Guerre napoleoniche
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![]() ![]() Sopra: Battaglia di Austerlitz Sotto: Battaglia di Waterloo |
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Guerre napoleoniche è il termine usato per definire l'insieme delle guerre combattute nel periodo in cui Napoleone Bonaparte governò la Francia. Furono in parte una estensione dei conflitti innescati dalla rivoluzione francese e continuarono durante tutto il Primo impero francese. Non esiste una unanime convergenza sul momento in cui ebbero inizio queste guerre. Qualcuno ritiene che siano cominciate con la presa del potere in Francia da parte di Napoleone nel novembre del 1799. Altri propendono per il periodo che va dal 1799 al 1802 nel contesto delle guerre rivoluzionarie francesi e considerano la dichiarazione di guerra fra la Francia e l'Inghilterra del 1803, che seguì il breve periodo di pace intervenuto dopo il Trattato di Amiens, come l'inizio delle guerre napoleoniche. Esse ebbero termine il 20 novembre 1815 dopo la disfatta napoleonica alla battaglia di Waterloo, con il Secondo Trattato di Parigi del 1815. Il periodo che va dal 20 aprile del 1792 al 20 novembre 1815 viene indicato come la "grande guerra francese" rispetto alla prima guerra mondiale chiamata la "grande guerra".
[modifica] La prima e la seconda coalizione
La prima coalizione (1792-1797), fra Austria, Prussia, Inghilterra, Spagna e Regno di Sardegna, contro la Francia, fu il primo tentativo di sconfiggere il repubblicanesimo scaturito dalla rivoluzione francese. La coalizione venne sconfitta dai francesi a seguito della mobilitazione generale messa in atto da una riforma dell'esercito e dalla guerra totale dichiarata dal Direttorio. Nel 1795 la Francia si annesse i Paesi Bassi austriaci e la Renania. Seguì la conquista delle Province unite d'Olanda, alle quali aveva dichiarato la guerra nel 1793, e la trasformazione in Repubblica Batava (Trattato dell'Aia del 19 gennaio 1795). La Prussia firmò la Pace di Basilea e lasciò la coalizione. La Spagna, dopo alcune vittorie iniziali, con l'invasione del Rosellón nel 1793, vide le truppe francesi invadere la Catalogna e la Navarra. Davanti a questa minaccia, firmò una pace separata nel 1795 (Pace di Basilea). Le campagne italiane di Napoleone nel 1796 e nel 1797, fecero sì che anche il Regno di Sardegna abbandonasse la coalizione. Questo, che era stato uno dei membri originari della Coalizione, aveva rappresentato un pericolo persistente per la Francia, sul fronte italiano per quattro anni, all'epoca in cui Napoleone assunse il comando dell'esercito francese in Italia. Bonaparte impiegò un mese per conquistare il Piemonte (parte del Regno di Sardegna) e per far retrocedere i suoi alleati austriaci. Le forze dello Stato Pontificio si arresero ai francesi a Forte Urbano, obbligando il papa Pio VI a firmare un trattato di pace provvisoria, mentre le successive controffensive austriache in Italia furono infruttuose e condussero all'ingresso di Bonaparte nel Friuli Venezia Giulia. La guerra finì con la sconfitta austriaca sfociata nel Trattato di Campoformio. L'Inghilterra rimase così l'unica potenza in guerra contro la Francia.
La seconda coalizione (1798-1801) fra Russia, Inghilterra, Austria, Impero Ottomano, Portogallo, Regno di Napoli e Stato Pontificio contro la Francia, fu all'inizio più importante della prima. Il governo corrotto e diviso della Francia, sotto il Direttorio, si trovava in piena agitazione, e la Repubblica era in bancarotta; quando nel 1799 Bonaparte prese il potere, trovò solo 60.000 franchi nel Tesoro Nazionale. La partecipazione russa suppose un cambiamento decisivo rispetto alla guerra della prima coalizione. Le forze russe in Italia erano comandate dal, notoriamente spietato ed invitto, generale Aleksandr Vasil'evič Suvorov. La Repubblica Francese non disponeva di leader come Lazare Carnot, il ministro della guerra che aveva portato la Francia alle vittorie che seguirono alle massicce riforme della prima guerra. Inoltre, Napoleone era occupato in una campagna in Egitto, con l'obiettivo di minacciare l'Impero britannico. Senza due dei suoi più importanti comandanti del conflitto precedente, la Repubblica soffrì successive sconfitte contro alcuni nemici rivitalizzati e finanziati dalla corona britannica.
Napoleone ritornò in patria nel 1799, lasciando la campagna d'Egitto al comando del suo vice, il generale Kléber che successivamente venne assassinato. Tornato a Parigi prese il controllo del governo francese, abbattendo il Direttorio con l'aiuto dell'ideologo Emmanuel Joseph Sieyès. L'offensiva delle forze austriache sul Reno ed in Italia si trasformò in una minaccia per la Francia, ma per fortuna, tutte le truppe russe erano state ritirate dal fronte a seguito della morte della zarina Caterina II di Russia. Napoleone riorganizzò la milizia francese e creò un esercito di riservisti per appoggiare tanto gli sforzi sul Reno come in Italia. In tutti i fronti, le avanzate francesi trovarono gli austriaci impreparati. In quel momento l'esercito francese contava solo su 300.000 uomini per lottare contro le forze della Coalizione. In Italia, la situazione era tuttavia più delicata per la pressione dell'Austria e Napoleone si vide obbligato a mobilitare l'esercito dei riservisti. Si batté con gli austriaci nella battaglia di Marengo il 14 giugno del 1800 ed avrebbe potuto perdere la battaglia se non fosse stato per l'intervento del generale Desaix[9] che attaccò la retroguardia austriaca e la sconfisse. Desaix morì in battaglia e Napoleone commemorò posteriormente il suo coraggio costruendogli dei monumenti ed incidendo il suo nome sull'Arco di Trionfo. Sul Reno, invece, la decisiva battaglia giunse quando un esercito francese di 180.000 uomini affrontò 120.000 soldati austriaci nella battaglia di Hohenlinden il 3 dicembre. L'Austria fu definitivamente sconfitta ed abbandonò il conflitto a seguito del Trattato di Lunéville, nel febbraio del 1801.
