Riva presso Chieri
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 35 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 109 ab./km² | ||
Frazioni: | |||
Comuni contigui: | Chieri, Arignano, Mombello di Torino, Moriondo Torinese, Buttigliera d'Asti (AT), Villanova d'Asti (AT), Poirino | ||
CAP: | 10020 | ||
Pref. tel: | 011 | ||
Codice ISTAT: | 001215 | ||
Codice catasto: | H337 | ||
Nome abitanti: | rivesi | ||
Santo patrono: | Sant'Albano | ||
Giorno festivo: | 22 giugno | ||
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Riva presso Chieri (in piemontese Riva 'd Cher) è un comune di 3.831 abitanti della provincia di Torino. Il comune è situato vicino a Chieri a sud-est del capoluogo. Il toponimo allude ala riva ("ripa") del torrente vicino alla cui sponda sorge l'insediamento. Il comune si trova in una zona che in inverno risulta particolarmente fredda e nebbiosa, rispetto ai comuni limitrofi. Riva ha una vasta area industriale in cui sorge l' Embraco (ex Aspera), inoltre è famosa anche per i numerosi allevamenti di suini.
Indice |
[modifica] La Storia
Il primo documento che attesta l'esistenza del comune risale al 1152. Si tratta di un atto dell'ìmperatore Federico I Barbarossa in cui conferma al conte Guido di Biandrate il dominio su alcuni luoghi fra cui anche Riva. All'epoca del conferimento di Federico al conte, Riva di Chieri costituiva un centro importante a causa della presenza di un castello.
La signoria dei Biandrate si estendeva a quel tempo solo sulla metà del comune, in quanto il Barbarossa dominava come feudatario la metà di Riva, il che soleva dire al marchese Guglielmo V del Monferrato : quae non est comitis de Blandrate, ossia questo luogo non appartiene ai conti di Biandrate.
Dal XIII secolo la storia di questo comune si lega strettamente a quella di Chieri che si avviava a diventare uno dei comuni principali del Piemonte. Già nell'anno 1212 l'imperatore Ottone IV aveva affrancato Chieri da tutti gli obblighi verso il vescovo di Torino, riprendendo una politica espansionistica su tutto il territorio circostante. Il primo atto di questa politica fu nel 1223 l'acquisto di Riva. Nel 1229 fu stipulata la pace tra i Conti di Biandrate e Chieri.
All'inizio del XIV secolo i ghibellini astigiani vennero cacciati dalla propria città e si rifugiarono a Riva creando una vera e propria roccaforte, creando le condizioni per l'assalto delle armate guelfe comandate dal siniscalco di Roberto D'Angiò Ugone di Balzo. Dopo un lungo ed estenuante assedio, le truppe di Ugone assaltarono nel 1318 il luogo .."con tanto impeto che presto se ne impradonirono e vi commisero ogni sorta di nefandezza [Rif : Casalis].
Alla fine del XIV secolo divenne dominio sabaudo. Nel 1619 Carlo Emanuele I donò il feudo di Riva alla Marchesa di Roussilon, sua amante, da cui ebbero quattro figli, il cui Gabriele, vissuto tra il 1620 e il 1695 ebbe successivamente in appannaggio il feudo. Alla sua morte fu acquistato dal conte Marc'Antonio Grosso di Bruzolo.
Nel 1630 lo stato sabaudo stava perdendo la guerra con il regno di Francia, vide la morte improvvisa di Carlo Emanuele I, lasciando sul trono il figlo Vittorio Amedeo I di Savoia. Questi dovette abbandonare Torino sconvolta dalla peste insieme alla famiglia , si rifugiò a Riva, che stranamente rimase immune dal contagio. Il castello di Riva successivamente ospitò i rappresentanti dei diversi stati impegnati nei preliminari di pace, poi firmata a Cherasco.
Nel 1691 Riva venne incendiata dalle armate di Luigi XIV che assalirono il borgo contro la Lega di Augusta. Nel 1785 la linea geneologica dei Grosso si estinse, così il feudo di Riva venne inserito nell'appannaggio del duca d'Aosta, Vittorio Emanuele, creato come Principe di Chieri.
