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Formula 1 Anno 1950 - Wikipedia

Formula 1 Anno 1950

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Formula 1 Anno 1950

Gare 7*
Campione Nino Farina
Costruttore -
* compresa Indianapolis
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Statistiche

Circuiti * Fornitori * Gran Premi * Persone * Piloti * Scuderie * Stagioni * Template * Vetture

Tutti gli articoli

La stagione 1950 del Campionato mondiale FIA di Formula 1 è stata, nella storia della categoria, la prima ad assegnare il Campionato Piloti. È iniziata il 13 maggio e terminata il 3 settembre, dopo 7 gare, sei disputate in Europa e, in aggiunta, la 500 Miglia di Indianapolis, corsa da piloti americani sotto il Regolamento della AAA e della USAC. Il titolo piloti venne vinto da Nino Farina. Si disputarono inoltre sedici gare europee non valide per il mondiale – dal 10 aprile al 29 ottobre, e inoltre undici gare sudamericane di Formula Libre – dall'8 gennaio al 24 dicembre – in Argentina, Brasile e Cile.

Si è registrato un dominio totale della scuderia Alfa Romeo, che piazzò in classifica ai primi tre posti con la vettura Alfa Romeo 158 i suoi piloti di punta: oltre al vincitore Farina si distinguono Juan Manuel Fangio che vinse molte corse, e il valido Luigi Fagioli al quale soltanto un regolamento forse un po’ troppo complicato impedisce di lottare nell’ultima gara per il titolo. Vengono infastiditi soltanto occasionalmente da Alberto Ascari sulla Ferrari, che si classifica quinto, e dal francese Louis Rosier sulla Talbot-Lago, giunto al quarto posto.

Indice

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[modifica] Prima della stagione

Nel 1950 la Federazione Internazionale dell'Automobile, attraverso la Commissione Sportiva Internazionale, decise di organizzare il primo campionato del mondo per vetture di Formula 1, tentando di mettere ordine nel complesso e variegato mondo dei Gran Premi, dopo l'accantonamento della Formula Grand Prix avvenuto nel 1946. Sui 24 Gran Premi in calendario, la FIA ne scelse sei europei validi per il titolo mondiale. Soltanto all’ultimo momento si decise di inserire la 500 Miglia di Indianapolis, l’appuntamento principale motoristico degli Stati Uniti d'America, nel tentativo di gettare un ponte tra due mondi comunque troppo differenti per specifiche tecniche e mentalità. Il tentativo fu un colossale disastro: i piloti americani non vengono a correre le gare del vecchio continente e quelli europei, dal canto loro disertano l'ovale di Indianapolis (soltanto Alberto Ascari farà una timida apparizione sul circuito americano nel 1952); ciò nonostante la prova delle 500 Miglia sarà inserita nel calendario della Formula 1 fino al 1960 quando verrà definitivamente accantonata. In esso le vetture della Formula, così come nelle gare sudamericane di Formula Libre, erano invitate a parteciparvi.

Il 13 maggio si svolse il 3° Gran Premio di Gran Bretagna sul Circuito di Silverstone, il primo Gran Premio valido per il nuovo campionato del mondo di Formula 1, impreziosito dalla presenza in tribuna del Re Giorgio VI° e della Regina madre Elisabetta, e con un pubblico di oltre 100.000 spettatori. La gara vale anche come XI Gran Premio d'Europa, ed è la prima volta che viene organizzata dall'England Royal Automobile Club, detto anche RAC. A cinque anni dalla fine della guerra, i segni lasciati sono ancora visibili ovunque e di sicuro fanno la differenza, sia nei circuiti, i quali, tranne i casi dell’Autodromo di Monza e del Principato di Monaco, sono ricavati da vecchi aeroporti militari (quello inglese sopra citato, a circa 40 miglia a nord di Londra) oppure da strade destinate al traffico regolare (quello francese in aperta campagna di Reims-Gueux, quello belga di Spa-Francorchamps che rispetto all’attuale era lungo più del doppio, quello svizzero del Bremgarten nei pressi di Berna e via dicendo) sia soprattutto nelle vetture.