Il maggiore problema pendente di Napoleone era ora l'Inghilterra che rimaneva una entità destabilizzatrice sulle potenze continentali. La Gran Bretagna aveva propiziato la seconda coalizione attraverso il suo finanziamento. Napoleone era convinto che, senza una sconfitta britannica o un trattato col Regno Unito, non avrebbe potuto ottenere una vera pace. L'esercito britannico era una minaccia relativamente modesta per la Francia, ma la Royal Navy era una continua minaccia per la flotta francese e per le colonie nei Caraibi. Inoltre, i fondi inglesi erano sufficienti per unire le grandi potenze del continente contro la Francia e, nonostante le numerose sconfitte, l'esercito austriaco era ancora un pericolo potenziale per Napoleone. In ogni caso, egli non fu capace di invadere la Gran Bretagna in maniera diretta. L'ammiraglio John Jervis, nominato primo Conte di San Vicente in onore della storica battaglia navale di Cabo San Vicente, contro la squadra franco-spagnola, affermò: «Io non dico, signori, che i francesi non vengano; dico solo che non verranno per mare», parole evidentemente ironiche visto che l'Inghilterra è un'isola (Napoleone però tra i suoi progetti più fantasiosi aveva ipotizzato persino un'aggressione dal cielo a bordo di mongolfiere). L'impossibilità dell'offensiva in Gran Bretagna fu chiara a seguito delle sconfitte subite dalla Francia in Egitto nella battaglia del Nilo (1 agosto 1798) e della flotta alleata franco-spagnola nella battaglia di Trafalgar (21 ottobre 1805), entrambe combattute dalla Royal Navy al comando dell'ammiraglio Horatio Nelson. Difatti venne facilmente contenuta una spedizione francese che intendeva sbarcare in Irlanda.
[modifica] La guerra delle cannoniere
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Per approfondire, vedi la voce Guerra delle cannoniere. |
Il regno unito di Danimarca-Norvegia, che all'inizio si era dichiarato neutrale, trasse vantaggio dalla guerra, attraverso il commercio e mise assieme un'armata per combattere la flotta inglese. A seguito dell'azione intimidatoria, nella prima battaglia di Copenaghen (1801), gli inglesi catturarono gran parte della flotta danese nella seconda battaglia di Copenaghen (1807). Ciò condusse al ripristino della neutralità danese, ma questi ultimi si impegnarono in una guerriglia navale nella quale con piccole navi cannoniere intendevano attaccare le navi inglesi, molto più numerose e potenti, che presidiavano le loro acque territoriali e quelle norvegesi. La guerra delle cannoniere finì quando la flotta inglese ottenne la vittoria nella battaglia di Lyngør nel 1812, nella quale fu distrutta l'ultima delle navi da guerra danesi, la fregata HDMS Najaden.
[modifica] La Pace di Amiens

Il Trattato di Amiens (1802) diede come risultato la pace fra l'Inghilterra e la Francia, e significò il collasso finale della seconda coalizione. Tuttavia, non si considerò mai un trattato duraturo: nessuna delle parti era soddisfatta ed entrambe misero in atto delle inadempienze. Le ostilità ricominciarono il 18 maggio 1803. L'oggetto del conflitto cambiò e fu dettato dal desiderio di restaurare la Monarchia in Francia e cacciare Napoleone.
Bonaparte dichiarò la costituzione dell'Impero il 28 maggio del 1804 e fu incoronato imperatore nella Cattedrale di Notre-Dame di Parigi il 2 dicembre dello stesso anno.
[modifica] La terza coalizione
Napoleone studiò un'invasione delle Isole Britanniche e riunì un esercito di 180.000 uomini a Boulogne. Tuttavia, doveva ottenere prima la superiorità navale per portarla a termine, o almeno, allontanare la flotta britannica dal canale della Manica. Venne così elaborato un complesso piano per distrarre i britannici, minacciando i loro possedimenti nei Caraibi, ma questo piano cedette quando la flotta franco-spagnola al comando dell'ammiraglio Villeneuve si ritirò dopo un'azione poco decisa di questo nella battaglia di Capo Finisterre (1805). Villeneuve si vide bloccato a Cadice fino a che la flotta alleata uscì di nuovo il 19 ottobre con destinazione Napoli. Questa flotta fu intercettata e sconfitta nella battaglia di Trafalgar il 21 ottobre dalla flotta della Marina britannica, al comando dell'ammiraglio Orazio Nelson. Napoleone aveva inviato nove piani d'attacco differenti a Villeneuve, ma questo tentennò costantemente, provocando questo disastroso risultato.
Dopo questo contrattempo, Napoleone abbandonò momentaneamente il progetto, benché non dimenticasse i suoi piani per invadere le Isole Britanniche, e pose la sua attenzione nei confronti dei suoi nemici del Continente. L'esercito francese lasciò Boulogne e si trasferì in Austria.
La serie di conflitti navali e coloniali, compresa la cosiddetta Azione del 1805, dove tre vascelli francesi attaccarono un vascello di linea ed uno da carico inglesi, portarono Napoleone alla decisione di annullare i suoi piani per invadere l'Inghilterra. Questo era anche un chiaro segno della nuova natura della guerra. I conflitti nei Caraibi creavano nuove situazioni di pericolo anche negli stati di Oltremare a migliaia di chilometri dalla Francia. Questo era forse un segno che le guerra napoleoniche erano arrivate ad un punto nel quale si erano trasformate in una guerra mondiale. L'unico precedente di un conflitto tanto ampio era stata la Guerra dei Sette Anni.
