Andezeno

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Andezeno

Latitudine: 45° 2′ 0′′ N
Longitudine: 7° 52′ 0′′ E

306 m s.l.m.

7 km²

1.705

244 ab./km²

Marentino, Montaldo Torinese, Chieri, Arignano

CAP:

10020

Pref. tel:

011

Codice ISTAT:

1009

Codice catasto:

A275

Nome abitanti:

andezenesi

Santo patrono:

San Giorgio

Giorno festivo:

25 aprile

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Andezeno (in piemontese Andzen) è un comune di 1.705 abitanti della provincia di Torino e dista 20 km dal capoluogo. Sorge su un'altura a nord-ovest del Monferrato e a nord-est della pianura di Chieri.

Ottone III del Sacro Romano Impero la cedette all'Abate della Novalesa nel 992; in seguito venne ceduta ai marchesi di San Giorgio del Canavese per passare poi sotto Chieri.

La sua parrocchia, di stile barocco, venne costruita nel 1753.

[modifica] Il territorio e il toponimo

Andezeno è un piccolo comune vicino a Chieri situato sulle pendici della collina torinese, in direzione del Monferrato. Per il toponimo sono state proposte diverse ipotesi : il Casalis lo fa derivare da ante coenum, (davanti allo stagno), il Villa da ante cellas, (davanti alle celle monastiche), il parroco don Gribaudo da ante coelum (davanti al cielo). Gli studiosi di toponomastica concordano con l'Olivieri che rimanda a un derivato -ellus del gallo-latino Andicus, da cui sarebbero derivati i borghi di Andico e di Andicello da cui Andsèn è l'attuale Andezeno.

[modifica] La storia

Nonostante il paese vanti origini più antiche, nel 1992 il paese ha festeggiato con una serie di manifestazioni il millenario della sua storia, che sono terminate con un convegno al quale hanno partecipato studiosi di diverse discipline. Già in epoca romana, e forse preromana, erano presenti nuclei abitativi. L'ipotesi è confermata da scavi casuali che hanno portato alla luce sulla collina di San Giorgio numerosi cocci di vasellame di diversi tipi, una tegola con bollo di fornace e un fondo di vaso cinerario. Nei muri della piccola Chiesa di San Giorgio sono inseriti frammenti di lapide e laterizi, così come nei muri del cimitero. Sul territorio inoltre sono individuabili tracce dell'antica centuriazione.

La prima memoria scritta del paese risale al 992 ; è contenuta in un diploma dell'imperatore Ottone III di conferma all'Abbazia di Breme di molti possessi tra cui Andesellum. All'inizio del Medio Evo il territorio fu organizzato in celle monastiche dipendenti principalmente dall'abbazia di Breme, anche se terre e diritti di questo luogo erano vantati anche da altri enti ecclesiastici quali l'abbazia di Nonantola e il capitolo dei canonici di Torino.

Nel 1234 i conti di Biandrate di San Giorgio divennero signori di Andezeno, ma la loro signoria contrastava con gli interessi e le ambizioni di Chieri che sempre appoggiò gli abitanti di Andezeno contro i propri feudatari accordando loro asilo e protezione. Dopo numerosi conflitti grandi e piccoli durati decenni, nel 1260 venne fatto un tentativo di pace, detta in castro Andexelli ; culminata nel 1290 quando i Biandrate si rassegnarono a vendere Andezeno ai Chieseri. Il luogo divenne feudo dipendente dal dominio di Chieri pur godendo di una certa autonomia amministrativa con un proprio consiglio alla guida della comunità.

Nel 1619 Giovanni Battista Gabaleone fu investito, con titolo comitale. Successivamente vantarono diritti feudali anche i Balbiano e poi i conti d'Aramengo. Un'interessante testimonianza del passato di Andezeno è offerta dal Museo Balbiano che conserva oggetti della vita quotidiana contadina.

[modifica] Il centro storico

Andezeno fu quasi totalmente distrutta nel 1543. Vi sono scarse testimonianze del tessuto urbano medioevale originale : l'ex asilo infantile, ora casa privata, un' edificio risalente al XV secolo, con una pregevole facciata in mattoni a vista con quattro finestre ad arco acuto. Il centro storico si trova in cima alla collina bastionata con mura risalenti al XVIII secolo ; il paese è dominato dal Castello dei conti Balbiano d'Aramengo, la Parrocchiale di San Giorgio e la torre campanariao o torre dell'orologio risalente al XII secolo, in origine torre di difesa.

[modifica] Il Castello

Il nucleo originario del Castello risale al XV secolo, fu distrutto all'inizio del XVIII secolo da un'incendio ; da quel momento fino alla fine del secolo scorso subì continue ristrutturazioni e ampliamenti. Sul lato prospicente la parocchiale campeggiano due meridiane e il blasone del casato.

[modifica] La Parrocchiale di San Giorgio

Dedicata al patrono del paese, è opera dell'architetto Casasopra, fu costruita fra il 1753 ed il 1759 dopo anni di discussioni sull'opportunità o meno di abbattere la vecchia parrocchia divenuta ormani troppo piccola e fatiscente. La chiesa è a navata unica rettangolare con sei cappelle, tre per lato e comunicanti. Il soffitto è a botte ed affrescato. Sull'altare maggiore è presente un'urna riccamente cesellata in cui è conservato il corpo di Santa Giustina, protrettrice dei frutti della terra, festeggiata ogni anno nell'ultima domenica di Ottobre.

[modifica] La Confraternita di San Marco

Chiamata anche Chiesa dei Batùè situata nella piazzetta sottostante la parrocchiale. Venne costruita tra il 1597 e il 1603 dalla compagnia dei Disciplinandi o dei Battuti sotto il titolo del Santissimo Nome di Gesù. La chiesa custodisce una pala d'altare di notevole pregio, una vera rarità del pittore Amanzio Prelasca.

[modifica] La Chiesa di San Giorgio al Cimitero

Sorge a poca distanza dal paese, e costruita in stile romanico-lombardo. I lavori di restauro iniziati nel 1959 hanno evidenziato la natura più antica della chiesa, più piccola dell'attuale, costruita con materiale di recupero di epoca romana. Fu ampliata e ristrutturata nel XII secolo con l'aggiunta dell'abside.

[modifica] Economia

Paese prevalentemente agricolo sino al secondo dopoguerra, ancora oggi conta una settantina di aziende dedite alla coltivazione della vite, dei cereali, dell'orticultura, dell'allevamento del bestiame. Tra i prodotti tipici locali spicanno i grissini rubatà, il rinomato vino Fresia, le cipolle, i cardi, protagonisti questi ultimi della sagra del cardo e della bagna cauda, manifestazione che ha luogo ogni anno la terza domenica di ottobre. Dai primi anni Settanta risale l'industrializzazione che oggi vanta numerose aziende e stabilimenti : dal meccanico, al tessile , all'agroalimentare , al cartotecnico.