La scuderia Alfa Romeo che dominò quel primo campionato, corse ancora con la 158 (denominata "Alfetta"), che era la stessa monoposto concepita nel 1938 per vincere la concorrenza delle fortissime scuderie tedesche dell’epoca, la Mercedes e la Auto Union. Con un motore a 8 cilindri di 1500cc ed un compressore volumetrico, capace di sviluppare una potenza di 350 CV a 8600 giri/minuto, la 158 garantiva prestazioni eccezionali. La sua evoluzione, la Alfa Romeo 159 del 1951, raggiungeva 425 cavalli a 9500 giri/minuto, con una potenza specifica di 280 cavalli per litro. In quella stagione schierava tre piloti di prim’ordine, il quarantaquattrenne torinese Giuseppe Farina, detto "Nino", l’asso argentino Juan Manuel Fangio appena ingaggiato su segnalazione di Achille Varzi, che intuì il suo talento straordinario due anni prima in una gara di Formula Libre disputata in Argentina, e il sempre valido Luigi Fagioli, che conobbe comunque la sua stagione migliore negli anni ’30.

La Ferrari invece debuttò soltanto il 21 maggio nel Gran Premio di Monaco, il secondo valido per il campionato, con la 125 assemblata nel 1948, dotata inizialmente di un motore a compressore a 8 cilindri e in seguito, di 1497 cc a 12 cilindri di 60°; schierava Alberto Ascari (figlio di Antonio, rivale di Tazio Nuvolari), il francese Raymond Sommer e il britannico Peter Whitehead. La pattuglia italiana è completata dalla Maserati, che fornisce tre scocche e un motore L4S a molte squadre composte da piloti iscritti come privati, tra i quali si distinguono i due della scuderia "Enrico Plate" dotati di titoli nobiliari, il barone svizzero Toulo de Graffenried e il principe thailandese Birabongse Bhanuban, abbreviato per comodità in Prince Bira.

Massiccia anche la presenza di squadre e piloti francesi: la Talbot-Lago possedeva una scocca leggera ma una potenza di appena 280 cavalli e schierava nomi come Yves Giraud-Cabantous, Eugène Martin, Philippe Etançelin e il belga Johnny Claes: la Simca-Gordini che aveva un propulsore di appena 1450cc e schierava tra gli altri Maurice Trintignant, fratello di un altro corridore, Louis deceduto nel 1933, e zio del futuro popolare attore Jean-Louis Trintignant; egli stesso subirà un grave incidente sul circuito di Bremgarten nel Gran Premio di Svizzera del 1948.

La Gran Bretagna invece si schierò con due "Factory team"; la Alta Car and Engineering Company, meglio conosciuta come Alta, che forniva scocca e motore al britannico Geoffrey Crossley e all’irlandese Joe Kelly, iscritti come privati, e la English Racing Automobiles, abbreviata familiarmente come ERA, che schierava quattro piloti "privatisti" connazionali. Tra le gomme la parte del leone la sostenevano l’italiana Pirelli e la francese Dunlop, con qualche incursione della belga Englebert.

[modifica] Regolamento

In quel primo anno valido per il titolo mondiale, le monoposto di Formula 1 seguivano ancora le regole in vigore dal 1946, che prevedevano un limite di cilindrata di 1500 cc, se dotate di compressore volumetrico, e di 4.500 cc se prive di compressore (le cosiddette "aspirate"); inoltre, non esistevano limiti di peso e neanche di carburante. Per ogni Gran Premio vigeva la libertà di iscrizione, sia come appartenenti a una squadra sia come privato (in questo caso una "Factory Team" provvedeva a fornire scocca e motore al pilota, e tale situazione si protrarrà fino al 1958, anno in cui sarà introdotto il Campionato Mondiale Costruttori). I numeri di macchina erano variabili per ciascun Gran Premio e non seguivano mai la numerazione ordinaria – ad esempio nel Gran Premio di Monaco si assegnavano i numeri pari per evitare l'assegnazione del numero 13, e così via – così come la disposizione nella griglia di partenza, che dipendeva in gran parte dalla larghezza disponibile sulla sede stradale.