Nell'aprile del 1805, il Regno Unito e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da Olanda e Svizzera. L'Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di Genova da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone come re d'Italia. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la Baviera con un esercito di circa 70.000 uomini sotto il comando di Karl Mack von Leiberich e l'esercito francese uscì da Boulogne alla fine di luglio del 1805 per affrontarli. Nella battaglia di Ulm (25 settembre - 20 ottobre), Napoleone tentò di battere l'esercito di Mack con una brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale dell'Austria battuto a nord delle Alpi, un altro esercito a sud sotto il comando dell'Arciduca Carlo d'Austria, aveva affrontato l'esercito di André Masséna in Italia con risultati poco concludenti e Napoleone poté così occupare Vienna. Lontano dalle sue linee di rifornimento, affrontò un esercito austro-russo superiore al suo e lo sconfisse mentre era al suo comando Mikhail Kutuzov assieme agli imperatori Francesco II e Alessandro I di Russia. In quella che è solitamente considerata la sua maggiore vittoria, il 2 dicembre Napoleone sconfisse l'esercito alleato austro-russo nella battaglia di Austerlitz, in Moravia. Inferse un totale di 25.000 perdite ad un esercito superiore per numero di uomini, mentre ne ebbe meno di 7.000 fra le sue fila. Dopo Austerlitz, l'Austria firmò il Trattato di Pressburg, lasciando la coalizione. Questo costò all'Austria la cessione di Venezia al Regno d'Italia napoleonico, ed il Tirolo alla Baviera.
Con la ritirata dell'Austria dalla guerra, sopravvenne una stagnazione delle ostilità. L'esercito napoleonico aveva un record di vittorie imbattibili in terra, ma la forza principale dell'esercito russo non era entrata ancora in gioco.
[modifica] La quarta coalizione
La quarta coalizione (1806-1807), fra Prussia, Sassonia e Russia contro la Francia si formò solo un mese dopo la sconfitta della terza coalizione. Nel luglio del 1806, Napoleone aveva creato la Confederazione del Reno, ignorando i minuscoli stati della valle del Reno e dell'interno della Germania. Molti degli stati più piccoli si annessero ad elettorati, ducati e regni più grandi. I maggiori stati furono Sassonia e Baviera i cui governanti furono elevati al rango di re, da parte di Napoleone.
In agosto, il re di Prussia Federico Guglielmo III prese la decisione di andare alla guerra indipendentemente dalle altre grandi potenze. Il corso degli avvenimenti più sensato sarebbe stato dichiarare la guerra l'anno precedente ed unirsi ad Austria e Russia. Questo avrebbe potuto contenere Napoleone ed evitare il disastro alleato nella battaglia di Austerlitz. Stando così le cose, l'esercito russo, un alleato della Prussia, si trovava abbastanza lontano quando Guglielmo fece la sua dichiarazione di guerra. In settembre, Napoleone lanciò tutte le forze francesi sul Reno, circa 160.000 uomini che aumentarono man mano che la campagna si sviluppava, contro la Prussia e si mosse con tale velocità che annichilì l'esercito prussiano forte di circa 250.000 uomini. La Prussia dovette sopportare la morte di 25.000 di essi, 150.000 furono fatti prigionieri ed i francesi si appropriarono di circa 4.000 pezzi di artiglieria e 100.000 moschetti che furono immagazzinati a Berlino. L'esercito prussiano fu definitivamente sconfitto da Napoleone nella battaglia di Jena e dal maresciallo Davout nella battaglia di Auerstädt (14 ottobre del 1806). Questa ultima battaglia venne combattuta fra un semplice corpo d'armata francese ed il grosso dell'esercito prussiano. A Jena, Napoleone lottò contro un distaccamento dell'esercito prussiano.
Napoleone entrò a Berlino il giorno 27, e visitò la tomba di Federico II il Grande, ordinando ai suoi marescialli di togliersi il cappello e dicendo: «Se egli fosse vivo, noi non staremmo qui oggi». In totale, Napoleone aveva impiegato solamente 19 giorni dal principio del suo attacco alla Prussia fino alla conclusione della guerra con la caduta di Berlino e la distruzione dei suoi principali eserciti a Jena ed Auerstädt. Quella Prussia che aveva lottato per tre anni nella guerra della prima coalizione.
A Berlino, Napoleone promulgò una serie di decreti che entrarono in vigore il 21 novembre del 1806, portando a termine il Blocco Continentale che pretendeva di eliminare la minaccia britannica attraverso misure economiche. Il Regno Unito manteneva un esercito regolare di soli 220.000 uomini nel momento algido delle guerre napoleoniche, quando le forze francesi superavano la cifra di un milione e mezzo, oltre agli eserciti di numerosi alleati e molte centinaia di migliaia di guardie civili che potevano essere aggregate agli eserciti in caso di necessità. La Royal Navy era un problema per i commerci extra europei della Francia, ma non poteva fare niente contro il commercio francese continentale, e non costituiva una minaccia per il territorio francese. D'altra parte, la popolazione e la capacità di produzione francese erano notevolmente superiori a quelle britanniche; tuttavia, il dominio dei mari da parte del Regno Unito permise a questo di consolidare una considerevole forza economica che era sufficiente ad assicurare che la Francia non potesse consolidare mai la pace fra le coalizioni che l'Inghilterra realizzava contro di lei. I governanti francesi, invece, credevano che isolare l'Inghilterra dal continente avrebbe determinato la fine della sua influenza economica sull'Europa. Questa era la base del cosiddetto Blocco Continentale.
La seguente tappa della guerra portò all'espulsione di truppe russe dalla Polonia e la creazione del nuovo Granducato di Varsavia. A questo punto Napoleone fece rotta verso nord per affrontare i resti dell'esercito russo e cercare di invadere la nuova capitale prussiana di Königsberg. Un movimento tattico nella battaglia di Eylau, tra il 7 e l'8 febbraio, costrinse i russi ad una successiva resa. Napoleone portò allora un attacco all'esercito russo alla battaglia di Friedland, il 14 giugno. Dopo questa sconfitta, Alessandro I si vide obbligato a firmare la pace con Napoleone con il Trattato di Tilsit, il 7 luglio del 1807.
Nel Congresso di Erfurt (1808), Napoleone e lo zar Alessandro I di Russia si accordarono che la Russia doveva conquistare la Svezia ed unirsi al Blocco Continentale. Alessandro guidò i russi alla Guerra finlandese ed alla divisione della Svezia attraverso il golfo di Botnia. La parte orientale fu annessa alla Russia nel Granducato di Finlandia.
[modifica] La quinta coalizione
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La quinta coalizione (1809) fra Regno Unito ed Austria contro la Francia, si formò mentre il Regno Unito si confrontava con la Francia nella guerra d'indipendenza spagnola.