Le mura del paese, ormai fatiscenti vennero abbattute durante la dominazione napolenica, e il comune iniziò ad espandersi al di fuori degli originali confini medioevali.
Dalla seconda metà del Settecento, iniziò a Riva un lungo periodo di incremento demografico. Nel 1734 gli abitanti erano 2.025, nel 1800 erano saliti a 2172, a 2.252 nel 1811 e a circa 3.000 a metà Ottocento.
[modifica] Le attività storiche
Come Chieri, Riva, oltre all'agricoltura è stata a lungo impegnata nell'industria tessile. Il Gribaudi, storico dell'epoca scriveva : per la massima parte i rivesi lavorano la campagna che è molto fertile ; gli altri fanno tessuti in tela e cotone a conto delle celebri fabbriche di Chieri o vanno a lavorare nell'importante e rinomata fabbrica di vermouth e liquori della Martini e Rossi di Pessione.
[modifica] Gli edifici storici
Il devastante incendio del 1691 distrusse buona parte del paese, lasciando poche tracce dell'epoca medioevale, durante la quale fu un centro ricco e fiorente. Nonostante questo i beni artistici non sono, ne pochi, ne di scarso rilievo. Nella frazione di San Giovanni vi è la Casa natia di San Domenico Savio, allievo di San Giovanni Bosco.
[modifica] La Parrocchiale di Maria Vergine Assunta
La Parrocchiale di Maria Vergine Assunta così come la vediamo oggi risale al decennio che va dal 1860 al 1870. Sorge ove era già esistita una precedente parrocchiale, le cui cattive condizione avevano indotto il municipio di Riva a costruire a partire dal 1725 un nuovo edificio. La direzione dei lavori venne affidata all'architetto Plantery, il quale non fu in grado di portare a termine il lavoro. Successivamente l'incarico fu affidato a Bernardo Vittone che vi lavorò fino al suo decesso avvenuto nel 1770. L'edificio fu terminato nel 1792 grazie alla direzione dell'architetto Dellala di Beinasco. Della costruzione attuale vanno attribuite al Vittone la facciata e la grande cupola a pianta ottagonale.
[modifica] Il Palazzo Municipale
E' un'edificio di grande pregio artistico, costruito verso il 1630 per volere della famiglia Grosso, che aveva acquistato anche il feudo di Riva. Nel 1738 la famiglia decise di far riscostruire il palazzo affidando l'incarico al Vittone che vi lavorò tra il 1760 e il 1770, e successivamente al Quarini al quale fu erroneamente attribuito la costruzione dell'intero edificio. Alla morte dell'ultima discendente dei Grosso, la contessa Faustina Mazzetti il palazzo passò ai Radicati di Brozolo, che nel 1934 lo donarono al comune che ne fece propria sede. L'edificio custodisce diversi affreschi realizzati a fine Settecento da diversi pittori, tra cui i comaschi Giovanni e Antonio Torricelli e il piemontese Pietro Palmieri. Il palazzo conserva anche disegni del Pollock, un'architetto che progettò su incarico della contessa Mazzetti due giardini da collocare nell'area adicente il palazzo. Fra il 1796 e il 1797 il Pollock realizzò questi disegni oggi conservati nell'archivio comunale di Riva, e che costituiscono un'importante testimonianza della sua attività artistica. Ma i progetti mai si concretarono a causa delle turbolente vicende politiche che in quegli anni investirono lo stato sabaudo.
[modifica] Il Santuario della Madonna della Fontana
Deve la sua nascita ad un voto fatto nell'anno 1630 dal municipio di Riva in occasione della devastante epidemia di peste. Nel 1634 venne costruita una cappella la quale pochi anni dopo venne trasformata in chiesa. Nel 1661 l'edificio venne abbattuto e fu edificata una nuova chiesa ad una navata. L'attuale santuario però risale al secolo dopo, quando si decise di demolire la costruzione seicentesca a causa del suo stato fatiscente. Anche qui ad edificare il nuovo santuario venne chiamato l'architetto Vittone, ma la sua morte fece rinviare di qualche annno il progetto, che fu affidato a Luigi Barberis, allievo del Vittone. L'edifico fu costruito tra il 1777 ed il 1779.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti