguglitarie e di classe discendenti dal sindacalismo rivoluzionario interventista. [1]
(non pochi che aderirono al primo movimento fascista erano in buona fede, infatti passeranno all'antifascismo).Nel 1922, il settarismo di Amadeo Bordiga da una parte e l'indecisone dei riformisti dall'altra, hanno impedito l'organizzazione generale e l'appoggio corale alle formazioni di difesa Antifascistache erano convogliate nel Fronte Unito Arditi del Popolo .Lo storico Tom Bhean, tra gli altri, indica in tali formazioni l'unica possibilità di fermare il fascismo),e di qui fa anche ipotesi dubitative sulla possibilita' di avento del nazismo,senza il precedente del fascismo. Anche Antonio Gramsci (articolo di Gramsci,stralcio) aveva capito la situazione ma fu messo a tacere, in quanto minoranza nel Partito Comunista d'Italia,nonostante le indicazioni di aderire date dall'Internazionale chiarite a Ruggero Grieco con forza dalla stesso Nikolaj Bukharin(Eros Francescangeli,"Gli Arditi del Popolo"). Giuseppe Di Vittorio nel 1922 struttura le squadre antifasciste: socialisti, comunisti, anarchici, assieme agli Arditi del Popolo, legionari ed ex ufficiali fiumani, ed organizza la difesa della sede della Camera del Lavoro di Bari sconfiggendo gli squadristi fascisti di Caradonna. A Piacenza, Livorno, Ravenna,Roma, Civitavecchia, (dove viene ancora conservata con orgoglio la Bandiera battaglione di Civitavecchia degli Arditi del Popolo), Bari, Ancona, Vercelli, Novara, Biella, Torino, Piombino, ecc. praticamente in tutta o quasi la penisola con le punte nelle zone con forte concentrazione operaia e/o portuali (Benito Mussolini si chiede "se è l'aria di mare a favorire il sovvertivismo"), è tutto un formarsi di squadre di autodifesa antifascista che sbarrano militarmente il passo agli squadristi, basandosi pure sulle capacità militari ed organizzative di molto reduci di guerra, anche graduati,molti anche interventisti delusi come Emilo Lussu.In particolare una parte degli Arditi assaltatori d'Italia passa con l'antifascismo e spinge alla controffensiva armata, tenuto conto anche delle indicazioni di Mario Carli col suo articolo Arditi non gendarmi [2], che fece epoca. Nel proseguio a Roma i “marciatori”[3] sono bloccati all'ingresso dei quartieri popolari (storica la difesa di San Lorenzo coi preti alle campane per richiamare la popolazione), a Parma la Legione Proletaria Filippo Corridoni va in clandestinità assieme a frange di Arditi del popolo, dopo aver duramente sconfitto gli squadristi guidati da Roberto Farinacci prima e da Italo Balbo (che lo aveva sostituito nel comando per ordine di Benito Mussolini) poi.La lotta è impari anche a Genova, i fascisti passano ma la classe operaia di Genova è battuta ma non schiacciata: duri scontri tra fascisti e guardie regie da una parte, operai, Arditi del Popolo, sindacalisti, anarchici e comunisti dall'altra, si protraggono per quasi tutto il 1922.
[modifica] tessuto sociale parmense del periodo
- Il comune di Parma nel periodo era costituito quasi interamente da territorio quasi urbano con una popolazione di 57.000 abitanti nel censimento del 1921,(censimento avvenuto attorno al 1911) ne contava circa 10.000 di meno nel 1901 ovvero 48.500.
- Dopo la lunga stasi dell'800,la popolazione aveva subito un notevole incremento avvetendo in generale il periodo di ripresa di stampo giolittina sommata alla capacità, nello specifico, del sindaco Giovani Mariotti [1].
Alla crescita demografica si era associato uno sviluppo urbano al di fuori dei bastioni del 1500, demoliti per far posto alle nuove costruzioni.
- Il quartiere operaio di S.Leonardo si era sviluppato nella zona nord, residenzialmente meno appetibile, con lo sviluppo contemporaneo di numerose fabriche, fra le quali la vetreria Bormioli che contava già 300 operai nel 1913. A sud, verso la Cittadella, si sviluppava invece un quartiere per benestanti. La viabilità subì un progresso nel 1910 con l'inaugarazione nel maggio delle linee tranviarie elettriche.
Ricapitolando: nel 1900 entrarono in funzione un nuovo acquedotto ed un nuovo macello, nel periodo intercorrente fra il 1901 e il 1903 i ponti Verdi e Italia seguiti dallo stabilimento dei Bagni Pubblici sul Lungoparma nel 1906,(nel 1907 apriva Croce Bianca albergo in piazza della Steccata, di cui prese possesso il comando fascista nell'agosto del 1922), nel 1909 le nuove Poste, e nel 1913 il supercinema Orfeo: alcuni sintomi del robusto sviluppo di inizio secolo.
- A fronte di questi cambiamenti le crisi economiche nazionali del 1907 e del 1913 non ebbero forti ripercussioni nel Parmense, ancora poco industrializzato rispetto al triangolo Milano-Torino-Genova(il triangolorosso invece era individuato invece da Genova Vercelli Torino). Nel parmense la produzione della ricchezza restava, e resterà ancora a lungo di natura prevalentemete agricola (nel 1921 occupava circa 116.000 individui contro 37.500 nel ramo industriale) con circa la meta' dell'attivita' nel capoluogo con operatori addetti alla trasformazione dei prodotti agricoli e alle piccole industrie metalmeccaniche specializzate nella produzione dimacchinari agricolo e/o per il trattamento di prodotti della terra.