Di nuovo, il Regno Unito era rimasto solo; questo si doveva in gran parte al fatto che la Gran Bretagna non era entrata mai in un conflitto su grande scala con la Francia, al contrario dei suoi alleati continentali. L'attività militare britannica si era limitata ad una successione di piccole vittorie nelle colonie francesi ed altre vittorie navali a Copenaghen (2 settembre del 1807). A terra tentò solo la disastrosa Spedizione Walcheren (1809) che comportò un duplice sforzo dell'esercito britannico e della Royal Navy di alleviare le forze austriache sotto forte pressione francese. L'operazione finì in un disastro dopo che il comandante dell'esercito John Pitt, Secondo Signore di Chatham, non riuscì a catturare l'obiettivo, la base navale francese di Anversa.
La lotta si incentrò allora nella guerra economica, Blocco Continentale contro blocco navale. Entrambi i contendenti entrarono in combattimento tentando di rinforzare i loro blocchi; gli inglesi combatterono negli Stati Uniti nella guerra del 1812 ed i francesi si affrontarono nella guerra di indipendenza spagnola (1808 - 1814). Il conflitto nella Penisola Iberica cominciò quando il Portogallo continuò a commerciare con l'Inghilterra nonostante le restrizioni francesi. Quando truppe spagnole vinsero i francesi nella battaglia di Bailén, dimostrando che una parte importante del paese spagnolo non voleva mantenere la sua alleanza con la Francia, le truppe francesi occuparono gradualmente il suo territorio fino ad entrare a Madrid e fu quello che propiziò l'intervento inglese.
L'Austria, all'inizio alleata della Francia, approfittò dell'opportunità per cercare di recuperare il suo antico Impero Tedesco che era esistito prima della Battaglia di Austerlitz. Inizialmente ebbe successo contro le deboli forze del maresciallo Davout, visto che Napoleone aveva lasciato a Davout solamente 170.000 soldati per difendere la frontiera occidentale della Francia. Questo stesso compito era stato portato a termine negli anni novanta del XVIII secolo con 800.000 uomini, ed allora dovevano difendere un fronte molto minore.
Napoleone godette di un facile successo in Spagna, riprendendo Madrid e sconfiggendo spagnoli ed inglesi, scacciando l'esercito inglese dalla penisola iberica. L'attacco dell'Austria prese alla sprovvista Napoleone che era impegnato in vittoriose operazioni contro il Regno Unito. Questo fece si che abbandonasse la penisola iberica e non vi ritornasse mai più. In sua assenza, ed in assenza dei suoi migliori ufficiali, Davout rimase nell'est durante la guerra e la situazione cambiò, specialmente quando arrivò il generale inglese Sir Arthur Wellesley, Duca di Wellington come comandante delle forze britanniche.
Gli austriaci si introdussero nel Granducato di Varsavia, ma furono sconfitti nella battaglia di Radzyn il 19 aprile del 1809. L'esercito polacco recuperò il territorio conosciuto come Galizia dopo i suoi primi successi.
Napoleone assunse il comando nell'est ed incoraggiò l'esercito a contrattaccare in Austria. Una serie di battaglie relativamente minori assicurarono la vittoria austriaca nella battaglia di Aspern-Essling, la prima sconfitta tattica di Napoleone. L'errore del comandante austriaco, l'Arciduca Carlo, fu quello di voler proseguire dopo la sua piccola vittoria, permettendo a Napoleone di preparare un tentativo di assediare Vienna, cosa che fece ai primi di luglio battendo gli austriaci nella battaglia di Wagram, tra il 5 ed il 6 luglio. Durante questa battaglia il maresciallo Jean-Baptiste Jules Bernadotte fu privato del suo titolo e ridicolizzato da Napoleone di fronte ad altri ufficiali dello Stato Maggiore. A Bernadotte venne offerta allora la corona di Principe di Svezia che accettò tradendo così Napoleone. Successivamente, Bernadotte partecipò attivamente alle guerre contro il suo antico imperatore.
La guerra della quinta coalizione finì col Trattato di Schönbrunn, il 14 ottobre del 1809.
Nel 1810, l'Impero Francese raggiunse la sua massima estensione. Napoleone si sposò con Marie-Louise, un'arciduchessa austriaca, allo scopo di assicurare un'alleanza stabile con l'Austria e dare all'Imperatore un erede, cosa che la sua prima moglie, Giuseppina Beauharnais, non aveva potuto dargli. Oltre all'Impero Francese, Napoleone controllava la Confederazione Svizzera, La Confederazione del Reno, il Granducato di Varsavia ed il Regno d'Italia. I territori alleati includevano: il Regno di Spagna di Giuseppe Bonaparte, il regno di Westfalia di Gerolamo Bonaparte, il Regno di Napoli di Gioacchino Murat, suo cognato, il principato di Lucca e Piombino di Félix Bacciocchi, anch'egli cognato di Napoleone, ed i suoi antichi nemici, Prussia ed Austria.
[modifica] La sesta coalizione
La sesta coalizione(1812 - 1814) consistette nell'alleanza fra Regno Unito, Russia, Prussia, Svezia, Austria ed un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia.
Nel 1812, Napoleone diede inizio alla Campagna di Russia invadendo questa nazione per obbligare lo Zar Alessandro I di Russia a rimanere nel Blocco Continentale ed eliminare il pericolo imminente di un'invasione russa della Polonia. La Grande Armée , 650.000 uomini, 270.000 francesi e molti soldati di paesi alleati o sudditi, attraversò il fiume Niemen il 23 giugno del 1812. La Russia proclamò la guerra patriottica mentre Napoleone proclamava un «Seconda Guerra Polacca», ma contro le aspettative dei polacchi che fornirono quasi 100.000 soldati per la forza d'invasione, Napoleone evitò di dare concessione alcuna alla Polonia, avendo in mente le successive negoziazioni con la Russia. Questa mantenne la tattica di ritirarsi, lasciando dietro di sé «terra bruciata». i russi fermarono la loro ritirata e combatterono nella battaglia di Borodino, il 7 settembre che, a causa della sua drammaticità, li obbligò a ritirarsi e lasciare libera la strada verso Mosca. Il 14 settembre, Mosca venne conquistata e saccheggiata ma Alessandro I rifiutò la resa. Senza un chiaro segno di vittoria visibile, Napoleone si vide costretto a ritirarsi da Mosca dopo che il governatore, principe Fyodor Rostopchin, ordinò l'incendio totale della città. Così cominciava la disastrosa «Gran Ritirata», con 370.000 morti e 200.000 prigionieri. In novembre, rimanevano solo 27.000 soldati per attraversare il fiume Berezina. Napoleone lasciò il suo esercito per tornare a Parigi e preparare la difesa della Polonia dall'avanzata russa. La situazione non era così disperata come poteva sembrare all'inizio. I russi avevano perso 400.000 uomini, ed il loro esercito era altrettanto decimato. Tuttavia avevano il vantaggio di alcune linee di rifornimento più vicine e potevano rinnovare le loro truppe con maggiore rapidità dei francesi.
Allo stesso tempo, nella Guerra d'Indipendenza spagnola, nella battaglia di Vitoria (21 giugno del 1813), l'occupazione francese della Spagna finì definitivamente in seguito alla vittoria di Sir Arthur Wellesley contro Giuseppe Bonaparte ed i francesi si videro obbligati ad abbandonare la Spagna attraversando i Pirenei.
Vedendo un'opportunità in questa storica sconfitta di Napoleone, la Prussia tornò in guerra; Napoleone credette di poter creare un nuovo esercito tanto grande come quello che aveva mandato in Russia, e rinforzò rapidamente i suoi effettivi nell'est da 30.000 a 130.000 uomini che successivamente arrivarono a 400.000. Napoleone inflisse 40.000 perdite alle forze alleate nella battaglia di Lützen (2 maggio del 1813) e nella battaglia di Bautzen ( dal 20 al 21 maggio). Entrambe le battaglie videro affrontarsi un totale di 250.000 uomini, trasformandosi così nelle più grandi battaglie di tutte le guerre napoleoniche.
L'armistizio venne dichiarato il 4 giugno e continuò fino al 13 agosto, tempo durante il quale entrambe le parti tentarono di recuperare il milione di perdite che complessivamente avevano avuto da aprile. Anche in questo periodo gli alleati negoziarono per portare l'Austria ad un confronto aperto con la Francia. Si formarono due eserciti austriaci che avevano circa 800.000 uomini confinati sul fronte tedesco, con una riserva strategica di 350.000, usata per appoggiare le operazioni di confine.
Napoleone poté portare il grosso delle forze imperiali nella regione fino a circa 650.000 uomini, benché solo 250.000 stessero sotto il suo comando diretto, con altri 120.000 sotto il comando di Nicolas Charles Oudinot e 30.000 sotto il comando di Davout. La Confederazione del Reno diede a Napoleone il grosso delle forze restanti, essendo Sassonia e Baviera i principali contributori. Inoltre, il regno di Napoli di Murat nel sud ed il regno d'Italia di Eugenio di Beauharnais avevano una forza alleata totale di 100.000 uomini, mentre fra 150.000 e 200.000 uomini provenienti dalla Spagna erano stati costretti a ritirarsi per contrastare le forze spagnole e britanniche che raggiungevano un numero di circa 150.000 unità. Pertanto, 900.000 soldati francesi in totale si opposero su tutti i fronti di battaglia a circa un milione di effettivi alleati, senza includere le riserve strategiche che si stavano formando in Germania. Le apparenze, tuttavia, ingannavano un po' poiché molti dei soldati tedeschi che combattevano nelle linee francesi non erano niente affatto affidabili, ed erano sempre disposti a disertare verso l'esercito alleato. È ragionevole allora dire che Napoleone non poteva contare su più di 450.000 uomini in Germania, la qual cosa significava che nonostante tutti i suoi tentativi e propositi, era superato nel rapporto di due a uno.
Verso la fine dell'armistizio, Napoleone sembrava avere recuperato finalmente l'iniziativa a Dresda, dove vinse su di un esercito alleato numericamente superiore, infliggendogli enormi perdite, mentre i francesi ne soffrirono relativamente poche. Tuttavia, la sufficienza dei suoi marescialli da una parte e la sua mancanza di sicurezza nel resto dell'offensiva, costò loro la perdita del vantaggio parziale che questa significativa vittoria aveva potuto assicurare.
Nella battaglia di Lipsia in Sassonia (dal 16 al 19 ottobre del 1813), anche chiamata «battaglia delle Nazioni», 191.000 francesi lottarono contro più di 450.000 alleati, ed i francesi furono sconfitti e costretti a ritirarsi in Francia. Napoleone lottò in una serie di battaglie, compresa la battaglia di Arcis-sur-Aube, in Francia, ma a poco a poco fu obbligato a retrocedere davanti alla superiorità dei suoi avversari.
Durante questi giorni ebbe luogo la campagna dei Sei Giorni, nella quale vinse diverse battaglie contro le truppe nemiche che avanzavano verso Parigi, ma non riuscì mai a condurre al campo di battaglia più di 70.000 uomini durante tutta la campagna, di fronte a più di mezzo milione di truppe alleate. Nel Trattato di Chaumont, del 9 marzo, gli alleati decisero di mantenere la Coalizione fino alla sconfitta definitiva di Napoleone.
Gli alleati entrarono a Parigi il 30 marzo del 1814. Napoleone era deciso a lottare, incapace di accettare la perdita dal potere. Durante la campagna aveva calcolato di inserire rinforzi di 900.000 reclute fresche, ma poté mobilitare solo una frazione di quella cifra e gli schemi sempre più irreali di Napoleone per la vittoria lasciarono passo ad una realtà senza speranze. Napoleone abdicò il 6 aprile a seguito del Trattato di Fontainebleau. Il 1° ottobre ebbe inizio il Congresso di Vienna che stabilì la nuova suddivisione politica del continente europeo.
Napoleone fu esiliato all'isola d'Elba, e si restaurò la dinastia borbonica in Francia sotto Luigi XVIII.
[modifica] La settima coalizione
La settima coalizione(1815) unì Regno Unito, Russia, Prussia, Svezia, Austria e Olanda ed un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia.
Il periodo conosciuto come quello dei Cento Giorni cominciò quando Napoleone abbandonò l'Elba e sbarcò a Cannes, il 1° marzo del 1815. Man mano che si trasferiva verso Parigi, chiedeva appoggi nei territori che attraversava e giunto a Parigi abbatté l'appena restaurato regno di Luigi XVIII. Gli alleati prepararono immediatamente i loro eserciti per affrontarlo di nuovo. Napoleone preparò 280.000 uomini, divisi in molti eserciti. Prima del suo arrivo c'era un esercito di 90.000 uomini, ed egli riuscì a riunire oltre un milione di veterani di passate campagne, e promulgò un decreto per mobilitare circa 2,5 milioni di uomini nell'esercito francese.
Questo fu quello che dispose di fronte ad un esercito alleato inizialmente forte di circa 700.000 soldati, benché i piani di campagna alleati avessero previsto il rinforzo di un milione di effettivi nelle truppe di confine, appoggiate da circa 200.000 soldati di guarnigione, logistica e personale ausiliare. Si pretendeva che questa forza sorpassasse il numericamente inferiore esercito imperiale francese, il quale non arrivò mai ad avvicinarsi neanche lontanamente al numero di effettivi di 2,5 milioni voluto da Napoleone.
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Napoleone guidò circa 124.000 uomini dell'esercito al nord in una manovra preventiva per attaccare gli alleati in Belgio. La sua intenzione era attaccare gli eserciti alleati prima che arrivassero ad unirsi, con la speranza di gettare gli inglesi in mare. La sua marcia verso la frontiera ebbe l'effetto sorpresa che aveva sperato. Obbligò i prussiani a battersi nella battaglia di Ligny il 16 giugno, sconfiggendoli e facendoli retrocedere in un disordinato sbandamento. Quello stesso giorno, l'ala sinistra dell'esercito, sotto il comando del maresciallo Michel Ney, fermò con successo tutte le forze che Sir Arthur Wellesley, Duca di Wellington inviò in aiuto del comandante prussiano Blücher, con un'azione di blocco nella battaglia di Quatre Bras. Tuttavia, Ney non poté sgombrare gli incroci, e Wellington rinforzò la sua posizione. Coi prussiani in ritirata, Wellington si vide costretto a ritirarsi anche lui. Si raggruppò in una posizione che aveva studiato preventivamente, su di un pendio del monte Saint Jean , a poche miglia a sud della cittadina di Waterloo, in Belgio. Napoleone portò le sue riserve al nord, e riunì le sue forze con quelle di Ney per inseguire l'esercito di Wellington, ma non senza prima ordinare al maresciallo Emmanuel di Grouchy di deviare all'ala destra e fermare la riorganizzazione dell'esercito prussiano. Grouchy fallì in questo compito, perché, benché vincesse la retroguardia prussiana sotto il comando del tenente generale von Thielmann nella battaglia di Wavre, (dal 18 al 19 giugno), il resto dell'esercito prussiano «andò avanti al suono dei cannoni» a Waterloo.
L'inizio della battaglia di Waterloo, nella mattina del 18 giugno 1815, ritardò per molte ore, poiché Napoleone stava aspettando che il suolo si asciugasse dopo la pioggia della notte precedente. Nel tardo pomeriggio, l'esercito francese non era ancora riuscito a far sloggiare le truppe di Wellington dal pendio scosceso dove si erano rifugiate. Quando arrivarono i prussiani ed attaccarono il fianco destro francese in numero maggiore, la strategia di Napoleone di mantenere gli alleati divisi si rivelò fallimentare, ed il suo esercito si dovette rifugiare in una confusa ritirata, pressato dall'avanzata degli eserciti alleati.
Grouchy si redense in parte, organizzando con successo una ritirata ordinata verso Parigi, dove il maresciallo Davout aveva 117.000 uomini preparati per far retrocedere i 116.000 uomini di Blücher e Wellington. Questo sarebbe stato militarmente possibile, ma fu la politica a far precipitare la caduta dell'Imperatore.
Arrivando a Parigi, tre giorni dopo Waterloo, Napoleone si afferrava ancora alla speranza della resistenza nazionale, ma i politici, ed il popolo in generale, gli avevano ritirato il loro appoggio. Napoleone fu costretto ad abdicare di nuovo il 22 giugno del 1815. Gli alleati lo esiliarono nella remota isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale.
[modifica] Effetti politici delle guerre
Le guerra napoleoniche ebbero tre grandi ripercussioni sul continente europeo:
- In molti paesi dell'Europa, l'importazione degli ideali della rivoluzione francese (democrazia, processi giusti nei tribunali e abolizione dei privilegi) lasciò un profondo segno. Malgrado le leggi di Napoleone fossero autoritarie, erano certamente meno arbitrarie ed autoritarie di quelle dei monarchi precedenti, o quelle dei giacobini e del regime del Direttorio durante la rivoluzione. I monarchi europei trovarono serie difficoltà nel restaurare l'assolutismo pre-rivoluzionario, e si videro costretti, in molti casi, a mantenere alcune delle riforme indotte dall'occupazione. Il lascito istituzionale è rimasto fino ad oggi; molti paesi europei hanno un sistema di leggi civili, con un codice legale chiaramente influenzato dal codice napoleonico.
- La Francia non tornò ad essere una potenza dominante in Europa, come era stata dai tempi di Luigi XIV.
- Si sviluppò un nuovo e potenzialmente poderoso movimento: il nazionalismo. Esso cambiò il corso della storia dell'Europa per sempre. Fu la forza che spinse alla nascita di alcune nazioni e alla fine di altre. La mappa dell'Europa dovette essere ridisegnata nei cento anni successivi alle guerre napoleoniche senza basarsi sulle norme dell'aristocrazia, bensì sulla base della cultura, dell'origine e dell'ideologia delle genti.
- La Gran Bretagna si trasformò nella potenza egemonica indiscutibile in tutto il globo, tanto in terra come sul mare. L'occupazione dell'Olanda da parte della Francia all'inizio delle guerre, le servì da pretesto per prendere le colonie olandesi d'oltremare, quelle di maggior valore strategico come Ceylon, Malacca, Sudafrica e Guyana che erano divenute inglesi alla fine della contesa.
