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Cirié - Wikipedia

Cirié

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stub Comuni
Questa voce fa parte dei comuni della regione Piemonte ancora da sviluppare: ampliala seguendo le linee guida del progetto Comuni.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Cirié
Stato: Italia
Regione: Piemonte
Provincia: Torino
Coordinate:
Latitudine: 45° 14′ 0′′ N
Longitudine: 7° 36′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 344 m s.l.m.
Superficie: 17 km²
Abitanti:
18.178
Densità: 1069 ab./km²
Frazioni: Devesi, Vastalla 
Comuni contigui: Nole, San Carlo Canavese, San Maurizio Canavese, Robassomero
CAP: 10073
Pref. tel: 011
Codice ISTAT: 001086
Codice catasto: C722 
Nome abitanti: ciriaciesi 
Santo patrono: San Ciriaco 
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale
Portale:Portali Visita il Portale Italia


Cirié (in piemontese Siriè o Ciriè) è un comune di 18.178 abitanti della provincia di Torino.

Indice

[modifica] Geografia

Il comune, distante 21 chilometri dal capoluogo, è situato presso lo sbocco delle valli di Corio e di Lanzo, in prossimità di un altopiano chiamato Vaude, termine d’origine germanica, che significa foresta. Il territorio è bagnato dalla Stura di Lanzo, che scorre nelle vicinanze della città.

[modifica] Storia

La zona di Cirié e dell’Alto Canavese era abitata, sin dall’antichità, dai Salassi, una popolazione di origine gallo-celtica, discendente, con buona probabilità, dagli Allobrogi. Prima della dominazione romana il Canavese, come riferisce lo storico Polibio, era ricoperto da fitte boscaglie, con poche radure, qualche piccolo villaggio e rari sentieri che scorrevano tra la vegetazione. Nell’anno 141 a.C. i Romani, guidati dal console Appio Claudio, mossero guerra contro le tribù stanziate nelle valli dell’Orco e della Dora Baltea, con l’intento di aprirsi una via verso l’Elvezia e la Gallia transalpina. Si riteneva che l’occupazione sarebbe stata assai rapida, invece la reazione delle tribù locali fu invece durissima e gli invasori furono costretti, in un primo momento, alla ritirata. Per questo i Romani ritennero necessario stabilire alcuni accampamenti nella zona, per meglio organizzare l’esercito e sorvegliare le vie di comunicazione verso le valli. Vennero così allestiti accampamenti nei pressi di Ivrea, di Torino e nell’area dove sorge attualmente Cirié. Da qui era possibile sorvegliare l’accesso alle vallate di Lanzo e di Viù. L’accampamento stanziato presso l’attuale Cirié prese il nome di Castrum Cerreti, in riferimento alla grande quantità di cerri presenti nella zona. Successivamente, per brevità, venne chiamato semplicemente Cerretum. Con il definitivo assoggettamento dei Salassi e con la conseguente pace, il campo cominciò a diventare un importante crocevia di scambi commerciali ed in prossimità di esso si concentrò un gran numero di abitazioni, dapprima povere baracche di paglia e legno, successivamente case di pietra e mattoni. In seguito alla penetrazione della religione cristiana, si decise di assegnare all’abitato un santo protettore: venne scelto, per via della somiglianza con il precedente nome del paese, San Ciriaco, martire cristiano ucciso a Roma nel 303. La presenza romana nel territorio ciriacese è testimoniata dal ritrovamento di monete dell'età imperiale, frammenti di terracotte e lapidi funerarie, conservate, queste ultime, nella chiesa di San Martino. Dalla caduta dell'Impero Romano e dalle prime invasioni barbariche, vi è un vuoto di informazioni che dura quasi un millennio. Sappiamo per certo che nel 1229 il territorio di Ciriè viene occupato dai Marchesi del Monferrato. Nel 1296 Margherita di Savoia sposa Giovanni I, ottenendo in questo modo i diritti sulle terre di Caselle, Ciriè e Lanzo. Alla morte prematura del marito, Margherita si trasferisce nel grande castello di Ciriè, che sorgeva nella piazza che ancora oggi ne porta il nome. Di questo castello non restano tracce, poiché andò distrutto durante l'invasione francese del 1536. Nel 1576 i Savoia effettuarono uno scambio con i Marchesi genovesi D’Oria: la Castellania ciriacese venne ceduta in cambio di alcuni territori sulla costa ligure. Gian Gerolamo D’Oria stabilì la sua residenza a Ciriè, inaugurando una lunga dinastia che durerà fino ai primi anni del Novecento, concludendosi con il marchese Emanuele D’Oria, che fu anche il primo sindaco di Ciriè, dopo che questa, con un decreto regio del 1905, ottenne il titolo di città.

[modifica] Luoghi di interesse

Il Duomo di san Giovanni riprodotto su un cartolina degli anni Venti
Il Duomo di san Giovanni riprodotto su un cartolina degli anni Venti
  • Duomo di San Giovanni Battista. Dichiarato monumento nazionale nel 1887, si trova nella centralissima piazza San Giovanni, oggi pedonale. Bellissimo esempio di gotico piemontese, viene realizzato nel corso del XIV secolo. È affiancata da un campanile a quattro piani, la cui sommità si presenta con una guglia centrale e quattro pinacoli posti negli angoli. All'interno della chiesa si trovano alcune opere d'arte di gran pregio, fra cui una pala ovale conosciuta come la Madonna del Popolo, attribuita alla bottega del pittore chivassese Defendente Ferrari e un bel crocefisso in legno di scuola bizantina, databile fra il XII e il XIII secolo. Sopra l'altare maggiore è posto un trittico su legno realizzato nel 1531 da Giuseppe Giovenone da Vercelli. Per esso, racconta Angelo Sismonda nelle sue Notizie storiche di Cirié, il re Carlo Alberto offrì quattromila lire per arricchire la Pinacoteca Reale, ma il comune di Cirié non accettò la proposta.


  • Palazzo dei Marchesi D'Oria


  • Chiesa di San Martino di Liramo
La chiesa di San Martino di Liramo in una fotografia di fine Ottocento
La chiesa di San Martino di Liramo in una fotografia di fine Ottocento

[modifica] La Ciriè industriale

A partire dalla fine dell’Ottocento, la città ha dimostrato una spiccata vocazione all’industria, che è andata crescendo nel corso del secolo successivo. Al suo sviluppo ha contribuito in modo determinante la presenza della ferrovia proveniente da Torino, che ha raggiunto Ciriè nel 1869. In quell'occasione viene inaugurata la stazione ferroviaria, presente ancora oggi. Nel 1876 la linea viene portata fino a Lanzo e nel 1919 fino a Ceres. Nel 1921 la Torino-Ceres è una delle prime ferrrovie italiane ad adottare la trazione elettrica a corrente continua ad alta tensione.

All’inizio del Novecento sono presenti a Ciriè la fabbrica di nastri e trecce Remmert & C, diverse cartiere (De Medici, Olivetti, Marietta, Borla, Melanotte), la prestigiosa fabbrica di coperte Mosconi & Cesa, che sorgeva nell’area conosciuta come il Babau, a ridosso di dove oggi è situato il quartiere del Villaggio Sant'Agostino, l’antico stabilimento di filatura della seta Craponne & Vigano; inoltre tintorie, cuoifici, coltellerie, falegnamerie. Nel 1935 viene fondata la SAIAG, Società Anonima Industria Articoli Gomma, nata dalla fusione di due aziende preesistenti: la IAC, produttrice di teli gommati per dirigibili e maschere antigas usate dall'esercito italiano durante la prima guerra mondiale e la FIRGA, specializzata nel settore della produzione di articoli rigenerati in gomma. Nel 2000 l'azienda è stata venduta e successivamente frazionata in due società: la Trelleborg e la Metzeler. Di grande importanza per lo sviluppo industriale e per la crescita dell’occupazione nell’area di Ciriè fu l’arrivo della famiglia Remmert, di origini prussiane, che insediò due importanti opifici nella zona e costruì, accanto allo stabilimento ciriacese, la bella villa di famiglia.


  • ex Opificio Remmert

Attiva fino ai primi anni Ottanta, l’area della vecchia Remmert, conosciuta come La Biancheria, è stata oggetto, in tempi recenti, di una vasta opera di ristrutturazione, che ha portato alla nascita del centro polivalente chiamato Ciriè 2000, che ospita, oltre a diverse attività commerciali, il tribunale, l’Ufficio Postale, il Ministero delle Finanze, la redazione del settimanale Il Risveglio e presto sarà sede della Biblioteca comunale Alvaro Corghi, oggi ancora situata nell’antico Palazzo D’Oria.

La centrale elettrica della ferrovia Torino-Ceres in una riproduzione degli anni Venti
La centrale elettrica della ferrovia Torino-Ceres in una riproduzione degli anni Venti


  • Villa Remmert

Edificata tra il 1902 e il 1906 in stile liberty, su progetto dell'architetto Roberto Fenoglio. La villa comprendeva, in origine, un vasto giardino all'inglese e una tenuta agricola. Nel 1988 viene acquistata dal comune e dal maggio 2006 ospita mostre di arte contemporanea gestite dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino.