- Mentre avvenivano queste trasformazioni rimaneva per converso diviso in due l'aspetto social-logistico: Oltretorrente, chiamato anche Parma vecchia, a ovest,in cui alla fine del '800, in palazzi spesso inadeguati, si era raccolto un coagulo di abitanti di diverse provenienze geografiche e sociali, che si era integrato nel tesuto sociale già esistente:contadini inurbati ,montanari in cerca di lavoro nel campo edilizio tenuto conto dell'incrementato sviluppo cittadino. Ad est quella che era la parte più antica della città, ma che veniva chiamata Parma nuova proprio per il suo aspetto più moderno e decoroso, era popolata in prevalenza dai diversi ceti borghesi e vi erano, ed ancora in gran parte permangono, le sedi dei poteri istituzionali. Il dato sociale comunque indicava una coesione sociale di Parma vecchia era molto superiore a quella di Parma nuova, esempio del tessuto sociale di provenienza diversa ma amalgamato: un Ardito del Popolo Enrico Griffith: [2]
Il borgo del Naviglio aveva amalgama sociale simile all'Oltretorente, al margine nord orientale (tralasciando, ovviamente, la zona dei bordelli posizionata da lunga data fra borgo Tasso e borgo S.Silvestro). Antonio Cieri dirigerà l'epica sortita del Naviglio a danno degli squadristi, magistralmemte raccontata nel libro Oltretorrente di Pino Cacucci. La suddivisione in due parti, o quasi,di Parma avrà anche grossa importanza militare nello svolgersi della difesa della città dagli squadristi nel'Agosto 1922. È ancora da notare per la vicenda un dato dell'artigianato, in quanto nell'Oltretorrente ci sono laboratori per scarpe e busti femminili con molti addetti/e, andati in crisi con l'avvento della guerra, ed a parte quindi la crescita di malcontento c'è da supporre una parte di manodopera femminile con relativa emancipazione da cui l'importanza delle donne nella difesa di Parma sia nei combattimenti sia per supporto nelle retrovie, organizzazione lodata a denti stretti dalla steso Italo Balbo, non solo donne ma anche suore che curavano gli Arditi ed i combattenti feriti e che il vescovo della città dovette difendere dalle proteste dei ras squadristi. Anche il parmense risentì gli effetti dell'entrata in guerra del '15, coi problemi precedenti e susseguenti il conflitto: inflazione che erodeva i salari, difficoltà di rifornimenti di alimentari e combustibili, debilitazione fisica diffusa e aumento delle malattie (anche a Parma nel 1919 infurio' la "spagnola"). La mancanza di uomini spediti al fronte e la sostituzione con ragazzi e donne e di nuovo porta nuovamente alla formazione di una base operaia femminile emancipata dal lavoro e collegata quindi al problema militare della difesa di Parma. Ovviamnete, anche se ci fu il blocco di lavori pubblici in quanto l'ospedale ad es. fu finito nel 1925 ed il formidabile monumento a Giuseppe Verdi nel 1920, non ci furono gravi problemi di disoccupazione visto lo "spopolamento" di manodopera maschile per l'invio alla guerra. La situazione è chiaro sia presaga dello scontro coi fascisti, visto anche la notevole presenza di dirigenti interventisti di sinistra ormai delusi e con capi riconosciuti sia a livello nazionale che locale, ad esempioAlceste De Ambris. Gli interventisti di sinistra hanno associazioni e formazioni molto attive in loco come la Legione Proletaia Filippo Corridoni: Mussolini avra' l'amara sorpresa di trovarseli contro i Corridoniani, ma non fu del tutto una sorpresa visto che aveva intuito l'aria che tirava, nella sede della Legione Proletaia Filippo Corridoni c'e' un ritratto del periodo di D'Annunzio,con dedica,che fa infuriare sia Mussolin che Farinacci(Pino Caccucci,oltretorrente). Nel parmense la guerra, tramite le commesse, porta ad un incremento industriale nel settore sia agricolo e della manipolazione dei prodotti della terra. In buona sostanza, però, nonostante i tempi convulsi, la borghesia parmense non muta di atteggiamento dall'ante-conflitto e non vede di buon occhio, per risolvere i conflitti sociali,gli squadristi e i loro sistemi criminali:continua a far riferimento alla "politica" ed ai dettami ideologici della potente Associazione Agraria Parmense, quella che aveva avuto battuto lo sciopero del 1908.Ecco perchè a Parma ci fu un'organizazione della difesa quasi corale, e la borghesia non si può dire che in linea di massima oppose forti ostacoli all'azione degli Arditi del Popolo e della massa proletaria in generale. [3]. D'altro canto vi era un ritorno di reduci fortemente delusi, in quanto Parma era stata città con forte stampo interventista, e moltissimi con stampo di sinistra anche, da come si può desumere anche da quanto già detto; oltre che la delusione c'erano tutte le difficoltà del dopoguerra che attraversavano Italia ed Europa anche se in peso diverso: in questa situazione era ovvia la ribellione all'intervento degli squadristi: i reduci addestrati e delusi, soprattutto come appena detto avevano ragioni e mezzi per organizzare la difesa.
[modifica] sintesi avvenimenti
- La vicenda prende inizio dallo sciopero generale nazionale indetto dall'Alleanza del Lavoro organo sindacale di fronte unito,indetto il 1 Agosto 1922.Causa dello sciopero era il perpetuarsi e l'aumentare degli attacchi degli squadristi fascisti alle organizzazioni operaie,con numerosi morti,fra l'altro,senza intervento alcuno da parte degli organismi di repressione dello stato,se non per proteggere i fascisti, eccezion fatta per i Fatti di Sarzana,in cui i carabinieri sparano sugli squadristi assieme agli Arditi del Popolo. I carabinieri sono al comando dal capitano Jurgens, che aveva partecipato alla repressione delle Guardie Rosse di Torino, e che evidentemente era coerentemente, per suo ruolo, contro ogni forma di sovversione in qualità di servitore dello stato. Il capitano Jurgens non farà alcuna carriera sotto il fascismo, ovviamente ed alcuni giorni dopo i carabinieri dovranno arrestare gli stessi Arditi del Popolo con cui avevano combattuto fianco fianco.
- Gli squadristi si scatenarono a livello nazionale contro il proletariato in rivolta, appoggiati dagli organi di repressione dello stato, il 3 Agosto 1922 lo sciopero viene interotto.
- Contrariamnte a molte altre città in cui nonostante la resistenza le formazioni antifasciste debono cedere, a Parma, viene organizzata una resistenza armata di ottima caratura militare a quanto asserisce a denti stretti lo stesso Italo Balbo che sostituirà, mandato da Benito Mussolini, Robeto Farinacci per l'inettitudine di quest'ultimo.Il futuro "duce" è intimorito dalla rivolta anche ,in quanto,assieme agli Arditi del Popolo combatte quasi inaspettatamente la Legione Proletaria Filippo Corridoni, dimostrando quindi un coagulo di forze che arriva agli interventisti di sinistra affascinati, in primo momento dal programma dei fasci di combattimento (Parma fu zona di gran interventismo di sinistra come già spiegato).