- La guerra nella penisola iberica lasciò completamente distrutta la Spagna, così come il suo esercito. Questa situazione fu sfruttata dai gruppi indipendentisti delle sue colonie americane per ribellarsi contro il paese oppressore; sotto l'influsso degli ideali delle rivoluzioni americana e francese, nel 1825, tutte le colonie spagnole d'America, ad eccezione di Cuba e Porto Rico, si erano trasformate in repubbliche indipendenti o erano passate a far parte degli Stati Uniti, (Florida e Louisiana) o Gran Bretagna (Trinidad), Haiti e Santo Domingo.
Ma soprattutto, si inventò un nuovo concetto mondiale di Europa. Bonaparte menzionò in molte occasioni la sua intenzione di modellare uno stato europeo unico e, nonostante il suo tragico fallimento, questo internazionalismo tornerà a sorgere dopo 150 anni, quando venne riscoperta l'identità europea dopo la seconda guerra mondiale.
[modifica] Eredità militare delle guerre
Le guerre napoleoniche, a loro volta, ebbero un profondo impatto sull'organizzazione militare. Fino ai tempi di Bonaparte, gli stati dell'Europa avevano utilizzato eserciti relativamente piccoli, con un'alta percentuale di mercenari che, in alcune occasioni arrivavano a combattere contro i loro paesi di origine al soldo di potenze straniere. Le innovazioni militari della metà del XVIII secolo riuscirono a riconoscere l'importanza di una nazione in guerra.
Napoleone fu innovatore nella pratica della mobilità per affrontare lo svantaggio numerico, come dimostrò nella sua trionfale vittoria sulle forze austro-russe nella battaglia di Austerlitz del 1805 dove il III corpo d'armata di Davout coprì i 120 km tra Vienna e Austerlitz in 50 ore [10], e nella riorganizzazione della logistica. Si circondò di validi collaboratori che costituirono uno stato maggiore che non aveva equivalenti nelle altre organizzazioni militari. Lo stato maggiore napoleonico diretto dal maresciallo Louis Alexandre Berthier che fu al fianco di Bonaparte dalla campagna di Italia all'Elba, era il nucleo organizzativo dove l'Imperatore si recava per consultare le carte geografiche dove le posizioni delle forze amiche e nemiche venivano rappresentate con spilli multicolori secondo un metodo perfezionato dallo stesso Berthier. Per fare un paragone, l'esercito prussiano non aveva nulla che assomigliasse ad uno stato maggiore fino al 1810 con Scharnhorst, l'Austria dovette aspettare il 1813 con Radetzky e la Russia il 1815 con Jomini. [11] Napoleone, memore del suo passato di artigliere, riorganizzò nell'esercito francese il ruolo dell'artiglieria in combattimento, creando unità di artiglieria mobili ed indipendenti in opposizione al tipico attacco dell'artiglieria tradizionale. Spinse avanti la standardizzazione del calibri dei cannoni, già attuata in parte da de Gribeuval, con l'obiettivo di assicurare una maggiore facilità negli approvvigionamenti delle munizioni e la compatibilità tra i suoi pezzi di artiglieria. Favorì la ricerca scientifica, spesso applicata ad un migliore sfruttamento degli eserciti, per esempio nel campo medico. Sebbene la sanità militare dovrà attendere quasi altri cento anni per svilupparsi pienamente, alcuni tentativi organizzativi vennero messi a punto già nell'epoca napoleonica, quali per esempio il concetto di "triage", di moderna attualità e reintroduzione, ma inventato dal chirurgo Larrey al seguito delle truppe napoleoniche. [12] Assolutamente fondamentale è il contributo alla teoria bellica. Durante le guerre napoleoniche, vennero messi in atto con successo dall'esercito francese molti tipi di manovre della tattica militare (battaglia per linee interne, sfilamento, accerchiamento, assedio) rivisitate alla luce dei mezzi e armamenti di nuova introduzione per l'epoca. Furono introdotti e sviluppati molti nuovi concetti di strategia militare (utilizzo e sviluppo della topografia, esplorazione, spionaggio, centro di gravità, concentrazione degli sforzi, inseguimento) che hanno ispirato la teoria fino ai giorni nostri. Sul fronte opposto, le battaglie navali combattute durante le guerre napoleoniche portarono al raffinamento delle tattiche della guerra navale per la Royal Navy. Di fondamentale importanza fu la definitiva affermazione della formazione in "linea di battaglia" che consentì ai britannici, che la adottarono alla battaglia di Trafalgar, di effettuare la manovra del "taglio del T" che avrebbe dominato la tattica navale per i due secoli successivi.

Alla fine del XVIII secolo, con la quarta maggiore popolazione su scala mondiale, 27 milioni, paragonata ai 12 milioni del Regno Unito ed ai 35-40 milioni della Russia, la Francia si vedeva in una posizione propizia per trarre vantaggio dall'arruolamento di massa. Con la rivoluzione francese ed il regno di Napoleone aveva imparato bene la lezione delle guerre commerciali e dinastiche del XVIII secolo; si dice erroneamente che queste strategie furono inventate dalla rivoluzione, ma questa si limitò soltanto ad applicarle.
Nemmeno deve darsi tutto il merito delle innovazioni a Napoleone. Lazare Carnot svolse un ruolo fondamentale nella riorganizzazione dell'esercito francese tra il 1793 ed il 1794, un periodo nel quale la fortuna della Francia cambiò per merito degli eserciti repubblicani, avanzando in tutti i fronti.
Il Regno Unito aveva il numero totale di 747.670 uomini tra gli anni 1792 e 1815. Inoltre, approssimativamente un milione di uomini erano impiegati nella Marina britannica. Il totale del resto dei principali combattenti è difficile da calcolare, ma nel settembre del 1812 la Russia aveva un totale di 904.000 uomini iscritti nel suo esercito di terra, questo significa che il totale dei russi che combatterono doveva essere fra i due milioni o più. Le forze austriache raggiunsero un numero di 576.000 uomini con poca o nessuna forza navale. L'Austria fu il nemico più persistente della Francia ed è ragionevole supporre che più di un milione di austriaci servirono nell'esercito. La Prussia non ebbe più di 320.000 uomini in armi in nessun periodo. La Spagna raggiunse la cifra di circa 300.000 soldati, ma deve aggiungersi una considerevole forza guerrigliera che operava al di fuori delle truppe regolari. Le altre nazioni che ebbero più di 100.000 soldati mobilitati furono inoltre l'Impero Ottomano, Italia (Regno di Sardegna), Regno di Napoli e la Polonia, senza includere gli Stati Uniti, con 286.730 combattenti. Come può vedersi, ora tutte queste piccole nazioni avevano eserciti che sorpassavano in numero quelli delle grandi potenze nelle guerre pre-napoleoniche.