[modifica] Sistema di punteggio

Il primo sistema di punteggio assegnava 8 punti al primo classificato, 6 punti al secondo, 4 punti al terzo, 3 punti al quarto, 2 punti al quinto e 1 punto all’autore del giro più veloce durante la gara. Era consentito (e lo fu fino al 1957) anche lo scambio di vetture della stessa marca con i piloti di riserva, con conseguente divisione del punteggio in caso di arrivo al traguardo tra i piloti. Nella classifica finale contano soltanto i migliori quattro risultati su sei Gran Premi disputati.

[modifica] Riassunto della stagione

Nell’Alfa Romeo si decise di puntare tutte le carte su Juan Manuel Fangio, il quale nei primi mesi si era già aggiudicato due gare in Europa, e ribadirà nel finale di stagione il suo grande momento di forma vincendo tre gare consecutive di Formula Libre. Oltre al coraggio e all’incoscienza, indispensabili per gareggiare nei piloti di quella generazione, Fangio possedeva una visione tattica superiore rispetto alla concorrenza.

Dal canto suo, Farina non demorde e si aggiudica il Gran Premio inaugurale di Gran Bretagna a Silverstone con l’argentino tradito da una perdita d’olio. A Montecarlo Fangio gli risponde una settimana dopo dominando una corsa tormentata da un grave incidente nella sessione di qualifica toccato ad Alfredo Pian, argentino anche lui proveniente dalle gare sudamericane, che si frattura una caviglia, e da una spettacolare carambola al primo giro che elimina di colpo dieci concorrenti, provocata da un’improvvisa ondata alla curva del "Tabaccaio". Il torinese vince sull’insidioso tracciato svizzero del Bremgarten e l’argentino gli risponde per le rime a Spa-Francorchamps. È un testa a testa entusiasmante e in Francia, sul circuito stradale di Reims-Gueux, Fangio completa la sua rimonta iridata, piazza il terzo sigillo e lascia a secco il rivale. Anche Luigi Fagioli si comporta benissimo, piazzandosi secondo in ben quattro gare disputate e racimolando 24 punti, ma con la regola degli scarti viene privato in pratica di lottare per il titolo nell’ultima corsa valida, il Gran Premio d'Italia. Conquisterà 4 punti con il terzo posto ma non saranno comunque validi. Passerà nella storia dell'automobilismo di Formula 1 come l'"eterno secondo".

A Monza è un affare privato tra Fangio e Farina, distanziati in classifica soltanto di quattro punti (26 per Fangio e 22 per Farina, che oltretutto è terzo). L’argentino già al sabato conquista la Pole position, con Farina che si piazza terzo dietro alla Ferrari di Ascari. Fangio conduce in testa i primi giri e piazza un punto mondiale segnando il giro più veloce, ma al 24° giro deve ritirarsi ai box per noie al cambio. Senza perdersi d'animo, sale sull'Alfa Romeo di riserva condotta Piero Taruffi che gli cede sportivamente il posto, ma compie appena dieci giri e dice addio ai sogni di gloria, lasciando vittoria e titolo mondiale nelle mani di Giuseppe Farina, il primo italiano a laurearsi campione del mondo con tre punti di vantaggio sull’argentino, 30 contro 27. Fagioli sarebbe secondo con 28 punti, ma viene classificato al terzo posto con 24.

[modifica] Piloti e Costruttori

[modifica] Piloti

Nella tabella seguente sono indicati tutti i piloti partecipanti nella stagione 1950, indicati per nazionalità e ordine alfabetico.