- I lavoratori aderiscono allo sciopero in forze,e i sindacalisti rivoluzionari son ritornati alla loro origine di classe con tutta l'influenza che han sempre avuto a Parma.Parmae' restata quasi impenetrabile al fascismo come risulta dai diari di Italo aBalbo (milano 1932).
- Inoltre ormai da poco piu' di un anno operano le squadre di autodifesa proletaria di Guido Picelli, socialista internazionalista, tali organismi di autodifesa paramilitare avevano un perfetto serbatoio di reclutamento nel tessuto sociale proletario parmense incline al socialismo radicale ed all'anarchismo.
- Si vedrà nel proseguio che il reclutamento per i fatti di Parma sarà anche in altri strati con la caduta in comabattimento di Ulisse Corazza, consigliere del partito popolare, che assieme ad un gruppo dei suoi "metto il mio moschetto a sua disposizione comandante Picelli" (Pino Caccucci,Oltretorrente).Anche sui giornali del periodo, a Parma, di matrice liberale e borghese ci son violenti attacchi agli squadristi, individuati senza peli sulla lingua come criminali.
Nei primi giorni di agosto vennero mobilitati dal Partito Fascista per l'attacco a Parma circa 10.000 uomini, giunti dai paesi del Parmense e dalle province limitrofe; a comandarli venne inviato Italo Balbo, dopo il breve comando di Farinacci, già protagonista di simili spedizioni militari contro Ravenna e Forlì, il numero dei fascisti si incrementerà notevolmente con sopravvenuti rinforzi, proprio a causa della Resistenza opposta dalle squadre di autodifesa proletaria che aumentano la loro capacità di rintuzzare gli attacchi: alla fine si conteranno circa 40 morti fra gli squadristi, solo 5 fra gli Arditi del Popolo, fra i quali il valoroso Corazza. Gli squadristi dovranno allontanarsi, su consiglio anche del capo della polizia locale, Lodomez,uomo astuto che vista la situazione pericolosa per il fascismo(Eros Francescangeli,Arditi del Popolo), non solo a livello locale, preferisce mantenersi neutrale dicendo a Balbo: "che è meglio abbandoni la spedizione in quanto lui ed i suoi sottoposti non sono grado di garantire l'incolumità dei suoi uomini(di Balbo)". I 5 caduti fra i difensori sono Ulisse Corazza consigliere comunale del P.P.I, Carluccio Mora,Giuseppe Mussini,Mario Tomba il giovanissmo Gino Gazzola, la cui morte Pino Cacucci, dice nel suo libro "Oltretorrente", scatenò la furia di Antonio Cieri, che baionetta fra i denti e bombe a mano, seguito da popolani e donne, guidò l'epica sortita dal Naviglio spezzando l'ormai avvenuto accerchiamento da parte degli squadristi. Antonio Cieri aveva già compiuto un atto del genere che gli portò la decorazione nella prima guerra mondiale, non per fanatismo nazionalistico,(era un anarchico mandato al fronte ed andato di malavoglia), ma per salvare i commilitoni ormai intrappolati sotto fuoco austriaco. Antonio Cieri non perderà l'abitudine di condurre gli assalti davanti a tutti: morira' ad Huesca in Spagna, in difesa della Repubblica, attaccando una postazione dei nemici di sempre al comando della sua squadra di "bomberos", la postazione verrà conquistata ma Cieri morirà nell'attacco.
La popolazione dell'Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si prepara, come ormai da storica abitudine, all'aggressione innalzando barricate, inoltre gli appena trscorsi militari di molti hanno insegnato qualcosa e si scavano pure trincee. Si vuole difendere ad oltranza sia le sedi delle organizzazioni proletarie di classe che quelle più centriste ed anche le case, sapendo già le devastazioni che i fascisti hanno compiuto in altri paesi, ad esempio nel Ravennate, guidati proprio da Italo Balbo. A livelo nazionale lo sciopero si esaurisce,di converso a Parma l'idea di resistere si radica sempre di più. Nei quartieri popolari i poteri istituzionali passano al direttorio degli Arditi del Popolo comandati da Guido Picelli, anche lui morirà in combattimento in Spagna,come Cieri contro i fascisti: Barcellona, dove è sepolto, lo onorerà con funerali di stato.
Tutta la popolazione partecipa attivamente agli scontri, anche le donne dando un apporto fondamentale oltre che come combattenti sul campo per l'organizzazione delle retrovie, organizzazione "lodata" da Balbo: vengono superate divisioni politiche anche profonde e radicate e che in certe situazioni precedenti portarono anche allo scontro fisico : Arditi del Popolo, sindacalisti corridoniani, confederali, anarchici come (Antonio Cieri che appunto comandò la resistenza del rione Naviglio), comunisti, popolari, repubblicani e socialisti delle varie tendenze , combattono, fianco a fianco contro gli squadristi.
Gli squadristi tentano di superare le barricate, devastano, nelle zone centrali della città, meno difendibili e difese,il circolo dei ferrovieri, uffici di numerosi professionisti democratici, le sedi del giornale "Il Piccolo", dell'Unione del Lavoro e del Partito Popolare. A questo punto iniziano le trattative, vista la situazione, per la fine dei combattimenti tra il comando di Balbo, fra le autorità militari e la Prefettura e Lodomez fa il discorso a Balbo di cui poco sopra:non può garantire l'incolumita' dei fascisti. La notte tra il 5 e il 6 agosto le squadre fasciste smobilitano e lasciano velocemente la cita': Parma proletaria ha resistito ed ha salvato, in gran parte, l'intera città dalle devastazioni. Due Arditi del Popolo salutano Balbo in automobile,che abbandona Parma, scaricandogli addosso i loro revolvers. Molti anni dopo Balbo torna a Parma,a fascismo ben stabilizzato, e lo attende un grosso cartello con la scritta in parmense,Hai atraversato l'oceano ma no il Torrente. Il 6 Agosto 1922, Lodomez, comandante militare della piazza, assume pieni poteri e proclama lo stato di assedio. Nella mattinata i soldati, festosamente accolti dalla popolazione, con cui fraternizzano, entrano nei rioni dell'Oltretorrente e del Naviglio e, in poco tempo, la situazione torna alla normalità.
