Carmagnola
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Stato: | ![]() |
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Regione: | ![]() |
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Provincia: | ![]() |
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Coordinate: |
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Altitudine: | 240 m s.l.m. | ||
Superficie: | 96,38 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 257 ab./km² | ||
Frazioni: | San Bernardo, Salsasio, San Giovanni, San Michele Grato, Cappuccini, Casanova, Tuninetti, Vallongo, Motta e Corno | ||
Comuni contigui: | Poirino, Villastellone, Carignano, Lombriasco, Ceresole Alba (CN), Racconigi (CN), Sommariva del Bosco (CN), Caramagna Piemonte (CN) | ||
CAP: | 10022 | ||
Pref. tel: | 011 | ||
Codice ISTAT: | 001059 | ||
Codice catasto: | B791 | ||
Nome abitanti: | carmagnolesi | ||
Santo patrono: | Immacolata Concezione | ||
Giorno festivo: | 8 dicembre | ||
Sito istituzionale | |||
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Carmagnola (in piemontese Carmagnòla) è una città di 26.100 abitanti, situata a 25 Km a sud di Torino, a cui appartiene come provincia.
Indice |
[modifica] Personaggi celebri
[modifica] Eventi
Mercantico dell'antiquariato e dell'usato
La manifestazione è nata a Carmagnola nel 1987. Si svolge la seconda domenica di ogni mese, ad eccezione del mese di agosto nelle suggestive strade e piazze del centro storico ed aree limitrofe. Si tratta di un mercato del piccolo antiquariato, anticaglie, robivecchi, aperto in qualità di espositori sia a privati svuota cantine sia a commercianti. Gli espositori sono circa 400. È visitato da migliaia di amatori provenienti da tutto il nord Italia.
Fiera Primaverile
Fiera dei sapori antichi, con macchine agricole, zootecnia, gastronomia.
Ortoflora e natura
È una manifestazione dedicata al giardinaggio e all'orticoltura, si svolge tutti gli anni nei primi due fine settimana di aprile. Ha luogo nel parco della cascina Vigna in via s. Francesco di Sales. I principali temi trattati sono:
- piante verdi e da fiore
- sementi e piantine per vivaisti, floricoltori, orticoltori
- erbe aromatiche, fiori ed erbe di montagna
- tappeti verdi
- fiori nell'arredamento
- arredi, attrezzature ed impiantistica per orti e giardini
- impiantistica ed arredi per verde urbano e parchi.
Sagra del peperone
Ogni anno, agli inizi di settembre, Carmagnola ospita la sagra del peperone, un evento importante non soltanto per la valorizzazione del prodotto tipico della città, ma anche perché permette di conoscere meglio le bellezze artistiche, le tradizioni e la cultura di Carmagnola. Da anni la sagra riscuote un crescente afflusso di pubblico: oltre alla tradizionale esposizione di peperoni e ai relativi concorsi, alle degustazioni, alla sfilata di "Re Povron" e la "Bela Povronera" e alle esibizioni dei gruppi folcloristici carmagnolesi si affiancano serate musicali e spettacoli di vari gruppi nonché un'area commerciale dedicata agli espositori.
Il Peperone di Carmagnola La pianta del peperone, conosciuta allora in Europa da poco più di un secolo, giunse a Carmagnola agli inizi del Novecento, introdotta da un orticoltore di Borgo Salsasio. Oggi il peperone di Carmagnola è una risorsa fondamentale per l'agricoltura e l'economia di questa zona ed è un alimento conosciuto ed apprezzato in Piemonte ed in tutta Italia. Vi sono quattro tipologie riconosciute dal Consorzio dei produttori che hanno denominazione di "Peperone di Carmagnola":
- il quadrato (il bragheis),
- il corno di bue (il lung),
- la trottola,
- il tumaticot.
Il peperone di Carmagnola è stato adottato da Slow Food come uno dei presidi della provincia di Torino.
Festa dell'Immacolata
Suggestiva processione religiosa dell'otto dicembre. È la festa del Santo Patrono di Carmagnola.
[modifica] Storia
Intorno al 1000, quando comparve per la prima volta nei documenti il toponimo Carmagnola, la città rientrava ancora sotto la giurisdizione degli Arduinici che governavano la marca torinese. Dal 1200 fino alla metà del Cinquecento Carmagnola restò assoggettata al dominio dei marchesi di Saluzzo, che sin dal primo momento apportarono modifiche sostanziali alla struttura cittadina, edificandovi il castello, racchiuso all'origine entro una cittadella fortificata, e cingendo lo stesso abitato urbano con mura e fossati. Durante questo periodo Carmagnola, la cui importanza strategica in senso militare venne progressivamente accrescendosi, poté beneficiare anche del grande impulso che il marchesato diede ai commerci e la stessa vita cittadina ne risentì positivamente in ambito culturale ed artistico.
Nella prima metà del Cinquecento il marchesato di Saluzzo, preso in mezzo alle guerre che videro opposti gli eserciti di Carlo V e di Francesco I, conobbe una rapida decadenza, insanguinato da lotte fratricide interne e sempre più sottomesso ai francesi. Carmagnola restò alla mercé di invasori e saccheggi: dapprima i lanzichenecchi di Carlo V, al tempo della prima terribile pestilenza del 1522, poi truppe francesi, spagnole e imperiali si alternarono nell'occupazione della città.
La battaglia di Ceresole (1544), vinta dai francesi sugli spagnoli, segnò la fine dell'agonizzante marchesato di Saluzzo. Durante il quarantennio di occupazione francese che ne seguì (1548-1588), fu portata a termine la trasformazione della città in piazzaforte fortificata, con l'introduzione di una seconda cinta muraria munita di bastioni.
Nel 1588 Carmagnola passò nelle mani dei Savoia, quando Carlo Emanuele I l'assediò e la tolse ai francesi, che se ne impadronirono nuovamente, però, nel corso del Seicento, durante la guerra civile tra madamisti e principisti. Fu in questo periodo (1637-1642), quando ancora non si erano sopiti gli effetti nefasti della peste del 1630, che vennero atterrati i tre grossi borghi originari posti a ridosso delle mura cittadine poiché in posizione tale da pregiudicare l'efficacia delle strutture difensive. Furono immediatamente riedificati ad un miglio circa di distanza dal centro fortificato, dove si trovano tuttora.
Nel 1690 la città fu occupata dal generale Catinat e il suo territorio devastato, ma nel 1691 Vittorio Amedeo II la riportò definitivamente entro l'orbita sabauda. Mentre le sue fortificazioni venivano demolite e con esse progressivamente scemava il ruolo strategico-militare, Carmagnola poté dedicarsi a sviluppare la sua vocazione agricola e commerciale, che le valse una notevole rinomanza in campo economico, legata principalmente alla coltura e alla commercializzazione della canapa e dei manufatti di tela e cordami, esportati in grande quantità verso la Liguria e il sud della Francia. Questa caratteristica di grosso borgo agricolo e commerciale si è mantenuta anche negli ultimi secoli, fino a che il processo di industrializzazione del secondo dopoguerra che ha generato una profonda trasformazione strutturale e sociale, in virtù della massiccia immigrazione e della rapida espansione urbanistica.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Gemellaggi
Abbazia (Opatija)