Stati Uniti[1] Walt Ader Fred Agabashian Emil Andres Manuel Ayulo
Henry Banks Tony Bettenhausen Walt Brown Mike Burch Marvin Burke
Bill Cantrell Duane Carter Joie Chitwood Hal Cole George Connor
Jimmy Davies Billy DeVore Duke Dinsmore Ted Duncan Kenny Eaton
Mitt Fankhouser Walt Faulkner Johnny Fedricks Pat Flaherty Myron Fohr
George Fonder Carl Forberg Dick Frazier Cecil Green Bob Gregg
Cliff Griffith Sam Hanks Gene Hartley Mack Hellings Bill Holland
Jackie Holmes Norm Houser Jerry Hoyt Jimmy Jackson Joe James
Danny Kladis Chuck Leighton Bayliss Levrett Mark Light Andy Linden
George Lynch Cy Marshall Johnny Mauro Johnny McDowell Jack McGrath
Al Miller Chet Miller Duke Nalon Johnnie Parsons Ralph Pratt
Dick Rathmann Jim Rathmann Jim Rigsby Bud Rose Mauri Rose
Paul Russo Troy Ruttman Harry Schell Bill Schindler Bob Sweikert
Joel Thorne Charles van Acker Bill Vukovich Lee Wallard Spider Webb
Belgio Johnny Claes Irlanda Joe Kelly
Italia Alberto Ascari Clemente Biondetti Felice Bonetto Giovanni Bracco
Franco Comotti Luigi De Filippis Luigi Fagioli Giuseppe Farina Nello Pagani
Franco Rol Consalvo Sanesi Dorino Serafini Piero Taruffi Luigi Villoresi
Svizzera Toni Branca Toulo de Graffenried Rudi Fischer
Francia Eugène Chaboud Philippe Etançelin Yves Giraud-Cabantous Pierre Levegh
Henri Louveau Guy Mairesse Robert Manzon Eugène Martin Charles Pozzi
Louis Rosier Raymond Sommer Maurice Trintignant Thailandia Prince Bira
Regno Unito Geoff Crossley Joe Fry Bob Gerard David Hampshire
Cuth Harrison Leslie Johnson David Murray Reg Parnell Peter Walker
Peter Whitehead Germania Paul Pietsch Monaco Louis Chiron
Argentina Juan Manuel Fangio José Froilan González Alfredo Pian

[modifica] Costruttori

Nella tabella seguente vengono indicate le scuderie, manufatturiere e non, partecipanti al campionato, compresi i piloti iscritti come privati indicati qui con il loro nome, con i numeri di iscrizione avuti nei sette Gran Premi validi per il mondiale, che erano variabili per ogni singola gara.