[modifica] epilogo e note
Le ragioni sociali e politiche resistenza vittoriosa di Parma sono molte e si legano a radicate ed a esperienze del perido, introiettate dal movimento locale dei lavoratori.
Esperienze che vanno dal tradizionale ribellismo urbano dei quartieri più poveri ed anche fatiscenti della città (particolarmente i borghi dell'Oltretorrente) a tutta la situazione storico-politico-sociale brevemente analizzata nel paragrafo del Tessuto Sociale Parmense. É da rimarcare comunque che la cultura parmense dell'interventismo di sinistra e l'esperienza combattentistica nella Prima guerra mondiale di molti lavoratori avevano rafforzato una forte volontà di cambiamento sociale e politico: l'unico vantaggio che vi era stato dalla guerra verso la massa era un bagaglio di conoscenze militari applicate sul campo e poi c'era stato Fiume e Gabriele D'Annunzio è ancora considerato da Argo Secondari il Comandante come si può desumere da sua intervista ad emissario di Antonio Gramsci
.È da tener ben conto pure, che la Russia sovietica,in quel periodo,rappresentava una fiaccola per la speranza di emancipazione delle classi subalterne e per frazioni ceti medi,in quel momento alleati del proletariato,ad esempio i molti reduci di guerra graduati e delusi.Occorre,ancora, rimarcare con forza l'importanza della figura carismatica di combattente antifascista rappresentata da Guido Picelli e la sua proposta politica per un fronte unitario antifascista, (nel seguito Guido Picelli aderì al Partito Comunista d'Italia,ma in quel periodo era ancora un socialista internazionalista). Picelli è ricordato ancora oggi in modo epico a Parma,anche per le sue caratteristiche umane e di cultore dell'opera lirica. Militarmente parlando,in senso stretto , è ben difendibile una zona con strade strette, tortuose ed anguste che porta ad un'immediata difesa con la barricata, ci sono dei precedenti storici con il lancio di tegole dai tetti e di pietre per le strade come forma di autodifesa dagli attacchi della polizia ed esercito già dalla fine del 1800, il metodo ormai è consolidato come forma di autodifesa contro le forze di polizia e l'esercito.
[modifica] personaggi correlati
L'elenco sottostante non è per ordine alfabetico bensi' per gruppo politico-sociale,i personaggi gia' riportati su Wikipedia(essendo fra l'altro alcuni dei piu' importanti) hanno il minimo di informazioni introduttive per una immediata lettura della pagina
[modifica] fascisti e squadristi
- Aimi Alcide
(Polesine Parmense, Parma, 1896 - Como 1960). dopo esser stato in seminario ed aver militato nella guardia regia e partecipato alla prima guerra mondiale costituisce il Fascio a Busseto nel 1921e si puo' identificare come capo degli squadristi della Bassa Parmense.È in collegamento con Roberto Farinacci,il ras di Cremona,non per niente il primo a dirigere gli attacchi a Parma sara' lo stesso Farinacci sostituito poi per inefficienza militare.Il culmine dei suoi attacchi fascisti si trova con la distruzione della Cooperativa di Fontanelle nell'agosto del 1922. Nel proseguio il suo fascissmo,dell'Aimi, di stampo intransigente lo porta al'emarginazione nel movimento fascista parmense stesso,quando è,nel seguito,da limitare uso di manganello ed olio di ricino,mescolato spesso a bitume .Diviene comunque membro del primo Consiglio direttivo della Confederazione Nazionale dei Sindacati Fascisti,commissario straordinario dei sindacati fascisti di Firenze e segretario generale di Massa e Carrara ;nel 1929 il PNF lo trasferisce a Mantova dove continua ad occuparsi di sindacalismo.
- Italo Balbo
- Giovanni Botti , segretario del PNF parmense nel periodo considerato.
- Roberto Farinacci
- Davide Fossasquadrista,fu anche fondatore del sindacato fascista a Parma
- Ranieri Remo(Fontanellato, Parma, 1894 - Fidenza, Parma, 1967), squadrista e capo dei fascisti a Fidenza . Entro'al Partito Nazionale Fascista dopo essersi candidato Candidato al Consiglio comunale nelle liste del Partito Popolare a Borgo San Donnino (Fidenza),divenendo in seguito uno dei piu' noti esponenti fascisti del parmense fino ad inizio anni 30. Nel 1922 fu assessore e nell'agosto 1922 partecipò all'attacco squadristico contro Parma,seguace di Roberto Farinacci,fu protagonista di duri scontri all'interno dello stesso PNF fra le diverse faziioni arrivando all'espulsione del 1925,una volta reintegrato nel PNF assune l'incarico di segretario federale parmense (1927-29), ispettore nazionale (1927-31), membro della direzione nazionale del partito (1931-32),e continuo' ad essere deputato della provincia di Parma fino al 1934,lascio' l'attivita' politica per dedicarsi al ramo industriale nel campo conseviero e caseario. quando lasciò l'attività politica per dedicarsi all'industria nel ramo caseario e conserviero.Fu volontario nel secondo conflitto mondiale e non aderi' alla RSI,pero',subi' un processo ,comunque,per “atti rilevanti”a seguito del suo passato di fascista.
- Terzaghi Michele,(Parma, 1896 - 1922),avvocato socialista fino al 1916,diresse La Difesa" ,(giornale della feferazione del PSI),che passo' poi sotto la direzione di Spartaco Lavagnini abbandonando il partito socialista a seguito della sua scelta interventista,aderi' poi al fascismo nel primo dopoguerra con la successiva elezione a deputato del blocconazionale del 1921.
[modifica] fronte unitoArditi del Popolo, Legione Proletaria Filippo Corridoni
i due capi:
- Guido Picelli comandante in capo direttorio del Fronte Unito Arditi del Popolo
- Antonio Cieri guidò l'epica sortita dal Naviglio (Pino Cacucci "Oltretorrente")
- Alceste De Ambris uomo simbolo per la Lega Proletaria Filippo Corridoni nello specifico della Difesa Di Parma la Legione Proletaria Filippo Corridoni era comandata da Vincenzo Picelli,fratello di Guido, e sindacalista rivoluzionario.