  • L'IPCA. La fabbrica della morte

L'Industria Piemontese dei Colori di Anilina viene fondata nel 1922 dai fratelli Sereno e Alfredo Ghiotti nel territorio della frazione Borche, dove prima sorgeva una fabbrica di fiammiferi. La fabbrica è passata alla storia per una tragica vicenda di inquinamento ambientale e per i moltissimi lavoratori deceduti per cancro alla vescica. Nel 1972 due ex operai dell'IPCA, Albino Stella e Benito Franza, entrambi ammalati di tumore alla vescica, presentano denuncia contro la fabbrica. Nel 1977, al termine di un lungo e tortuoso processo, i titolari e i dirigenti dell'azienda vengono condannati per omicidio colposo. L'IPCA chiude definitivamente i battenti nel 1982. Da una ricerca condotta dall'INAIL emerge che ben 168 lavoratori dell'IPCA sono deceduti per cancro alla vescica. Nel 2005 viene realizzato il documentario Non si deve morire per vivere, del regista Daniele Gaglianone (Ancona, 1966), al quale partecipano Cinzia Franza, Daniele Stella, figli dei due operai che denunciarono l'azienda e Paolo Randi, ex lavoratore dell'IPCA, il quale racconta le terribili condizioni di lavoro a cui erano sottoposti gli operai della fabbrica.

[modifica] Artisti ciriacesi

[modifica] Letteratura

Il poeta dialettale Nino Costa (1886-1945) nasce a Torino da una famiglia di origini ciriacesi. Studente al liceo Cavour, laureato in Lettere e in Veterinaria, svolge per tutta la vita la professione di bancario presso la Cassa di Risparmio di Torino. Con lo pseudonimo di Mamina pubblica le sue prime poesie sul settimanale dialettale Birichin, fondato a fine Ottocento. A partire dal 1922 pubblica le sue raccolte di versi in piemontese: Mamina (1922), Sal e Pèiver (1924), Brassabòsch (1928), Fruta madura (1931), Poesie religiose piemontèise (1934), Ròba nòsta (1938), Tempesta, pubblicato postumo nel (1946). Muore a Torino il 5 novembre 1945, un anno dopo la prematura scomparsa del figlio diciannovenne Mario, ucciso durante un’azione partigiana in Val Chisone. E’ sepolto accanto al figlio nel cimitero di Ciriè. A lui il Comune ha dedicato una scuola media e una via nel centro cittadino.

A Ciriè ha abitato per molti anni lo scrittore Ugo Riccarelli, uno dei più significativi esponenti della letteratura italiana contemporanea, vincitore del Premio Campiello nel 1998 con Un uomo che forse si chiamava Schulz e del Premio Strega nel 2004 con il romanzo Il dolore perfetto. Riccarelli era già conosciuto al grande pubblico per il suo libro Le scarpe appese al cuore, racconto autobiografico di un difficile trapianto di cuore e di polmoni.

Sempre a Ciriè ha vissuto e lavorato per diversi anni il poeta e pedagogista Gianni Milano(1938), uno dei principali esponenti del movimento beat in Italia durante gli anni sessanta e autore di un gran numero di antologie poetiche, articoli e libri di argomento pedagogico-educativo. A Ciriè risiedono tuttora lo scrittore Luigi Bairo (1962), autore di diversi saggi, libri di viaggio e di narrativa per ragazzi e lo storico Giovanni Crosetto, che ha pubblicato alcuni interessanti testi di storia locale.

[modifica] Pittura

Romano Gazzera, nato a Ciriè nel 1906 e morto a Torino nel 1985 è conosciuto come il pittore dei fiori giganti. Figlio del Ministro della Guerra Pierto Gazzera, comincia ad appassionarsi alle arti figurative sin da giovane, ma deve lottare contro l'opposizione del padre. Legato da profonda amicizia con pittori quali De Chirico e Savinio, Gazzera deve la sua fama internazionale proprio ai suoi dipinti che raffigurano fiori dalle proporzioni enormi. E' autore di un importante ritratto del marchese Emanuele D'Oria, ultimo esponente della nobile famiglia ciriacese. Questo dipinto è conservato insieme agli altri ritratti della dinastia nella quadreria storica del Palazzo dei Marchesi D'Oria.