Scuderia[2] Telaio e motore Numeri Iscrizione Piloti
A. J. Watson Watson-Offenhauser 45 Dick Rathmann
Bowes Racing Inc Lesovsky-Offenhauser 55 Troy Ruttman
Carl Marchese Marchese-Offenhauser 2 Myron Fohr
Charles Pritchard Kurtis Kraft-Offenhauser 4
15
Walt Brown
Mack Hellings
Cummins Engine Co Kurtis Kraft-Cummins 61 Jimmy Jackson
Ervin Wolfe Kurtis Kraft-Offenhauser 17
17
Joie Chitwood
Tony Bettenhausen
Grancor Auto Specialists Kurtis Kraft-Offenhauser 59 Pat Flaherty
Horschell Racing Co. Cooper-JAP 8 Harry Schell
Howard Keck Co. Deidt-Offenhauser 31 Mauri Rose
Indianapolis Race Cars Maserati-Offenhauser 12
12
Henry Banks
Fred Agabashian
J. C. Agajanian Kurtis Kraft-Offenhauser 98 Walt Faulkner
Jack B. Hinkle Kurtis Kraft-Offenhauser 49 Jack McGrath
Joe Langley Langley-Offenhauser 75 Gene Hartley
John Lorenz Wetteroth-Offenhauser 76 Jim Rathmann
Kurtis Kraft Inc Kurtis Kraft-Offenhauser 1
28
Johnnie Parsons
Fred Agabashian
Ludson D. Morris Kurtis Kraft-Offenhauser 81 Jerry Hoyt
Lou Moore Deidt-Offenhauser
Lesovsky-Offenhauser
Moore-Offenhauser
Deidt-Offenhauser
3
5
8
14
Bill Holland
George Connor
Lee Wallard
Tony Bettenhausen
Louis Rassey Snowberger-Offenhauser 67 Bill Schindler
M. A. Walker Kurtis Kraft-Offenhauser 54 Cecil Green
M. Pete Wales Kurtis Kraft-Offenhauser 62 Johnny McDowell
Milt Marion Kurtis Kraft-Offenhauser 23 Sam Hanks
Murrell Belanger Stevens-Offenhauser 18 Duane Carter
Norm Olson Olson-Offenhauser 77 Jackie Holmes
Pat Clancy Ewing-Offenhauser 22 Jimmy Davies
Paul Russo & Ray Nichels Nichels-Offenhauser 7 Paul Russo
R. A. Cott Maserati-Offenhauser 21 Spider Webb
Richard L. Palmer Adams-Offenhauser 24
24
Bayliss Levrett
Bill Cantrell
Sampson Manufacturing Co. Rae-Offenhauser 27 Walt Ader
Verlin Brown Kurtis Kraft-Offenhauser 69 Duke Dinsmore
Scuderia Alfa Romeo Alfa Romeo 1 – 6 – 10 – 14 – 18 – 34 – 60
2 – 8 – 10 – 16 – 32
3 – 4 – 12 – 36
4
46
60
Juan Manuel Fangio
Nino Farina
Luigi Fagioli
Reg Parnell
Consalvo Sanesi
Piero Taruffi
Ferrari Ferrari 2 – 22 – 38
4 – 16 – 18 – 40 – 48
20 – 42
48
Luigi Villoresi
Alberto Ascari
Raymond Sommer
Dorino Serafini
Clemente Biondetti Ferrari-Jaguar Clemente Biondetti
Officine Alfieri Maserati Maserati 6 – 19 – 26 – 30 – 48
4 – 28 – 44
Louis Chiron
Franco Rol
Scuderia Achille Varzi Maserati 2 – 36
4
2
40
José Froilan González
Alfredo Pian
Nello Pagani
Toni Branca
Scuderia Ambrosiana Maserati 5 – 50
6 – 34
32
David Murray
David Hampshire
Reg Parnell
Scuderia Milano Maserati-Milano 22 – 34 – 40 – 52
62
Felice Bonetto
Franco Comotti
Automobiles Talbot-Darracq SA Talbot-Lago-Talbot 6 – 14 – 18
10 – 14 – 15 – 20
16
8 – 17
22
12
Yves Giraud-Cabantous
Louis Rosier
Philippe Etançelin
Eugène Martin
Pierre Levegh
Raymond Sommer
Charles Pozzi Talbot-Lago-Talbot 26
26
Charles Pozzi
Louis Rosier
Ecurie Bleue Talbot-Lago-Talbot 44
101
Harry Schell
Louis Rosier
Ecurie Lutetia Talbot-Lago-Talbot 20 Eugène Chaboud
Ecurie Rosier Talbot-Lago-Talbot 15 – 58
64
Louis Rosier
Henri Louveau
Guy Mairesse Talbot-Lago-Talbot 40 Guy Mairesse
Philippe Etançelin Talbot-Lago-Talbot 14, 16, 24, 42
16
Philippe Etançelin
Eugène Chaboud
Pierre Levegh Talbot-Lago-Talbot 56 Pierre Levegh
Raymond Sommer Talbot-Lago-Talbot 6 – 12 Raymond Sommer
Equipe Gordini Simca-Gordini 10 – 44
12 – 42
Robert Manzon
Maurice Trintignant
Ecurie Belge Talbot-Lago-Talbot 2 – 4 – 6 – 18 – 24 – 42 Johnny Claes
Antonio Branca Maserati 30 Toni Branca
Enrico Platé Maserati 20 – 32 – 38 – 52
21 – 50 – 30
Toulo de Graffenried
Prince Bira
Paul Pietsch Maserati 28 Paul Pietsch
Peter Whitehead Ferrari 8 – 14 – 28 Peter Whitehead
Joe Fry Maserati 10
10
Joe Fry
Brian Shawe-Taylor
Geoffrey Crossley Alta 24 – 26 Geoff Crossley
Joe Kelly Alta 23 Joe Kelly
Bob Gerard ERA 12 – 26 Bob Gerard
Cuth Harrison ERA 11 – 24 – 32 Cuth Harrison
Peter Walker ERA 9
9
Peter Walker
Tony Rolt
Taso Mathieson ERA 8 Leslie Johnson

[modifica] Vetture

Nella tabella seguente vengono indicati tutti i modelli delle vetture partecipanti alla stagione 1950.