- Giuseppe Balestrazzi
(Parma, 1893 - Roma, 1983); presidente dell'Associazione Mutilati e Invalidi di Guerra di Parma, Balestrazzi, sottotenente, venne ricoverato nel 1917 nell'Ospedale di Parma per una grave mutilazione al braccio sinistro dovuta ad ferita riportata in guerra e nello stesso anno con Priamo Brunazzi, altro mutilato di guerra ed altri pochi reduci fonda l'Associazione dei Mutilati e Invalidi di guerra a Parma quasi nello stesso periodo in cui nasce l'Associazione Nazionale di Milano . I due reduci si impegnano e sviluppano l'associazione che si mantiene di matrice apolitica, ne consegue che trovano un buon consenso interclassista, facendo ben notare che i reduci parmensi contavano più di 40.000 uomin( altri provincia compresa portano il numero abbondantemente al di sopra di 50.000) ma restando al dato qui riportato si ebbero 1.089 caduti sul campo, 1.718 caduti nel seguito per le ferite, 1.800 caduti per infezioni contratte nel conflitto, 420 internati in campi di detenzione militare degli avversari; ci furono 673 dispersi con oltre diecimila feriti. Parma fu epicentro del sindacalismo rivoluzionario e quindi anche di un non esiguo interventismo di sinistra(Alceste DE Ambris, ne è eclattante sempio). L'associazione fu subito ben accolta e in breve tempo conto' 2000 iscritti, circa,il foglio che editava si chiamava "la Parola". Nel 1919 Brunazzi dovette, avendo peso entrambi i piedi (con conseguenti "disagi"), abbandonare gran parte del suo lavoro e l'impegno fu asssunto quasi del tutto da Balestrazzi per cui nel 1920 divenne presidente a tutti gli effetti dell'associazione con Brunazzi nominato presidente onorario. Dopo il secondo conflitto il Balestrazzi diviene promotore dell'Istituto per la rieducazione dei mutilatini di guerra nel 1947. Balestrazzi si trasferisce poi a Roma e si occupa di scritti storici suoi suoi trascorsi e sugli avvenimenti collegati.
- Umberto Balestrazzi Balestrazzi(Parma, 1885 - 1970) dirigente dell'Unione Sindacale Parmense ,sarto,attivo fino da inizio secolo nelle formazioni giovanili dei socialisti. Nel 1906 era segretario del circolo di Parma,nel 1907, contrapposto alle posizioni ufficiali dei socialisti, passa alla linea sindacalista-rivoluzionaria di Alceste De Ambris, svolge il lavoro politico-sindacale presso la Camera del Lavoro di borgo delle Grazie e nello stesso anno viene arrestato er i tafferugli che seguono una manifestazione anticlericale. Viene scarcerato in maggo dl 1908 e partecipa allo sciopero agrario, che subisce la sconfitta anche grazie alla astuta tattica portata avanti dagli agrari. Viene arrestato e condannato per la partecipazione agli incidenti scoppiati dopo una manifestazione anticlericale, si trasferisce in Francia, prende contatto con le organizzaione operaie locali e conosce Jean Jaur's, il leader del socialismo francese. Torna Parma nel 1914, è il periodo che Filippo Corridoni fa il noto viaggio in Francia che lo sposta su posizioni interventiste definitivamente, mentre invece Umberto Balestrazzi, all'opposto, entra in conflittto con la direzione sindacalista favorevole all'interventismo: fonda un gruppo di sindacalisti "neutralisti" con Mario Longatti, Casimiro Accini, Lodovico Saccani, Dante Vecchi e Alfredo Veroni. È da questo gruppo che dopo il conflitto può far rinascere l'Unione Sindacale Parmense con un giornale: Il Proletario. Fu amico sia di Giuseppe Di Vittorio che di Guido Picelli, e si occupa anche del periodico L'Ardito del Popolo. Nel seguito si avvicina sempre più al Partito Comunista d'Italia.
- Alceste De Ambris
- Amilcare DE Ambris,fratelo di Alceste De Ambris, sindacalista rivoluzionario, interventista di sinistra, fra i fondatori dei Fasci d'Azione Internazionalista, la cui parte progressista del programma fu veicolata dal Popolo d'Italia di Benito Mussolini come programma di S.Sepolcro, portando all'inizio del sansepolcrismo ad aderire anche numerosi persone di sinistra che poi passarono all'antifascismo.
- Ulisse Corazza, "metto il mio moschetto a vostra disposizione comandante Picelli"(Pino Cacucci "Oltretorrente)consigliere comunale del PPI, fu uno dei 5 caduti degli Arditi del Popolo, cadde difendendo valorosamente una barricata.
- Dante Gorreri
- Enrico Griffith ANPI storia movimento operaio di Parma
- Giuseppe Isolaantifascista e dirigente dei socialisti internazionalisti "terzini" di Parma (Parma, 1881- 1957)
- Aroldo Lavagetto (Parma, 1896 - 1981). reduce dalla guerra del 1915-18.Fu fra i rappreseentanti di spicco dell'antifascismo liberale e repubblicano,redattore capo presso il giornale "il Piccolo Esponente" di Parma che fu fondato da Tullio Masotti.La sede del Il Piccolo fu devastata dagli squadristi durante l'attacco a Parma anche se i giornalisti tentarono una difesa armata e fu spostata quindi la stessa redazione presso la tipografia della Camera del Lavoro di borgo delle Grazie, in Oltretorrente,zona non conqiustata dai fascisti e roccaforte del Fronte Unito Arditi del Popolo.A fascismo affermato Lavagetto dovette fuggire a Milano riuscendo a trovar lavoro al Corriere della Sera,in seguito si sposto' ancora all'ufficio stampa delle Terme di Salsomaggiore ed infine nel 1935 trovo' sistemazione in una societa' petrolifera appartenente a Nando Peretti.Dopo l'8 settembre del 1943 si stabili' a Roma e nel 1965 torno' a Parma.
- Tullio Masotti(Falerone, Ascoli Piceno, 1886 - Milano, 1949),si stabili' a Parma nel 1907 come collaboratore di Alceste De Ambris,al momento dei fatti di Parma del 1922 era direttore de "Il Piccolo". A Parma, in breve divenne segretario della Federazione giovanile e vicesegretario della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria, dopo il 20 giugno 1908,data del grande sciopero agrario,si scateno' la represione della polizia e dovette rifigiarsi prima a Nizza poi a Lugano: la Corte d'Assise di Lucca pronunciò sentenza assoltutiva per i sindacalisti rivoluzionari promotori dello sciopero, accusati di insurrezione armata contro il potere dello stato e Masotti rientrò a Parma nel maggio 1909, immediatamente si mise a ricostruire le fila del sindacalismo rivoluzionrio, indisse azioni contro la Guerra di Libia e iniziative di appoggio al proletariato in lotta in altre patri d'Italia. Tutto ciò aumentò sensibilmante il peso della Camera del Lavoro sindacalista rivoluzionaria di Parma sulla cui scia e dietro iniziativa di Masotti, nacque l'Unione Sindacale Italiana di Modena nel 1912, ne divenne segretario fino alla crisi dovuta la problema dell'interventismo. Masotti, volontario, combattè col grado di ufficiale nella prima guerra mondiale Volontario e combattente con il grado di ufficiale partecipò alla Grande guerra. Nel dopoguerra. Dopo la guerra nuovamente a Parma si mise a dirigereae un nuovo quotidiano: "Il Piccolo" di indirizzo democratico combattentistico, attirato dal primo fascismo come frange dei sindacalisti,ne divenne oppositore quando il fascismo,immediatamente dopo,rilevò la sua indole antiproletaria: gli squadristi, durante i fatti di Parma devastarono sia la casa di Masotti che la sede del "Piccol". Molti ani dopo,nel 1940 Masotti si avvicinò alla formazione antifascista di Giustizia e Libertà diventando redattore di "Italia Libera". Dopo lo scioglimento di Giustizia e Libertàaderì al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, nel quale si occupò di "Battaglie sindacali",organo di stampa del partito.
- Gaetano Perillo ,comunista,capo degli Arditi del Popolo di Genova,partigiano,storico,Genova gli ha destinato un fondo per lo studio del movimento operaio genovese; alcuni storiografi che si sono occupati del riordino della vicenda degli Arditi del Popolo lo danno presente anche a Parma in quei periodi.
- Vittorio Picelli,(Parma, 1893 - Roma, 1979), fattorino postale, promosse l'organizzazione sindacale della categoria sino a divenire dirigente sindacalista rivoluzionario. Fu fondatore,con altri, del Fascio anticlericale “Francesco Ferrer” nel 1909,per questo fu spostato a Brescia. A causa di questa attività venne trasferito a Brescia, dove continuò la sua opera. Nell'agosto del 1914 a Parma e si impegnò nella campagna interventista con molti dirigenti sindacalisti rivoluzionari,sul fronte francese fu decorato con medaglia di Bronzo. Assunse,dopo la prima guerra mondiale, incarichi direttivi alla Camera del Lavoro di Parma e nell'Unione Italiana del Lavoro,fu fra i difensori di Parma assieme al fratello Guido Picelli,a fascismo affermato partecipo' all'associazione antifascista “Italia Libera” andando, poi, esule in Francia nel 1924,dove a Parigi fu attivista nel gruppo sindacalista “Filippo Corridoni” con Giuseppe Donati e altri fuoriusciti curò la pubblicazione del “Corriere degli Italiani”. Fu fra gli aderenti alla Lega Italiana dei Diritti e della Concentrazione antifascista,avvicinandosi a Giustizia e Liberta' nel 1934 risultò assai vicino a Giustizia e Libertà,a causa della miseria nel 1935 Costretto a una condizione di penosa indigenza, nella primavera del 1935 si spostò in Belgio, e chiese, tramite lettaera a Benito Mussolini l'arruolamento Africa Orientale, rientrando dall'Etiopia alla fine del 1936. Con la famiglia si stabilì a Roma con incarichi nei sindacati fascisti, scrisse il libro Il fante nella guerra nell'Africa Orientale
[modifica] personaggi istituzionali
- Agostino Berenini senatore (Parma, 1858 - Roma, 1939), senatore.
Da giovane fu monarchico e fece parte della cerchia moderata di Alfonso Cavagnari [4], dal 1881 aderisce alla scuola di giurismo positivista avvicinandosi conseguentemente alla democrazia radicale, ebbe carriera accadrmica ostacolata ma riusci' comunque a diventre rettore di Parma dal 1919 al 1925 Nel 1892 fu eletto senatore socialista nel collegio di Borgo San Donnino(Fidenza),rimanendo comunque legato all'ideologia democratico-sociale, fu l'artefice della solida struttura di socialismo riformista divenuta tipica del suo colegio elettorale: fu deputato 8 volte di seguito. Nel 1912 uscì dal Partito Socialista seguendo Bissolati verso un'evoluzione democratico-interventista, nel 1921 pur non essendo eletto fu nominato da Giolitti senatore. I fascisti gli furono ostili e dovette ritirarsi a vita privata dimostrando qualche simpatia, dopo, per l'intervento dell'Italia in Libia.
- Umberto Beseghi(Parma, 1883 - Bologna, 1958), presidente dell'Associazione Nazionale Combattenti di Parma, cancelliere giudiziario presso la Pretura di Parma, prima ad Orbetello, dopo, poi presso il Tribunale di Ravenna e infine presso la Procura Generale di Bologna. Durante la prima guerra mondiale, da subito, si occupò di giornalismo e fu corrispondente di giornali politici e direttore del quotidiano locale "Il Presente". Allo scioglimento dell'Associazione Nazionale Combattenti il Beseghi fu allontanato da Parma con destinazione Orbetello, di lì in poi si occupò escusivamente alla letteratura.
- Guido Maria Conforti, difese le scelte del clero, suore comprese, parmense nel curare i difensori parmensi feriti, rigettando le accuse di Balbo sul fatto che i preti sparassero ai fascisti assieme al fronte unito, di questa relazione clero difensori ne parla con riferimento ad Antonio Cieri,difensore del Naviglio,Pino Cacucci nel libro Oltretorrente
- Felice Corini segretario PPI parmense,collabora coi fascisti fino al 1924,poi rompe e partecipa lla protesta Aventiniana
- Federico Fusco(Napoli, 1872 - ?), prefetto di Parma ,nel 1893 entrò nell'amministrazione della Pubblica sicurezzae contemporaneamente comincio a frequentare l'Università di Napoli, quando dopo chenel 1893 entròentrato nell'amministrazione della Pubblica sicurezza che lo destinò alla questura di Milano, fino al 1896, quando venne trasferito alla questura di Salerno.Passo' nell'amministrazione civile dello stesso Ministero dell'Interno nel 1897e nel 1898,appena laureato,assunse servizio presso la prefettura di Casertacon incarichi inerenti amministrazioni comunali e provinciali,fu trasfertito ancora alcune volte ed a Fabriano si assunse il compito non semplice di mediazione politica fra la conflittualita' di strati proletari e padronato agendo su settori politici moderati,nel 1908, con attegggiamento improntto al paternalismo ,riuscendo a risolvere la sirtuazione.Durante le 5 giornate d'agosto di scontro fra il fronte unito-Arditi del Popolo ed i fascisti ,del 1922,tento' di mediare al punto che Italo Balbo lo indico' come un strenuo nemico del fascismo.Vista la situazione nazionale con stato d'assedio a Milano,Genova, Ancona, Livorno,Parma ,entrato in vigore il 5 agosto,con delibera govenativa , la gestione dell'ordine pubblico in città passò dal prefetto Fusco a l generale Lodomez. Successivamente il Consiglio dei ministri ,nel settembre 1922,decise di sollevarlo dall'incarico a Parma e di metterlo a disposizione,affidandogli poi prefetture di città di minor importanza dal 1923 al 1928: il fascismo al potere voleva la sua vendetta nel luglio 1928, all'età di 56 anni, fu collocato definitivamente a riposo “per motivi di servizio”.
- Enrico Lodomezgenerale e comandante della Scuola di applicazione di fanteria di Parma,visto il momento praticamente dirigeva anche tutti gli organismi di repressione dello stato in Parma.
- Tullio Maestri,(Albareto, Parma, 1875 - Borgotaro, Parma, 1940),presidente Amministrazione provinciale di Parma periodo 1920 al 1922;cioe' anche nel lasso di tempo della vicenda della resistenza di Parma
- Giuseppe Micheli(Parma, 1874 – Roma, 1948),di buona famiglia,la madre era la sorella del sindaco di Parma Giovanni Mariotti,esopnente fin da giovane del cattolicesimo parmense,assieme a Filippo Meda e Giuseppe Toniolo,nel congresso di Fiesole fu uno fra i promotori della FUCI,nel 1899 fondò l'associazione “La Giovane Montagna”,per valorizzare aspetto religioso e culturale tramite manisfestazioni ed iniziative,nel'anno seguente nacque il settimanale dallo stesso nome,con Luigi Sturzo fondo'l'Associazione dei Comuni italiani.Nel proseguio prende in moglie la figlia del deputato Gian Lorenzo Basetti,e' poi ministro dell'agricoltura nel secondo governo Nitti.La carica che gli viene affidata nel governo Bonomi è di ministro ai Lavori pubblici e di presidente delle Ferrovie dello Stato,esendo un aventiniono il fascismo lo dichiara decaduto da tutte le cariche parlamentari nel 1926.Nel periodo fascista riprese a fare il notaio e si dedico' astudi storici,non tagliando i forti legami con icattolici democratici e con le autorità ecclesiastiche di parmensi e di Roma.La sua attivita' politica è ripresa dopo il settembre del 1943 efugge a Chieti,un mese dopo nel suo studio notarile di Parma si costituisce il CLN.Nel dopoguerra immediato è vicepresidente della Camera dei deputati,poi venne eletto all'assemblea costituente e dopo diventa ministro della marina nel governo di Alcide De Gasperi.
*Amedeo Passerini(Parma, 1870 - 1932), sindaco .Si laureo' in giovane eta',affermandosi subito nella vita pubblica con incarichi di alto livello nell'amministrazione:consigliere del Monte di Pieta',ispettore alla Cassa di Risparmio e membro della giunta provinciale amministrativa;ricopri' anche la carica di prosindaco ed assessore alle Opere Pie nel 1985,nominato presidente della Congregazione Municipale di Carità, assessore al Dazio e alle Finanze, presidente degli Ospizi Civili e dell'Ordine degli avvocati.In tribunale,in quanto penalista di gran valore,associava ad una esposizione fluente e vigorosa una gran logica di indirizzo giuridico.Nel suo mandato di Sindaco di Parma dal 1920 al 1923,ebbe il gravoso compito di esser accanto alla citta' nelle 5 giornate dell'agosto del 1922. Gli fu consegnata nel 1924,per la sua capacita' digestione della cosa pubblica ad honorem PNF.Dopo la Liberazione,a Roma,viene nominato vicepresidente della camera dei deputati,in seguito eletto all'Assemblea Costituente,nel secondo Governo De Gasperiricopre l'incarico di ministro della Marina.Nel secondo dopoguerra,nellimmediato sara' vicepresidente della Camera dei deputati ,nel seguito eletto all'assemblea cosistuente e dopo ministro della marina al governo di Alcide De Gasperi.
- Roberto Simondetti, comandante del presidio militare di Parma
- Alberto Simonini,dirigente socialista e segretario della Camera Confederale del Lavoro di Parma
[modifica] Voci correlate
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- Arditi
- Antifascismo
- Resistenza italiana
- Unione Sindacale Italiana
- Formazioni di difesa proletaria
- Formazioni di difesa proletaria a Genova
- Filippo Corridoni
- Alceste De Ambris
- Gaetano Perillo
- Armando Vezzelli
- Legione Proletaria Filippo Corridoni (corridoniani)
- Storia del movimento partigiano a Genova
- sansepolcrismo
- Carta del Carnaro
- Ercole Miani
- Guido Picelli
- Fatti di Empoli 1921
[modifica] Bibliografia
generale
- Movimento operaio e fascismo nell’Emilia-Romagna 1919-1923, Roma, Editori Riuniti - Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza;1973.
- Renzo Del Carria, Proletari senza rivoluzione. Storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950, 2 voll., Milano, Edizioni Oriente, 1970 (I ed. 1966), (in particolare il XVII Capitolo "La giusta linea non seguita": Parma come esempio di vittoriosa resistenza politica-militare al fascismo (1-6 agosto 1922).
- Pino Cacucci, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano, 2003
- Luigi Di Lembo, Guerra di classe e lotta umana, l'anarchismo in Italia dal Biennio Rosso alla guerra di Spagna (1919-1939), edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Eros Francescangeli, Arditi del popolo, Odradek, Roma, 2000
- Gianni Furlotti, Parma libertaria, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 2001
- Marco Rossi, 'Arditi, non gentarmi! Dall'arditismo di guerra agli Arditi del Popolo, 1917-1922, edizioni Biblioteca Franco Serantini, Pisa, 1997
- Luigi Balsamini, 'Gli arditi del popolo. Dalla guerra alla difesa del popolo contro le violenze fasciste, Galzerano Ed. , Salerno.
- The Resistible Rise of Benito Mussolini di Tom Behan
- "Proletari senza rivoluzione"storia delle classi subalterne italiane dal 1860 al 1950. - Milano : Edizioni Oriente, 1970 Renzo Del Carria
- "Storia del Partito comunista" Paolo Spriano- Einaudi, Torino, 1967-1975 - 5 volumi
- Giuseppe Micheli nella storia d'Italia e nella storia di Parma, a cura di Giorgio Vecchio e Matteo Truffelli,Roma, Carocci, 2002.}}
- AA.VV., Dietro le barricate, Parma 1922, testi immagini e documenti della mostra (30 aprile - 30 maggio 1983), edizione a cura del Comune e della Provincia di Parma e dell'Istituto storico della Resistenza per la Provincia di Parma
- AA.VV., Pro Memoria. La città, le barricate, il monumento, scritti in occasione della posa del monumento in ricordo alle barricate del 1922, edizione a cura del Comune di Parma, Parma, 1997
- Alberghi, Pietro, Il fascismo in Emilia Romagna: dalle origini alla marcia su Roma, Modena, Mucchi, 1989.
- Le Barricate a Parma 1/5 agosto 1922, numero monografico di “PR. Parma Realtà”, n. 15, dicembre 1972.
- Balestrini, Nanni, Parma 1922. Una resistenza antifascista, a cura di Margherita Becchetti, Giovanni Ronchini e Andrea Zini, Roma, DeriveApprodi, 2002.
- Bonardi, Pietro, La violenza del 1922 nel Parmense, Parma, Centro studi della Val Baganza, 1992.
- Bottioni, Graziano, La nascita del PCI a Parma 1921-1926, Parma, Biblioteca “Umberto Balestrazzi”, 1981.
- Brunazzi, Luciana, Parma nel primo dopoguerra 1919-1920, Parma, Istituto storico della resistenza per la provincia di Parma, 1981.
- Campanini, Giorgio, Chiesa e movimento cattolico a Parma fra Ottocento e Novecento: studi e ricerche, Parma, Il Borgo, 1995.
- Cavalli, don Giuseppe, Le “Cinque giornate” di Parma e Ulisse Corazza, in Il contributo dei Cattolici alla lotta di Liberazione in Emilia-Romagna. Atti del 2° Convegno di studi tenuto nei giorni 1, 2, 3 maggio 1964 a Parma-Salsomaggiore, Parma, Associazione Partigiani Cristiani, 1995, pp. 243-270.
- De Micheli, Mario, Barricate a Parma, Roma, Editori Riuniti, 1960.
- Degli Innocenti, Maurizio - Pombeni, Paolo - Roveri Alessandro (a cura di), Il Pnf in Emilia-Romagna durante il ventennio fascista, Milano, Angeli, 1988.
- Dietro le barricate. Parma 1922, Parma, Comune di Parma - Provincia di Parma - Istituto storico della resistenza per la provincia di Parma, 1983. Furlotti, Gianni, Parma libertaria, Pisa, BFS, 2001.
- Minardi, Marco , Pro Memoria. La città, le barricate, il monumento, a cura di Marco Minardi, in “Documenti”, n. 25, 1997.
- Palazzino, Mario, “Da prefetto Parma a gabinetto ministro interno”. Le barricate antifasciste del 1922 viste attraverso i dispacci dell’ordine pubblico, Parma, Archivio di Stato di Parma - Silva Editore, 2002.
- Comunisti a Parma. Atti del convegno tenutosi a Parma il 7 novembre 1981, a cura di Fiorenzo Sicuri, Parma, Istituto Gramsci Emilia-Romagna e Parma - Biblioteca “Umberto Balestrazzi”, 1986.
- Sicuri, Fiorenzo (a cura di), Guido Picelli, a cura di Fiorenzo Sicuri, con un saggio di Dianella Gagliani, Parma, Centro di documentazione “Remo Polizzi”, 1987.
[modifica] Collegamenti esterni
- Barricate a Parma
- Approfondimento/1
- Approfondimento/2
- Canzone popolare sugli Arditi del Popolo
- articolo di Gramsci,stralcio
- una bandiera deli Arditi del popolo
- Tom Behan, “The resistible rise of Benito Mussolini”
- Nell'80° anniversario delle Barricate antifasciste dell'agosto * [1922, Biblioteche e Archivi, Centro Progetti per la Scuola del Comune di Parma
- Museo risorgimento Torino,in cui viene conservato un petardo Thevenot ed un pugnale di un Ardito del Popolo
- Barricate a Parma - Agosto 1922
- sintesi rivolta bersaglieri di Ancona
- settimana rossa fondazione Di Vittorio
- rivolta bersaglieri Fiamme Cremisi
- occupazione fabbriche
- intervista Francesco Leone
- romanzo RAI su difesa di Parma
- giornali parmensi del periodo
- Istituto Storico della Resistenza e dell’età contemporanea di Parma
[modifica] Approfondimento
- l'Ardito del Popolo e altri giornali parmensi scaricabili per studio[
- L'Ardito del Popolo con l'articolo sulle Donne di Parma
- da il diario di Italo Balbo
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