Alvaro Corghi (1908-1998) è stato uno degli ultimi artisti futuristi italiani. Nato in Emilia Romagna, nel 1933 ottiene il terzo posto nel concorso Ritratto sintetico del Duce. Dopo aver aderito al gruppo di futuristi torinesi guidati dal poliedrico artista Luigi Colombo, in arte Fillia, Corghi si trasferisce a Ciriè dove risiede per lungo tempo, diventanto uno dei principali animatori della vita culturale della città e dove fonda l'importante circolo culturale Ars et Labor. Corghi deve la sua fama soprattutto alle sue caricature - o, come lui stesso le definiva, fisiosintesi - di importanti personaggi della storia del Novecento. A lui è dedicata la biblioteca comunale cittadina. Suo figlio Azio Corghi (1937) è un importante compositore di musica contemporanea.


Luciano Blotto


Giovanni Carlo Rocca, nato a Tiriolo, in provincia di Catanzaro nel 1960, si trasferisce a Balangero, in provincia di Torino nel 1969, vive a Torino dal 1994. Già conosciuto come restauratore, ha legato strettamente la sua produzione pittorica alla città di Ciriè. Dopo aver proceduto al lungo restauro dei dipinti della quadreria D'Oria, Rocca ha voluto reinterpretare gli stessi in chiave moderna. Da questo vasto progetto è nata la mostra Radici quadrate, che si è svolta presso il Palazzo D'Oria nella primavera del 2006. In occasione della mostra, l'artista ha realizzato, sotto gli occhi del pubblico, l'opera intitolata La cavalcata dei vizi, un grande dipinto di 20 metri per 2,10 ispirato ad un affresco quattrocentesco restaurato dallo stesso Rocca.

[modifica] Musica

Azio Corghi, figlio del pittore Alvaro Corgi, nato a Ciriè il 9 marzo 1937, è compositore, musicologo e didatta. Ha compiuto gli studi musicali presso Conservatorio di Torino e a Milano sotto la guida di Bruno Bettinelli. Dal 1995 è docente del corso di perfezionamento di composizione presso l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma. Estraneo alle forme più estreme e radicali della musica contemporanea, Corghi ama confrontarsi con i grandi compositori del passato, attraverso parodie di opere di Rossini, Händel, Mozart e altri autori. Da tempo collabora con lo scrittore portoghese Jose Saramago. Tra le sue opere si segnalano Gargantua (1984), Blimunda (1989), Divara (1993), Tatjana (1999) e Senja (2002). Nel 2006 ha presentato a Lisbona e poi al Teatro alla Scala la sua ultima opera, Il dissoluto assolto, una parodia del Don Giovanni di Mozart.

[modifica] Esponenti del mondo culturale

Domenico Giacomino Piovano (Ciriè,1943). A cavallo tra il 1972 e il 1973, per sei puntate, fu campione nella trasmissione televisiva Rischiatutto condotta da Mike Bongiorno. Allora trentenne, avrebbe voluto rispondere a domande sulla storia russa, ma i curatori del programma gli suggerirono un argomento meno “sospetto”: la geografia. Vinse 32 milioni di lire. Alla settima puntata perse contro Enzo Bottesini. Grande viaggiatore, Piovano conosce alla perfezione oltre dieci lingue.


Il marchese Emanuele Doria in un autoscatto di fine Ottocento
Il marchese Emanuele Doria in un autoscatto di fine Ottocento

[modifica] Bibliografia

  • Angelo Sismonda, Notizie storiche di Ciriè, 1924, ristampato a cura della Bottega d’Erasmo, 1972.
  • AA.VV., Immagini di Ciriè, appunti di storia e vita di una città, a cura del comune di Ciriè, 1979
  • Calza, Paviolo, Ciriè, proposte di itinerario alla scoperta del paese e delle sue bellezze con breve cenno storico, Mulatero, 1999.
  • Calza, Sergnese, Ciriè…in cartolina, Garbolino editore, 1999.
  • Calza, Bonci, Nelle terre di Margherita di Savoia, Garbolino editore, 2002.
  • Gruppo Storico Ars et Labor, Ciriè nel Medioevo - Statuti e franchigie del XIV secolo , Editori Il Risveglio 1995
  • Armando Pellegrino, I D'Oria - Marchesi di Ciriè , Circolo Culturale Ars et Labor, 1990
  • Ernesto Bellone, Ciriè Ducale, Centro Studi Piemontesi 1987
  • Giovanni Crosetto, Dall’assistenza all’educazione: l’Istituto Troglia di Ciriè 1904-2004, Garbolino, 2004 ISBN 8888815074

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Collegamenti esterni


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