Adams Alfa Romeo 158 Alfa Romeo 8C-308 Alta GP Bardazon Bromme
Cantarano Cooper T 12 Deidt Tuffanelli Derrico ERA A ERA B ERA B/C
ERA E Ewing Ferrari 125 Ferrari 166 Ferrari 166 S Ferrari 257
Ferrari 375 Gdula Kupiec Kurtis Kurtis 1000 Kurtis 2000
Kurtis 3000 Langley Lesovsky Marchese Maserati 4CL Maserati 4CLT/48
Maserati 8CTF Maserati 4CLT/50 Meyer Miller Moore Nichels
Olson Special R Miller Rae Scopa Simca Gordini T 15 Snowberger
Stevens SVA Talbot T26C Talbot T26C-DA Talbot T26C-GS Watson Indy Roadster
Weidel Wetteroth - - - -

[modifica] Risultati e Classifiche

[modifica] Gare del Campionato Mondiale

Rd Gran Premio Circuito Immagine Data Pilota vincente Team vincente Resoconto
1 Gran Premio di Gran Bretagna Silverstone 13 maggio Nino Farina Alfa Romeo Resoconto
2 Gran Premio di Monaco Montecarlo 21 maggio Juan Manuel Fangio Alfa Romeo Resoconto
3 500 Miglia di Indianapolis Indianapolis 30 maggio Johnnie Parsons Kurtis Kraft
Offenhauser
Resoconto
4 Gran Premio di Svizzera Bremgarten 4 giugno Nino Farina Alfa Romeo Resoconto
5 Gran Premio del Belgio Spa 18 giugno Juan Manuel Fangio Alfa Romeo Resoconto
6 Gran Premio di Francia Reims-Gueux 2 luglio Juan Manuel Fangio Alfa Romeo Resoconto
7 Gran Premio d'Italia Monza 3 settembre Nino Farina Alfa Romeo Resoconto

[modifica] Gare non valide per il Campionato Mondiale

Nella stagione 1950 si sono disputate 16 gare per vetture di Formula 1 non valide per il Campionato Mondiale.

Gran Premio Nome ufficiale Data Circuito Immagine Pilota vincente Team vincente Resoconto
Trofeo di Richmond II Richmond Trophy 10 aprile Goodwood Reg Parnell Maserati 4CLT-48 Resoconto
Gran Premio di Pau XI Grand Prix de Pau 10 aprile Pau Juan Manuel Fangio Maserati 4CLT-48 Resoconto
Gran Premio di San Remo V Gran Premio di San Remo 16 aprile Ospedaletti Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 158 Resoconto
Gran Premio di Parigi IV Grand Prix de Paris 30 aprile Montlhery Georges Grignard Talbot T26C Resoconto
Trofeo dell’Impero Britannico XII British Empire Trophy 15 giugno Douglas Bob Gerard ERA B Resoconto
Gran Premio di Bari IV Gran Premio di Bari 9 luglio Bari Nino Farina Alfa Romeo 158 Resoconto
Jersey Road Race IV J.C.C. Jersey Road Race 13 luglio Saint-Hélier Peter Whitehead Ferrari 125 Resoconto
Circuito dell’Albigeois XII Circuit de l’Albigeois 16 luglio Albi Louis Rosier Talbot T26C Resoconto
Gran Premio d'Olanda I Grote Prjis van Nederland 23 luglio Zandvoort Louis Rosier Talbot T26C Resoconto
Gran Premio delle Nazioni III Grand Prix des Nations 30 luglio Ginevra Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 158 Resoconto
Trofeo di Nottingham I Nottingham Trophy 7 agosto Gamston David Hampshire Maserati 4CLT-48 Resoconto
Trofeo dell’Ulster IV Ulster Trophy 12 agosto Dundrod Peter Whitehead Ferrari 125 Resoconto
Circuito di Pescara XIX Circuito di Pescara 15 agosto Pescara Juan Manuel Fangio Alfa Romeo 158 Resoconto
Trofeo Internazionale BRDC II BRDC International Trophy 26 agosto Silverstone Nino Farina Alfa Romeo 158 Resoconto
Trofeo di Goodwood III Goodwood Trophy 30 settembre Goodwood Reg Parnell BRM P15 Resoconto
Gran Premio di Penya Rhin X Gran Premio de Penya Rhin 29 ottobre Pedralbes Alberto Ascari Ferrari 375 Resoconto