In ciò ebbero molta influenza le tappe iniziali della rivoluzione industriale. Ora risultava facile la produzione di armi in massa per equipaggiare forze significativamente maggiori. Il Regno Unito fu il maggior fabbricante di armi di questo periodo, fornendo la maggioranza delle armi usate dalle potenze alleate durante i conflitti, ed usando una parte della produzione per il suo stesso esercito. La Francia fu il secondo maggiore produttore, armando il suo esercito e quello dei suoi alleati.
Il numero degli effettivi degli eserciti è una chiara indicazione circa il cambiamento nella strategia militare. Durante l'ultima importante guerra dell'Europa, ovvero la Guerra dei Sette Anni, pochi eserciti avevano superato il numero di 200.000 uomini. In contrasto, l'esercito francese raggiunse, negli anni novanta del XVIII secolo, la cifra di un milione e mezzo di effettivi. In totale, circa 2,8 milioni di francesi combatterono battaglie di terra e 150.000 in quelle di mare, tanto che il totale dei combattenti francesi raggiunse la cifra di circa tre milioni di uomini.
Un'altra innovazione che venne applicata in guerra fu l'uso del telegrafo ottico, che permetteva al ministro della guerra Carnot di comunicare con le forze francesi alle frontiere durante l'ultima decade del XVIII secolo. Questo sistema continuò ad essere usato anche dopo. In aggiunta, si usò per la prima volta la vigilanza aerea durante le guerre, quando i francesi usarono un pallone aerostatico per spiare le posizioni alleate nella battaglia di Fleurus, il 26 giugno 1794. Durante le guerre napoleoniche si attuò anche la sperimentazione di razzi balistici e dei primi sommergibili realizzati da Robert Fulton tra cui il Nautilus.[13] [14]
[modifica] Note
- ↑ 1,0 1,1 Sia l'Austria che la Prussia furono per poco tempo alleati della Francia e contribuirono con le loro forze all'invasione francese della Russia.
- ↑ La Russia fu alleata della Francia dal 1807 fino all'invasione del 1812.
- ↑ Alleata della Francia fino al 1808. Vedi Guerra d'indipendenza spagnola.
- ↑ Gran Bretagna fino al 1801.
- ↑ L'Impero Ottomano si difese contro l'invasione francese di Egitto, Israele, e medio oriente, di concerto con i britannici.
- ↑ Cambia schieramento e si allea con la Sesta coalizione nel 1813.
- ↑ Membro della Quarta coalizione, cambia schieramento e si allea con la Francia nel 1806
- ↑ Neutrale fino alla Seconda battaglia di Copenaghen
- ↑ Si dice Desaix, giungendo sul campo di battaglia alle 14 abbia detto «Questa battaglia è persa, comunque resta il tempo per vincerne un'altra»
- ↑ Nicola Zotti. La velocità di marcia della fanteria napoleonica. Warfare. URL consultato il 30-03-2007 .
- ↑ David Chandler. I Marescialli di Napoleone. Milano, R.C.S. libri, 1987. pp. 115-117 ISBN 88-17-11695-5
- ↑ Triage: Napoleon to the present day. (in ingl.). National Center for biotecnology Information. URL consultato il 30-03-2007 .
- ↑ Alessandro Turrini. La conquista degli abissi. Vittorelli edizioni. URL consultato il 30-03-2007 .
- ↑ Georges Blond. Vivere e morire per Napoleone. Milano, Rizzoli, 1981. ISBN 88-17-11796-X
[modifica] Galleria fotografica
Battaglia di Trafalgar (1806) opera di Joseph Turner |
[modifica] Bibliografia
- (EN) Robert Asprey. The Rise of Napoleon Bonaparte. New York, Basic Books, 2000. ISBN 0-465-04879-X
- Alessandro Barbero, La battaglia. Storia di Waterloo, ed. Laterza, 2005.
- Napoleone Bonaparte, Autobiografia, a cura di A. Malraux, ed. Arnoldo Mondadori Editore, 1994, ISBN 8804394943
- Napoleone Bonaparte, Aforismi politici, pensieri morali e massime sulla guerra, ed. Newton & Compton, 2002, ISBN 888289780X
- David G. Chandler, Le Campagne di Napoleone, Milano, ed. RCS Libri - Superbur Saggi, 2002, ISBN 88-17-11577-0
- David G. Chandler, I marescialli di Napoleone, ed. BUR, 1996
- Emmanuel de Las Cases, Il memoriale di Sant'Elena, ed. BUR, a cura di Luigi Mascilli Migliorini, 2 voll., 2004, ISBN 8817107905
- Nigel Nicolson, Napoleone in Russia, ed. BUR, 2001.
- (EN) Stephen Pope. The Cassel Dictionary of the Napoleonic Wars. Cassel, 1999. ISBN 0-304-35229-2
- Sergio Valzania, Austerlitz. La più grande vittoria di Napoleone, ed. Mondadori, 2006.
- Marco Zatterin, Trafalgar. La battaglia che fermò Napoleone, ed. Rizzoli, 2005
[modifica] Altri progetti
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[modifica] Collegamenti esterni
- (ES) Reggimenti Napoleonici
- (ES) "De re Militari": Cronologia delle Guerre napoleoniche
- La Campagna d'Egitto
- (ES) Todo a Babor: La marina francese durante le Guerre napoleoniche (1792-1815)
- (ES) Ministero della Difesa spagnolo, Revista de Historia Militar: La guerra delle fortezze nel periodo napoleonico (1796-1815)
- (EN) European Napoleonic Society
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