[modifica] Gare della serie Formula Libre

Nella stagione 1950, tra gennaio e dicembre si sono disputate anche 11 gare in Sud America della serie Formula Libre, nelle quali anche le vetture di Formula 1 erano invitate a partecipare. I paesi che ospitavano in quest’annata le gare erano Argentina, Brasile e Cile. Vi fu un dominio di Ferrari e Maserati: la prima vinse sia con la 166 FL approntata esclusivamente per questa serie, sia con la 125 di Formula 1. Una sola vettura francese, la Talbot, vinse l’ultima gara stagionale, la 500 Miglia De Rafaela.

Gran Premio Data Circuito Pilota vincente Team vincente Resoconto
Gran Premio Eva Duarte Peron 8 gennaio Parco Palermo Luigi Villoresi Ferrari 166 FL Resoconto
Gran Premio Generale San Martin 15 gennaio El Torreón Alberto Ascari Ferrari 166 FL Resoconto
Coppa Accion 22 gennaio Parque Independencia Luigi Villoresi Ferrari 166 FL Resoconto
Gran Premio di Interlagos 28 maggio Interlagos Francisco Credentino Maserati Resoconto
Quinta da Boa Vista 4 luglio Boa Vista sconosciuto sconosciuto
Gran Premio della Gavea 11 luglio Gávea sconosciuto sconosciuto
Gran Premio di Boa Vista 24 settembre Boa Vista Chico Landi Ferrari 125 Resoconto
Coppa Interlagos 1 ottobre Interlagos Chico Landi Ferrari 125 Resoconto
Gran Premio del Parana 12 novembre Parque Urquiza Juan Manuel Fangio Ferrari 166 FL Resoconto
Gran Premio Presidente Alessandri 18 novembre Palma Juan Manuel Fangio Ferrari 166 FL Resoconto
500 Miglia De Rafaela 24 dicembre Rafaela Juan Manuel Fangio Talbot T26C Resoconto

[modifica] Classifica Piloti

  1. Nino Farina 30 pt.
  2. Juan Manuel Fangio 27 pt.
  3. Luigi Fagioli 24 pt (28).
  4. Louis Rosier 13 pt.
  5. Alberto Ascari 11 pt.
  6. Johnnie Parsons 9 pt.
  7. Bill Holland 6 pt.
  8. Prince Bira 5 pt.
  9. Peter Whitehead 4 pt.
  10. Louis Chiron 4 pt.
  11. Reg Parnell 4 pt.
  12. Mauri Rose 4 pt.
  13. Dorino Serafini 3 pt.
  14. Yves Giraud-Cabantous 3 pt.
  15. Cecil Green 3 pt.
  16. Robert Manzon 3 pt.
  17. Raymond Sommer 3 pt.
  18. Philippe Etançelin 3 pt.
  19. Felice Bonetto 2 pt.
  20. Tony Bettenhausen 1 pt.
  21. Eugène Chaboud 1 pt.
  22. Joie Chitwood 1 pt.

[modifica] Note

  1. ↑ Tutti i piloti americani elencati parteciparono soltanto alla 500 Miglia del 1950. L'unica eccezione fu quella di Harry Schell, americano di nascita ma da diverso tempo residente in Europa, che gareggiò in due Gran Premi nel vecchio continente con la Cooper-JAP a motore posteriore e la Talbot-Lago.
  2. ↑ Tutte le scuderie americane elencate parteciparono soltanto alla 500 Miglia del 1950. L'unica eccezione fu quella della Horschell Racing Corporation, partecipante con la Cooper-JAP a motore posteriore nel Gran Premio di Monaco. Tutte le scuderie erano motorizzate dalla Offenhauser, ad eccezione della Cummins Engine Co. che aveva un motore proprio, Cummins. Di italiano era presente soltanto il telaio della Maserati in due squadre.

[modifica] Altri progetti


Campionati mondiali di Formula 1
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1970 * 1971 * 1972 * 1973 * 1974 * 1975 * 1976 * 1977 * 1978 * 1979
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